Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
It's all for love....
 
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It's all for love...L.O.V.E. (fanfiction)

Ultimo Aggiornamento: 23/03/2020 01:05
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Città: LANCIANO
Età: 48
Sesso: Femminile
09/09/2014 10:29

Capitolo 30

L'amore sa essere sfocato e distante, ma in un attimo tornare intenso e travolgente, palpabile in un intreccio serrato di mani, in calde labbra passionali che si uniscono a condividere gli umidi sapori, nella fusione di due corpi nel desiderio irrefrenabile di essere una cosa sola, in uno scambio reciproco di piaceri ed emozioni, sensazioni ed istinti, indivisibili nell'anima come nel corpo, nell'affannarsi alla ricerca della felicità, della quiete dell'anima, sentirsi creature complete, appagate l'uno dalla presenza dell'altro. Tra la tristezza e la felicità il passo è breve, sottile come un filo di seta, un equilibrio che viene bruscamente interrotto in un soffio, per poi tornare altrettanto rapidamente. Si è così vulnerabili quando si è felici? La felicità rende ciechi? offusca la realtà? Ci fa vedere solo quello che si vuole? Si è capaci di donare le chiavi d'accesso del proprio animo a chiunque in quel momento? Ad Ale era bastato guardare nei suoi occhi, malinconici, profondi, per sentire defluire gli ultimi residui della triste delusione di quegli ultimi giorni, lui gli stava donando le chiavi d'accesso alla sua anima, gli donava il corpo e lo spirito e lei era pronta a riceverlo. Ritrovare la quiete dopo la tempesta, ritrovare la calma interiore dopo che le parole lo avevano scosso, abbandonarsi al puro piacere fisico come a scaricare l'adrenalina e la tensione tra loro. Lasciarsi andare al solo desiderio di ritrovarsi, tenendo fuori dal cuore le paure e i dubbi. Michael e Ale, uomo e donna, senza più barriere, ne difese, soli, con le anime scoperte, soli con il loro amore.

Restarono abbracciati stretti, avvolti dalla coperta, a godere ancora di quel momento di pace, di quella sensazione di leggerezza dell'anima nell'essersi ritrovati, il godere del silenzio e di una notte rischiarata dalla luna. Ale vide i suoi occhi accendersi, luccicare sotto la forza di un intenso pensiero. Le sue labbra si aprirono nel più dolce dei sorrisi, in un espressione di nuova beatitudine, che lei non aveva mai visto sul suo viso, tenero e meravigliato, divertito ed emozionato, estasiato nel guardarla negli occhi. Si mordicchiò il labbro inferiore come faceva sempre quando i suoi pensieri lo intimidivano, quando desiderava che lei lo incoraggiasse a parlare. Ale lo osservò sorridendo, con occhi rapiti dalla bellezza di quella sua espressione. I raggi di luna si posavano sul volto di lui, a rendere la sua pelle ancor più candida, a lasciare nei suoi occhi un bagliore che li rendeva ancor più penetranti ed intensi.
- Hai un espressione così...bella in questo momento!!! Non l'avevo mai vista sul tuo volto Michael...a cosa pensi?- Ale sorrise incuriosita - ... quale pensiero è riuscito a farti avere un sorriso così tenero, tanto da accendere quella luce nei tuoi occhi? - gli accarezzò il viso, come a cogliere sotto le dita la magia di quel sorriso, lui era capace di sconvolgerla ogni volta, di stupirla con l'intensa e dolce magia dei suoi pensieri, attendeva impaziente di lasciarsi trascinare ancora una volta dalla sua aura, dalla forza di quella luce bianca che la sua anima emanava. Lui rimase in silenzio un attimo, distogliendo lo sguardo da quello di lei, Ale sentì le sue lunghe dita affusolate, muoversi sotto la coperta, scorrere sul suo fianco nudo, fino a fermarsi sul suo ventre, sentì il calore della sua mano entrarle sotto pelle. Gli occhi di Michael tornarono a guardare i suoi, quell'espressione estasiata non era ancora sparita dal suo volto, Ale rimase a guardarla, a cercare di carpirne l'essenza, di scovarne la misteriosa provenienza, desiderosa di fissarla per sempre nei suoi occhi e nella mente. La voce di Michael uscì dalle sue labbra, delicata, dolce più del solito.
- Quanto vorrei averti dato un bambino questa notte! - una lacrima uscì dai suoi intensi occhi scuri, scorrendo lenta sul suo volto, fino a morire sulle sue labbra. In un attimo Ale provò l'emozione più forte della sua vita, come se quelle parole fossero entrate nel suo corpo, a scorrere rapide nelle vene, ad irrorare di nuova linfa vitale ogni suo organo, a scuoterne ogni cellula e far vibrare l'anima. L'anima profonda di Michael arrivò ad avvolgerla con la sua luce, rimase senza parole, con il fiato sempre più corto, non riusciva a crederci di quanta dolcezza fosse capace, di come ci riuscisse a lasciarla stupida dalla semplice grandezza dei suoi pensieri, dall'immensità del suo amore per la vita. Cosa avrebbe potuto dirle di più grande? Quale dono più prezioso poteva desiderare da lui? Si avvicinò a baciare le sue labbra bagnate dalla lacrima, a sentirne il sapore salato, non riuscì a dirgli una parola, una risposta avrebbe rovinato quel momento, scelse il silenzio, il silenzio meglio di mille parole. Quella sua frase racchiudeva tutto, era l'essenza di lui, l'essenza dell'amore, della famiglia, della tenerezza, dell'unione tra uomo e donna, la consapevolezza, il futuro, la speranza, ma soprattutto era l'essenza della vita. Baciava con delicatezza le sua labbra, staccandosi di tanto in tanto per tornare a perdersi nei suoi occhi lucidi, le labbra di lui si distendevano in un sorriso ogni volta che la bocca di lei si allontanava dalla sua. Ale era incredula, incapace di realizzare che quelle parole fossero state pronunciate realmente. Quella frase le era entrata nel cuore in un istante, non aveva mai pensato alla possibilità di avere un figlio, la sua vita era stata da sempre così caotica, sempre alla ricerca affannosa di una stabilità, di un equilibrio che le permettesse di pensare al futuro, tanto da non essersi mai fermata a pensarci. Ma il futuro sembrava essere arrivato. Era talmente presa da quel turbinio frenetico che aveva assunto la sua vita negli ultimi mesi, totalmente abbagliata dalla presenza di Michael, completamente assorta dalla sua magia, che la sua parte razionale aveva smesso di funzionare, si era lasciata completamente andare con il cuore tanto da aver fatto l'amore con lui senza pensare alle precauzioni da quella prima sera. Prima o poi sarebbe capitato, prima o poi avrebbe smesso di essere sola al mondo, senza legami di sangue. Un figlio! Ci pensava ora per la prima volta e già sentiva che quel pensiero non l'avrebbe abbandonata più, per il resto della sua vita.
- Piccola...tu vuoi un figlio da me?
Fu il colpo di grazia per il suo cuore palpitante. Unirsi per sempre in una nuova vita, legarsi per l'eternità nel sorriso di un bambino. Di colpo l'immagine di lui che passeggiava sotto le grandi querce di Neverland tenendo tra le braccia il frutto del loro amore, le riempì la mente, così viva e reale, da sembrare impossibile che non ci avesse mai pensato. Riusciva a vedere nei suoi occhi che sarebbe stato un papà dolcissimo. Sentì l'istinto svegliarsi, il desiderio di essere madre impadronirsi in un istante di ogni fibra del suo essere, l'energia del suo corpo defluire su quell'unico tenero pensiero, posò la sua mano su quella di lui ancora ferma sul suo ventre e non riuscì a fare altro che annuire con il capo, con il petto ansimante dall'emozione e le lacrime che pian piano si impadronirono dei suoi occhi.
"E' questa l'essenza dell'amore? il senso della vita di ognuno? amare così tanto una persona da desiderare fondersi con lui e rinascere in una nuova vita? l'istinto di lasciare un segno nel tempo del nostro passaggio sulla terra? della vita che prosegue? Quanto vorrei fosse già reale, che nel mio ventre ci fosse la vita in questo istante, che ci fosse una parte di lui che si unisce alla mia e che lotta per formarsi, per crescere e nascere! La magia dell'amore...è dar vita ad una nuova creatura... provo gioia e paura al tempo stesso..una sensazione inimmaginabile! Saremo in grado di crescerlo nell'amore? Saremo in grado di renderlo felice? di proteggerlo? di farne una persona con dei valori e dei principi? se solo avesse la metà del cuore di suo padre... sarebbe un piccolo dolce angelo caduto dal cielo. Dove sei piccolo mio? sei già in me? non smetterò mai di cercarti fin quando sarò certa di poterti stringere al mio petto! Il pensiero di te è nato solo ora nel mio cuore e sento già di desiderarti ed amarti più della mia vita!"
- Non sai che gioia provo nel cuore in questo momento piccola...senti?- le prese la mano posandola sul suo petto, il suo cuore palpitava forte.- ...temevo che non volessi un bambino!
- Sarebbe il dono più grande!!! Non...pensavo volessi un figlio..subito!
- I bambini sono il futuro... bisognerebbe farli crescere nell'amore perchè le nuove generazioni posso cambiare le cose...imparare dai nostri errori...invertire la tendenza e guarire il mondo! Non sarebbe bello Ale? Desidero che i miei figli crescano nell'amore, che siano delle persone sincere ed oneste...che avessero un infanzia felice...ripeterò loro che li amo ogni giorno...ogni giorno...si sentiranno amati e protetti da me, proteggerò la loro infanzia...sarò un buon padre Ale?
- Ne sono sicura... sarai il migliore!!- Ale era felice nel sentirlo parlare, il suo entusiasmo era disarmante, anche se le sue parole nascondevano la malinconia per non aver avuto l'infanzia, l'amore incondizionato di un padre, una cosa che gli pesava sul cuore come un macigno. C'era qualcosa di amaramente felice nella sua malinconia, la certezza di imparare dai torti subiti, di non commettere gli stessi errori, la consapevolezza che avrebbe dato a suo figlio quello che gli era stato negato. Distolse lo sguardo da lei, per fissarli sulla luna, pallida e rotonda.
- Oh...non vedo l'ora!!! - rimase a fissarla, mentre un sorriso si impadroniva delle sue labbra.
- Ma non essere impaziente Michael...è la prima volta che ne parliamo...
- Non occorre parlarne...è Dio che decide quando sarà il momento giusto...e so che arriverà... - tornò a guardarla negli occhi.
- Lo desideri tanto vero?
- Da tutta una vita...ma vorrei che lo desiderassi anche tu con la stessa intensità con cui lo desidero io!! tu lo desideri Ale?
- Si...desidero avere un bambino da te!!!
La sue espressione infantile si fece di nuovo sorridente, eccitato, quasi da non stare più nella pelle, desideroso che quel sogno si realizzasse il prima possibile. Il rifiuto di Lisa di avere dei figli da lui era un lontano ricordo, la sofferenza per quel rifiuto che si portava dietro da mesi, svanì in un attimo, nel momento stesso in cui Ale posò le sue labbra sulle sue.
- Ale la felicità è questa....non ha nulla a che vedere con l'adrenalina dei miei show...per quanto io possa amarli... la felicità non è nel denaro o nel potere....non è nella fama...la felicità è nelle cose semplici...i bambini sanno cos'è...lo sanno da sempre...ma poi lo dimenticano crescendo...la felicità è nelle piccole cose...nelle note di una canzone che ti scalda il cuore... in un campo di girasoli che ti illumina il volto...basta chiudere gli occhi ed accendere i sensi e la felicità è qui ...ora...sotto questa coperta...credo di non essere mai stato così felice in vita mia... grazie a te!!
Michael nonostante le sue difese innalzate a proteggere un anima ferita, nonostante il destino avesse riservato cose grandiose per lui, nonostante tutta la sua vita fosse fatta di cose lontane dal comune, aveva capito più di chiunque altro quanto fosse bella e grandiosa la semplicità.

Encino
Quella mattina il telefono squillò insistentemente, fu Katherine a rispondere dal salotto, ma Joe sollevò la cornetta dal suo studio restando in ascolto.
- Bambino mio sei tu? mi manchi tanto...come stai?
- Qui è tutto ok, mamma!! mi dispiace non essermi fatto sentire più spesso...ma è che...ho avuto degli impegni! Volevo che sabato prossimo tu e Joe veniate a Neverland, dovete esserci...per favore! Più tardi chiamerò Jermaine e gli altri...voglio ci siate tutti!
- Oh Michael che bello tu voglia riunire la famiglia...mi rendi felice lo sai? Ma...a cosa dobbiamo quest'invito? l'ultima riunione di famiglia qui ad Encino ti ha visto sgattaiolare via nel primo mattino, non vedevi l'ora finisse!
- E' una sorpresa!
- Michael non tenermi sulle spine...a me puoi dirlo...sono tua madre...so mantenere un segreto!
Michael esitò un attimo, ma lal fine non resistette al desiderio di dirlo a sua madre, di renderla felice con il suo segreto.
- Voglio...farvi conoscere mia moglie!
Katherine rimase in silenzio felicemente commossa, mentre Joe, di nascosto dal suo ufficio, rimase basito da quella confessione, i suoi occhi si fecero pensierosi ed incupiti. Passato il primo attimo di stupore Katherine lasciò andare via l'emozione, pur sempre contenuta e dignitosa.
- Sono così felice Michael...spero che questa volta vada tutto bene cucciolo mio!!! meriti di essere amato e di essere felice. Non vedo l'ora di conoscerla!
- Mamma...ti prego non dire niente a nessuno...voglio lasciarli stupiti...
Joe rimase immobile con la mano sulla cornetta del telefono, i muscoli del suo volto si strinsero in una smorfia pensierosa. Come mai l'avvocato di famiglia non gli aveva detto niente? chi era questa ad aver sposato suo figlio? Michael aveva pensato a tutelare il suo patrimonio? Tirò su la cornetta e chiamò l'avvocato.
- Pronto Frank!!! perchè diavolo non mi hai tenuto al corrente del matrimonio di Michael?
- Joe...credimi non ne sapevo niente...fino a quando non ho ricevuto i documenti dal giudice dal Nevada!
- E del contratto prematrimoniale che sai dirmi?
- Nulla...perchè non esiste!
- Cosa? quell'idiota di mio figlio l'ha sposata senza un contratto?- la voce di Joe si fece concitata - che idiota...idiotaaa!!! vuole vedersi fregare tutto il suo patrimonio che a fatica ho costruito per lui???? Ha trovato la sgualdrina di turno che gli porterà via tutto!!! è un idiotaaa!!! Cosa possiamo fare Frank? non voglio vedere il lavoro di una vita rubato da una sconosciuta affarista!!
- L'unica cosa è convincerla a firmare un contratto adesso...sempre se accetterà di farlo!
- Non posso pensarci! devo sempre essere io a salvaguardare gli affari di famiglia...Michael è un buono a nulla..prepara quel maledetto contratto...metti su una cifra... Non dire nulla a Michael, voglio essere io a parlargli...sabato raggiungici a Neverland...vedremo se l'avrà vinta, quella maledetta opportunista...ha fatto i conti senza di me!

Neverland
Michael era sveglio da un pezzo, aveva già fatto tutte le chiamate per gli inviti del party di sabato, anche Liz e Mac sarebbero stati presenti. Gli rimaneva un ultimo ed importante invito, ma questo l'avrebbe fatto il giorno dopo, quando Ale sarebbe ripartita per Los Angeles. Si rimise al lavoro sulla sua canzone in attesa che Ale lo raggiungesse.
Giunse da lui poco dopo, aveva già sprecato troppo tempo lontano da lui in quel week-end per sprecarne ancora.
- Ehi piccola!!! ti sei alzata?
- Non potevo più aspettare...voglio sentire quello che hai composto!!! ieri non ero qui ma...oggi ci sono!! ti prego...voglio ascoltarla.
Michael si sedette al pianoforte, si voltò un attimo a guardarla.
- Piccola...voglio che il Mondo prenda consapevolezza di quello che gli stiamo facendo!
Posò le sue dita sui tasti e la sua voce, dolorosa come un lamento attaccò a pronunciare quelle parole che trafiggevano il cuore di Ale come schegge di un vetro in frantumi.

Cosa succede all'alba
Cosa succede alla pioggia
Cosa succede a tutte le cose
Che tu dicevi dovevamo guadagnarci...
Cosa succede ai campi morenti
E' un momento?
Che cosa succede a tutte le cose
Che dicevi erano mie e tue
Ti sei mai fermato ad osservare
Tutto il sangue che abbiamo versato prima
Ti sei mai fermato ad osservare
Questa Terra piangente, queste rive piangenti?

Aaaaaaaaaaaah Ooooooooooooh
Aaaaaaaaaaaah Ooooooooooooh

Che cosa abbiamo dato al Mondo
Guarda che cosa abbiamo dato
Cosa è successo alla pace
Che tu hai promesso a tuo figlio...
Cosa è successo ai campi fioriti
E' un momento?
Cosa è successo a tutti i sogni
Che tu dicevi erano miei e tuoi
Ti sei mai fermato ad osservare
Tutti i bambini che muoiono per la guerra
Ti sei mai fermato ad osservare
Questa Terra piangente, queste rive piangenti?

io sognavo
io guardavo oltre le stelle
Ora non so dove siano
Sebbene siamo andati anche oltre ad esse

Hey, cosa è successo al passato
(Cosa ci è successo)
Cosa succede ai mari
(Cosa ci è successo)
I cieli stanno cadendo
(Cosa ci è successo)
Non riesco neanche a respirare
(Cosa ci è successo)
Cosa succede a questa terra sanguinante
(Cosa ci è successo)
Non ci accorgiamo di ferirla
(Cosa ci è successo)
Cosa succede al valore della natura
(Ooooh, ooooh)
E' il grembo del nostro pianeta
(Cosa ci è successo)
Cosa succede agli animali
(Cosa gli è successo)
Abbiamo trasformato regni in polvere
(Cosa ci è successo)
Cosa succede algi elefanti
(Cosa ci è successo)
Abbiamo perso la loro fiducia
(Cosa ci è successo)
Cosa succede alle balene che piangono
(Che cosa ci è successo)
Stiamo devastando i mari
(Cosa ci è successo)
Cosa succede ai sentieri nelle foreste
(Ooooh, ooooh)
Bruciano malgrado le nostre dichiarazioni
(Cosa ci è successo)
Cosa succede alla Terra Santa
(Cosa ci è successo)
Cosa succede all'uomo comune
(Cosa ci è successo)
Cosa succede ai bambini che muoiono
(Cosa ci è successo)
Non li senti piangere
(Cosa ci è successo)
Dove stiamo sbagliando
(Ooooh, ooooh)
Qualcuno mi dica perchè
(Cosa ci è successo)
Cosa succede ai bambini
(Cosa gli è successo)
Cosa succede ai giorni
(Cosa ci è successo)
Cosa succede a tutta la loro gioia
(Cosa ci è successo)
Cosa succede all'uomo
(Cosa ci è successo)
Cosa succede all'uomo che piange
(Cosa ci è successo)
Cosa succede ad Abramo
(Cosa ci è successo)
Cosa succede di nuovo alla morte
(Ooooh, ooooh)
Maledicici

Finì l'esecuzione della sua Earth Song, si voltò verso di lei, in attesa di un suo commento. Ale rimase a fissarlo a bocca aperta, incredula di quanto potesse colpirla quella musica e sentì la forza delle immagini farsi largo nella sua mente sotto il peso delle sue parole.
- Ale che ne pensi?
- Cosa ne penso? no Michael...sei tu a dirmi come ci riesci? è pazzesca la forza di questa canzone!
- Credi che possa essere d'impatto?
- Oh credici...ho i brividi sulla pelle!! ma come fai?
- Non lo so...è arrivata e basta...su un giornale ho visto le immagini di un pozzo di petrolio in fiamme nel medio oriente, una colonna di fumo denso e scuro si alzava verso il cielo, ad imporsi tra l'uomo ed il sole, ad offuscarlo e a trasformare la luce in tenebre...mi sono sentito mancare il respiro...i pesci che annaspano in un mare di petrolio...la siccità che avanza ed i bambini che muoiono di fame e di sete tra le braccia inermi di madri sfinite della fatica e dal dolore. Come posso far finta di non aver visto? Ale!!! Come può il mondo ignorare tutto questo? come posso ignorare che il Mondo sta morendo? Sono uscito all'aria aperta, arrampicandomi sul mio albero...e tra le sue fronde ho sentito la Terra piangere, il suo lamento continuo è arrivato a me...non senti? anche in quest'istante la Terra piange...il Mondo ha la febbre ...bisogna fare qualcosa... l'umanità deve prendere coscienza ...l'indifferenza generale su tutto questo mi disturba molto... non bisogna nascondersi dietro alla giustificazione che singolarmente si è troppo piccoli per intervenire...che bisogna che siano i governi a farlo...il mare è fatto di tante piccole gocce...bisogna iniziare da noi stessi a cambiare. Io amo la natura e credo che l'uomo l'abbia sfruttata troppo e adesso sta morendo! Voglio che questo messaggio arrivi a più persone possibili nel mondo...per questo sento il bisogno di scrivere queste canzoni! Siamo ancora in tempo per fare qualcosa...ma fra poco il danno sarà irrimediabile!
Ale corse a stringersi a lui, la sua sensibilità era palpabile, sentiva la sofferenza della sua anima e il suo bisogno di fare qualcosa.
- Grazie Michael di aver condiviso questa meraviglia con me!!- La sua estrema sensibilità la lasciava esterrefatta, era capace di sentire ogni piccola vibrazione del pianeta e farla sua, era sempre più convinta che fosse una creatura divina, scesa sulla Terra a portarci un messaggio di pace e amore, tutto quello che veniva da lui era amore eppure il mondo non riusciva ad amarlo, riusciva a ricambiarlo soltanto facendogli del male, riducendolo ad un mostro continuamente additato, deriso, calunniato, sempre e solo costantemente a difendersi da tutto e da tutti.

Quella settimana lontana da lui passò lenta, nella fervente attesa di quel week-end che l'avrebbe vista svelata agli occhi della sua famiglia. Si sentiva in ansia sotto quel pensiero, di nuovo quel giro vorticoso di domande la tenevano sotto scacco. Temeva di non piacere ai suoi, anche se Michael cercava di rassicurarla che il loro giudizio poco avrebbe importato, tutta la sua vita era una costante lotta contro la sua famiglia e questo non avrebbe fatto la differenza. A Michael importava solo del giudizio di sua madre e sapeva che sarebbe stato positivo, qualunque donna avesse portato la serenità nella vita di suo figlio aveva il suo benestare. Ale non aveva di che preoccuparsi con lei. Desiderava essere accettata da loro, riavere una famiglia, qualcuno che la considerasse parte di un qualcosa. Ma quel venerdì il suo viso era pensieroso più che mai.
- Ehi piccola!! cos'è quel visino preoccupato? è solo la mia famiglia..non voglio ancora presentarti al mondo intero! dai...rilassati...vieni tra le mie braccia!
Ale si accoccolò accanto a lui, lasciando che le sue mani le accarezzassero i capelli, lente, con movimenti dolci e rilassanti. Cercò di distrarla parlando d'altro.
- Ho ricevuto il resoconto della carta di credito che ti ho dato... piccola mi hai lascito senza parole!!! non hai speso un centesimo!! perchè?
- Non lo so!! è che non me la sono sentita di spendere i tuoi soldi!
- Spero tu stia scherzando!!! sei mia moglie...desidero che tu ti senta libera di comprare ciò che vuoi...hai lasciato il tuo lavoro...in qualche modo dovrai comprarti qualcosa prima o poi!
- Ma per adesso non mi occorre niente!!
- mmmh!!! credo che chiederò a Janet di darti una mano nello shopping sfrenato!!! lei è un esperta in futili acquisti!
Louise arrivò ad interromperli.
- Mr. Jackson...la persona che stava aspettando è arrivata...l'attende nel salottino centrale!
- Oh...perfetto Louise...grazie!! - i suoi occhi si illuminarono d'un tratto, Ale rimase a fissarlo incuriosita.
- Sono già arrivati i tuoi ospiti?
- Si dai...vieni!!!
- Oh Dio!!! non credo di essere pronta!!
- Ma si che lo sei!! dai!! - le prese la mano tirandola verso la porta
- Ma chi è arrivato? posso saperlo?
- NO..è una sorpresa!!!
Ale si sentiva terribilmente incuriosita ed in ansia, si fermò davanti alla porta del salottino, guardò un attimo il viso sorridente di Michael, il mistero stava per essere svelato.
- Forza piccola...entra prima tu!
- Ma che gioco è questo Michael?
- Dai...poche domande!
Ale abbassò la maniglia della porta ed entrò nella stanza. Non riuscì a credere ai suoi occhi, quella persona che aveva davanti agli occhi era tutto ciò che le restava del suo passato. Chiara era li davanti a lei. Le urla delle due ragazze si udirono per tutta la casa, Michael rideva divertito da dietro la porta, le lasciò sole per un pò.
- Oh maremma...non ci credo!!! Ale!!! ma che mi combini?
- No tu che cavolo ci fai qui?- continuavano a stringersi per poi guardarsi di nuovo in viso incredule di essersi riviste.
- Cosa ci faccio qui? beh...se fossi rimasta in attesa di una tua chiamata stavo belle fresca...un giorno ho chiamato volevo avere tue notizie...visto che sei sparita...e qualcuno ha risposto al tuo cellulare...credimi...ero li li per svenire...cioè Michael Jackson..l'amore della mia vita che risponde al cellulare...abbiamo parlato un pò...beh si...credo di aver emesso qualche suono...e così lui mi ha detto che intendeva farti una sorpresa...ed eccomi qui!!! Intendiamoci...io sono venuta per lui...tu non mi hai più fatto sapere nulla...sei sparita..nemmeno un rigo in email!!!
- Hai ragione Chiara...faccio schifo!
- Puoi dirlo forte mia cara!!!
-Ma prova ad immaginare quanto è diventata caotica la mia vita...sto ancora cercando di farmene una ragione di essere sposata con lui!
- COSA??? scusa credo di non aver capito bene? SPOSATA?
- Ops!!! non lo sapevi ancora?
- Cioè tu avresti sposato il mio amore? Oddio devo sedermi!- Chiara si sedette sul divano con la mano sulla fronte. Ale la guardava ridendo, le sceneggiate di Chiara erano uniche -..cioè scusa....io ero rimasta a qualche innocuo bacetto e tu te lo sei sposato? e non hai avuto nemmeno la bontà di rendermi partecipe della tua prima notte di nozze? queste cose ad un amica non si fanno!! Allora? vuoi rimediare al danno? e dall'era Bad che fantastichiamo su di lui...sui suoi lati sexy!!! e adesso che tu hai le prove...non spifferi nulla? dai...dimmi com'è Michael? sono curiosa!!
- Chiara..sei sempre la solita!!- scoppiarono a ridere, abbracciandosi strette - mi sei mancata peste!!!
- Anche tu!!! sono così felice per te...anche se immagino non deve essere una passeggiata vivere accanto ad una star come lui!! come ci siete riusciti a tenere tutto all'oscuro?- finalmente i discorsi si fecero seri.
- Non lo so!! ma credo che la copertura prima o poi salterà!! non immagini quanto ho paura del suo mondo...avevi ragione sai? quando dicevi che i giornali dicevano un sacco di cavolate sul suo conto...lui è una persona speciale...un anima sensibile...
- Oddio...lo sapevo...tutte le preghiere fatte davanti ai suoi poster...ed hanno accontentato te!!! e a me le briciole!!- scoppiarono a ridere di nuovo- ma...vuoi farmelo conoscere si o no? avrò almeno il privilegio di svenire davanti a tuo marito?
- Oh scusa!! hai ragione!! ma dov'è finito?
Michael comparve nella stanza accompagnato dal suo meraviglioso sorriso, i suoi occhi erano luminosi dietro il sui riccioli ribelli, era felice di aver fatto quella sorpresa ad Ale, lei gli corse tra le braccia.
- Grazie amore mio...una sorpresa fantastica!!
- Sono felice per te...vedere i tuoi occhi così vivi...sono il regalo più bello!!!
- Vieni...ti presento la mia Chiara!!!
Michael fece un cenno con il capo porgendo timidamente la mano a Chiara.
- Oh maremma maiala!!! chiudilo sotto chiave stanotte ti prego!! ma quant'è ganzo!!!
- Chiaraaa!!!- Ale scoppiò a ridere rumorosamente, era un bel pò che non sentiva una verace espressione toscana, lasciando Michael stupito.
- Cosa dice Chiara? non capisco!!!
- Michael lascia perdere...diciamo che ha fatto un apprezzamento colorito su di te!!!
L'aria era divertente, Chiara non riusciva ancora a crederci di avere il suo idolo accanto a lei, gli fece un infinità di domande, curiosa di sapere cose che nessun altro fan poteva sapere, passarono una serata rilassante, tra risate e scherzi. Almeno per un pò la presenza di Chiara allontanò l'ansia per il giorno dopo dal cuore di Ale.

La mattina seguente Ale si alzò di buon ora. Non avrebbe resistito a letto un minuto in più. Passò le ore in bagno a cercare di rendersi presentabile, ma le sembrò che i suoi riccioli non avessero nessuna intenzione di essere domati. "Quel che si dice un diavolo per capello!". Alla fine ci rinunciò.
- Dai Ale stai benissimo...smettila di torturarti!!! e poi... ma li hai visti in faccia Tito e Jermaine? e daje!!!- Chiara come sempre sapeva strapparle una risata.
- Hai ragione...
- Direi di si...non ho speranze di accasarmi un Jackson five....il più ganzo te lo sei preso te...a me hai lasciato i mostri!!! che amica!!!- risero fino alle lacrime.
- Smettila...mi fai scolare il trucco!!! ma sei terribile!!!
- Pensi che abbia invitato qualche altro vip decente?
- Non so!! forse Mac!
- Ma chi?...il mostriciattolo pestifero di "Mamma ho perso l'aereo"? Uh!! andiamo bene!!! nessuna speranza di accasarmi allora!!! - Ale continuava a ridere, avere Chiara li era un tocca sana.
La voce eccitata di Michael li interruppe.
- Allora sei pronta? gli ospiti sono arrivati tutti, si sono sistemati negli appartamenti a loro riservati e fra qualche minuto saranno nel gazebo giù in giardino!
- Oddio sto andando nel panico!!! tu li hai già visti?
- No...voglio scendere con te al mio braccio! non preoccuparti stai benissimo!!! nulla di informale ...è un tranquillo barbeque a bordo piscina! dai...ci divertiremo!
Era giunto il momento. Ale scese le scale titubante, cosa le riservava da quel momento il futuro? avrebbe ricoperto ufficialmente il suo ruolo di moglie accanto a lui?

Tra quei visi sorridenti ad attenderli al fresco del gazebo scorse subito quello di Janet, trovò la somiglianza con Michael impressionante, i suoi occhi brillanti ed il suo sorriso la misero a proprio agio. Poi vide Liz, affascinante, come se il tempo non lasciasse segni sul suo regale portamento, una vera star. Il resto non riuscì ad inquadrarlo, Michael la strinse a se e sotto il suo sguardo intimidito nascosto dai riccioli, le labbra perennemente mordicchiate dall'imbarazzo si rivolse ai suoi ospiti.
- Vi ho invitati qui...per presentarvi Alessandra...che da un mese è... mia moglie!
I presenti rimasero sbalorditi,in particolare Travis, ai margini del party intento a svolgere il suo lavoro di security, non riusciva a crederlo possibile, si sentì furioso, quelle parole continuavano a risuonargli nella mente facendolo impazzire. Come era potuto accadere? George era loro complice ne era certo.
Gli invitati erano tutti increduli da quell'annuncio, Ale sentì gli occhi di tutti posarsi su di lei, si sentì terribilmente a disagio, avrebbe voluto sparire. Riuscì a scorgere lo sguardo perfido di Joe, impassibile nella sua maschera imperturbabile, il suo sguardo le diede un brivido lungo la schiena, quell'uomo non riusciva a farselo piacere e quell'espressione le incuteva timore. Fu distolta da quei pensieri dalle braccia di Kathrine che arrivò a stringerla forte a se. Sentì le sue labbra posarsi sulle sue guance, dolce come solo il bacio di una madre sa essere, poi un timido "grazie" sussurrato alle sue orecchie.
- Hai reso felice il mio Michael...
- No signora...è lui che ha reso felice me...sono io che la ringrazio per aver cresciuto una così bella persona!
Tutti si strinsero intorno a lei, per conoscerla, scambiare quattro chiacchiere, Janet si rivelò la più entusiasta, si offrì di aiutarla con lo shopping e la invitò ad uscire insieme qualche volta. Ale era frastornata, di tanto in tanto cercava Michael con lo sguardo, per sentirsi rassicurata da lui, la guardava con aria amorevole e divertito, con le dita sulle labbra a coprirne il sorriso.
- Michael tesoro...gran bella ragazza!!
- Oh Liz grazie....io la adoro!!!
- E lei adora te..si vede da come ti cerca con lo sguardo quando ti allontani!!! sono felice per te Michael...adesso è giunto il momento di essere felice!
- Lo spero cara Liz...anche se delle volte ho paura che il nostro mondo le faccia del male!!!
- Ma io ci sarò sempre ad aiutarti!!! non dimenticarlo mai tesoro!!- gli diede un affettuoso bacio sulla guancia.
D'un tratto Joe e l'avvocato si avvicinarono a Michael.
- Frank? ma che ci fai qui!
- Vieni nello studio dobbiamo parlarti?- la voce di Joe uscì secca e rude
- Ma...è una festa Joe...non mi va di parlare d'affari!
- Ed invece ci seguirai...idiota!- lo afferrò con forza per un braccio trascinandolo verso casa.
Ale vide la scena da lontano, si congedò gentilmente degli ospiti e si affrettò a seguirli senza essere visti. La porta dello studio di Michael era chiusa ma le urla di Joe si udivano chiaramente.
- Sei uno stupido idiota!!! l'hai sposata senza un contratto che tuteli il tuo patrimonio...e devo sempre essere io a rimediare alle tue idiozie!!! Ma dove l'hai raccattata questa? eh?
- Non parlare così di mia moglie!!!- Michael cercò di farsi rispettare, ma dal tono della sua voce Ale capì che era sempre intimorito dall'aggressività di suo padre.
- Tua moglie...idiota...se ti chiede il divorzio sei rovinato!!! ti rendi conto che se ti porta in tribunale qui ti giochi tutto? Non ci posso credere che in tutti questi anni in questo mondo non hai capito che ti usano solo per i tuoi soldi?
Michael ascoltava a testa bassa, quelle parole lo feriva mortalmente, come ogni volta, per tutti non era che un manipolo di assegni in bianco, tutta la sua vita e le sue emozioni erano quantificate in dollari. Si sentì vuoto e solo.
- Devi ringraziare di avere un padre come me che mette una pezza ai tuoi errori stupidi!! Frank dagli il contratto!
L'avvocato posò sulla scrivania un contratto che Michael non degnò neanche di guardare.
- Vedi di farle firmare quest'affare il prima possibile, almeno limiteremo i danni...credo che la cifra stabilita le possa bastare... spero non sia così avida da lasciarti sul lastrico!!! Ha fatto i conti senza di me la signorina!!! cosa credeva?
Le parole di Joe furono dolorose per Ale, il suo amore rilegato in uno squallido contratto, in una squallida cifra? Non riusciva a crederci che nel mondo di Michael tutto avesse un prezzo. Corse via da quella porta, sentì l'aria mancarle, uscì fuori a respirare e si fermò solo quando fu in riva al laghetto. Lasciò andare le lacrime certa che nessuno la vedesse.
- Che succede cara?
La voce di Liz la fece sussultare, si voltò a guardarla negli occhi, quegli occhi così famosi di un colore indefinibile. Non osò risponderle, ma lei da donna vissuta e saggia non lasciò correre.
- Ho visto Joe portarsi via Michael...cos'è successo? a me puoi dirlo!
- Stanno discutendo su di un contratto che Michael non mi ha fatto firmare prima di sposarmi, Joe insiste che io voglia soltanto sottrargli il suo patrimonio...oh! è orribile...io non voglio i soldi di Michael...io...non quantifico l'amore in dollari! non riesco a credere che un padre possa essere così avido e crudele con la felicità di un figlio!
- Oh cara!! quanto hai ancora da imparare sul mondo di Michael!!! lui è costantemente circondato da squali e lui è un tenero animale ferito, con il suo sangue ne attira continuamente e la fuori è pieno di squali...quel caprone di Joe, per quanto ti possa sembrare crudele, è uno squalo piccolo, intorno a Michael girano personaggi ancor più avidi e pericolosi!! Non voglio spaventarti tesoro...ma...il tuo compito è guarire Michael, far si che non attiri più nessuno squalo pronto a farne brandelli. Devi essere forte e leggo nei tuoi occhi che ci riuscirai!!! non farti intimidire da Joe e dalla sua voce grossa... firma quel maledetto contratto e sbattiglielo in faccia e continua a vivere l'amore per Michael come avete sempre fatto...dimostragli che non è dei soldi che sei interessata!!! - L'enfasi e la grinta di Liz, riuscirono ad infonderle coraggio, si asciugò gli occhi e tornò in casa.
Nello studio trovò solo Michael, con il viso sprofondato tra le mani, il contratto era li sul tavolo.
- Ale...
- Michael ho sentito tutto...
- MI dispiace io....
- Non importa...non giustificarti...dammi una penna!!
- No...non devi farlo!!!
- Invece voglio...- si avvicinò a lui a stringerlo in un abbraccio -... gli dimostrerò che non voglio i tuoi soldi posso rinunciarci subito...perchè io ho qualcosa che vale ancora di più...ma lui non lo sa...io ho questo...- gli posò la mano sul cuore a sentirne i battiti- ...io ho il tuo cuore...e nessun contratto potrà portarmelo via!
Firmò quel contratto senza leggerne la cifra stabilita, non le importava nulla. Uscì di corsa dalla stanza alla ricerca di Joe. Michael cercò di fermarla ma non ci fu nulla da fare.
Si trovò quegli occhi piccoli e avidi fissi nei suoi, non riusciva a crederci che un animo dolce come quello di Michael fosse figlio suo. Gli premette il contratto sul petto, in attesa che lui lo afferrasse.
- Ecco..prenda...è soddisfatto adesso?
Joe sorrise, un ghigno vittorioso, di chi la sa lunga.
- Credevi di farmela franca?
- Quando la smetterà di essere il manager di suo figlio ed essere semplicemente suo padre?- gli voltò le spalle lasciandolo li solo con il suo contratto, crudo, freddo e avido come la sua anima.

...continua

It's all for love L.O.V.E
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14/09/2014 11:05

CAPITOLO 31

"L'amore non ha prezzo..."
Ale continuava a ripeterselo mentre si allontanava da Joe, sentendosi addosso il peso del suo sguardo, anche se non sapeva ancora quanto l'avrebbe pagato caro quell'affronto. Si era appena affacciata in quel mondo e già la lotta per la sopravvivenza era iniziata. Si sentì forte e combattiva, David contro Golia, la piccola sprovveduta contro lo scaltro ed avido manager. L'aveva affrontato, guardandolo negli occhi con disprezzo, con odio, nauseata per tutto quello che un padre senza cuore aveva inflitto al figlio, facendolo crescere martoriato dalle sue insicurezze, dalla timidezza, prigioniero di un insaziabile bisogno d'amore, prigioniero della sua solitudine ed incatenato ad un infanzia che non aveva mai avuto. Sentiva il cuore batterle alle tempie, era agitata ma non l'aveva dato a vedere, aveva sfidato i suoi occhi crudeli con orgoglio, ma si sentì mancare quando scorse la figura di Michael davanti a lei, lasciò che le sue forti braccia la sorreggessero abbandonandosi a lui.
- Ale...amore...tutto bene?
- Baciami per favore!!! - riuscì a dirle quasi senza forze, come se quel breve scontro faccia a faccia con lui le avesse prosciugato le energie. Solo quando avvertì le dolci labbra di Michael posarsi sulle sue, si sentì rigenerata, era per quello che lottava, per lui, per il loro amore, era solo per voler di nuovo vedere splendere il sorriso sul suo volto. Sotto l'intensità di quel bacio senza prezzo, Ale ebbe la certezza che avrebbe lottato contro tutti e con tutte le sue forze per lui, per essere liberi di amarsi, per togliere la paura e la solitudine dal suo cuore, per renderlo un uomo finalmente libero di essere felice.
"Goditelo ancora per poco piccola sgualdrina intrigante!!! Nessuno mi pesta i piedi e la fa franca, nessuno può sfidarmi ed umiliarmi come ha fatto lei. Viene a farmi la morale...ma chi si crede di essere??? Farò in modo di fartela pagare molto cara...bellezza..ti toglierò dalle braccia di quello sprovveduto di mio figlio...stanne certa!!"
Joe distolse lo sguardo da loro, avviandosi verso le auto parcheggiate, non era sua intenzione trattenersi ancora, aveva deciso di rientrare a Los Angeles, il suo compito li era andato a buon fine. Si trovò di fronte Travis.
- Mr. Jackson...non trovo giusto il mondo in cui è stato trattato...vorrei farle sapere che...sono a sua completa disposizione!- Travis non ebbe bisogno di aggiungere altro, i loro occhi, con quel luccichio perfido, bastava per farli intendere. Sul volto di Joe comparve di nuovo quel ghigno soddisfatto.
- Grazie Travis...occupatene tu...hai carta bianca...fa di lei ciò che vuoi...ma allontanala da Michael!!! - continuò il suo cammino verso la sua auto.
Travis spostò il suo sguardo su di Ale, stretta tra le braccia di Michael, il suo perfido sorriso si delineò chiaro sulle sue labbra, la sua mente pensava già a come l'avrebbe separata da lui.

- Ehi testa di mela!!!
Quella frase interruppe le loro effusioni, Mac era li a fissarli con la sua solita aria vispa.
- Mac...c'è l'hai fatta a venire!!- Michael era felice di rivedere il suo grande amico.
- E tu ce l'hai fatta a sposarla!!! me l'hai rubata per un soffio...al tuo concerto ero quasi riuscito a soffiartela!!- i due sorrisero, abbracciandosi forte - Ciao Ale!! è bello rivederti...sei uno splendore!
- Grazie Mac...sei sempre simpaticissimo!!
- Allora testa di mela?? più tardi ci sei per una battaglia?
-Oh si...puoi giurarci!!!!
- A ma a cosa vi riferite?
-mmmmh!!! Mike mi stupisco di te? lei non sa ancora dei supersoaker?
- Non ancora....ma oggi lo scoprirà!!
- Ehi voi due...cosa tramate?
- Tutto a suo tempo piccola!!! - Michael rise divertito, Ale era di nuovo incantata dal suo sorriso, scacciò via dalla mente Joe e quel maledetto contratto, ora voleva solo godersi Michael e la festa.
- Tutto ok piccola?
- Si...se lo è per te!!!
-Non voglio più pensare a niente se non a viverti!!!
- Perfetto..torniamo alla nostra festa ed iniziamo a viverci!

Tornarono sorridenti tra gli invitati, ma Chiara apparve alquanto turbata agli occhi di Ale.
- Che ti prende Chiara?
- Ale...non so...ho una strana sensazione...
- Che intendi?
- Sai che noi fans di Michael non guardiamo di buon occhio quel mostro di Joe...e credimi...mai in vita mia avrei voluto trovarmi faccia a faccia con lui, non so cosa sia successo prima...ho visto un pò di movimento tra lui e Michael ...ma quella stretta di mano con Travis non mi ha convinto molto!! a me quel bischero di Travis non piace...c'è qualcosa nei suoi occhi che non mi ispira fiducia...e intendersi con Joe a quel modo me lo fa pensare ancora di più!!! Ale ti prego...allontanalo...chiedi a Michael di licenziarlo!
- Ma Chiara!!! come posso far licenziare un uomo solo perchè ha stretto la mano a Joe?
- Ale...ascoltami...i loro sguardi erano...Brrrr!!! se ci ripenso mi da i brividi!!! fidati una volta del mio istinto!!!
- Chiara tesoro...secondo me vedi troppi film...o è il fuso orario che comincia a farti dare i numeri...rilassati e goditi la festa!!
- OK!!! ma promettimi che non ti fiderai troppo di quello li!!! prometti!!!
- OK OK...ma adesso smettila!!!
- Va bene io la smetto...ma tu toglimi Randy di torno!!! E' peggio di un moscone!!!
- Di che ti lamenti? sarebbe bello diventare cognate!!
- Ah ah che ridere...solo se facciamo a scambio!! - scoppiarono a ridere, il feeling di due vecchie amiche complici di tutto era rimasto immutato - Ehi Ale??? ma quante arie si da La Toya... non te la invidio come cognata quella!!!
- Ma non ti sta bene nessuno a te?? - sorrise Ale.
- Quella no di certo...ma Janet l'è ganza!!!
Furono interrotti dall'arrivo di Randy.
- Ale scusa posso rubartela un attimo?
Chiara guardò Ale con aria supplichevole di salvezza.
- Certo Randy fa pure...è tutta tua!!! - si sentì perfida, ma la cosa la divertì, mentre Chiara si allontanava con Randy continuandole a mandare occhiatacce. Ale cercò con lo sguardo dove fosse Michael e lo vide passeggiare poco più in la con sua madre. Rimase a guardarli rapita dalla loro tenerezza, Katherine si avvicinò a lui a togliergli qualcosa sulla camicia, sistemandogli poi il colletto, lo accudiva ancora come quando era bambino, gesti semplici e dolci, gesti di una madre che Ale avrebbe voluto provare ancora, attenzioni della quale era stata privata troppo in fretta. Pensò a quanto avrebbe voluto avere sua madre li in quel momento, sotto la quiete delle querce di Neverland, sentirla ridere, sentire le sue mani a sistemarle i capelli, sentirsi ancora piccola e coccolata da lei, guardare nel profondo dei suoi occhi e trovarne la complicità, quella unica e sottile, come un cordone ombelicale mai reciso e che accompagna una madre ed un figlio per sempre. Lo stesso che trovava negli occhi di Michael e Katherine in quel momento. I suoi occhi si inumidirono di lacrime sotto quella dolce malinconia. Sentì lo sguardo di Michael posarsi su di lei, un piccolo cenno della testa, un timido sorriso sulle sue labbra, la invitava a raggiungerli. Ale esitò, le sembrava di entrare a rovinare quel quadro perfetto, quell'armonia tra loro, ma poi sentì che il suo gesto arrivava a completarla, lui era sempre li pronto ad offrirle la sua parte mancante. L'amore completa, l'amore ...un perfetto equilibrio tra dare e ricevere. Si avvicinò a loro timidamente, come ad entrare tra loro in punta di piedi. Michael la strinse a se, mentre Katherine la guardava con occhi amorevoli.
- Tesoro, ti si è allentato il laccio del corsetto, lascia che ti aiuti a riallacciarlo!! - Katherine si avvicinò a lei con la stessa dolcezza con la quale accudiva suo figlio, un gesto d'amore di madre che ad Ale fecero scendere le lacrime dagli occhi, d'istinto si abbracciò a lei, nei suoi occhi e nei suoi gesti rivedeva sua madre. Trovava Katherine di una dolcezza infinita, aveva capito da chi avesse preso Michael. Sentì le mani di lei accarezzarle la schiena, le sue labbra baciarle la guancia.
- Lo so tesoro...non è facile crescere da soli!!
Come aveva fatto a capirla non sapeva spiegarselo, ma Ale fu felice di sentire le sue parole, poteva lasciarsi andare, non nascondere il suo dolore per non avere una famiglia, sentiva che Katherine la trattava come fosse una figlia, per la prima volta in vita sua si sentì di nuovo parte di qualcosa di speciale.
- Rendi felice mio figlio ti prego....non lasciare che il suo mondo lo schiacci!!! - le sussurrò in un orecchio, c'era così tanto amore in lei che Ale ne era affascinata e a stentò riuscì a risponderle.
- Farò di tutto per vedere sempre il sorriso sulle sue labbra...promesso!
Ale tornò a stringersi a Michael, mentre Katherine si allontanò piano tornando dal resto degli invitati.
- Tua madre è...favolosa Michael!!
- Lo so...ne ero certo che l'avresti adorata!! sono felice Ale...nonostante mio padre...io..sono felice di vederti entrare nella mia vita!
- Sul serio?
- Adoro vedere mia madre come ti guarda, si vede che le piaci e che è contenta! Janet ti adora di già e Liz ti trova in gamba!!! Le persone che più contano per me sono loro...quello che pensano gli altri importa poco!!!
- Ti amo Michael!!!
- Anch'io piccola!!!
Le loro labbra si unirono delicatamente, le loro lingue si cercarono frenetiche e desiderose di un contatto passionale, le mani di Michael risalirono rapide lungo la sua schiena fino a scivolare sotto i suoi riccioli e finire a sfiorare il suo collo.
Intanto Travis la teneva d'occhio, osservando nauseato i loro gesti, le loro effusioni, cercando di convincersi che fossero finti, non riusciva ancora a crederci che lei si fosse sposata con lui, continuava ad essere convinto che lui la usasse, era una pedina che gli sarebbe tornata utile nel caso in cui la stampa l'avesse accusato di nuovo di qualche stranezza, era certo che a quel punto lui si sarebbe giocato la carta Ale, per dimostrare che fosse un uomo normale come tutti. Continuava a rimuginare su quando si fossero sposati, pensò per un attimo fosse accaduto a Memphis, ma poi lo escluse, nulla in quel viaggio gli aveva potuto far pensare una cosa simile, dopo un lungo riflettere dedusse che doveva essere accaduto in quel giorno misterioso in cui Michael e George si erano allontanati senza security. Non riusciva a capacitarsi all'idea di quel pomeriggio con lei in giro per Neverland a fare foto, erano stati così bene e lei era già sposata con lui, questa cosa gli faceva ribollire il sangue nelle vene dalla rabbia.

Mac arrivò di nuovo ad interromperli.
- Ehi testa di mela..prendi qua!! - gli lanciò al volo una pistola ad acqua - ...è ora di spegnere i bollori!!! - Cercò di spruzzargli dell'acqua addosso, ma Michael scostandosi rapidamente da Ale riuscì ad evitare il getto d'acqua!
- UUUUUUUHHHHH!!! Mac!!! sono anni che ci provi...ma non riuscirai a prendermi...rimarrò il campione imbattuto di supersoaker!!!!
- Ah si!!! posso provarci anch'io?
- Oh la mia piccola pensa di battermi alla sua prima sfida a supersoaker??!!! che la battaglia abbia inizioooo!!!
Rapidamente si formarono le squadre, Mac-Michael-Randy contro Ale-Chiara-Janet. Naturalmente il bersaglio preferito delle tre ragazze rimaneva Michael, abile a schivare gli schizzi d'acqua da uscire indenne in tutte le sue battaglie. Era affascinante guardarlo, ci si poteva vedere tutta la sua abilità di ballerino nei suoi movimenti rapidi e leggeri nell'evitare i colpi, delle volte Ale restava incantata a guardare il suo sorriso, le sue mosse agili come una pantera, i suoi capelli fluttuare nell'aria ad ogni suo salto o piroetta, la sua eleganza nei movimenti era innata, emergeva in ogni sua attività, un piacere per gli occhi.
- Aleeee...maremma maiala!!! ma ti sembra il momento di sognare ad occhi aperti? questi ci fanno fuori...muovi le chiappe ed usa quella pistola!!!!- le urlò Chiara con la sua solita eleganza, ma che sapeva sortire i suoi effetti. Ale tornò con i piedi per terra, si mosse alla rincorsa di Michael, teneva la pistola ben salda tra le mani mentre cercava di prendere la mira. Era impossibile prenderlo, aveva sfidato un osso troppo duro, quando pareva di averlo sotto tiro in un attimo cambiava traiettoria, sotto le sue risate divertite.
- Non ci riesci piccola arrenditi!!!
- Non ci penso nemmeno!!! avrai un punto debole...ed io lo scoprirò!
Continuava a corrergli dietro, si divertiva un mondo in quella battaglia, libera, senza pensieri. Chiara fu eliminata da Mac, mentre Janet eliminò Randy, Michael fece fuori Janet, mentre Ale continuava a schivare Mac e a pressare Michael.
- Dai Aleeeee non mollare!!! fagli vedere a questi due Yankeee lo spirito di noi toscanacci!!! WOOOW!!! vai vaii che ci sei quasi!!!- Chiara continuava ad incitarla, bagnata fradicia.
Non riusciva a raggiungerlo, Michael era troppo abile in quel gioco, Ale doveva inventarsi qualcosa, ormai con Mac alle costole poteva fare ben poco. Si tuffò su di Michael, fingendo di inciampare.
- Ohi...che male!!
- Ale amore...tutto ok??? fa vedere!!!- Michael con aria preoccupata si chinò accanto a lei. Ale si sentì un verme per quello che stava per fare, ma doveva farlo, per il buon nome dell'orgoglio toscano. Con un gesto rapido impugnò la pistola accanto a lei e schizzò dell'acqua in faccia a Michael. L'aveva preso, l'imbattibilità di Michael era finita.
- Nooooo!!! ma così non vale, hai barato...piccola imbrogliona!!!- Michael con il viso gocciolante la stese a terra mettendosi a cavalcioni su di lei, che ridendo cercava di divincolarsi.
- Per battere il migliore bisognava giocare d'astuzia!! - sorrise con aria decisamente furba Ale.
- Ammettilo Michael, ti ha fregato!! - aggiunse Mac, cercando di convincerlo a rassegnarsi.
- Ah si? non credo che la piccola sappia che cosa le spetti ora- Michael la tirò su, caricandola sulla sua spalla, mentre lei continuava a scalciare urlando.
- Mettimi giù!!! hai perso...rassegnati!!! - nonostante le sue suppliche Michael continuava la sua marcia fino al bordo piscina, si liberò del suo peso lanciandola nelle sue acque immobili. Michael rimase fermo sul bordo, con le mani sui fianchi, sorridente e soddisfatto della sua vendetta.
- Ben fatto amico!! - gli disse Mac, mentre si accingeva con disinvoltura a dargli una pacca sulla schiena e a spingerlo in piscina.
- Ben ti sta Michael!!! - urlò soddisfatta Ale, con un paio di bracciate si avvicinò a lui, ridendo. Si strinse a lui nell'acqua, perdendo il suo sguardo nei suoi occhi, sul suo viso coperto da riluccicanti goccioline d'acqua, sentì le sue labbra bagnate cercare le sue, sentirne la pressione crescente, il dolce sapore della sua bocca invadere la sua. Ale aveva vinto la battaglia, ora lei era vera, non più un fantasma all'ombra di Michael, ma una presenza concreta e reale anche se agli occhi di pochi, ma quello era il primo passo prima di uscire allo scoperto. Gli invitati si affollarono al bordo piscina, urlando ed applaudendo al loro amore. Janet era felice di vedere suo fratello più rilassato, i suoi occhi brillavano mentre il sorriso si impossessava delle sue labbra, ebbe la sensazione di vedere finalmente un Happy End nella favolosa e travagliata vita di Michael. Con aria sognante Janet non si accorse del pestifero Mac alle sue spalle, una breve spinta ed anche lei finì nelle acque della piscina, tra urla e risate. Chiara non potè lasciarsi sfuggire un occasione simile, con non curanza, fingendo di urtarla, fece finire quella smorfiosa di La Toya in acqua.
"Tiè strega...in nome di tutti in fans di Michael!! Dio che goduria vederle rovinare la sua meravigliosa acconciatura!! eheheh" - rise tra se, ma Mac era li pronto a spingerla in acqua. Nel giro di poco si ritrovarono tutti in piscina, fatta eccezione di Liz e di Katherine, che se la ridevano divertite a bordo piscina.

Era stato un party divertente, Ale era felice di come erano andate le cose, sentiva che Katherine e Janet erano dalla sua parte, sentiva di essere stata accolta anche da Liz e Randy, anche il resto dei fratelli non erano stati ostili con lei, poteva ritenersi più che soddisfatta. Si apprestava finalmente a mettersi al letto sfinita, accanto a Michael, quando il viso di Joe riapparve nella sua mente, lasciando che turbasse l'espressione del suo volto. Quell'uomo non le dava fiducia, sentiva a pelle di non potersi fidare, una strana sensazione si impadronì di lei. Cosa avrebbe potuto farle? Si chiese. Era sul serio così pericoloso per lei? Doveva guardarsi le spalle? Doveva parlare con Michael dei suoi timori?
- Piccola l'espressione del tuo viso non mi piace, che succede?
- Oh...beh...niente Michael...credimi sono sfinita! saranno state le emozioni accumulate in questa giornata, la tensione per l'attesa di questo party...la battaglia dei supersoaker...- sorrise leggermente cercando di non mostrargli i suoi turbamenti.- ...ma credimi...mi sento molto stanca...stanca ma felice di come sono andate le cose!!
- Vieni qui!! - Michael aprì le braccia ad accoglierla - ..ora rilassati e lasciati andare nel mondo dei sogni...temo tu abbia tanta di quell'adrenalina in corso stasera che non riuscirai a dormire!!! Ma sono felice di sapere che ti sei divertita!
- Si molto!!! anche se questa...è la parte della giornata che preferisco!!- si strinse con il viso al suo petto, a respirane il profumo, a cercare la quiete per quell'anima che sentiva agitarsi di nuovo sotto il pensiero di Joe. Michael dal canto suo, non aggiunse altro su quell'argomento, suo padre era stato un avido calcolatore come sempre, ma non voleva riaprire quel discorso con lei, non voleva turbarla, anche se la sua mente continuava a tornarci su, sentendosi ferito e umiliato continuamente da quelle parole. Chiuse gli occhi, affondando il viso tra i suoi capelli morbidi e profumati cercando di scacciare i pensieri, senza ricorrere ai farmaci, sentiva il desiderio di prenderli e farla finita con i tormenti in un attimo, ma lei era li e non poteva darle anche questo dolore. Passò la notte insonne, a fissare il soffitto buio, come i suoi pensieri, a girarsi e rigirarsi tra quelle lenzuola che divenivano una trappola invece di accogliere il suo sonno. Ale dormiva profondamente accanto a lui, cercando di non svegliarla si alzò piano, diretto in bagno. Non poteva andare avanti a torturarsi per tutta la notte, prese dei sonniferi, una dose leggera, tanto da non lasciarlo intontito il giorno dopo, nessuno se ne sarebbe accorto, sperando che quella piccola dose potesse bastare per farlo dormire.

La notte inquieta era passata, il giorno aveva dissipato le ansie e le angosce notturne dal cuore di Michael, che appariva in forma agli occhi di tutti, ma non a quelli esperti di Liz.
- Michael tesoro devo parlarti!
- Si Liz..c'è qualcosa che non va?
- I tuoi occhi!- Michael si sentì scoperto, cercò di sorridere.
- Cos'hanno di strano i miei occhi?
- Michael sai benissimo cos'hanno di strano? cos'hai preso? sai che io ero come te..li riconosco gli effetti, so come leggere i tuoi occhi...perchè erano così anche i miei! Prendi ancora quella roba?
Ci fu un attimo di silenzio tra loro, Liz continuava a scrutare i suoi occhi, mentre Michael cercava di renderli impenetrabili, nascondendoli dietro i suoi riccioli.
- Ti sbagli questa volta Liz! non prendo niente, sono felice, c'è Ale con me e la mia carriera va alla grande, il tour è stato un successo e sto già componendo nuove canzoni! La mia vita va a gonfie vele come non mai...perchè dovrei prenderle?
- E' una domanda che faccio a te! perchè dovresti prenderle ora?
- Grazie Liz per preoccuparti per me...ma...questa volta hai preso un granchio...non mi faccio di quella roba! - il solito giro di bugie per coprire il fatto di non essere forte abbastanza da poter uscire dal vuoto della sua anima e smettere con quella dipendenza. Si avvicinò a lei per un bacio che metteva la parola fine a quel discorso. Liz sapeva che stava mentendo, se lo vide scappare via ad evitare ulteriormente i suoi occhi accusatori. Rimase preoccupata e pensierosa, poi vide Ale uscire in giardino e si avvicinò a lei.
- Buongiorno cara...dormito bene?
- Oh si la ringrazio signora Taylor!
- Chiamami Liz ti prego! è stato un bel party non trovi? io starei qui a Neverland se potessi, il pensiero che fra qualche ora tornerò a Los Angeles mi opprime!
- Perchè non resti? Michael se ne sta qui tutto solo...gli farebbe bene avere compagnia per qualche giorno!
- E' di questo che volevo parlarti cara!! So che segui delle lezioni a Los Angeles, fossi in te non lascerei Michael qui da solo e soprattutto mi chiederei se fosse giusto continuare con quegli studi! Sarebbe un lavoro che ti porterebbe inevitabilmente a stare lontana da lui, anche per periodi lunghi. Michael ama spostarsi continuamente, ora lo vedi fermo qui a Neverland perchè ha appena finito un Tour...ma lui ama viaggiare e quando riprenderà a farlo...tu come farai con le tue lezioni? con il tuo lavoro in futuro? Pensaci cara...sei la moglie di una grande star...il tuo posto è seguirlo ovunque vada!
Le parole di Liz la turbarono, aveva ragione, ma questo significava annullarsi per amore un altra volta, rinunciare ad essere una persona indipendente, realizzata, ancora una volta era lei a dover decidere, a dover cedere.
- Hai ragione Liz ma....io non voglio vivere alle sue spalle, io sono una persona ...non posso annullarmi ogni volta nella vita...io voglio realizzarmi in qualcosa...
- Legittimo desiderio Ale ma...realizzarsi può anche essere stare accanto alla persona che si ama? non credi?
- Si..ma può non bastare delle volte! lui ha i suoi momenti creativi...dove io non esisto! ho bisogno ci sia altro nella mia vita, per non sentirmi inutile!
- Scusa se insisto...sei pronta a restare mesi lontana da lui? te la sei mai posta questa domanda?
Ale esitò nel darle una risposta, ma il suo silenzio parlava più delle parole, delle volte sentiva insopportabile anche quei pochi giorni lontani, era ovvio che stare mesi separata da lui non le avrebbero fatto piacere.
- Ale, ascolta qualcuno con un pò di esperienza, Michael è una persona fragile e decisa al tempo stesso, ha bisogno di te, si vede che riesce ad avere un equilibrio da quando ci sei nella sua vita, non dovresti lasciarlo solo, con la tua presenza costante accanto a lui riuscirai a mettere ordine nella sua vita!! Credimi...questo dovrebbe farti sentire realizzata...essere il suo punto di riferimento! Sei sposata con un uomo meraviglioso...io starei con lui ogni secondo della mia vita! Pensaci! - Liz non aggiunse altro, certa che le sue parole avessero centrato il cuore di Ale. Lei rimase pensierosa.
"Liz ha ragione! se lo lasci andare per mesi potresti perderlo per sempre...ma se non mi bastasse essere la moglie di Michael Jackson? non voglio finire ad essere una moglie annoiata e frustrata, che annega nell'alcool le sue delusioni! So che voglio essere fiera di me e non lo sarei sapendomi una parassita nulla facente alle spalle di lui. Ma Liz ha comunque ragione...con il corso ancora per due anni non ce la farei a stare con lui solo nei week-end e nelle vacanze! Sono sempre ferma ad un bivio...la vita mi riporta sempre qui...ferma con due strade davanti. Scelgo il corso ed il mio lavoro futuro e perdo Michael? Scelgo Michael e perdo me stessa? a quale delle due rinunce saprò sopravvivere?"

Tornare a Los Angeles quel lunedì le pesava come un macigno sul cuore, nonostante la presenza di Chiara, Ale si sentiva schiacciata dall'ansia di quella separazione, mai come in quell'istante separarsi dalle sue labbra le spezzava il cuore.
- Vieni a Los Angeles con me Michael!- gli disse lasciando andare le lacrime.
- Ehi amore!! che succede? perchè questi occhioni tristi oggi? sono solo pochi giorni e sarai di nuovo qui!- le rispose togliendole le lacrime dagli occhi con i pollici.
- Non lo so Michael...ma..desidero che tu venga con me...non voglio stare senza te!
- Piccola lo sai che ci danno la caccia!! i reporter mi cercano ovunque...voglio temporeggiare ancora...lasciarti vivere liberamente ancora...un giorno capirai il dono prezioso della libertà che sto cercando di regalarti, di proteggerlo per te!
- Lo so amore che lo fai per me...ma...credimi...sento un vuoto qui...in mezzo al petto oggi che mi separo da te!- gli prese la mano e la poggiò sul suo cuore.
- Stai tranquilla...andrà tutto bene come sempre! e venerdì pomeriggio sarai ancora una volta tra le mie braccia!! - Ale continuava a piangere, stringendosi a lui, non riusciva a spiegarsi quell'angoscia che le attanagliava il petto, non riusciva a separarsi da lui.
- Michael...vieni con me! ti supplico!
- Ale tesoro..ho ancora delle cose da finire con le mie nuove canzoni!! avrò modo di lavorare tranquillamente qui a Neverland e tu a Los Angeles avrai Chiara con te...i giorni voleranno!- Michael cercava di consolarla, ma gli spezzava il cuore vederla così turbata dalla loro separazione - sarò qui ad aspettarti...non cambierà niente in 5 giorni!- le posò di nuovo le labbra sulle sue, come a volerle trasmettere il suo amore con il contatto vellutato della sua bocca.
- Ti amo piccola...stai tranquilla! - Ale si strinse al suo collo, poggiando le labbra sulla sua pelle, a sentirne il tepore entrare in lei, sentirne il profumo inebriante a riempirle l'anima. Trattenne quel momento nel cuore e nell'anima, mentre il suo corpo si allontanava piano da lui, a perderne il contatto, a cercare fino all'ultimo di rimanere legati con lo sguardo, fino ad essere troppo lontani per distinguere i lineamenti, fino a sparire all'orizzonte.

- Ale io non ti capisco!! perchè ti devi ridurre ad uno straccio per seguire un corso per fare un lavoro che nemmeno ti serve!! ma l'hai capito che sei sposata con un miliardario? No perchè mi sembra che la cosa ti sfugga un attimino!- Chiara aveva iniziato a blaterare come suo solito, ma almeno la teneva occupata a non pensare a quel senso di abbandono che il suo cuore provava.
- Me lo ha detto anche Liz!!
- Oh allora...se lo ha detto Liz è a posto!!! io non conto più! - Ale sorrise, Chiara si sentiva gelosa che fosse Liz a dispensare consigli alla sua amica. - Cos'era quello un sorriso? almeno questo la Liz non lo sa fare!! - risero di gusto, Ale si sentiva alleggerita dalla presenza di Chiara.
- Smettila!! fai pure la gelosa adesso!!! Ieri mattina lei mi ha fatto un discorso simile, dicendomi che non potrei mai far conciliare le due cose, Michael viaggia molto ed io starei lontana da lui per mesi!
- Ma porca miseria Alee!!! molla sto schifo di corso!!! Ora staresti con lui a Neverland invece che ad affliggerti qui!!
- Non capisci Chiara!!! io non voglio vivere all'ombra di Michael Jackson... come vivevo all'ombra di Roberto! Non voglio sentirmi spegnere dentro...voglio realizzarmi, sentirmi viva, libera! Cosa sarebbe di me se un giorno lui decidesse di lasciarmi?
- Ok!! hai ragione, non ti arrabbiare! Temi questo? che ti lasci?
- Tu cosa credi? non è facile sapere che è desiderato da una bella fetta dell'intera popolazione femminile mondiale. Ci sono centinaia di lettere che arrivano ogni giorno, alcune addirittura arrivano a spedirgli la loro biancheria intima, durante gli show è sempre circondato da ballerine e soubrette varie...non è facile per me pensare che nel suo mondo un amore duri per sempre!! ma voglio lottare perchè sia così...glielo dico sempre "io e te come Yoko e John!"
- Bhe! hai ragione! a me roderebbe il fegato...già mi rode pensando che la mia amica si è spostato con lui...pensa cosa farei a qualcun altro! ma cavolo...Ale!! ancor di più non devi separarti da lui, lascia quel benedetto corso e fa qualcos'altro! qualcosa che ti possa permettere di stare con lui, di viaggiare assieme! Sono certa che Michael appoggerebbe ogni tuo progetto che ti permettesse di fare questo!
- Si ma cosa potrebbe farmi sentire realizzata?
- Questo non lo so!!! deve essere il tuo cuore a dirtelo!
Ale rimase a pensarci a lungo, ormai il pensiero di non volersi più separare da lui si era insinuato prepotentemente nella sua mente ed era certa che prima o poi la soluzione sarebbe arrivata.

Neverland

Michael era rimasto solo, nella vastità della sua tenuta, di colpo tutti erano ripartiti lasciando il suo mondo solitario e silenzioso. Si sedette sotto un albero vicino alla piscina, a guardare quell'acqua ferma, immobile come la sua vita in quell'istante, tutto era silenzioso, le urla e le risate si erano spente, lei era andata via ed i colori non gli sembravano più gli stessi. Tutto andava a sbiadire con il passare del tempo, come ricordi ingialliti di una vecchia foto, tutto spariva pian piano lasciando vive solo le pungenti parole di Joe. L'aveva trattato come un incapace, insultato ed umiliato, aveva offeso sua moglie cercando di insinuare in lui il dubbio che fosse un opportunista. "Di cosa mi stupisco ancora con lui? mi ha sempre trattato da incapace e nonostante quello che sono oggi, acclamato ed applaudito in tutto il mondo, lui continua a vedermi come un idiota. Non l'ho mai avuta la sua fiducia, il suo incoraggiamento e qualche minima gratificazione....per sentirmi un uomo amato ed apprezzato sono costretto ad esibirmi...in cambio di amore da parte del mio pubblico. Forse è questa l'unica forma d'affetto che io conosco...ma poi penso a lei...ora c'è lei...ma arriva come una meteora a sconvolgere la mia vita per poi lasciarmi solo...vorrei che non ripartisse...che non mi lasciasse qui solo in balia delle medicine...se lei fosse qui...non sentirei il loro richiamo...delle volte vorrei se ne accorgesse....che mi costringesse a fermarmi in qualche modo...delle volte penso che da solo non potrei uscirne...so che Liz mi aiuterebbe volentieri...ma il mio orgoglio mi impedisce di chiedere aiuto...accettare che ho ancora un problema di dipendenza dai farmaci....non ne ho la forza....vorrei che fosse Ale a darmi la sua forza.... la forza del suo amore può risvegliarmi da questo incubo sempre più grande?"

Los Angeles

Travis aveva preso dei giorni di libertà, con la scusa di avere la famiglia in visita a Los Angeles, lasciò Neverland nel primo pomeriggio. Cosa avrebbe fatto di quei giorni non lo sapeva ancora, ma il pensiero di Ale non lo lasciava un attimo, avrebbe atteso il momento giusto per agire. Era quasi sera quando giunse ad Est di Los Angeles, il quartiere latino, se voleva trovare della roba buona era li che l'avrebbe trovata. Sentiva il bisogno di perdersi in un tiro di buona coca, era da tanto che non ne prendeva. Si sedette sullo sgabello al bancone di un bar con del whisky in un bicchiere, il suo sguardo perso in quei cubetti di ghiaccio che si scioglievano lentamente. Aspettò un bel pò prima che il pusher che gli avevano segnalato si facesse vivo. Aspettava un certo Carlos Arvizo, gli avevano detto che aveva diretto contatto con i narcos messicani, un tipo implicato spesso anche nell'introduzione di clandestini alla frontiera al sud della California, un uomo poco raccomandabile e facilmente corruttibile, pericoloso ma a Travis poco importava da lui si poteva comprare roba buona a prezzi ragionevoli. Poco dopo un uomo dai tratti decisamente messicani, gli si avvicinò.
- Sei tu quello che cerca lo zucchero a velo?
Travis si voltò a guardarlo, scrutandolo dalla testa ai piedi. Aveva numerose catene d'oro al collo e dei grossi anelli vistosi alle dita, un tatuaggio con la scritta "mano de Dios" sulla mano sinistra attirò la sua attenzione, poi notò che sulla destra aveva un altra scritta: "mano del diablo".
- Amigo te gustano i miei tatuaggi? cos'hai da guardare tanto?
- Mi chiedevo perchè è la destra la mano del Diavolo?
- Perchè è con questa che impugno la pistola! - rispose secco l'uomo togliendosi lo stuzzicadenti dalla bocca, la sua risposta decisa aveva messo le carte in tavola, con lui c'era poco da scherzare, aveva fatto capire a Travis che aveva il grilletto facile e che non se ne faceva troppi di problemi.
- Sembri abbattuto amigo...qui ci vuole della roba buona per te!! ahaah - la sua risata grassa arrivò quasi fastidiosa alle orecchie di Travis, poi rivolgendosi al barista ordinò da bere.
- Pablo dos tequila por favor! Allora amigo...chi ti ha ridotto il corazon così disperato? hai tutta l'aria di chi ha bisogno di roba per dimenticare! Ah! le donne sono una brutta razza...io torno dalla mia quando ho voglia delle sue morbide carni ahahahh poi la riempio di botte per farle capire chi comanda e adios...al prossimo giro!!! Adesso che mi ci fai pensare è più di un mese che non torno da lei per una rinfrescatina alla sua memoria...tocca sempre tenerle in pugno queste sgualdrine...
Travis lo interruppe, non aveva intenzione di starlo ad ascoltare ancora, la sua risata lo rendeva nervoso.
- Dammi la roba..ho fretta!
- Ehi calma...amigo!!! eccoti la tua fottuta roba!
Travis gli allungò un paio di bigliettoni sotto il bancone e filò via.
Guidò fin sotto casa di Ale, si nascose in una zona poco illuminata della strada e rimase ad osservare. La vide tornare a casa con Chiara e altri due che non conosceva, ridevano divertiti, mentre lui continuava a trangugiare alcool dopo essersi già tirato un paio di piste di coca, giocherellava con la chiave dell'appartamento di Ale, nuova di zecca, luccicante tra le sue mani. Il suo cervello cominciava a farneticare, non poteva farlo, ma una parte di se desiderava ardentemente averla, se fosse stata sola si sarebbe già introdotto in casa sua. Di colpo vide la porta del suo appartamento aprirsi.

-Ok Ale...ci vediamo tra poco...tempo mezz'ora e siamo qui...intanto preparava la tavola! - Susy fu la prima ad uscire dalla porta, seguita da Ross e Chiara.
- Ale sei sicura di non voler venire con noi? la tavola ed il dessert lo prepariamo insieme al ritorno!! - la pregò Chiara - è che non mi sento tranquilla se resti qui sola!!
- Tranquilla Chiara, sto qui da sola da mesi...cosa vuoi che accada adesso!!! ne approfitto per chiamare Michael - le rispose a bassa voce in un orecchio.
- Ok...ti lascio sola a coccolarti quel gran pezzo di figo!! eheheh beata te!! torniamo subito!
- Dai Chiara muoviti...muoio di fame...ma guarda te se Susy doveva prenotare l'unico ristorante senza consegne a domicilio!!
- Smettila di lamentarti Ross...è il migliore cinese della zona... e se non fa la consegna che vuoi da me!!!
Ale sorrise, sempre a punzecchiarsi quei due. Rientrò in casa chiudendo la porta alle sue spalle. Prese il telefono e chiamò Michael.
- Ehi amore? che combini?
- Ciao piccola!!! mi manchi lo sai? è tutto così vuoto e silenzioso qui senza te!
- Non me lo dire Michael ti prego...perchè non ci raggiungi domani? per favore!!! Mi pesa così tanto questa volta starti lontano...non mi importa dei giornali...dei paparazzi...voglio stare con te!!
- Lo so piccola!! anch'io lo vorrei tanto...ma un passo alla volta...non avere fretta!!
- Come vuoi tu!- rispose con tono deluso.
- Adesso che fate tu e Chiara?
- Ce ne staremo a casa con i miei amici di corso...sono un pò stanca e non mi va di andare in locali...magari lo faremo domani...voglio far vedere a Chiara la vita notturna di Los Angeles! Adesso li sto aspettando sono andati a prendere da mangiare...anzi sarà meglio lasciarti..devo preparare la tavola e preparare il composto da mettere in frigo per il dessert! ti chiamo più tardi per la buona notte, ok amore?
- Certo piccola...aspetterò la tua chiamata...ti amo!
- Ti amo tanto anch'io! - Ale mise giù, sentì il rumore della porta aprirsi, pensò che fossero già tornati.
- Ehi!! siete già qui? - ma dall'altra stanza non ottenne risposta, si avviò verso la cucina timorosa di quel rumore, quando una figura possente con il viso coperto da una maschera in plastica di Michael Jackson le si parò di fronte. Sgranò gli occhi dalla paura, dalla sua bocca non riuscì ad emettere nessun suono. Chi diavolo era e cosa voleva da lei? Si allontanò da quella grossa figura cercando di chiudersi in bagno ma lui la bloccò in un attimo, lanciandola bruscamente sopra il letto. si gettò su di lei come un animale sulla preda. Ale riuscì a trovare la forza di urlare ma le urla le morirono in gola dalla paura, sentiva il respiro di lui affannoso dietro quell'orribile maschera che ritraeva Michael, gli occhi che intravedeva da quei fori erano iniettati di sangue e le pupille dilatate, capì che era sotto effetto di qualche sostanza. Cercò di divincolarsi, ma era praticamente impossibile sottrarsi alla sua forza, si sentì braccata, la paura si era totalmente impadronita di lei, faceva fatica a respirare sotto il suo peso, in più l'ansia le mozzava il respiro. Lui le strappò la maglietta lasciando davanti a lei i suoi seni nudi, con mani avide si mosse a stringerli, Ale in preda la terrore urlava con quanto più fiato aveva, sentiva le sue dita giocare con i suoi seni, provava ribrezzo per quanto stava accadendo, non riusciva a capire come potersi sottrarre da quella violenza, sperava che qualcuno la sentisse, che Chiara e gli altri tornassero, era l'unico modo per evitare che fosse violentata. Vide la sua lingua uscire dalla fessura della maschera, la sentì viscida scivolare sulle sue labbra e sul collo, fin tra i seni. Lui le bloccava i polsi sulla testa con una mano, mentre con l'altra si insinuava sotto la sua minigonna a strapparle gli slip lasciandole dei segni rossi doloranti sulla pelle. Si sentì finita, non aveva più forze per dimenarsi, le lacrime le rigavano il volto terrorizzato, ormai era certa che l'avrebbe violentata, chiuse gli occhi pensando a Michael, al suo dolce sorriso, alla sua vita accanto a lui che non sarebbe più stata la stessa dopo che quello sconosciuto le avrebbe violato le carni. Senza rendersene conto, riuscì a muovere le gambe e sferrare un calcio nelle sue parti basse, eccitate. Un gemito di dolore uscì da quella maschera, riuscì a liberarsi da quella stretta mortale, ma nella fuga lui l'afferrò per un gamba, facendole sbattere violentemente la testa a terra. Rimase immobile sul pavimento freddo, un rigolo di sangue tra i suoi capelli andava pian piano a formare una pozza di un rosso intenso sul pavimento. Travis la guardò terrorizzato:
- Oh mio Dio che ho fatto!!! l'ho uccisa...io...non ci credo...non posso aver fatto questo! - si tolse la maschera gettandola accanto a lei fuggendo via.
La mente di Ale si allontanava sempre più, tutto le appariva pesante, il suo corpo non rispondeva, sentiva solo che era salva, che non era riuscito a farla sua, sentì la sua mente allentarsi, svanire nel nulla, perdere i sensi per finire nel buio più totale.


.......continua


It's all for love L.O.V.E
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27/09/2014 10:19

Capitolo 32

[img]http://i53.tinypic.com/ru7ig4.jpg[/img]

Il tempo sa essere incalcolabile. Si stringe a rendere brevi e fugaci gli attimi felici e dilatarsi fino ad essere interminabile quando l'anima è in tormento ed il cuore in pena. Il cielo della California, quella notte, era diviso in un vorticoso giro di vite, frammenti di emozioni, sensazioni, presenze ed assenze.
Uniti in un unico destino, legati del medesimo filo che unisce le trame di anime diverse. Minuti che sembrano ore, lenti, silenziosi, mentre la speranza si affievolisce, il tormento e la violenza aumentano, l'odio trama ed il non sapere... protegge dal dolore. Luoghi lontani, ma vicini, intrecci indissolubili, legami che non si possono sciogliere, in una frazione di secondo tutto cambia e tutto resta immutato. La squallida stanza di un hotel carica di tensione e violenza, un lussuoso party hollywoodiano con la sua immagine di celluloide, la solitudine impenetrabile di Neverland, il freddo e ostinato silenzio di un appartamento di Los Angeles. Quattro posti estremi, quattro stati d'animo, quattro vicende indissolubilmente incatenate l'uno all'altra. La danza della vita quella notte faceva il suo giro di valzer.

Los Angeles

Travis si mise in macchina cercando di allontanarsi da casa di Ale il più rapidamente possibile. Il suo cuore sobbalzava nel petto sotto gli effetti della cocaina, nella mente ancora l'immagine di lei stesa a terra, con gli abiti lacerati. Sentì l'eccitazione salire ancora, sotto le mani avvertiva il tocco morbido dei suoi seni, non riusciva a calmare il suo desiderio di lei, come un predatore stimolato dall'odore del sangue e della paura della sua preda, il ricordo del suo dimenarsi impaurita aumentava il desiderio di possederla con la forza. Sentì di nuovo il sangue ribollirgli nelle vene. Ogni cellula del suo corpo era preda dell'alcool e della droga, nulla di razionale girava nella sua mente, nemmeno la pietà per quel corpo abbandonato a se stesso. Non chiamò i soccorsi, temeva sarebbero risaliti a lui, sarebbe stato condannarsi con le proprie mani. Il pensiero di lasciarla morire da sola gli diede un brivido, una misera parvenza di umanità lo pervase, ma non poteva farci nulla. Si fermò sulla Hollywood Boulevard, accanto a delle prostitute, cercava un diversivo che gli impedisse di continuare a pensare a cosa avesse fatto, uno sfogo alla sua voglia di lei.
- Ciao dolcezza...hai bisogno di compagnia stanotte?
- Si..sali!
- Uhm!! sei di poche parole!
- Sali e sta zitta!
Ripartì a velocità folle, lasciando i segni sull'asfalto.

Mentre l'immagine di un corpo esanime giaceva in punto morto della sua mente, Travis cercava di sopprimerne il ricordo dando sfogo alla sua eccitazione, scaricare quell'adrenalina che continuava a tenerlo sotto pressione con il sesso. L'uomo sa essere più crudo delle bestie, istintivo, vorace, avido, meschino. Il richiamo dell'istinto più basso, era più forte di quella dell'umano sentimento. Sentiva quella donna gemere sotto la sua forza bruta, sotto quell'atto puramente fisico che non aveva nulla dell'amore, ma che era uno strascico della violenza iniziata sul dolce corpo di Ale. Spingeva con forza dentro quel corpo che lui vedeva essere di lei, di quella donna irraggiungibile, di quella donna che amava un altro e per la quale lui era totalmente indifferente, la rabbia cieca si impadronì di nuovo della sua mente. Strinse con forza i fianchi della prostituta, continuando a penetrarla brutalmente.
- Ehi bello...vacci piano mi fai male!
- Stai zittaaaa...io ti pago per questo! - le urlò contro, per metterla a tacere, come mettere a tacere la voce della sua coscienza, Travis era totalmente fuori controllo, l'immagine di lei continuava a tornare nella mente. Violenza su violenza, a differenza delle bestie che la usano d'istinto per sopravvivere, l'uomo la infligge consapevole di far del male, consapevole del dolore e della morte.

Los Angeles

In un esclusivo club di Beverly Hills, Joe se ne stava seduto ad un tavolo attorniato da ragazzine senza freni in cerca di fama, come se quell'uomo, ormai avanti con gli anni, potesse ripetere il successo ottenuto con i Jackson 5 con chiunque. Sorseggiando champagne da un calice, Joe sorrideva spavaldo ed orgoglioso di quella fama che ormai si era cucito addosso grazie al sudore del lavoro dei suoi figli. Il suo merito era stato solo quello di costringerli ad impegnarsi per non essere pestati di botte. Era li con un suo nuovo protetto, un ragazzotto di colore che presto avrebbe lanciato nel panorama musicale, certo che ne avrebbe fatto un nuovo successo, carico dell'arroganza di pretendere che tutto quello che fosse sotto le sue mani diventasse oro. L'avido re Mida si vantava della sua abilità negli affari, nello scovare e lanciare talenti, convinto che questa volta nessuno l'avrebbe rinnegato come aveva fatto Michael. Lo considerava un ingrato per essere andato avanti con la sua carriera scaricandolo quando la fama cominciava a raggiungere vette da capogiro. Ci sperava che con questo nuovo talento potesse tornare ai vertici, ma era consapevole che quel ventenne non aveva nemmeno la metà del carisma e della grinta di Michael a otto anni. Era lontano anni luce dall'insidiare il trono al Re del Pop.
Succinte ragazze della Magione di Play Boy si sedettero sulle gambe di Joe, elargendo sorrisini ammiccanti e movenze alquanto esplicite. I paparazzi prensenti nel club non si fecero mancare tali scatti per poi pubblicarli per sottolinearne le spudorate ed ambigue vicende sessuali dei Jackson. Michael aveva sempre disapprovato il comportamento di suo padre, era certo che fosse Katherine a mandare avanti a fatica quel matrimonio morto da anni, era lei ostinata a non ripudiarlo, ad onorare quei voti presi davanti a Dio fino alla morte, a sopportare i tradimenti, le cadute di stile, se mai quell'uomo ne avesse avuto uno.
Dei tacchi vertiginosi, nero lucidi, si mossero rapidi tra la folla diretto verso il tavolo di Joe. Quelle gambe slanciate e ben modellate si fermarono proprio davanti agli occhi lascivi di lui, un cenno alle sue ragazze del tavolo e tutte sgattaiolarono via scocciate ed imbronciate. Joe fece cenno con la mano di avvicinarsi. Quelle gambe sexy si sedettero al suo tavolo, accavallandosi, lasciando intravedere il pizzo dell'autoreggente.
- Ola!! che piacere vederti!
- Joe! mi avevano detto che ci saresti stato anche tu...ma non vedo Michael!!!
- Baaahh!!! lascialo perdere quello!!! ormai ci ho rinunciato a capirlo...vive in un mondo tutto suo!!!
- Lo sai che sono anni che ci provo...aiutami Joe....in memoria di quello che c'è stato tra noi!!
Joe rimase a pensarci su, poteva essere lei l'asso nella manica per togliersi di mezzo Alessandra? Quel ghigno tornò di nuovo sul suo volto.
- Ok... ma..in memoria di quella notte... hai già avuto la parte in Thriller...questa volta sarai tu ad aiutare me!
- Tutto quello che vuoi...per avere lui!!- si avvicinò sinuosa ad accarezzargli la cravatta.
L'essere umano e le sue bassezze, preda dell'odio e della vendetta, sa essere la creatura più crudele, senza scrupoli, a discapito dell'amore per un figlio.

Neverland

Le cose nella vita delle volte possono essere strane. Michael si era affannato per prendere sonno per gran parte della sua vita, anche in situazioni di calma la sua anima era inquieta. Quella sera, mentre le acque cominciavano ad essere torbide intorno a lui, il sonno giunse come un soffio, sentì gli occhi farsi pesanti mentre continuava a leggere lo stesso rigo più e più volte cercando la concentrazione, fino a quando si era addormentato. Non avrebbe potuto dirlo quanto tempo avesse dormito, ma sentì le dita allentare la presa ed il libro scivolare via dalle sue mani svegliandolo di soprassalto. Un brivido, una morsa al petto, si mise a sedere rapidamente, portando la testa tra la mani. Buttò un occhio al cellulare accanto a lui, Ale non aveva chiamato. Si alzò uscendo sul giardino, verso il suo albero, come attirato da un richiamo.
"Cosa cerchi di dirmi amico? Le tue fronde si muovono tristi, la tua corteccia sembra fredda e senza vita!!! cosa succede? perchè questa morsa al petto che mi impedisce di respirare? Lascia che io capisca...per favore...i tuoi rami vogliono indicarmi qualcosa, l'aria sembra carica di elettricità...eppure è tutto così fermo e statico...cosa sta per succedere al mondo? Cosa sta per succedere a me? Ecco...la brezza arriva a muovere le tue foglie, il loro fruscio è così soave, delicato...sembra arrivare a quietare la mia anima...continua a parlarmi amico mio...continua a far calmare la mia anima...lascia ancora che le tue fronde mi parlino! Mi sento in pace ora...sono nella tua pace madre terra!"
Segnali che l'umana mente non coglie, pensieri di quiete in piena tempesta, il non sapere risparmia dal dolore, in parte, una magra illusione per poi svanire di colpo a rimanere travolti dall' uragano, violento, devastante.

Los Angeles

Rosso, intenso come la passione, come l'amore, come la vita...rosso come il sangue. Il tempo che non scorre, un tempo non vissuto o vissuto troppo intensamente, che lascia il peso del suo lento fluire. Il silenzio riempiva la stanza, la porta dell'appartamento era aperta, la luce accesa. Sul pavimento la macchia di sangue si faceva sempre più larga con il passare dei minuti, scivolava copioso tra i suoi capelli ramati. Il suo viso pallido era fermo ed inespressivo, le mani immobili dolcemente appoggiati al pavimento, la sua posa delicata, composta non rivelava nulla della brutale violenza che l'aveva colpita, in contrasto con i suoi abiti lacerati ed i segni rossi sulla pelle. Ale rimaneva immobile, nessun movimento ne lasciava percepire la vita ancora in lei. Un corpo abbandonato al suo destino, sospeso tra la vita e la morte.

Los Angeles

Le viscide trame continuavano a stringersi, a farsi più fitte ed intricate. Può l'amore sopravvivere a tutto questo? Alla violenza, all'odio, all'invidia? Può un padre non curarsi dell'animo di un figlio? ignorarne i bisogni? le gioie? i dolori?

- Cosa? Michael si è sposato? Con chi? quando? - gli occhi di Ola si sgranarono sotto quella notizia, il suo animo si fece ansioso di sapere.
- Calmati!!! quella lurida sgualdrina ha i giorni contati!
- Ma chi è?
- E' una povera miserabile, credeva di aver fatto colpo ma non sa che deve fare i conti con me!
- Hai un piano per separarli?
- Tempo al tempo Ola!!! troveremo il modo di separarli!
- Farò divulgare la notizia...i paparazzi non gli daranno tregua! E la stampa colpisce meglio di chiunque altro!
- Vedi che con calma il tuo cervellino ragiona? Poi troverò il modo di farti arrivare a lui! Meglio che stia con te e non con quella sfrontata!- Joe prese un paio di calici dal tavolo, un brindisi a sugellare il patto.

L'animo umano, imprevedibile ed imperscrutabile, dalle molteplici sfaccettature, sa mettere in mostra il suo lato più oscuro.

Los Angeles

Ogni istante se vissuto sa essere prezioso, ma per Ale lo era ancora di più in quella sua non vita. In lotta contro il tempo, in lotta per non perdersi nell'oscurità di una mente bloccata, di un corpo che non reagiva e che lentamente si allontanava dalla vita, lento come lo scorrere del suo sangue sul pavimento.

- Dai muoviti pelandrona!! non possiamo stare ad aspettarti ancora!- Ross punzecchiava ancora Susy, spronandola a darsi una mossa. - Ci stiamo mettendo più tempo del previsto per colpa tua!
- Smettila di urlare!!! non ti sopporto più!! potevamo prendere un taxi, a quest'ora eravamo già a tavola! - rispose
- Ehi!! ma perchè Ale ha la porta spalancata? - Chiara da lontano vide la luce sul pianerottolo, fino ad illuminare parzialmente le scale esterne, provenire dall'interno dell'appartamento.
- Beh ci avrà sentito blaterare qui per strada ed ha aperto la porta!- rispose Susy
- No, non può essere, non è da Ale!!! le ripeto sempre di stare attenta, che Los Angeles non è Firenze!!- Chiara gettò a terra le confezioni di cibo cinese che aveva tra le mani e corse più che poteva, sentiva il cuore scoppiarle nel petto, sentiva che era successo qualcosa.
- Chiara ma dove vai? aspetta!!! - Susy si chinò a raccogliere i contenitori da terra, quelli che non si erano aperti, mentre Ross era sbalordito non riusciva a capire cosa avesse spinto Chiara a reagire così per un portone aperto, ma l'istinto gli disse di seguirla in fretta.
- Dai Susy...lascia stare corri!!!

Chiara salì le scale urlando il suo nome. Gradino dopo gradino sentì l'ansia salire, sperava di trovarsi il suo viso sorridente di fronte, con il cellulare incollato all'orecchio mentre parlava con Michael, lei l'avrebbe presa in giro nel vederla arrivare così affannata per la sua eccessiva preoccupazione, sperava che le cose andassero così, lo sperava dal profondo del cuore. Detestava sentirsi il cuore in gola, mentre cercava di salire quelle scale infinite a due a due. Una corsa contro il tempo, una corsa contro l'ansia che le attanagliava il petto.
- Aleee...Aleee!! dove sei? Rispondimi....
Nessuna risposta....
Entrò in casa fermandosi a guardare in giro, tutto era in ordine, niente di rovesciato, nessun segno di violenza. Sentì la paura impossessarsi di lei, le gambe le tremavano, era tutto di un ordine così surreale, si avvertiva che qualcosa era cambiato in quella stanza eppure apparentemente tutto era uguale, l'aria le sembrò ferma, rarefatta, impregnata di violenza. Si sentì un nodo stringersi in gola.
- Ale mi vuoi rispondere, se è uno scherzo...giuro che te la faccio pagare!- cercò di blaterare come suo solito mentre con passo deciso attraversò la cucina per andare in camera. Si guardò intorno, focalizzando lo sguardo su un letto disfatto, con le lenzuola stropicciate, i cuscini per terra, rimase sbalordita nel trovarsi il letto in quello stato. Spostò rapidamente lo sguardo verso il resto della stanza, in attesa di vedere Ale da qualche parte che potesse darle una spiegazione, magari era in bagno, pensò. Un rapido passo verso la porta della toilette e scorse la pozza di sangue, rossa intensa accanto al letto. D'istinto portò le mani alla bocca, con gli occhi spalancati. Fece fatica a rendersi conto che quel volto insanguinato e pallido fosse quello della sua amica. Vide la sua maglietta lacerata, il suo corpo seminudo, abbandonato sul pavimento.
- Aleeee!!! oh mio Dioooo!! Aleeeee!!!! - corse accanto a lei, tremante, impaurita, incapace di capire cosa fosse successo, incapace di fare qualcosa. Cadde in ginocchio accanto a lei, in un pianto irrefrenabile, cercò di avvicinare le sue dita al suo corpo ma temeva nel toccarla. Le scostò appena un ricciolo dal viso, per meglio guardarla, le sue mani si sporcarono di sangue, Ale era pallida, immobile, non aveva risposto nemmeno al tocco di Chiara che le sfiorò il polso, era fredda e cianotica, temette il peggio. Le lacrime ed il respiro a sussulti le impedivano di essere razionale in quel momento.
- Aleeeeee...che ti è successo?? rispondimi ti pregooooo!!! Aleeee...non puoi farmi questo!!!! Apri quegli occhi maledizioneeee!!!- Le sue urla affrettarono il passo di Ross e Susy, entrarono nella stanza restando pietrificati da quella scena. Susy si precipitò accanto a lei, cercando di toccarla, Ross fu lucido e razionale in quel frangente.
- Non toccarla Susy...potresti peggiorare le cose!!!- sfilò il cellulare dalla tasca per chiamare soccorsi.
- 911 emergency
- Pronto abbiamo bisogno di un ambulanza, abbiamo trovato la nostra amica riversa a terra in una pozza di sangue...perde molto sangue...
- Si calmi...mi dia l'indirizzo..
- Si...4579A Little Parc Street
- Ok l'ambulanza è in arrivo! mi dica la persona è cosciente?
- No!
- Respira? c'è battito?
- Non lo so!! non l'abbiamo toccata per evitare ulteriori danni!
- Le poggi due dita sul collo sotto la mandibola!
- Si...sento il battito...è viva!! ma è debole!
- Da dove perde sangue?
- Non lo so...ha il viso sporco di sangue...ma credo sia dalla testa!
- Ci sono segni di violenza?
- Qui sembra ci sia stata una colluttazione...ma lei oltre alla testa non perde sangue da altre parti!
- Avviso la polizia!! restate calmi, non toccate il corpo...potrebbe avere il collo rotto o altro. i soccorsi stanno arrivando!
Si ritrovarono tutti e tre a guardarla sconvolti, impotenti di fare altro, Chiara era disperata, ma riuscì ad avere per la sua amica un gesto d'amore, un gesto di pietà per quel corpo straziato ed agonizzante, sfilò via il lenzuolo dal letto e lo adagiò su di lei, a coprire il suo corpo svestito, a ridarle un minimo di dignità, proteggere il suo pudore.
- Cosa può essere successo?- chiese Susy tra le lacrime, seduta sul pavimento mentre con un dito, dolcemente accarezzava il dorso della sua mano.
- Non lo so Susy!! ma da quello che vedo...c'è stata una violenza sessuale, ha gli abiti lacerati...oddio povera Ale!!! spero non sia grave!!
Chiara se ne stava in silenzio, mentre le lacrime le rigavano il viso, con lo sguardo fisso sul volto di lei.
- Devo chiamare....suo marito! - disse catatonica, rompendo il silenzio.
- Suo marito? Ale è sposata? in Italia?
- No...A...A..Ale ...Ale ha un marito qui in America!- Chiara faceva fatica a parlare, non aggiunse altro, si voltò a prendere il cellulare di Ale sul comodino, lasciandoli interdetti.
Le mani le tremavano, l'ultima chiamata che lei aveva fatto era per lui, fissò quel nome sul display per lunghi interminabili secondi, come avrebbe fatto a dirgli che lei era li in fin di vita? che l'aveva lasciata sola? che era colpa sua? Sentì il senso di colpa impadronirsi di lei, doveva restare a casa, sentiva che non sarebbe dovuta andare, era colpa sua se adesso Ale era li senza sensi. Ingoiò il nodo che le stringeva la gola e che le impediva di parlare. Il suo dito si posò sul tasto verde esitando, poi lo schiacciò decisa.

Neverland

Il freddo soffio dell'uragano in arrivo sulla sua anima delicata aveva iniziato a soffiare a sua insaputa. Questione di minuti ed il suo cielo sarebbe cambiato di colpo. Il cellulare di Michael cominciò a squillare, in una stanza vuota. Lui non lo sentì, ancora in giardino a contemplare il creato. Stretto al tronco del suo grande albero, cercava di assorbire la sua energia, la forza della natura arrivare a farla scorrere nella sua vene. Lo prendevano in giro per quel suo strano modo di fare, ma per lui era entrare in simbiosi con il creato, meditare, cercare e trovare ispirazione, era il suo modo sensibile di sentire. Uno scricchiolio tetro del legno lo fece rabbrividire. "Amico mio...stasera non capisco...cerco la pace tra le tue foglie...ma poi avverto la paura...sento che mi respingi...non mi lasci attingere alla tua forza e saggezza....perchè mi allontani questa sera? cosa succede?"
Un nuovo scricchiolio tetro, nella notte buia e silenziosa di Neverland. Michael si incupì, si sentì rifiutato dalla natura che tanto amava, scese dal suo albero e con passo solitario e triste tornò verso casa. Il cellulare aveva smesso di suonare.

Los Angeles

Le luci blu lampeggianti sferzavano l'oscurità nei pressi del parco, le sirene spiegate si avvicinavano rapidamente.
- Sento le sirene...sono qui!!! sono arrivati!!! oddio presto!!!- Ross corse in strada ad indicare l'appartamento per accelerare i soccorsi.
- Maledizione....rispondi!!! - Chiara insisteva, ma le chiamate a Michael rimanevano senza risposta.
- Ma....come può essere che sia sposata?? io... non..
- E' difficile spiegare...Ale ci soffriva molto per non poterlo rivelare...credimi...non avercela con lei se te lo ha tenuto nascosto...ha dovuto per forza!!
- Ma perchè??? cosa c'era poi da nascondere??
- Credo che lo capirai...in questa lunga notte che ci attende!!- tornò a guardare Ale - Dai Ale...resisti...noi toscani siamo duri e testardi....non molliamo....non mollare amica mia...! il suo pianto si fece di nuovo intenso, nei suoi occhi la paura di non rivedere il suo sorriso.

Finalmente i paramedici erano arrivati, si mossero veloci e decisi su di Ale, sotto gli occhi terrorizzati dei suoi amici.
- Qui c'è un taglio profondo...sul cuoio capelluto, perde molto sangue...si sono recisi molti capillari...sicuramente un trauma cranico...avvisa l'ospedale per una Tac urgente...speriamo non ci siano lesioni o emorragie interne...avvisa che occorre del sangue gruppo 0! - il responsabile dei paramedici diede disposizione ad uno dei suoi, mentre lui intubava Ale per poi tamponare la ferita.
I ragazzi osservavano inermi, gelati dall'ansia, braccati nella morsa della paura.
- Da quanto tempo è così?
- Non sappiamo...non eravamo qui...ma non più di un ora! credo!- disse Susy
- Presto...non perdiamo altro tempo!!!! Chi è responsabile per lei? - chiese il paramedico, mentre caricarono Ale su una barella.
- Suo marito....ma stiamo cercando di rintracciarlo! - rispose Chiara.
- Il nome del marito?
Chiara esitò, ormai non poteva fare altrimenti, doveva dirlo.
- M....Michael.....Michael Jackson!
Susy e Ross rimasero allibiti, ma non ebbero tempo di stare li a porsi delle domande, corsero dietro la barella. In quel frangente arrivò la polizia per le indagini.
- Sono il tenente Cooper! Chi è che l'ha trovata?
- Noi- ripose Ross
- Ho alcune domande da porle!!
- Ma...dobbiamo andare in ospedale!- intervenne Susy
- Andate voi con lei, io resto qui con il tenente,aiuterò ricostruire l'accaduto!
Susy e Chiara salirono sull'ambulanza, i portelloni si chiusero, le sirene tornarono ad ululare, il tempo, da lento ed inesorabile tornò a scorrere frenetico, un susseguirsi rapido di parole, azioni, momenti concitati, ritmi elevati e veloci, una corsa contro il destino.

Neverland

Il telefono riprese a suonare, Michael si affrettò a rispondere, certo che fosse Ale. La sua vita stava per ricevere un brivido, Il tuono che squarcia il sereno.
Vide il suo nome lampeggiare sul display, sorrise mentre afferrava il cellulare, contento di sentire di nuovo la sua voce.
Ma fu quella di una Chiara concitata ad attenderlo. Brevi attimi in cui il destino stravolge tutto.
- Chiara? no...non capisco....parla lentamente...cos'è successo?
Chiara tra le lacrime non riusciva a farsi capire, il suo stato di shock era evidente. Si fece forza, cercando di ritrovare la sua razionalità.
- Michael...Ale...è stata aggredita da qualcuno...la stiamo portando in ospedale in ambulanza!
- Ma...che dici? come sta? posso parlare con lei?
- No...non è cosciente!
Michael si sentì morire, non gli sembrò vero quello che stava sentendo, aveva parlato con Ale solo un ora prima, era tutto normale ed adesso rischiava di non sentirla più per il resto della sua vita. La paura e l'angoscia si impossessarono di lui.
- Dimmi come sta?? ti pregooooo!!! dimmi come sta?- urlava tra le lacrime.
- Michael...non lo sappiamo ancora!!!
Si sentì piccolo ed impotente, lontano da lei, lontano dal poterne constatare la gravità. Il suo piccolo e fragile castello di sabbia cominciava a sgretolarsi pian piano sotto la furia dell'uragano, si sentì perdere i pezzi, uno ad uno, smontato e svuotato nell'animo, privato dell'energia primaria per far vivere il suo cuore.
- Dove la portano? in quale ospedale?
- Mount Sinai...dove studia!
- Fra 45 minuti sono la!!! avvisami di qualsiasi cosa...ti chiamo dopo!
Riattaccò in fretta, il respiro si fece corto, le lacrime solcarono il suo viso senza che se ne rendesse conto. Corse fuori verso gli uffici della security.
- Georgeee....Georgeee....- urlò cercandolo in tutte le stanze. la grossa figura di George apparve rapidamente sul corridoio.
- Mr. Jackson cosa succede?- Michael corse da lui aggrappandosi alle sue spalle, si sentì girare la testa, l'ansia lo stava divorando.
- George...Ale...Ale...la mia piccola è in ospedale..devo andare da lei...presto...fa preparare l'elicottero...presto avvisa il pilota...partiamo subito!! Devo rivedere il suo viso...George...devo rivedere il suo viso..non può lasciarmi senza ...che io riveda il suo viso! le sue parole erano spezzate dalle lacrime. George si avviò velocemente al telefono, mentre Michael tornò nel cottege, nella sua camera. Doveva prenderle, sentiva il cuore battere troppo velocemente, l'ansia gli impediva di respirare e le sue mani tremavano, il senso di colpa per non averla ascoltata quando lo supplicava di andare a Los Angeles con lei gli divorava l'anima, aveva bisogno di loro più che mai. Si ritrovò seduto sul letto con il solito flacone tra le mani.
"E' colpa mia...tutta colpa mia...non si sentiva tranquilla...voleva la mia presenza vicina...ed invece...ho preferito vivere rinchiuso nella mia gabbia dorata invece di stare con lei...per me è stato più importante evitare i paparazzi che pensare a farla stare tranquilla! sono un egoista...schifoso egoista...se fossi andato a Los Angeles ora lei starebbe bene!!! è solo colpa mia!!! Signore perchè mi fai questo? non sarò mai felice!! lei era tutto! era la mia salvezza...ora non mi resta che scivolare di nuovo tra le loro braccia...abbandonarmi ai loro effetti...senza più appiglio..senza più speranza!"
Aprì il flacone e ne ingoiò un numero imprecisato. L'ansia era così forte che dubitava facessero effetto. George arrivò poco dopo, l'elicottero era pronto.
Il tempo scorre troppo in fretta dando l'impressione che non basti mai, per poi frenare di colpo e tornare ad essere interminabile. Lo stato d'animo regola il tempo, lo sottomette ai suoi voleri, lo piega e lo comanda, ne detta le regole, ne scandisce l'andatura. L'elicottero si alzò finalmente in volo verso Los Angeles.

Los Angeles

Ale era in ospedale, sottoposta alle visite da un pò. Susy e Chiara passeggiavano nervosamente nel salottino d'attesa. La tensione era palpabile, l'ansia per quell'esito che non arrivava aumentava attimo dopo attimo. Il cellulare di Ale prese a squillare.
- Michael dove sei?
- Chiara novità? io sarò li tra 20 minuti!
- Nessuna novità! la stanno ancora visitando! Ok...a dopo!
Chiara tornò a fissare un punto nel vuoto, fissa con il pensiero su Ale.
- Non riesco a crederci che..si è sposata con Michael Jackson!! - ruppe il silenzio Susy, parlare avrebbe fatto in modo che il tempo scorresse più velocemente.
- Già..incredibile ma vero!!!! Ma Susy...credimi lei voleva dirtelo...da subito..ma Michael ha voluto che non dicesse nulla a nessuno, per la privacy, i paparazzi non gli danno tregua...e lui voleva proteggere la sua libertà!
- Adesso capisco tutto quel mistero nei week-end, durante le vacanze, il lavoro che ha lasciato, lui che fa visita ai bambini alla ludoteca...!!! tutto comincia a tornare!! Come non esserci arrivata prima?!!! Chi può averle fatto questo Chiara?
- Non lo so!!! speriamo si riprenda!! ho paura che non ce la faccia!!! ha perso troppo sangue!

Il tempo sembrò fermarsi, le lancette inchiodate sull'orologio sembravano immobili da ore, nessuna notizia trapelava. Chiara vide Michael entrare nel salottino, con la mascherina sul volto ed il cappello calato sul viso, scortato da George. Corse da lui, finendogli stretta tra le braccia, lasciandosi andare al pianto.
- Michael mi dispiace!!! è colpa mia!!!!- incrociò i suo grandi occhi scuri, segnati dal pianto, spenti ed appannati dai farmaci.
- Non è colpa tua Chiara!!! non lo è!
Susy rimase a guardarlo esterrefatta, gli faceva un certo effetto pensarlo sul serio sposato ad Ale, ma era li e questo era la conferma che era vero.
In quell'attimo la porta si aprì ed un dottore entrò nel salottino.
- Mr. Jackson, sono il dott. Derek, mi segua nello studio!
- La prego mi dica come sta Ale!- Michael lo implorò di mettere fine alla sua ansia di non sapere. Il dottore con lo sguardo gli fece capire che, per la privacy, non avrebbe parlato davanti a Chiara, Susy e George, ma Michael gli rispose che potevano sapere, dopotutto erano loro che l'avevano soccorsa.
- La Signora Alessandra...è fuori pericolo!
A Michael bastò quello per sentirsi leggero, di nuovo libero dalla morsa dell'angoscia. Susy e Chiara si abbracciarono in lacrime.
- Ma...
Quel "ma" fece precipitare tutti nel baratro di nuovo.
- C'è qualcosa che non va, dottore?
- Beh!! ecco...il quadro è questo, la signora è stata vittima di un tentativo di stupro, non andato a buon fine per fortuna, presenta diversi abrasioni e lividi sul corpo, segno di una colluttazione. Ha battuto la testa o è stata colpita con qualcosa, ha un trauma cranico serio. Per fortuna nessun danno al cervello e nessuna emorragia, ma la presenza di un ematoma comprime l'ipotalamo, la parte del cervello che gestisce la memoria, impedendogli il normale funzionamento..
- Mi sta dicendo che... Ale ha problemi di memoria?
- Purtroppo attualmente non ricorda nulla, è sveglia e lucida ma..non sa chi è, ne ricorda altro della sua vita! Naturalmente è temporaneo, man mano che l'ematoma si riassorbirà la sua memoria tornerà come prima!
- Oh mio Dio!! e quanto tempo ci vorrà?
- Questo non possiamo saperlo...terremo sotto osservazione l'ematoma e vedremo con che velocità tenderà a riassorbirsi nei prossimi giorni!
- Possiamo vederla?
- Si certo!
Michael era sconvolto dalle parole del dottore, poteva la sua Ale non ricordare nulla? nemmeno del loro amore? L'amore ha sede nel cervello? o nel cuore? Michael era certo che il cervello non avesse nulla a che fare con l'amore e che nessun ematoma avrebbe potuto impedirle di amarlo come prima. Si chiese se fosse la memoria a rendere speciali le persone, che fossero i ricordi di una vita a farne anime sensibili, pensò a lei, svuotata dei suoi preziosi ricordi, quello dei suoi genitori alla quale continuava a restare aggrappata per paura di vederli sfuggire e adesso imprigionati in qualche parte oscura del suo cervello, bloccati da un ematoma, una presenza concreta e fisica ad impedire all'impalpabile ricordo di fluire.

Entrarono nella stanza e la trovarono a letto con lo schienale rialzato, una flebo al suo braccio e l'ossigeno nelle narici, una vistosa fascia le avvolgeva il capo. I suoi occhi apparvero spaventati e spenti. La Ale che conoscevano pareva non esserci.
Ale si guardò intorno spaurita, cercando di capire chi fosse quella gente che aveva intorno e cosa volesse da lei. Fissò Michael negli occhi per lunghi istanti, capì che aveva pianto, i suoi occhi erano lucidi. Ma non un sorriso si affacciò alle sue labbra. Per Michael fu terribile vederla così vuota, spenta, come se mancasse la parte principale del suo essere. L'amore vive nel cervello.
- Ale...piccola...come ti senti? - si avvicinò a lei prendendole la mano, che lei ritrasse rapidamente spaventata.
- Chi...sei? - gli chiese a voce bassa.
Una lacrima lasciò gli occhi di Michael per scorrere lungo la sua guancia. Esitò nel darle una risposta.
- Sono...un amico! - pensò fosse meglio non appesantirla con le informazioni, andarci piano per non sconvolgerla troppo, tutto in una volta, le sorrise dolcemente, anche se il suo cuore era in pena, avrebbe voluto stringerla a se, cancellare quell'espressione di smarrimento dai suoi occhi, baciare le sue piccole labbra e ricordarle quanto fosse grande il loro amore. Era deluso, l'amore per lui non poteva essere gestito da un cervello. Ale rimase a fissare i suoi occhi, poi guardò Chiara.
- Ciao peste!!! ci hai fatto preoccupare...ma adesso va tutto bene!! Io sono Chiara...se non ti ricordi di me...siamo come sorelle...a Firenze eravamo inseparabili e ne combinavamo di tutti i colori. Ti ricordi la gita in montagna ed il volo con lo slittino? e quando siamo cadute sul ghiaccio e siamo rimaste a ridere? oppure al mare...Ale..ricordi..- Chiara cercava di trovare almeno un ricordo che potesse riaffiorare dalla sua mente, senza sapere che per le tempie doloranti di Ale tutto quello era martellante e pressante. Ale si sentì infastidita da tutte quelle parole, strinse gli occhi sotto il dolore di una fitta, scosse il capo come a volere che cessasse, le parole di Chiara le rimbombavano in testa come proiettili.
- Bastaaa!! ti prego basta!!! voglio stare sola!! Mi dispiace io...non so chi sei, cosa dici...voglio stare sola!- la lacrime uscirono dai suoi grandi occhi verdi, sempre più persi e spaventati. Rimasero tutti mortificati dalla sua reazione, Chiara pianse, la sua amica non era più lei.
- Forse è meglio lasciarla riposare, vedrete che con il passare del tempo le cose torneranno alla normalità!- disse il dottore invitandoli ad uscire. Michael fissò ancora i suoi meravigliosi occhi verdi, nel tentativo di ritrovare in essi una piccola presenza dell'anima della sua Ale. Ma non vide nulla. Si voltò a nascondere le lacrime, allontanandosi da lei. Quando sentì trattenersi per il lembo della giacca. Si girò a guardarla, la sua mano lo tratteneva.
- Tu...puoi restare! - disse Ale con calma.
Michael sentì il suo cuore palpitare, guardò speranzoso che il dottore gli desse il permesso per restare con lei.
- Se la paziente lo desidera per me può restare, ma..non l'affatichi!
Rimasero soli, Michael prese una sedia e si sedette accanto a lei. Ale continuava a guardalo negli occhi. Michael con tono calmo e pacato ruppe il silenzio.
- Perchè hai voluto che restassi?
Ale avvicinò le dita al suo volto, a toccargli i lineamenti, le labbra morbide, poi rispose.
- Non lo so! non so chi sei...ma i tuoi occhi sono così..belli..mi sembra di poterli leggere!
Quelle parole arrivarono ad alleviargli l'anima, sentiva le sue piccole dita muoversi ad accarezzare le sue labbra, Michael in quell'istante capì che l'amore non era comandato dal cervello, l'amore viveva nel cuore.


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Amore e Psiche - Antonio Canova

It's all for love L.O.V.E
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31/10/2014 11:37

buona lettura....
PS ad un certo punto troverete il link per la musica...fatela partire e proseguite! Grazie...spero di non annoiarvi!!

Capitolo 33

Si vive per accumulare ricordi, più alto è il suo numero, più una vita risulta vissuta intensamente, attimo per attimo, perchè essi sono ciò che rimane di un emozione. Può essere il ricordo l'indice dell'intensità del vissuto di un essere umano? e quando questi vengono perduti, cosa resta della vita vissuta?
Nulla.

Nebbia. Fitta e densa. Per quanto si sforzasse, Ale non riusciva a vedere oltre quel velo spesso, caduto sulla sua mente. L'importanza di un ricordo, chiuso nei cassetti della memoria per poi tornare a ricordare di aver vissuto. Tracce indelebili, segni di un passaggio, la storia personale di ogni essere umano.
Ritrovarsi in una nuova vita in un batter d'occhio, dove il ricordo più lontano era quello di qualche minuto prima, come essere nati in quell'istante, con tutto un mondo da ricostruire. La mente libera, svuotata da qualsiasi appiglio al passato, la paura di non sapere, di non avere radici, di non avere certezze, senza la confortante consapevolezza del proprio io, la paura di non ritrovarsi. Il buio della mente continuava a farla navigare senza bussola, guidata dall'istinto, guidata dal disperato bisogno di non sentirsi fragile e sola, totalmente e completamente spaventata e smarrita in quel vorticoso giro di domande senza risposta, la solitudine più impenetrabile che possa esistere, senza alcuna presenza, in un mare di assenze incolmabili. Si sforzava di guardarsi dentro, nemmeno una sprazzo di luce in quel buio, tutto andato, cancellato. Un infinito susseguirsi di buchi neri, entro la quali veniva inevitabilmente risucchiata.
Una vita di sorrisi....lacrime... parole... dolori ... gioie, persi in qualche angolo del suo cervello, con un rapido colpo di spugna i suoi ricordi erano stati cancellati via, la mente resettata, e si ritrovava a chiedersi quale fosse le sua vita passata. I ricordi fanno dell'uomo quel che è, i ricordi sono la traccia dell'esperienza vissuta, del cammino del tempo, confortano nei momenti bui, insegnano a non ripetere gli stessi errori, fanno sorridere e commuovere, i ricordi sono il diario segreto dello scorrere della vita. Ed Ale, di quel diario, non trovava più la chiave.

Perchè è il cuore la sede delle emozioni per l'uomo, quando poi è il cervello, freddo e razionale a gestirle? Un muscolo che batte pompando sangue meccanicamente, può essere il centro nevralgico dell'amore? Perchè poi il cervello che gestisce le nostre emozioni e i ricordi è considerata la parte razionale ed insensibile, di ogni individuo? Amore e psiche di nuovo a confronto, sentimento contro ragione. E' il cuore la vera sede dei sentimenti e dei ricordi? Può il cuore colmare quello che il cervello dimentica? Dove avrebbe dovuto cercare la parte mancante di se? Si chiese Ale.

"Nei suoi occhi". Si rispose.

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Tornò a perdersi in quegli occhi lucidi e tristi, profondi e scuri come solo la notte buia sa essere, dolci e caldi come una carezza. Rimaneva rapita dalla struggente bellezza del suo sguardo che la teneva ancorata alla sua vita passata, che non riusciva a ricordare. Quale sentimento li legava a quegli occhi? Si sentiva attratta da loro, mentre le sue dita continuavano ad accarezzargli le labbra vellutate, così morbide sotto il suo tocco. Michael sentiva crescere l'impulso di poter tornare a stringerla a se, mentre le sue dita continuavano a scivolare lente sulle sue labbra, quelle stesse dita che solo la notte prima esploravano decise e sicure ogni centimetro del suo corpo, ora erano li a toccargli la bocca intimorite, come se fosse la prima volta. Una straziante agonia il suo lento scivolare sulla sua bocca, sentì le lacrime salirgli agli occhi. Non resistette, le sue labbra si mossero a dare un timido bacio a quei polpastrelli che scorrevano spaesati sulla sua pelle. Lei ritrasse la mano, sentendo ancora il tepore delle sue labbra sulle dita. Michael chiuse dolorosamente gli occhi, amareggiato da quell'allontanarsi dal suo bacio appena accennato, non riuscì a trattenere il pianto dalla frustrazione di quel momento. Una lacrima rigò il suo volto, la solita dolorosa carezza che lo scivolare di quella goccia gli procurava, poi sentì il tocco della mano di lei a raccogliere quella lacrima salata dal suo viso. Ale la guardò, trasparente e pura sul suo dito, in un attimo se la sentì scivolare sulla pelle, come se volesse fuggire dalle sue mani per terminare la sua corsa dolorosa, la vide scorrere lungo il suo dito per finire nel palmo della sua mano, strinse il pungo, come a non volerla lasciare andare, sentiva la pelle inumidita dal suo pianto. Non smise di fissare per un attimo quegli occhi tristi, che le parlavano, che le dicevano tutto e niente. A cosa credere? Al suo cuore palpitante quando incrociava il suo sguardo? o alla mente vuota che non ne percepiva più il ricordo? Credette al suo cuore. Si avvicinò di nuovo al suo viso con la mano, a sfiorargli appena la pelle. Poi con la voce rotta dall'emozione riuscì a porgli una domanda, fondamentale, rimanendo timorosamente in attesa di una risposta.
- Parlami di noi! cos'eravamo? cosa... ci legava?
Michael esitò, temeva di turbarla nel dirle la verità, posò la sua grande mano su quella di lei fino a stringerla più forte contro la sua guancia, a sentirne il tocco più inteso, la fece scorrere dolcemente verso la bocca, fino a farle sentire le sue labbra sulla pelle, decise e vigorose. Ale non oppose resistenza, era quella la risposta, ancora prima che Michael rispondesse, lei l'aveva già intuito. Lui nascose il suo sguardo timido ed inumidito dalle lacrime dietro i suoi riccioli. Un profondo sospiro gli liberò il petto dal peso di quel ricordo, le rispose con voce rotta dall'emozione.
- Ci legava...l'amore!- la guardò negli occhi sperando che il ricordo del loro amore riaffiorasse dal buio che le occupava la mente. Tra le lacrime Michael ripensò al suo sorriso dopo aver fatto l'amore, ai suoi baci, alle sue piccole mani che giocherellavano con i suoi riccioli, al suo viso sorridente appoggiato al suo petto ad ascoltare il suo cuore battere, il giocare con lei sui prati di Neverland, bella e luminosa sotto i raggi del sole. Tutti quei momenti erano chiusi da qualche parte e lui voleva solo riuscire a liberarli.
Ale si fece triste, fece scivolare via la mano dalla sua guancia, poteva non ricordare il più nobile dei sentimenti? Poteva non ricordare quella dolce creatura che era li desideroso di poterla amare come prima?
- Non ho nessun ricordo dell'amore!!! - pianse - non ho nessun ricordo della tua bocca...dei tuoi baci...delle tue mani..- tornò a guardarlo con occhi spaventati, delusi per aver dimenticato le emozioni più forti della sua vita, per sentirsi privata di quel brivido nell'anima a ripensare ai momenti più intensi che aveva vissuto. Le lacrime continuarono a scendere rapide sotto gli occhi impotenti di Michael.
- I ricordi del passato torneranno piccola...non aver paura...intanto ne puoi avere di nuovi...adesso ...-avvicinò le sue mani ad accarezzarle il viso, ad interrompere il corso delle sue lacrime, la amava come non mai in quel momento, tenera e spaurita tra le sue mani, l'istinto di proteggerla si fece più forte, avvicinò il suo viso a quello di lei, desideroso di ricordarle il loro amore. Si fermò vicinissimo alle sue labbra. Ale sentì il cuore scoppiargli nel petto, il respiro si fece corto.
- non so cos'è il brivido di un bacio...di un primo bacio...Non so più nulla dell'amore...
- Si che lo sai!!! piccola... non si ama con la mente..no...l'amore non è nella mente....l'amore è nel cuore...ascolta il tuo cuore...
Michael sentiva il suo respiro sulla pelle, un soffio dolce che lo implorava di azzerare le distanze, di darle quel brivido che tanto desiderava ricordare. Avvicinò dolcemente il suo viso a quello di lei che non oppose resistenza, si sentì emozionato nello sfiorare di nuovo le sue piccole labbra carnose. Per Ale fu il primo bacio che potesse ricordare, sentì i brividi percorrerle il corpo, a risalire dallo stomaco fino al centro del petto, assaporò ogni istante, ogni emozione del contatto così intimo con lui. Accumulò più ricordi possibili, come a voler riempire al più presto una mente vuota, fece suo il tepore della bocca di lui, delle sue lunghe dita affusolate che scivolavano sulle guance, delle sue labbra che si muovevano dolcemente a schiudersi, sentì il fresco sapore della sua bocca impadronirsi della sua, lasciò che fosse lui a guidarla, rispondendo, timida, ai movimenti delle sue labbra. Si sentì volteggiare come una soffice piuma nell'aria, fluttuante e leggera come una danza, trasportata dalla forza di quelle emozioni. Il respiro si fece sempre più corto sotto il crescere di quelle sensazioni e vibrazioni dell'anima nuove per lei. Il suo cuore palpitava rapido nel petto. Il suo cuore non aveva mai smesso di ricordare la bellezza di un suo bacio.

Il suono della macchina che monitorava i suoi battiti si fece più incalzante, l' emozione per quel bacio aveva alterato il ritmo del suo cuore. Michael si allontanò piano da lei, buttò un occhio all'apparecchio, pian piano il ritmo tornò regolare. Ale cercò di nuovo i suoi occhi, mentre le sue guance si fecero rosse, sorrisero timidi, come due adolescenti al primo bacio, lei si portò le dita sulle labbra come a toccare ancora quell'emozione appena vissuta, le sentì sensibili, calde, umide di lui.
- Tu sei il mio nuovo primo bacio.... - lui sorrise timidamente, distogliendo lo sguardo da lei nel sentirle pronunciare quelle parole -...sei il primo ricordo importante di questa nuova vita... - la voce di Ale si fece tremante, un velo di tristezza si posò sui suoi occhi - ...abbracciami per favore....ho paura!!! - pianse forte Ale, stretta al suo petto, i singhiozzi si fecero più intensi mentre le braccia di lui l'avvolgevano a proteggerla. Quanto avrebbe voluto Michael risparmiarle quel dolore e quello smarrimento che le attanagliava il petto. Cosa dire ad una persona che non sa più chi è? a qualcuno che non sa più nulla? Pensò che fosse la musica l'unico linguaggio da usare. O forse era, semplicemente, il modo in cui riusciva ad esprimersi meglio. La strinse a se accarezzandole i riccioli morbidi, piano nelle sue orecchie prese a cantarle la canzone che lui le aveva scritto, in ogni parola c'era la sua essenza, l'aveva scritta pensando al suo sorriso, ai suoi gesti divertenti ed impacciati, ai suoi occhi vispi che lo fissavano appena svegli ogni mattina, una canzone che racchiudeva l'amore che provava per lei. La sua voce dolce ed esile riempì la mente di Ale, smise di singhiozzare stretta a lui, lasciò che quella melodia la cullasse, si accoccolò come una bambina spaventata al suo petto e rimase ad ascoltare quelle parole, emozionandosi per la dolcezza di un amore che non sapeva essere il suo. Quel "I love you" sul finire, gli si impossessò della mente, pensò a quanto dovesse essere bello sentirsi dire una frase simile, si chiese se qualcuno in vita sua le avesse mai detto "ti amo", cercò di immaginare la sua reazione. Alzò piano lo sguardo verso gli occhi di Michael, rimase un attimo in silenzio ancora una volta rapita dalla sua presenza, era rassicurante averlo accanto, come se arrivasse a riempire i suoi spazi vuoti, come se la sua luce le facesse vedere attraverso il buio della sua mente.
- E' incredibile....hai una voce bellissima ...io...avevo l'impressione di sentir cantare un angelo ...questa canzone è così dolce...parla di un grande amore...perchè l'hai scelta per me?
Michael sorrise, un sorriso amaro e triste, non ricordava, nemmeno la musica era riuscita a farle tornare qualcosa in mente.
- Si...parla di un grande amore...del più grande che io abbia mai provato...parla del nostro amore Ale...io l'ho scritta per te!!
Ale strinse piano gli occhi, erano dolci e dolorose le sue parole. Era meravigliata e felice che quella canzone fosse la sua, ma al tempo stesso il dolore per non averne un ricordo le spezzava il cuore, pensò a quanto doveva essere felice nell'attimo in cui l'aveva sentita, ripensò a tutte quelle bellissime e preziosissime sensazioni che si erano smarrite, la testa cominciava a farle male di nuovo.
- Piccola cos'hai?
- Mi fa male la testa...io...devo smettere di cercare di ricordare...mi fa male!
- Devi riposare...non puoi pretendere di sforzarti così tanto!
- Non andare via ti prego....resta con me stanotte!
Quante volte l'aveva supplicata di restare a dormire da lei, per un istante rivide la sua Ale. Le sorrise facendo cenno di si con il capo. Ale gli fece spazio nel letto, lui si sdraiò accanto a lei prendendola tra le braccia.
- Ti conosco da poco più di un ora...e sei tutto per me!! sento la magia intorno quando ti avvicini...tu sei una creatura che non appartiene a questa terra...tu sei un angelo caduto in volo!! lo sento!!! sento la tua anima che emana luce! mi sento al sicuro quando sono tra le tue braccia!!! Non lasciarmi...angelo mio...non lasciarmi!
- Non lo farò mai...te lo prometto!!! - rimase a guardare i suoi occhi stanchi fare fatica a stare svegli - dormi tranquilla amore mio...io ti amo!! - le disse posandole un bacio sulla fronte.
Ale non rispose, lasciò che quelle parole occupassero tutto lo spazio vuoto della sua mente, era l'emozione più grande sentirsi amati, il suo ricordo più intenso. Si addormentò tenendosi stretta le sue nuove emozioni, i suoi nuovi ricordi. Il cuore aveva colmato quello che il cervello non ricordava.

Los Angeles

La quiete pareva essersi ristabilita nella notte frenetica di Los Angeles. In apparenza. Tante, forse troppe le domande senza risposta rimbalzavano da un lato all'altro della città, troppi gli stati d'animo in una notte apparentemente di nuovo tranquilla, ma che covava la brace ardente sotto la cenere. L'amore vero si ritrova sempre, ma il male continua a tessere i suoi fitti intrecci.
Joe si allontanò dal locale con Ola al suo fianco, guardandola con occhi compiaciuti. Un patto suggellato con la viscida unione dei corpi, lascivi e lussuriosi, squallidi come le loro anime perdute. Tutto ha un prezzo quando la posta in gioco è alta, ma chi dei due pagava il prezzo più alto? Un padre che tradiva suo figlio? che ne tramava alle spalle per tentare di rovinargli l'unica felicità vera nella sua esistenza? oppure lei, una donna segna dignità, senza rispetto per se stessa, pronta a vendere il suo corpo per arrivare al suo obiettivo? Come si riesce a dormire sereni quando il proprio io ha dato il peggio di se?
Ola scivolò via dal letto avvolta nel lenzuolo, lasciando Joe ronfare nella lussuosa stanza. Con passo felino sgattaiolò nel salotto della suite. Si sedette sul divano afferrò decisa la cornetta del telefono e fece quell'importante chiamata. Questa volta rispose la redazione del Daily Mirror.
- Avrei uno scoop per voi...fonti vicinissime a Michael Jackson dichiarano che si è sposato con la ragazza italiana con la quale si mormorava avesse una relazione...mi dispiace non posso rivelare la fonte, ma vi assicuro che è vicinissimo a Michael Jackson...non mi credete? la ragazza studia presso il Mount Sinai memorial hospital...cercatela li! - riattaccò. Le sue labbra rosso fuoco si aprirono in un sorriso, crudele, divertito, soddisfatto, era scesa a qualsiasi compromesso per lui e adesso era giunta l'ora di averlo.

Los Angeles

L'appartamento di Ale era ancora illuminato, un via vai di poliziotti trafficavano su per le scale esterne. Il tenente Cooper ispezionò centimetro per centimetro l'appartamento, scattò diverse foto, raccolse impronte e campioni di capelli. Quella maschera abbandonata li a terra lo lasciava pensare. Se Michael Jackson e sua moglie avevano tenuto tutti all'oscuro del loro matrimonio, perchè quel balordo avrebbe usato una maschera con il suo viso? semplice coincidenza? o qualcuno sapeva? qualcuno cercava vendetta? qualcuno vicino alla coppia? Le domande si intensificarono quando esaminando la porta d'ingresso si rese conto che non c'erano segni di scasso. Qualcuno aveva aperto con le chiavi? se si, come faceva ad averle? oppure era Ale ad aver aperto? era qualcuno di cui si fidava? o aveva lasciato la porta socchiusa? Centinaia di punti interrogativi, molti delle quali non avrebbero ottenuto risposta fino a quando Ale non fosse stata in grado di rispondere. Cooper rimase pensieroso, quella città diventava sempre più violenta senza un motivo apparente. La città degli angeli bruciava tra la violenza e l'indifferenza.

Los Angeles

La luce intermittente dell'insegna illumina la stanza di un blu elettrico, un colore freddo come lo stato d'animo che albergava in quelle quattro mura scolorite dal tempo, consumate dalle storie che ci erano passate dentro. Travis giaceva nudo sul letto, con lo sguardo fisso sulla parete di fronte. La sua pretty woman era andata via, lasciandolo solo con la sua coscienza. Le urla di Ale, supplichevoli di pietà non gli davano tregua. Tutti tornano a fare i conti con la propria coscienza prima o poi, ognuno è responsabile dei propri gesti. Poteva annebbiarsi il cervello con l'alcool quanto voleva, ma il pensiero di averla ammazzata tornava sempre più violento. Il cellulare prese a suonare. Guardò il nome sul display: "George"
"A quest'ora della notte? avranno trovato Ale...sono certo che mi chiama per questo...sanno di lei....e forse di me!? forse è morta! Non rispondo....ma questo non sapere mi sta logorando....devo sapere...lei è morta?"
Rispose.
- George tutto bene?- la sua voce cercava di nascondere l'inquietudine di quel momento.
- Travis per fortuna ti ho trovato!! devi rientrare in servizio il prima possibile...la signorina Ale è stata aggredita! - Travis sentì l'ansia braccargli il petto, non lo lasciò finire, voleva sapere.
- E' morta? - quel silenzio gli sembrò interminabile.
- No....ma ha perso la memoria.
Travis si sentì l'anima sollevata, non era morta e non ricordava nulla, era tutto perfetto, non potevano risalire a lui tramite la sua descrizione, ne lei tornare tra le braccia di Michael, era riuscito a separarli. Mentre George continuava a spiegargli Travis non lo ascoltava, era partito con la mente, sollevato dai suoi gesti da folle criminale.
- Oh dio! che orrore...ma chi può essere stato George?
- Per ora non si sa nulla!
- Tranquillo...arrivo in un attimo...non possiamo lasciare Ale senza protezione ora!
Bugiardo come l'essere umano, nessun altra creatura sa essere.

Los Angeles

Michael si svegliò alle prime luci dell'alba, lei dormiva ancora, stretta a lui, non l'aveva mollato un attimo e sentiva il braccio intorpidito sotto il suo dolce peso, ma non ebbe il coraggio di svegliarla, rimase a guardarla dormire profondamente, sperando che con il riaprire degli occhi tutto tornasse alla normalità. Ed invece un attimo dopo i suoi occhi verdi erano aperti a fissarli ancora spauriti, nel suo sguardo non vide ancora quella luce che solo la sua piccola aveva. Era ancora smarrita nel labirinto della sua mente.
- Buongiorno dolce creatura!!!
- Credi davvero io sia un angelo?
- Si!! lo penso sul serio...tutto è così magico quando fisso i tuoi occhi!
- Sono l'angelo dei tuoi ricordi...li conservo stretti nel mio cuore...
- Posso riaverli?
- Oh si...li riavrai...ma solo quelli belli...ho la possibilità di riempire la tua mente solo di ricordi belli...
- Puoi farlo?- sorrise divertita dal quel discorso fantasioso.
- Si che posso!!! a Neverland...oggi lasceremo l'ospedale...ti curerai a Neverland...avrai i migliori dottori a tua disposizione...ma non resteremo in questa stanza!
- Neverland? cos'è?
- E' la mia casa!
- Hai un nome così imponente per una casa??
- non è solo una casa...è il regno di Peter Pan!
- Chi è Peter Pan?
- Già dimenticavo...non ricordi nulla...vuoi che ti racconti una storia? allora...Seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino...- Michael iniziò a raccontarle la favola di Peter Pan interpretando tutti i personaggi, mimando i duelli con Capitan Uncino, ed i voli acrobatici di Peter Pan intorno al suo letto, Ale lo guardava divertita, sorrideva, per lui era musica sentire ancora la sua risata, anche se non era ancora lei, avere la possibilità di rivederla ridere era favoloso dopo il terrore di averla persa per sempre.
Furono interrotti da George.
- Mr. Jackson mi scusi...le agenzie di stampa hanno battuto questa notizia...gli aggiornamenti ANSA si susseguono e...l'ospedale è circondato da paparazzi...la security dell'ospedale ne ha bloccato qualcuno intrufolatosi nei reparti...credo che per il bene della signora Jackson...dovrebbe lasciare l'ospedale!- gli porse un foglio che Michael lesse disgustato.
- Ancora loro...maledizione...non mi lasceranno mai in pace!!! Come hanno fatto a saperlo? chi è stato a fare la spia? sapevo di non potermi fidare della mia famiglia!! Non la lascio...le ho promesso che non la lascio...lei viene con me!
- Ma..Mr. Jackson...non è prudente!!
- Se scoprono che è lei non le daranno pace...ed ora Ale non può affrontarli...devo restare con lei George...in questo momento tu lasceresti la donna che ami?
- Mai...signore!! chiamo Karen per i travestimenti!!
- Grazie George...ero certo che capissi!
- Michael che succede?- chiese Ale
- Niente...piccola..stai tranquilla!
Michael si affacciò dalla porta della stanza, quando scorse Chiara, Susy e Ross, che li aveva raggiunti alle prime luci dell'alba dopo che il tenente aveva finito con lui. Sonnecchiavano sfiniti dopo una notte insonne.
- Ehi!! ma siete ancora qui? Mi dispiace!
Susy saltò in piedi impacciata, Michael Jackson in persona le rivolgeva la parola.
- Mr. Jackson..io...come sta Ale?
- Chiamami Michael...Ale sta bene...ma non ricorda nulla purtroppo!!!
- Michael posso vederla? devo parlare con lei...sono distrutta al pensiero di averla fatta stare male con la mia boccaccia che non sta mai zitta!!! - Chiara era ancora scossa per come aveva reagito Ale alle sue parole.
- Chiara non adesso!! abbiamo un problema...i paparazzi sanno di noi e sanno che Ale studia qui ed hanno assediato l'ospedale! Devo portarla via...a Neverland...li sarà al sicuro!! - Mike buttò un occhio su Ross - puoi darci una mano?...sei perfetto...ha la mia altezza e la corporatura è simile...questa è la mia idea per fuggire di qua! - Spiegò a grandi linee come avrebbero lasciato lo stabile, poi cercò il dottor Derek che lo ricevette nel suo studio.
- mmmh!!! sono un pò perplesso per quello che mi chiede Mr. Jackson...portarla via oggi!!! la signora ha un trauma cranico importante con perdita della memoria!!
- Lo so dottore ma ...qui non è al sicuro....a Neverland avrebbe modo di stare tranquilla...e avrebbe lo stesso tutte le cure che le occorrono...ospito spesso bambini malati...abbiamo un infermeria attrezzata...e lei potrà seguirla...la manderò a prendere in elicottero... in più le metterò a disposizione dei dottori 24 ore al giorno...farò tutto quello che mi chiede ma...devo portarla via...ora!!
Il dottore rimase in silenzio, scrutando la cartella clinica di Ale, il suo viso era serio ed attento, sfogliò con attenzione ogni pagina, ricontrollando più volte ogni singolo dato. Michael aspettava in silenzio, impaziente, picchiettando nervosamente le dita sulle ginocchia, i suoi mocassini si muovevano ansiosi, pronti a scattare ad un suo via. D'un tratto la voce del dottore bloccò i suoi movimenti nervosi, rimase immobile, attento ad ogni sua parola.
- Il quadro generale è buono, i parametri sono normali...mi preoccupa quell'ematoma...ma posso controllare la velocità con cui regredisce una volta a settimana...credo che...in fondo la sua idea non sia del tutto sbagliata...stare in un ambiente familiare potrebbe aiutarla a recuperare in fretta!!
- Oh grazie dottore...io...non so come ringraziarla... - Michael si alzò rapido dalla sedia, avvicinandosi a stringergli la mano, poi si avviò veloce verso la porta.
- Aspetti....non abbia fretta!!! la paziente non dovrà fare sforzi, ne attività pericolose, assoluto riposo...avrà forti dolori di testa e vertigini...le prescriverò dei farmaci e...mi tenga al corrente!
- Non si preoccupi...seguirò le istruzioni alla lettera! - abbassò la maniglia della porta e lasciò lo studio del dottore. Nel lungo corridoio si trovò di fronte Travis.
- Mr. Jackson...io...sono davvero dispiaciuto per quello che è successo alla signorina Alessandra!!! - lo guardò dritto negli occhi, senza lasciar trapelare la benchè minima emozione, senza nessun rimorso di coscienza, gelido e spietato come il vento artico.
- Travis...sono felice tu sia rientrato in servizio prima...non so come ringraziarti per la tua devozione verso me ed Ale...ci sono stati dei disguidi...ma...ora abbiamo bisogno di stringerci tutti intorno a lei...proteggerla... grazie Travis per essere qui!- nemmeno quelle parole di ringraziamento scalfirono la sua coscienza, nessun senso di rimorso lo pervase, continuò ad interpretare il suo ruolo di fidato bodyguard davanti ad un ignaro Michael, ignaro che fosse lui la causa di quel dramma.
- Non deve ringraziarmi...farei di tutto per proteggere lei e la signorina Alessandra.
Mentire, una volta fatto lo si fa per sempre, entra nel sangue e non si più farne a meno, diventa una componente del proprio essere. Chi è bugiardo lo è per sempre.
Karen arrivò in ospedale in tempi brevi. Aprì la sua valigetta ed iniziò il make up su Michael.
- Karen non saprei come togliermi da certe situazioni se non avessi te!
- Sono felice di esserti d'aiuto anche se ...mi dispiace che non ti diano mai pace!
- In questo periodo in particolare...c'è qualcuno che continua a spifferare cose private alla stampa...e loro cercano lo scoop!! non vorrei...ma...temo di aver capito chi possa essere...e questa cosa mi spezza il cuore!!! - rimase in silenzio mentre Karen concludeva il suo lavoro per invecchiarlo, la sua mente continuava a pensare a lei, Janet. Poteva essere lei a tradirlo? a darlo in pasto alla stampa? tutte le sue riflessioni portavano a lei, si sentì un uomo solo, tradito da uno dei pochi affetti che riteneva importanti in vita sua.

- Non capisco Michael...perchè tutto questo per lasciare un ospedale? - gli chise Ale incredula su tutto quel movimento che girava intorno a loro.
- Perchè...non sono..e non sarò mai un uomo libero ...piccola!!! ma non avere paura...andrà tutto bene! - Ale sorrise, lo trovava buffo travestito da vecchietto.
- Nonostante tutto quel trucco...i tuoi occhi sono bellissimi...li riconoscerei fra mille!

La macchina organizzativa della security si mosse rapida. Susy e Chiara munite di auricolari, nascoste dai capelli, scesero nei pressi dell'ingresso più affollato di paparazzi dell'ospedale. Ross travestito da Michael Jackson, con tanto di Rayban e mascherina, scortato da George e dal resto della security si apprestava ad uscire in braccio ai fotografi.
- Ok ragazze..qui siamo pronti! - disse George parlando alla trasmittente -al mio via...proseguite!

Susy e Chiara in strada erano pronte, avrebbero attirato l'attenzione dei fotografi su Ross, lasciando campo libero a Michael di lasciare l'ospedale con Ale. Il via di George arrivò deciso nelle loro orecchie. Chiara sentiva il cuore palpitargli nel petto, sperava che tutto andasse liscio e che l'identità di Ale rimanesse ancora segreta. Capì in quell'istante quanto potesse essere stressante la vita di una star, accerchiato e spiato costantemente. Si mossero svelte tra la folla. Fu Susy ad iniziare ad urlare.
- Oh mio Diooo!!! presto di qua...c'è Michael Jackson!! Miiiichaeeellll!!!! - agitava le braccia come una forsennata, presto l'attenzione dei fotografi era tutta su di lei. Chiara rimase stupita, lei, toscanaccia dalla verve effervescente aveva trovato qualcuna di peggio. Si unì alle sue urla.
- Miiiiichaaaeelll I loe youuuu!!! Miiiiichaaeell!!!
I fotografi si spostarono di corsa sull'ingresso principali, spiazzati al pensiero che Michael Jackson avesse scelto un ingresso principale per farsi vedere nell'ospedale dove studiava la sua presunta moglie. Molti sperarono di vederlo mano nella mano con lei, di riuscire finalmente a dare un volto a questa fantomatica donna.
Ross apparve ai loro flash, disinvolto, nascosto dietro i corpi enormi delle bodyguard, lo trovò divertente calarsi nei panni di una star per una volta. Con tutto quel trambusto Michael ed Ale ebbero campo libero, si infilarono svelti nella macchina con Travis. Senza esitare partirono per Neverland.

Neverland

Giunsero tra le mura sicure del ranch a sera. Ale continuava a guardarsi intorno incredula su quel posto, meravigliosamente magico, incuriosita da ogni particolare, rise nel vedere l'albero di Natale addobbato nel salotto.
- Hai avuto la stessa reazione della prima volta!!! incredibile!!
- Già!! anche se speravo vedere questo posto mi ricordasse qualcosa!
- Ehi!!! tempo al tempo..il dottore dice che ritroverai la tua memoria...ma ci vuole tempo... intanto noi la riempiamo di emozioni e ricordi nuovi...ma solo quelli belli!- era così dolce e affettuoso con lei, riusciva a farle tornare il sorriso sempre.
- Continuo ad essere convinta che tu non sia ti questo mondo...il mio angelo!
- Voglio esserlo per sempre! - Si avvicinò a stringerla tra le braccia per rincuorarla - ...il tempo di togliermi questo travestimento e sarò da te! Intanto riposati!- la lasciò sola.
Ale continuò a guardarsi intorno, ad osservare ogni oggetto, fu attirata dalle foto sul piano forte, una in particolare. Loro due che si guardavano intensamente negli occhi, non ricordava di averla scattata. Lui aveva gli stessi occhi con cui la guardava adesso, si chiese se anche il suo sguardo fosse lo stesso, provava per lui le stesse cose che provava la vecchia Ale con la sua memoria? Sentiva dell'affetto per lui, sentiva crescere qualcosa dentro se, amava stargli accanto. Era quello l'amore? si domandò.
Si sedette sul divano accendendo la tv, fece scorrere i canali, fino a quando una scena d'amore di un vecchio film in bianco e nero attirò la sua attenzione. Le mani del protagonista scivolavano sulla nuda e bianca pelle della schiena di lei, rimase rapita da quelle immagini, pudiche ma sensuali. Fare l'amore. Un brivido la pervase, poi i suoi occhi si fecero di nuovo tristi, il pensiero di aver dimenticato anche questo la gettavano nello sconforto. La sua mente era priva di ogni brivido della vita. Riaffiorò lentamente quell'unico bacio che Michael le aveva dato in ospedale, l'unica emozione forte che ricordasse. Michael tornò da lei in quel frangente.
- Tutto ok piccola?
- Si- rispose con aria abbattuta.
- Che ti succede...ti senti male?
- No..no...stai tranquillo è..tutto ok! è che...guardavo quel film.. - Michael buttò un occhio sul televisore, i due protagonisti si baciavano avvolti tra le lenzuola, tornò a guardare lei con aria malinconica, le prese la mano cercando di incoraggiarla a parlare.
- A cosa pensi piccola?
- Com'è fare l'amore?- i suoi occhi verdi tremavano sotto il suo sguardo.
-Eh...è un emozione unica...il completo donarsi all'altro...coinvolge tutti i sensi...il corpo è tutto un brivido...è il gesto più intimo e profondo tra due che si amano!
- Noi due...facevamo l'amore?
Michael abbassò il capo intimidito, le sue guance diventarono rosse, cercò di nasconderlo dietro i riccioli lunghi.
- Si!
- Ed era bello... Michael?
Annuì dolorosamente con il capo, ripensare a quei momenti felici, bruscamente interrotti, gli facevano male. Ale si avvicinò a lui in cerca di un contatto.
- Non ricordo nemmeno la bellezza del brivido più intenso...sono completamente svuotata dalle emozioni...- una lacrima scivolò via dai suoi occhi.- fa l'amore con me Michael...ti prego, regalami questo brivido...come fosse una prima volta!
Il respiro di Michael si fece corto, cercò di sottrarsi a lei, ai suoi occhi.
- No...Ale...io...
- Ti prego... hai detto che vuoi riempire la mia mente di ricordi belli...e non c'è niente di più bello dell'amore- si avvicinò ancor di più al suo viso, fino a baciare le sue labbra, la sua bocca calda sulla sua, sentì di nuovo quel brivido salire. Michael rimase fermo, cercando di resistere, ma l'amava così tanto che finì per rispondere ai suoi baci.
- Fai l'amore con me Michael....

....continua

It's all for love L.O.V.E
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Città: LANCIANO
Età: 48
Sesso: Femminile
05/11/2014 12:17

Capitolo 34

Il cervello, la parte più profonda, più complessa e misteriosa dell'essere umano, li si annidano le esperienze, i sogni, l'istinto, l'intelligenza, sentimentalismo e razionalità racchiusi nei meandri impenetrabili della mente di un uomo. L'essenza stessa dell'essere umano gestito totalmente da quest'unico organo. E cosa accade quando una parte ne viene bloccata? cosa resta di tutto quello che contiene e che formano la personalità di un individuo?
Lei aveva fatto dei ricordi e delle emozioni il perno fondamentale della sua vita, si aggrappava ad essi disperatamente da quando i suoi non c'erano più e chiudere gli occhi e lasciarsi andare ai ricordi era l'unico modo per non sentirsi sola al mondo, per sentirli ancora vicini, sentirsi ancora amata. Cos'è un uomo senza il suo passato? senza la forza e la sostanza che l'esperienza sa dare? è come nascere di nuovo ma da adulti con una mente senza punti di riferimento, imparare nuovamente a gestire le proprie emozioni, riscoprire la propria indole in un attimo, senza la possibilità di accumulare informazioni gradualmente, come avviene nel corso di una vita, tutto ed in fretta, l'urgenza di ritrovarsi in qualche sensazione, in qualche gesto. Quanto sa essere pesante un cielo grigio e denso di nuvole quando non se ne ricorda il suo naturale azzurro intenso? E se fosse lui l'unico raggio di sole capace di oltrepassare quella coltre spessa che le bloccava la memoria? Lei sperava di ritrovarsi nelle sue mani, nei suoi occhi, nel suo cuore.
Si sentì come camminare sulla sabbia del deserto, guardando indietro non vide le sue orme, i segni del suo cammino. Andare avanti, ma dove? Se non si riesce a ricordare più da che parte si viene e dove si sta andando? La sete di emozioni, di sapere, di ricostruirsi la divorava, persa nel deserto della sua mente. Lasciarsi andare alla disperata ricerca di sensazioni ed emozioni perdute, spinta dall'affannoso bisogno di compensare in poche ore quello che si era accumulato in una vita e perduto in un istante. Recuperare se stessi in quei gesti una volta familiari, tra quelle grandi mani maschili che la stringevano e accarezzavano, che si muovevano sicure sul suo corpo, che sapevano dove toccare per arrivare a darle piacere, punti del suo corpo a lei sconosciuti percorsi da dita esperte che ne conoscevano bene i segreti. Ale si chiese quante volte quelle mani l'avessero toccata in modo così intenso ed intimo, si chiese quali fossero le sue reazioni e quelle del suo corpo che ora sentiva in preda ai brividi. Sentì le sue dita aprirle la camicetta e lasciare scoperti i suoi seni ansimanti davanti agli occhi malinconici di lui. Provò imbarazzo, quello tipico di una prima volta, per lei era come se lo fosse, la prima volta che ricordava le labbra vellutate di un uomo scivolarle sulla pelle morbida e fermarsi sui suoi seni, si sentì mancare dall'intensità di quel momento, di quelle labbra che sapevano come muoversi a baciare e stuzzicare i suoi seni tremanti. In quell'istante il cervello era semplicemente il contenitore delle emozioni, il corpo sotto scacco dai brividi era guidato da un cuore palpitante, era il cuore a comandare.

Michael continuava a baciare i suoi seni, sodi, morbidi, a sentirne il tepore sul viso, sulle labbra, respirava il profumo caldo e dolce della fragranza sulla sua pelle, desiderava amarla, farla sua come un tempo non poi tanto lontano, ma da sembrargli passato un secolo. Desiderava fondere il suo corpo a quello di lei, donarle tutte le emozioni che desiderava, donarle il suo corpo ed i suoi ricordi. Poi le mani di lei si mossero insicure sul suo torace, un tocco che il corpo di Michael non riconosceva, gli sembrò quasi non fosse la sua piccola Ale a toccarlo. Si ritrasse di colpo, restando a guardare quegli occhi verdi spaesati. Lasciò che la ragione vincesse sul cuore. Avvicinò le sue dita alle sue labbra, a sfiorarle appena, come a lasciarle andare, a lottare con tutte le sue forze per non cedere al desiderio di lei e del suo corpo.
Amore o bisogno di colmare in qualche modo quello che aveva perso?
Questo dubbio si insinuò nella mente di lui.
- Michael...fa l'amore con me! - Ale si avvicinò di nuovo a baciare le sue labbra, per un istante lui glielo lasciò fare, per poi interromperla bruscamente quando sentì il desiderio salire di nuovo.
- No Ale...amore mio fermati!
Lei si allontanò a guardarlo in viso con aria delusa.
- Perchè?
- Non è così l'amore...io...non posso farlo!
- Cosa c'è che non va? desidero ricordare un qualcosa che mi è appartenuto! - i suoi occhi tremavano mentre le lacrime le appannavano lo sguardo.
- Ma io non voglio essere un urgente accumulo di ricordi...non voglio essere qualcosa che devi avere perchè sai che ti è appartenuto...io voglio l'amore Ale...voglio vedere l'amore nei tuoi occhi mentre i nostri corpi si fondono e non un tentativo di ricreare un emozione...l'emozione lo devi sentire nel cuore prima che diventi un ricordo nella tua mente! non è così... non si ama per avere un emozione...si ha un emozione perchè si ama!
Ale si allontanò rapidamente da lui, stringendo al petto la camicetta aperta, a coprire il suo seno nudo, si sentiva una stupida, mezza svestita davanti a lui che la rifiutava.
- Ho ascoltato..il cuore...come mi hai detto di fare...lui mi ha portato a te...ho ascoltato il mio stramaledetto cuore...la mia mente non lo ricorda...ma lui si..il mio cuore ti ama...non ha mai smesso di farlo...e ti ha riconosciuto subito...palpita ogni volta che mi sei vicino...ho ascoltato questo fottuto cuore...e allora perchè fa così male?- si colpì violentemente le mani sul petto, dal lato del cuore, mentre le lacrime rigavano le sue guance pallide - ...sei tu che non ami questa nuova me... cos'ha di speciale la Ale che ho smarrito? perchè continui ad amare lei e non me?- urlava con tutto il fiato in gola, le lacrime scendevano copiose, il dolore per quel rifiuto era lancinante, il suo primo ricordo doloroso le spezzava un cuore desideroso di tornare felice accanto a lui.
Ascoltare il cuore delle volte fa male, perchè lo si segue senza riserve, senza barriere, nessuna rete di salvataggio, lo si espone ai colpi mortali senza difese e lo si ritrova inevitabilmente a pezzi. Perchè l'uomo espone la parte più vulnerabile di se quando si ha che fare con i sentimenti?
Quel senso di smarrimento era forte più che mai in quel momento, l'unica via per ritrovarsi le era stata sbarrata, dove cercarsi ora? La risposta continuava ad essere nei suoi occhi, ma lei non voleva guardarli, troppo doloroso in quel momento. Corse via da lui, lontano da quel dolore che saliva sempre più forte dal cuore, fino a riempirle la mente.
- Ale...ti prego..non fare così....è pericoloso..devi stare calma! - cercò di bloccarla inseguendola per il corridoio. Ale avvertì le gambe cederle, la testa le girava, mentre una fitta netta ed intensa al centro del cervello le spezzarono il respiro già corto, vacillò vistosamente, cercando di tenersi al muro, ma furono le forti braccia di Michael a sorreggerla.
- Lasciami stare....voglio stare sola!! - riuscì ad urlargli con le ultime forze.
- No...non ti lascio...voglio che tu lo senta adesso più che mai il mio amore!
- No..tu non ami questa nuova me...tu ami quella persa per sempre....lasciami stare...lasciami!- cercava di divincolarsi battendo i pugni sul suo petto, sentendo pian piano le forze venirle meno, quella lotta stava per cessare in un pianto fitto, doloroso. La testa le martellava, si lasciò vincere, sfinita. Lui la prese in braccio portandola verso la camera da letto, lei si strinse al suo petto piangendo, con mille domande a risuonarle nella mente.
Era così premuroso, così rassicurante stare tra le sue braccia, eppure l'aveva allontanata nel momento in cui stavano per fare l'amore, perchè? Cosa l'aveva spinto ad allontanarla? dove aveva sbagliato? se avesse perso lui per sempre, cosa ne sarebbe stato di lei?
Respirò il suo profumo intensamente, come se fosse l'ultima volta, si stavano allontanando, entrambi smarriti in quella situazione che li metteva a dura prova.
Le sue braccia la adagiarono piano sul letto, una timida carezza sulla schiena, ma lei non rispose, l'orgoglio di donna ferita era vivo più che mai in lei. Continuò a singhiozzare non curante di lui ancora li terribilmente dispiaciuto.
- Ale ...piccola non ti fa bene piangere...io...
- Avevi promesso che mi avresti dato ricordi felici....avevi promesso!!
- Si tesoro...e manterrò quella promessa...se tu me ne darai la possibilità...lascia che...
- No..la possibilità l'hai avuta poco fa...
- Ma Ale...cerca di capire...devi fare chiarezza in te...è un qualcosa di troppo grande l'amore per trattarlo superficialmente! Guarda nel tuo cuore...provi amore per me? ne devi essere convinta...temo tu sia abbagliata da me...mi vedi come l'unico scoglio alla quale aggrapparti...perchè ti senti sperduta in questa tempesta! non è così...io ti starei accanto anche se scoprissi di non amarmi!! riflettici Ale...ti sto dando la libertà di capire... non voglio tenerti legata a me se non provi amore!
- Lasciami sola...per favore! - non si voltò neanche a guardarlo, i suoi occhi le avrebbero fatto male, li sentiva tristi e dispiaciuti, che stava per piangere lo capiva dal tono della sua voce.
- Starò lontano da te... se è questo che vuoi... perchè ti amo così tanto che... non mi importa di soffrire nello starti lontano...l'importante è che tu sia serena!! L'amore è come una saponetta...se la stringi troppo ti scappa via dalle mani...non devo tenerti legato a me...se devi andare per ritrovare te stessa vai, pensaci Ale...tutto il tempo che vuoi...io sarò qui ad aspettarti!- non riuscì più a trattenere il pianto, uscì dalla stanza, restando appoggiato con le spalle alla porta.
Aveva paura e si sentiva smarrito quanto lei, trovarsi davanti alla persona che amava più della sua vita e vedere che non ricordava nulla della loro storia, che scambiava l'amore nel disperato bisogno di avere qualcuno vicino, non era facile, sentì un dolore sordo al centro del petto, il timore di perdere l'unico vero amore della sua vita lo caricava d'ansia, rimase a rifletterci su a lungo, seduto per terra lungo il corridoio, davanti a quella porta chiusa, a vegliarla da lontano come un angelo custode, in silenzio, in modo discreto, senza che lei se ne accorgesse. Ma lui era li per lei e ci sarebbe stato sempre.

Fu svegliato al mattino dal rumore dei passi della domestica, si alzò a fatica dal pavimento, le ossa erano indolenzite da quel sonno scomodo ed inquieto. Aprì piano la porta della sua camera, lei dormiva. Le si avvicinò cercando di non far rumore, rimase ad osservarla per un pò, forse per quel giorno sarebbe stato l'unico momento per averla accanto.
"Dove sei amore mio? ho così bisogno di te da sentirmi male... ero felice di averti nella mia vita...il mio dolce sorriso di musica...mi facevi sentire un uomo normale... e ti ho perso nel più assurdo dei modi...sperduta dentro te stessa, bloccata da un granello nella tua mente! tornerai da me...piccola? tornerai a far risplendere i miei giorni?"
Lei si mosse piano, nel suo sonno profondo, sotto il dolce sguardo bagnato di lacrime di lui. Michael scivolò via dalla stanza poco prima che i suoi occhi verdi tornassero vigili.

Chiara si alzò di buonora quella mattina, trovò Michael a sorseggiare il suo succo d'arancia nella sala da pranzo, con lo sguardo fisso alla finestra, a perdere lo sguardo tra i getti d'acqua del suo laghetto, i suoi occhi erano tristi, rossi, si capiva che aveva pianto. Provò tenerezza per lui, quell'aria smarrita e affranta lo rendevano così vulnerabile, tanto lontano dalla star che Chiara ammirava da sempre, ma decisamente più umana, più vera.
- Buongiorno Michael!
La sua voce lo distolse dai suoi innumerevoli pensieri.
- Oh Chiara! sei qui? siete arrivati tardi ieri sera da Los Angeles?
- Beh! si abbiamo fatto fatica a liberarci di tutti quei paparazzi alle costole...ma a quanto pare ci siamo riusciti! Ale come sta?
- Sta bene...- abbassò lo sguardo verso il bicchiere che teneva tra le mani, perdendo lo sguardo in quel liquido color arancio, provava a nascondere il suo dolore, temeva che Chiara gli leggesse negli occhi la paura e lo smarrimento di quell'istante.
- Che succede Michael? Sento che c'è qualcosa che ti turba!
- Come faccio a non essere turbato? hai visto in che situazione siamo?
- Lo so! ma il dottore dice che è questione di giorni...tornerà come prima!
- No Chiara...non sarà mai come prima...delle volte penso sia meglio non riacquisti la memoria..ricorderebbe quella sera, ricorderebbe la paura e la violenza di chi l'ha aggredita! Credo che la mente ad un certo punto intervenga da sola...come un salva vita...arriva a mettere un blocco per impedirci di ricordare qualcosa di talmente brutto che ci turberebbe troppo...un filtro per proteggerci dal dolore!!
- Credi sia possibile?
- Si...la mente umana è così affascinante e complessa...Ale ricorda alcune cose e ne dimentica altre...la sua sfera emotiva è totalmente bloccata..è spaventata da tutto questo..non sa più chi è e dove cercarsi...abbiamo avuto una discussione ieri sera...e credo che per un pò sia meglio per lei se le sto lontano!
- Ma che dici Michael? lei ha bisogno di te!
- Ed io di lei...ma temo che la paura le stia facendo vedere cose sbagliate..
- Non è vero lei ti ama...anche senza memoria...tra tutti noi ha scelto subito te da tenere al suo fianco!
- Lo so...ma...pensaci Chiara...ha scelto me perchè ha bisogno di qualcuno vicino...ha paura, le si legge negli occhi che è terrorizzata...ha scelto me perchè ne ha bisogno e non per amore... ma come può amarmi se non ricorda nulla di me...se è come se mi avesse visto l'altra notte in ospedale per la prima volta! Le sto dando il tempo di fare chiarezza nella sua mente, nel suo cuore, di ritrovarsi e capire...non è riempiendo affannosamente la mente di nuove emozioni che riuscirà a ricordare le vecchie...si accanisce alla ricerca di sensazioni che quasi sembrano forzate...nulla di naturale e vero...deve darsi del tempo! Non voglio abbia fretta di capire cosa prova per me adesso, io voglio che mi ami, non può fingere che tutto sia come prima, deve schiarirsi le idee e non fare una scelta solo perchè sente di non avere alternative. E' libera di andare se lo desidera...ma se sceglie me...voglio che sia per amore!! so che non deve essere facile per lei ma...credimi non lo è neanche per me!
-Hai ragione Michael...Spero tanto che le sedute con la psicologa le siano d'aiuto...stare separati per un pò forse chiarirà la mente ad entrambi...ma non lasciare Neverland ti prego...qui è grande abbastanza riuscirete a stare lontani anche stando sotto lo stesso tetto.
- Vedremo Chiara! - tornò ad immergersi nei suoi pensieri.

Chiara bussò alla porta della camera e sentì appena la voce di lei risponderle.
- Ciao Ale...posso entrare?
- Oh ciao...non pensavo fossi tu!
- Aspettavi Michael?
- No..assolutamente no!- da quella risposta secca Chiara capì che ce l'aveva ancora con lui, non le chiese nulla in merito, decise di andarci piano, di riconquistare la sua fiducia - comunque sono felice sia tu...desideravo parlarti e chiederti scusa per la mia reazione in ospedale!
- No, non scusarti...colpa mia e della mia boccaccia!!!
- Erano troppe informazioni tutte insieme e mi sentivo la testa scoppiare nel tentativo di tirarci fuori qualche ricordo!
- Tranquilla non è successo niente! capisco che deve essere orribile non ricordare!
- Lo è! delle volte mi sento svuotata...come se fossi in un corpo che non è più il mio...è difficile spiegare! Non è come fare pulizie nell'hard disc del computer, dove puoi scegliere cosa cestinare o tenere, io non so cosa ho buttato via!!! e se avessi voluto dimenticare la mia vita passata perchè piena solo di brutti ricordi? potrebbe essere una seconda opportunità questa? Delle volte mi assale la paura che tutto resti così per sempre, così confusa e smarrita...da non sapere che fare e dove andare!!!
- Non pensarlo nemmeno...il dottore dice che riavrai i tuoi ricordi...e credimi...ce ne sono alcuni che non vorresti dimenticare mai!! ma adesso basta pensarci...devi fare colazione e andare dalla psicologa che ti aspetta!
- Dici che sarà utile parlare con lei?
- Credo di si...può aiutarti almeno a vivere con minor stress questo momento, dai che fai tardi...sei sempre la solita!!!
- Ero ritardataria anche prima?- rise divertita
- Maremma maiala se lo eri!!

Michael se ne stava seduto sul suo albero, l'unico rifugio capace di dare sollievo al suo cuore in pena, accarezzava delicatamente una foglia, sentendola fresca e liscia sotto le sue dita, mentre i suoi pensieri vagavano alla ricerca di una soluzione che potesse placare gli animi turbati. La sentì ridere uscendo di casa assieme a Chiara, la sua risata giunse a lui gioiosa e triste al tempo stesso, era felice di vederla ridere, ma devastato dal dolore perchè quella risata non la condivideva con lui, la seguì con lo sguardo nascosto tra i rami. Osservò attentamente la sua figura muoversi aggraziata come sempre, i suoi lunghi capelli brillare sotto il sole, tutto poteva sembrare come al solito, ma non il suo sguardo, quello era ancora spaesato. Rimase a fissarla mentre si allontanava verso l'infermeria per un breve controllo medico e per la seduta con la psicologa, la vide allontanarsi sempre più da lui e dal suo cuore fino a quando non sparì coperta dagli alberi che costeggiavano il vialetto. Tornò a guardare il lago e perdersi nei suoi pensieri, stretto alla corteccia del suo unico amico.
"Vorrei aver perso io la memoria....vorrei dimenticare e non ricordare più quanto è dolorosa la mia vita...di quanto mi sforzi a trovare la felicità e vederla sfuggire via ogni volta...sono stanco del dolore della mia anima...del non essere un uomo libero... voglio dimenticare tutto...azzerare ogni ricordo...ma poi dimenticherei anche Ale e allora...preferisco continuare a soffrire pur di tenere con me il suo ricordo! è proprio vero il detto "più si soffre...più si ama!!" ma se l'amore è così bello...perchè sa fare così male? Oh amico mio...come ci riesci ad uscire indenne dalle tempeste che si abbattono sulla tua corteccia, sulle tue tenere foglie? come posso nutrirmi della tua saggezza e farla mia? insegnami a non piegarmi alla furia di questa tempesta che sento che mi devasta! Vorrei che la paura smettesse di scorrere nel mio sangue...vorrei tornare a sorridere assieme a lei!! veglia su di me spirito del creato...fa che l'energia della madre terra mia dia la forza e la saggezza di cui ho bisogno!"


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"Torna da me piccola mia!"

Ale aspettava impaziente, seduta su di una poltroncina, l'arrivo della dottoressa, intanto continuava a guardarsi intorno. Le pareti erano piene di disegni di cartoni animati Disney, altri invece erano disegni fatti dai bambini, una serie di manine colorate riempivano un lato del muro, Ale pensò a quanti bambini malati fossero passati di li, in cerca di un briciolo di serenità, pensò a Michael e a quando le aveva raccontato della sua esperienza con i bambini, si commosse nel ripensare alle sue parole così emozionate e piene di passione. Il ricordo di lui le fece male al cuore, cercò di allontanarlo dalla mente il più velocemente possibile. Le venne in aiuto l'ingresso della dottoressa, una signora sulla sessantina, con un viso ben curato, rassicurante e con un sorriso contagioso. Ale fu felice del suo aspetto, si sentiva a suo agio a parlare con lei, come raccontarsi ad una cara zia, o forse era semplicemente il suo bisogno che qualcuno l'aiutasse a fare chiarezza nella sua mente il motivo per cui si era subito sforzata di sentirsi a suo agio.
- Alessandra...io sono la dottoressa Patricia Green..puoi darmi del tu, voglio che tu ti senta a tuo agio con me...come una chiacchierata tra amiche. Ho letto la tua cartella clinica e.. capisco che non deve essere facile trovarsi nella tua situazione, la paura e lo smarrimento la fanno da padrona!
- Si dottoressa...è frustrante non riuscire a ricordare cose che mi dicono erano fondamentali per me!
- A cosa ti riferisci in particolare?
Ale esitò un istante, non voleva tirar fuori quell'argomento alla prima seduta, ma si sa la lingua batte dove il dente duole, e lui era il suo punto più doloroso.
- Mi riferisco a Michael...è frustrante per me! Credo che non ami questa nuova me!!
- Beh! trai le tue conclusioni troppo in fretta...credo che lui sia spaventato quanto te!
- Ma non è lui ad aver perso i ricordi!
- Appunto...lui ricorda, sa tutto, ha perso quello che aveva...è doloroso anche per lui vivere questa situazione!
Ale rimase pensierosa, non le aveva nemmeno sfiorato il pensiero che Michael stesse soffrendo quando se non più di lei. A differenza sua, lui ricordava perfettamente la felicità che aveva perso. Per un attimo si sentì in colpa per la sera prima, per quanto era stata egoista.
- Allora Ale...voglio che annoti su questo block notes tutto quello che ti viene in mente, i tuoi pensieri, i gesti che fai involontariamente e che ti colpiscono in modo particolare, schizzi, poesie...tutto quello che ti salta in testa...lavoreremo su questo nei prossimi giorni.
Ale prese il block notes tra le mani e sulla prima pagina annotò il suo primo pensiero: "Michael!"

Quando lo sconforto prende l'anima completamente, la cattura in vortice oscuro, come ci riesce ad uscirne indenni? oppure il rimedio alla sofferenza ha il suo prezzo da pagare? Michael in assenza di Ale era entrato nella sua stanza armadio, trafficando nel suo ripostiglio segreto. Le care e fidate amiche di una vita di sofferenze, era sempre li pronte all'uso, pronte a rimediare ai danni del dolore. Ne ingoiò qualcuna con non curanza, ormai era un abitudine così radicata che non sentiva nemmeno più il senso di colpa per averle prese. Si sentiva giustificato. "il cuore e l'anima fanno troppo male...ho bisogno di loro".
Se ne stette rintanato in una delle stanze del cottege per giorni, ad imbottirsi di farmaci fino a stordirsi completamente, a prenderne costantemente non appena sentiva il peso di quella situazione. La notte si intrufolava in camera sua a guardarla riposare, se ne stava accanto a lei, cercando disperatamente di colmare in qualche modo la sua assenza nella sua vita. Nei brevi momenti di lucidità tornava a scrutarla di nascosto, ad osservarla passeggiare con il suo block notes sulla quale continuava a scrivere, strappare fogli e scrivere ancora. Cosa contenevano quelle pagine? si chiese Michael, avrebbe dato tutto per leggere i suoi pensieri in quell'istante. La voce grossa di George spezzarono i suoi pensieri.
- Mr. Jackson...mi sento in dovere di intervenire...non può continuare così! sono giorni che vive rinchiuso qui dentro e immagino la quantità di farmaci che sta ingurgitando! sono preoccupato per lei...e per la signora Ale!! il suo sorriso si è spento...torni da lei... non fa bene a nessuno questa separazione!
- George...non è così semplice...forse è meglio che mi allontani da Neverland!!
- Vuole partire signore?
- Si...lontano...a Londra! mi farà bene cambiare ambiente per un pò!
- E la signora Ale?
- Lei starà meglio senza di me! - distolse il suo sguardo spento da George e tornò a fissare Ale seduta vicino alla piscina intenta a scarabocchiare il suo block notes.

Gli animi di tutti si facevano sempre più inquieti con il passare dei giorni. Tranne quello di Travis. Passati i primi giorni di panico per il timore di essere scoperto, ora si sentiva al sicuro, le indagini non avevano ancora rivelato niente, lui era incensurato e difficilmente il suo DNA sarebbe saltato fuori dal data base, aveva un alibi di ferro, l'albergo e la prostituta erano prove per non far cadere i sospetti su di lui, li avrebbe tirati fuori se fossero stati necessari. In più Ale non ricordava nulla e si era allontanata da Michael. Era tutto perfetto. Si sentì quasi l'anima in pace, le anime cattive godono quando sono gli altri a stare in pena. La natura umana sa rivelare lati sempre più oscuri e torbidi.

Quella sera Michael scese in sala da pranzo, dopo giorni senza cibo era arrivato il momento di mettere qualcosa sotto i denti. Il tavolo era apparecchiato per tre, sperava di incrociare i suoi occhi, attendeva impaziente il suo arrivo per la cena. Ma le sue aspettative rimasero deluse. Ale arrivò insieme a Chiara e cambiò espressione quando vide lui li davanti a lei. Per tuti i giorni in cui non l'aveva visto non aveva fatto altro che pensare a lui, si sentiva in colpa per non aver capito quella sera, per non aver compreso la sua paura di aver perso tutto, all'improvviso, tutto era svanito, e trovarselo di fronte occhi negli occhi, aveva riacceso il suo orgoglio ferito.
- Ciao Ale...come stai? - le chiese timidamente.
- Bene grazie!- ripose con tono secco, poi si rivolse a Loiuse- Per favore può servirmi la cena in camera? mi sento stanca e non ho voglia di cenare qui!
Per Michael fu l'ennesimo colpo, la infastidiva la sua presenza e cercava di sfuggirgli, aveva per caso compreso quello che il cuore le diceva? Non l'amava più, ormai ne era certo.
- Ma...Ale...lo lasciamo cenare da solo?- intervenne Chiara, cercando di mettere la parola fine alla loro separazione.
- Puoi restare tu a cena con lui se ti va!- si voltò di fretta avviandosi verso la camera da letto.
Chiara senza dire una parola rivolse lo sguardo mortificato verso Michael, lo vide in lacrime, quanto era disposto ancora a sopportare per amore? lo vedeva affranto e deluso.
- Resto con te Mike!
- No Chiara...stai con lei...ha più bisogno di me! ho deciso di partire..vado via domani all'alba, qui per me è troppo doloroso!
- No Mike non devi lasciarla... non puoi fare questo!!!
- Lei non mi vuole!
- Non è vero...ti sbagli...è testarda ed ostinata come un mulo...aspetta parlerò io con lei!! dammi qualche giorno!
- Mi spiace Chiara...non riesco a stare più qui...mi sto facendo del male...devo andare per il suo e per il mio bene!
Chiara corse via, raggiunse furiosa Ale. Si ritrovarono faccia a faccia.
- Sei contenta vero? tu ed il tuo orgoglio del cavolo! quanto deve subire ancora quell'uomo me lo spieghi? non fai che pensare a lui, lo ami...è evidente...lui si sta consumando per il dolore per aver perso te e la felicità che aveva trovato...perchè sei così ostinata? aveva ragione quella sera e tu lo sai meglio di me! Se continui su questa strada Ale...presto sarei sola sul serio...pensaci...e fallo in fretta...lui sta andando via! - uscì dalla stanza sbattendo la porta. Ale rimase gelata dalle sue parole, l'avrebbe perso per sempre, ma la paura di un nuovo rifiuto da parte sua la bloccava. Rimase impietrita al centro della stanza, incerta sul da fare, sentiva l'ansia salire, Neverland senza la sua magia, senza la sua presenza era impensabile. Nella mente una sola frase si ripeteva all'infinito "ascolta il tuo cuore...ascolta il tuo cuore", Restò in ascolto di quei battiti, di quei tonfi netti all'interno del suo petto, sentì che aumentavano quando nella sua mente si facevano strada gli occhi di lui. Si affrettò a strappare un foglio dal suo block notes e corse sul per le scale, nella stanza dove si era traferito Michael.
Michael era nella sua stanza seduto sul letto, con il volto sprofondato tra le mani, era stanco di quella situazione, quando sentì qualcosa scivolare sotto la porta. Si alzò a raccogliere quel foglio e si fermò a leggerlo.

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Il cuore gli sobbalzò nel petto, aprì di corsa la porta e la trovò in lacrime davanti a lui. Un istante, un solo sguardo e tutte le barriere erano crollate, le distanze annullate, in un attimo rivide la scintilla nei suoi occhi.
- Ti prego...non andare via!- disse Ale tra le lacrime.
- Dammi un motivo per restare!
- Ce l'hai tra le mani!
- Un foglio non basta!
- Io....ti amo!! è abbastanza per farti restare?
Michael strinse gli occhi, lasciando andare le lacrime, dolci e dolorose le sue parole, si sentì investito di una nuova energia, pronto a lottare ancora per amore di lei. Le allargò timidamente le braccia in attesa che lei ci si tuffasse dentro. Ale corse da lui, stringendolo più che poteva.
- Non andare via...per favore...non lasciarmi!!! il mio cuore non ti ha mai dimenticato...mi ha sempre riportato da te!
- Resto qui...amore...resto qui per te! - le lacrime gli impedivano di vedere i suoi bellissimi occhi verdi tremare dall'emozione, lasciò che le lacrime lavassero tutte le paure e i dubbi, le ansie e gli smarrimenti di quei lunghi giorni. Cercò le sue labbra con ardente desiderio di averle, le trovò calde e morbide, totalmente indifese, pronte ad abbandonarsi a lui.
Michael si sentì rinascere sulle sue labbra, nel sentirle schiudere e lasciare che la sua lingua si impossessasse di nuovo della sua bocca, che giocasse a intrecciarsi con la sua, nel sentire le labbra bruciare dalla forza di quei baci. La prese in braccio portandola in camera, con il piede spinse la porta ed i suoi mocassini proseguirono rapidi fin a margini del letto, la adagiò piano sulle lenzuola di seta e si sdraiò accanto a lei, prese ad accarezzarle il viso, fino a scendere sul collo, tenendo i suoi occhi di fuoco, ardenti di passione, fissi nei suoi. Prese a baciarla ancora mentre le sue mani esperte continuavano ad esplorare la sua pelle in preda ai brividi. Fremiti di desiderio pervasero il corpo di Ale, il suo respiro si fece corto, quando sentì il corpo di lui sdraiarsi sul suo, il dolce peso di lui su di lei, era così piacevole, sentì la sua eccitazione salire, le sue guance arrossirono sotto quel pensiero. Mosse tremante le mani ad accarezzargli i capelli. Michael la guardava in viso infilando la sua mano sotto la maglietta ad accarezzare il suo torace nudo.
- Ma tu stai tremando? Hai paura...piccola?- i suoi grandi occhi scuri erano di una dolcezza disarmante.
- No...quello che viene da te non può farmi del male!
- Non ti farò del male te lo prometto! rilassati piccola, chiudi gli occhi- le parlava con voce soffusa baciandola dolcemente sulla guancia fino ad arrivare all'angolo della bocca- te lo prometto...sarà bellissimo come lo è sempre stato tra noi!- Ale si sentì sciogliere sotto la dolcezza della sua esile voce che le sussurrava nell'orecchio, poi lui prese a baciarle il collo, la sua pelle fremente di desiderio rispondeva con i brividi ad ogni suo tocco.
- Ti desidero Michael...non ho mai smesso di desiderarti...vorrei che la memoria non mi tornasse più!
- Perchè dici questo?
- Perchè ho paura di non riuscire ad amarti con la stessa intensità di come ti amo ora! Perchè voglio ...che questa sia la mia prima volta! Voglio sia tu il mio unico e solo ricordo dell'amore!
- Mi amavi tanto anche prima amore mio!!! lasciati andare...non pensare a nulla se non a quanto ti amo!
Le sfilò via gli abiti uno ad uno, fino a sentirla totalmente nuda sotto le sue carezze. Ale si riappropriò di quei movimenti agili delle sue mani affusolate, sentì scivolare il suo corpo nudo sul suo, a sentire la sua virilità su di se, i brividi la percorrevano, desiderava ogni gesto di lui con ardente passione. Sentì le sue mani risalire sulle sue morbide gambe, a scivolare poi verso la parte più intima di se, si sentì perdere i sensi nella forza e l'intensità delle sue carezze, affondò le mani tra i suoi capelli, ansimando aggrappandosi al suo collo nell'attimo stesso in cui lui entrò dentro di lei. Era quello l'amore, il piacere estremo, il desiderio impagabile di un unione perfetta. Lui la guardava con dolcezza, sorrise leggermente nel guardare i suoi occhi sognanti.
- Va tutto bene piccola?
- Oh si! è bellissimo sentirti mio! non dimenticherò mai questo istante...te lo prometto!
I movimenti del suo bacino si fecero più intensi e decisi, lasciando andare il corpo guidato dall'istinto, in prede al desiderio. La sua bocca famelica della sua non dava tregua alle sue piccola labbra che rispondevano ai suoi baci. La sua lingua scivolava sensuale sulla sua pelle, fino a fermarsi sui seni che prese a baciare, lasciando la sua bocca libera di gemere di piacere. Sentirsi unita a lui nel più intimo degli abbracci le dava i brividi su tutto il corpo, mentre si stringeva con forza a lui come a volerlo ancora, più deciso, ancor più dentro se, insaziabile in quel momento d'amore. Travolta dalla forza di quell'atto, le sembrò di non essere più nel mondo reale nell'attimo in cui raggiunse il piacere estremo. Come aveva potuto dimenticare l'amore? ma adesso tutto questo non importava.
Il cuore conosce ragioni che la mente ignora...ed un cuore segnato dall'amore non dimentica..

...continua

It's all for love L.O.V.E
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Sesso: Femminile
14/01/2015 11:21

CAPITOLO 35


Ritrovarsi, dopo essersi perduti nella ricerca di quello che era stato, l'affinità dei corpi li riconduceva dolcemente al passato, senza pensieri, senza ricordi, semplicemente l'unione fisica nel nome dell'amore, guidata dall'istinto. Il suo cuore le aveva dato le risposte prima ancora che il cervello ne comprendesse le domande. Il suo cuore lo aveva ricondotto a lui, ai suoi baci, ai suoi occhi, che come fari illuminanti nel suo cammino, avevano attraversato il buio dei suoi ricordi negati. La forza dei sentimenti oltrepassa le barriere, l'energia non si annulla, ma si nasconde, si trasforma, convoglia su altre strade, ma non si estingue, non si estingue un qualcosa che non è materia ma che è fatto di forza, di puro spirito, si affievolisce ma non si annulla mai totalmente, basta una scintilla per sentirlo tornare ad avvolgere ogni cellula del corpo. Era bastato perdersi nei suoi occhi, assaporare le sue lacrime salate sulle sue labbra, per sentire ogni fibra vibrare sotto l'energia dell'amore che non aveva mai lasciato il suo cuore. E fu tutto come prima, la magia, le emozioni, i gesti, tornarono naturali. Una pioggia di emozioni cominciava a fluire dal suo cuore, trasformandosi in nuovi e preziosi ricordi nella sua mente. Le ansie e le paure si diradarono sotto i baci infuocati di lui, ad Ale non importò più chi fosse e qual'era la sua strada, ora aveva una nuova vita da scoprire accanto a lui e lasciò che fosse l'istintivo richiamo del corpo a guidarla. La sua anima di nuovo battuta dalla potenza delle onde dell'amore. Si stupì di come i suoi gesti arrivassero naturali, le sue mani iniziarono a muoversi come mosse da un istinto primordiale, sapevano come toccare il corpo di lui e lei le lasciò fare senza che il cervello intervenisse. Sentiva che i suoi erano i movimenti giusti, avvertiva il piacere del corpo nudo di lui che rispondeva energico all'eccitazione che riusciva a provocargli. L'istinto supplisce alla mancanza di informazioni, il richiamo della carne non ha bisogno del cervello. Immagazzinò più emozioni possibili. Come a riassaporare un gusto lontano nel tempo.

www.youtube.com/watch?v=FR4NbyCGcYY

Vide le sua mani privarle delicatamente dei vestiti, come il vento che sfoglia i petali di un fiore, il suo corpo nudo si rivelava a lui. I tocchi delle sue mani sulla pelle nuda, la lasciarono davanti a lui in preda ai brividi. Lo sentì scivolare dolcemente tra le sue carni tremanti di piacere, fino a mozzarle il respiro, la sua bocca ansimante di desiderio si tendeva verso le sue labbra, vogliose di essere nuovamente possedute, assaporò la pressione del suo corpo sul suo, i suoi movimenti lenti e profondi del bacino, dei suoi muscoli tesi sotto le sue dita, del tepore della sua pelle, dei suoi sospiri pieni di passione, soffi leggeri e caldi sul suo viso sognante, in preda al desiderio, sentì i suoi sensi risvegliarsi da un lungo sonno, bisognoso di riprendersi i piaceri della vita. La sua pelle profumata si muoveva sensuale su quella di lei che ne respirò intensamente la fragranza, certa che quell'attimo, quel frangente fermo nella sua mente come un fotogramma, sarebbe riaffiorato nel futuro semplicemente chiudendo gli occhi e respirando nuovamente quel profumo. I ricordi sono fatti di sapori, di odori, di tocchi e sensazioni, i ricordi sono il tempo che si ferma e che ritorna sotto forma di immagini quando un qualcosa riesce a riaprire i cassetti della memoria a far uscire il momento in cui lo si è vissuto.
In quell'attimo la forza dei sentimenti arrivò ad occuparle la mente.

Si abbandonò a lui completamente, assaporando il piacere di sentirlo muovere dentro se, dolce e deciso, sensuale e passionale, premuroso e selvaggio. Si lasciò amare Ale, lasciando che lui arrivasse a toccare le corde estreme del suo piacere, che ne liberasse il bisogno di quel brivido intenso che il più dolce degli atti riusciva a suscitarle. Sentì il suo esile corpo fuori controllo, sotto il peso del corpo di lui, vibrante ed ansimante di piacere, i gemiti soffocati dalle sue labbra calde e morbide che non le davano tregua, i suoi occhi desiderosi di lui riluccicavano di passione sotto il suo sguardo attento, gli spasmi intensi si impadronirono di lei in un febbrile contorcersi sotto le sue grandi mani che risalivano sicure sulle sue gambe, fin sui suoi morbidi fianchi per poi continuare a salire sul ventre, fino a terminare la loro ascesa sui suoi seni, accesi di desiderio, tremanti di passione, sentirseli stringere con dolce vigore, ansimanti sotto le sue dita che continuavano a giocare con i suoi capezzoli. I suoi occhi osservavano avide ogni espressione nel volto di Michael, era così bello mentre faceva l'amore che per un attimo Ale rimase immobile, rapita dal suo fascino, osservò il modo in cui si mordeva il labbro inferiore sotto i brividi di piacere, come chiudeva lentamente le palpebre mentre si lasciava andare, come i muscoli del suo volto si facevano tesi nel tentativo di resistere al costante aumento del desiderio, fino ad avere un espressione sofferta nel cercare di non cedervi, di attendere ancora il momento in cui il suo corpo si sarebbe lasciato andare al piacere estremo. I suoi riccioli scuri, che ondeggiavano seguendo i suoi ritmi d'amore, ricadevano su di lei, accarezzandole la pelle nuda, sfiorandole appena il viso, provocandole una serie infinita di piccoli brividi. Ale avrebbe voluto che quell'istante non finisse mai, per avere ancora nelle orecchie il sensuale suono dei suoi sospiri affannati, dei gemiti profondi ed intensi, per avere ancora negli occhi l'espressione passionale del suo sguardo profondo, per sentirsi ancora totalmente sua.
Due lacrime sfuggirono dal verde dei suoi occhi, il suo tentativo di fermare il flusso emotivo che la travolgeva in quel momento era fallito, l'anima esposta alle forti correnti dell'amore, al turbinio di sensazioni che lui sapeva accendere, una lenta caduta tra le braccia della passione, abbandonarsi al desiderio. I suoi occhi tremarono, restando fissi nei suoi. Le dolci parole di lui, uscirono piano dalla sua bocca, l'affanno del suo respiro gli permisero appena di sussurrarle.
- Va tutto bene piccola?
Lei rispose con un breve cenno del capo, nessuna parola sarebbe stata capace di rompere il suo fiato corto e affacciarsi alle sue labbra ardenti.
- Sei ...sei così bella e fragile quando fai l'amore...che ho paura di farti male!!- le sue mani arrivarono ad accarezzarle i capelli, a scostare i riccioli ramati dalla sua fronte, i suoi occhi si incatenarono a quelli di lei con uno sguardo languido e di totale abbandono. Le sue dita affusolate scivolarono sul suo viso, fino a sfiorare le sue labbra rosse come piccole fragole mature, calde, sensuali. Deglutì a fatica al pensiero di poterle avere ancora, lentamente si avvicinò alla sua bocca, che si schiuse sotto le sue labbra, a lasciare che la sua lingua tornasse ad intrecciarsi con la sua. il suo petto ansimante continuava a stringersi ai seni di lei, li sentiva, pieni e sodi, eccitati, a toccare ritmicamente la sua pelle nuda. Un contatto che lasciò il suo corpo trapassato da tremiti di piacere. Ale si strinse a lui, incapace di resistere ancora. Fu come perdere i sensi, svenire per poi rinascere consapevoli del piacere goduto.
Era quello fare l'amore? come aveva potuto dimenticare il piacere estremo di fondersi con la persona che amava? Come aveva potuto scordarsi di un coinvolgimento del corpo e dei sensi così intimo? Come era potuto succedere che quei brividi così intensi e violenti fossero svaniti dalla sua mente?
Piano i loro respiri tornarono regolari, stretti in un abbraccio, occhi negli occhi, a cullarsi nel tepore dei loro corpi madidi di sudore.

Neverland (Security Office)

George entrò nell'ufficio con aria affranta, la piega che prendeva il rapporto tra Michael e Ale non gli piaceva, temeva il peggio, lui che aveva protetto il loro amore, si sentì impotente davanti alla distanza che i due avevano preso. Michael gli aveva dato ordine di organizzare la sua partenza per Londra e si apprestò a farlo stretto in una triste morsa al petto. lo vedeva fuggire dai problemi, come aveva fatto con Lisa, il copione si riproponeva di nuovo.
Trovò Travis seduto ai monitor che sorvegliavano gli ingressi alla tenuta.
- Dobbiamo organizzare la partenza di Michael!- disse con tono spento.
- Si parte? per dove?
- Londra!
- Ma... Ale non sta bene... non può portarla a Londra?
- Infatti la signora Jackson ...e ti prego di chiamarla così...non verrà!
- Parte da solo? e la lascia qui in quelle condizioni?
- Non sono affari tuoi...esegui i tuoi compiti!
- Ma quanto siamo nervosi oggi...amico...datti una calmata!!- Travis sorrise tra se, l'allontanamento di Michael lasciandola li in quelle condizioni poteva significare una sola cosa, che la loro storia era finita. Si sentì trionfante, avrebbe fatto in modo di non seguire Michael a Londra, restando accanto ad Ale, certo che senza memoria e senza lui nei paraggi l'avrebbe conquistata.

Neverland (cottage)

Ale se ne stava stretta al suo petto, le sue mani lo accarezzavano piano, ad assaporare la quiete ritrovata, si sentiva arricchita da quei nuovi ed intensi ricordi, avvertiva la sua parte femminile e sensuale tornare violentemente, si sentiva completa in quell'istante, nonostante una parte importante della sua vita mancasse ancora. Incrociò un attimo gli occhi di lui, teneri a scrutarla divertita. Arrossì in viso, aveva fatto l'amore con lui e questo la metteva in imbarazzo.
- Non guardarmi con quegli occhi...hai un espressione che...mi imbarazza!!- sorrise leggermente stringendo il viso al suo petto nudo ad evitare i suoi occhi.
- Sei così bella quando arrossisci..mi ricordi un quadro di Klimt...la tua pelle candida, i tuoi capelli ramati...sei stata dipinta da un pittore e donata a me!
-Ma come fai? qualsiasi cosa esce dalla tua bocca è...poesia!!- tornò a guardare i suoi grandi occhi, lui le diede un buffetto sul naso sorridendo.
- Sei tu la mia vera poesia!
Ale sorrise, all'improvviso una fitta alla testa la fece sussultare, il dolore era così intenso, lancinante, si sentì dilaniare le tempie.
- aaaahhhh fa maleee!!- urlò allontanandosi da lui, portandosi rapidamente la mani alla testa, il suo volto stretto in un espressione dolorosa.
- Ale...piccola che succede? - si sedette svelto accanto a lei, il suo volto era teso, preoccupato, incapace di porre fine alla sua sofferenza, un senso di impotenza lo pervase.
- Fa male...da impazzire Michael...aiutami!!!
- Ti porto in infermeria!!! stai tranquilla piccola...andrà tutto bene! - Si infilò rapido i pantaloni, l'avvolse in un lenzuolo prendendola tra le braccia, corse giù per le scale, diretto verso l'infermeria. Ale si aggrappava al suo collo, stringendolo sempre più forte man mano che il dolore si faceva più intenso.
-Presto Michael...fa troppo male...mi sento svenire!!
- No...No..piccola...resisti, ci siamo!!! - Michael sentì la presa al collo allentarsi, la mani di lei scivolare via, la sentì prima di vita tra le sue braccia, fredda, sempre più fredda.
- Oh mio Dioooo...piccolaa!!! rispondi Ale...Gerogeeee aiuto...prestooo!!!

Dall'ufficio della Security, Geoerge e Travis udirono chiaramente le urla di Michael, corsero fuori in suo aiuto. Lo videro con Ale tra le braccia, mentre si avviava il più rapidamente possibile verso l'infermeria. Travis rimase a guardare un istante il corpo di lei, pallida e abbandonata tra le braccia di Michael. In un attimo la rivide a terra, in una pozza di sangue, flash rapidi di quella notte si susseguirono nella sua mente, ma nemmeno quel ricordo riuscì a scalfirlo, ne il suo volto privo di sensi, ne la disperazione di Michael, l'importante era averla fatta franca. Crudele come il più spietato dei demoni, si avvicinò a Michael fingendo un sentimento che non provava.

Neverland (Infermeria)

Le porte dell'infermeria si chiusero davanti ai suoi occhi, lasciando Michael in attesa nel salottino. Rimase immobile cercando di ascoltare, di carpire qualche parola dello staff medico. Gli sembrò che il tempo si fosse fermato nell'istante in cui le porte si erano chiuse, portando via al suo sguardo il corpo inerme di lei. L'immagine del suo volto pallido gli si incisero dolorosamente negli occhi. La sua anima era di nuovo in preda all'ansia. Non aveva nemmeno fatto caso che era li a petto nudo, scalzo, con solo i pantaloni addosso. George si avvicinò a lui mettendogli la sua giacca sulle spalle. Al contatto con quel tessuto, Michael sembrò uscire per un attimo dal trance in cui era caduto, si voltò lentamente a guardare George, come se avesse perso le forze, con gli occhi rossi di lacrime.
- Grazie George!! - tornò a fissare quella porta, in quella stanza era racchiusa tutta la sua vita, si sentì di nuovo morire al pensiero di averla persa per sempre. Si sentì come se la sua anima stesse per abbandonare il suo corpo, sospeso tra aria e terra, in attesa che il verdetto arrivasse a stabilire definitivamente quale fosse il suo destino.
Minuti lunghi ed interminabili, in cui nella sua mente non poteva non rivedere il suo viso che una manciata di attimi prima teneva sorridente tra le mani, le cose cambiano in un batter d'occhio e dalla gioia infinita di quell'atto d'amore, nella pace dell'anima nell'essersi ritrovati, si era passati di nuovo all'angoscia ed al tormento.
Il rumore violento della porta che si aprì di colpo, lo fecero trasalire, riconobbe la figura del medico che si avvicinava a lui. Si asciugò svelto gli occhi annebbiati dal pianto.
- Dottore la prego....mi dica come sta!- attendeva di nuovo quella risposta come la più importante della sua vita.
- Sta bene...si tranquillizzi!!! - e la sua anima tornò a vivere nel suo corpo, un sospiro uscì dalle sue labbra a scaricare i nervi tesi.
- Ma cose le è successo? stava benissimo un attimo prima e poi...Posso vederla?
- Non deve assolutamente affaticarsi, delle forti emozioni aumentano la pressione sanguigna ed i vasi in quella zona del cervello sono ancora provati, ha perso i sensi perchè il dolore era forte...ma per il resto è tutto nella norma...anzi...dall'ultima tac che le abbiamo fatto l'ematoma si è decisamente ristretto.
- Vuol dire che sta guarendo? e la memoria? perchè non ha ancora la sua memoria?
- Questo non possiamo stabilirlo...ci vorrà ancora del tempo!
- la ringrazio dottore io...non so come avrei fatto se alla mia piccola fosse successo qualcosa!
- Si figuri...io sono qui per lei!
Michael entrò titubante nella stanza, la vide stesa su un lettino con un camice addosso, un pò pallida in viso ma cosciente.
- Piccola come ti senti?
- Io sto bene...mi dispiace averti spaventato!
- Siamo degli incoscienti...non avremmo dovuto...- Ale allungò una mano verso il suo viso, posandogli le dita sulle labbra a bloccare quelle parole che non voleva udire.
- sssshhh!!! non dirlo...avrei sopportato mille volte questo dolore ma non avrei mai rinunciato a fare l'amore con te! l'emozione più bella di tutte! - Michael le sorrise, stringendo la sua mano sul viso e coprendola piano di baci.
- Sei una piccola monella incosciente!!! Dai...ti porto a casa, hai bisogno di una lunga notte di riposo!- La prese tra le braccia ed uscirono dall'infermeria.
Gli occhi di Ale incontrarono quelli di Travis. Lui per un attimo ebbe paura, si sentì gelare il sangue nelle vene da quei occhi verdi che lo scrutavano restando fissi nei suoi. Era la prima volta da quella sera che si ritrovava a guardarla così intensamente occhi negli occhi, temette potesse riconoscerlo. Ale si fermò a guardarlo, stretta al petto di Michael, non una reazione ne sconvolse l'espressione calma del suo volto. Non aveva la più pallida idea che fosse lui la causa dei suoi guai.
- Signora Jackson...sono felice di vedere che sta bene!- Ale sorrise nel sentire la voce dolce di George.
- Grazie George...mi spiace avervi spaventato!
- Ehi ma che ci fate tutti qui?- Chiara arrivò di corsa con il viso preoccupato- vi ho cercato ovunque!
- Tranquilla Chiara...va tutto bene...ho avuto un malore...ma adesso è ok!
Chiara rimase a guardare il modo in cui si aggrappava a lui, il modo in cui le sue dita intorno al suo collo lo accarezzavano piano, si sentì leggera, nel vederli di nuovo complici.
- Mr. Jackson...mi scusi ma per il viaggio a Londra?- Travis intervenne, ansioso di vederlo partire.
- Annullato....resto con la mia piccola!
"annullato" quella parola lo spiazzò totalmente, come poteva essere accaduto? quando si erano riavvicinati? Sentì un forte odio nel petto, i suoi piani erano andati a monte.
Sul volto di George si delineò un sorriso enorme, era felice che il sereno tra loro era tornato.
- Maremma maiala voi due mi farete uscire matta!!! oddio che bello!!! dobbiamo dare un festa Michael...che ne dici se facciamo venire a Neverland i bambini dell'ospedale? Susy mi dice che sono desiderosi di vedere Ale e credo che potrebbe farle bene stare con dei bambini!!!
- Credo sia un ottima idea!
- Una festa? per me?
- Non ti va piccola?
- oh si..ti prego!!!
- Farei di tutto per vedere il sorriso sulle tue labbra! - continuò il suo cammino verso il cottage stretta a lei.

Encino

Joe era al telefono nel suo studio, in mano agitava un bicchiere con del Brandy, il suo viso era compiaciuto, quella telefonata era preziosa e la discussione volgeva a buon fine, il suo sorriso sornione ne rivelava la buona riuscita dell'affare.
- Ok Carlos...farò in modo che Michael ti incontri a Las Vegas! grazie!
Mise giù, sorseggiando il suo brandy. Aveva ottenuto un incontro per Michael con Carlos Santana, sapeva che suo figlio desiderava comporre qualcosa con lui, ma era rimasto qualcosa di astratto da anni, ora c'era la possibilità che questo accadesse. Era contento ed orgoglioso di se. Con quel colpo suo figlio sarebbe stato in dovere di ripagarlo ed in più l'avrebbe allontanato da lei per una notte, tempo prezioso per mettere in moto il suo piano per separarli. Aspettò un attimo prima di chiamare Michael, per godersi compiaciuto la sua abilità negli affari di famiglia.

Neverland

- No Michael...sto bene e non mi va di dormire!!!
- Sei testarda..il dottore dice che non devi affaticarti...e le emozioni di affaticano...devi stare tranquilla!!
- Balla con me! - si avvicinò a lui con fare sinuoso, risalendo con le mani sul suo petto, a sentire la morbidezza del tessuto della sua camicia rossa.
- Ale non si può!!
- Si ti prego...non ricordo com'è ballare!!!
- Non posso...questa volta no...
- Per favore...un lento...sarebbe come se stessi abbracciata a te!!! per favore!- i suoi occhi erano supplichevoli, Michael non seppe resistere alla bellezza dei suoi occhi. Si avvicinò allo stereo, tirò fuori il vecchio vinile di Elvis, pensò a quanto fosse legata a quella canzone, lo mise su, lasciando che l'ago del giradischi scorresse rapido nei solchi scuri, il dolce fruscio di un vecchio disco riempì la stanza. Si avvicinò a lei a stringerla tra le braccia, lasciò che la calda voce di Elvis guidasse il corpo di lei, certo che l'avrebbe riconosciuto. Ale si mosse istintiva, appoggiando il viso sul petto di lui, chiudendo gli occhi, ascoltando quella voce come se fosse la prima volta. Sentì quella musica entrarle nella pelle, facendo vibrare il suo cuore, e fu come se il suo cervello si rimettesse in moto. Il suono del telefono li distolse da quel momento così intenso. Michael uscì dal suo abbraccio andando verso il telefono. Ale rimase immobile al centro della stanza, strinse gli occhi sotto una fitta alla testa e all'improvviso una breve immagine arrivò dal buio della sua mente. Un flash veloce, un breve istante in cui due persone ballavano sulle note di quella canzone. Chi erano? perchè quell'immagine così precisa nella sua mente? perchè quella stessa canzone? Michael l'aveva messa perchè era legata al suo passato? Ale sentì il respiro farsi corto, cercò di calmarsi per non avere una nuova crisi, capì che quell'immagine era qualcosa del suo passato. Michael tornò da lei a stringerla ancora, il suo volto sembrava preoccupato.
- Che succede Mike?
- Mio padre! ha ottenuto un incontro con Carlos Santana...come se io avessi bisogno del suo aiuto per incontrarlo...so che questa cosa mi costerà cara...ma lui ha preso appuntamento con Carlos per domani a Las Vegas e non mi va di far brutta figura con lui...desidero da anni collaborare per una canzone..ma non mi ci ero mai messo d'impegno...forse è giunto il momento!
- Domani andrai a Las Vegas?
- Si amore...ma solo una notte...tornerò il prima possibile!
Ale si strinse a lui, non disse nulla del suo flash, non voleva illuderlo di iniziare a ricordare.

Encino

- Allora Travis...siamo d'accordo...il tuo aiuto sarà prezioso!- Joe mise giù il suo giro ti telefonate per quella notte era concluso. Perchè si ha bisogno dell'oscurità per tessere le subdole trame? la luce del giorno inibisce dal compiere gesti della quale ci si vergogna poi guardandosi allo specchio? complice la notte un padre tradiva ancora suo figlio.
Las Vegas
Meno di ventiquattrore dopo Michael era nella suite di Carlos Santana, cercò di concentrarsi sul suo lavoro, ma di tanto in tanto la mente tornava a lei, lasciarla sola anche per una sera lo preoccupava.
- Ola man...
- Buona sera Carlos..- si strinsero con forza le mani, poi si misero a sedere nel salottino ed iniziarono a discutere di musica, sul tipo di impostazione che Michael voleva dare alla canzone, quello che voleva dalla chitarra di Carlos. La discussione era piacevolmente ricca di spunti per entrambi. Carlos era ancora alle prese con il suo tour e rimandarono il prossimo incontro di qualche mese, per Michael non c'erano problemi, avrebbe avuto il tempo necessario per lavorare sul testo e la musica. Si salutarono certi che presto il loro incontro avrebbe dato i suoi frutti.
Michael rientrò nella sua stanza e si trovò suo padre di fronte.
- Joe? che ci fai qui? come sei entrato?
- Dai Mike...tuo padre non ha bisogno di chiedere permessi!! Ero curioso di sapere di Carlos, com'è andata?
Michael non si sentiva a suo agio, la sua presenza lo infastidiva, averlo li a sua insaputa lo metteva in agitazione, dov'era George e perchè lo aveva lasciato entrare? Cercò di liquidarlo il prima possibile dandogli le informazioni che desiderava, il suo sorriso non gli piaceva, celava qualcosa ne era certo.
- Carlos è una persona stupenda...lo adoro!!!
- Visto? il tuo papà sa sempre come far felice il figlio!!!
Michael abbassò lo sguardo, non riusciva a capire cosa stesse cercando di fare, riconquistarlo? ottenere dei favori?
- Ok Joe...cosa vuoi?
- Ehi! ma perchè sei così prevenuto? ti ho fatto da padre e da manager per anni...so come gestirti..mi era capitata questa cosa tra le mani e te l'ho proposta!!! nemmeno un minimo di riconoscenza per il tuo vecchio?
- Scusa...hai ragione...ti ringrazio ma...ora sono stanco...vorrei riposare!
- No..no aspetta...ho fatto preparare l'occorrente per festeggiare!!! almeno un brindisi me lo devi!
- Lo sai che non bevo alcolici!
- Infatti...qui c'è del buon succo d'arancia per te! è il tuo preferito no?
Michael esitò nel prendere quel bicchiere che lui gli porgeva, era tutto così strano in suo padre quella sera. Fece un sorso sotto il perfido sorriso di suo padre.
- Bravo!! così...ancora un bel sorso!!! - Joe scolò di colpo la sua flute di champagne, restando a guardare suo figlio che beveva il succo, ignaro del sonnifero che c'era dentro.
Michael posò il bicchiere vuoto sul tavolo, si voltò verso suo padre.
- Ok Joe!!! ora lasciami solo!
- Fatti una bella dormita figliolo!!!- gli diede una pacca sulla spalla, uscendo dalla stanza.
Michael iniziò a spogliarsi sedendosi sul letto, sentì la testa farsi pesante, non riusciva a mettere a fuoco le immagini davanti a se. Si sentiva strano, si sdraiò sul letto, cadendo in un sonno artificiale.
Poco dopo la porta della sua stanza si aprì, Travis con una scusa aveva allontanato George e con il passpartout si era introdotto nella suite di Michael. Joe era dietro di lui e con loro una ragazza molto appariscente.
- Muoviamoci prima che quel bestione torni! Travis togligli la camicia, a petto nudo rende meglio...presto! - Joe dava le disposizioni mentre se ne stava a gustarsi la scena ai piedi del letto.
- Oddio è così...carino!!!- la voce insulsa e stridente della biondona ruppe il silenzio, mentre Travis tolse la camicia a Michael cercando poi di sistemarlo sotto le lenzuola.
- Avanti Ginger...infilati accanto a lui!
- Si subito..- si tolse la maglietta rivelando non curante il suo prosperoso seno, si infilò sotto le lenzuola, appoggiando il viso sulla spalla di lui con fare ammiccante.- aaaahhh a letto con un mito!! magari fosse vero hhiii toccarlo è così eccitante!!!
- Vuoi fare il tuo lavoro chiudendo il becco?
Travis scattò numerose foto. Michael dormiva profondamente, mentre la playmate si strofinava a lui in posa per gli scatti.
Joe era soddisfatto.
- Queste foto manderanno su tutte le furie la sua dolce mogliettina!!! - rise di gusto con la sua fastidiosa grassa risata.
Con che coraggio avrebbe incrociato gli occhi del figlio quando questo caso sarebbe scoppiato? come può un padre sostenere gli occhi addolorati di un figlio sapendo di essere lui il suo carnefice? L'orgoglio e l'avidità non conoscono la pietà, tutto era lecito per raggiungere uno scopo ed il suo era quello di sbarazzarsi di Ale e tornare ad essere il manager di suo figlio.

Quella mattina Michael si svegliò intontito, la testa gli martellava, si guardò intorno cercando di ricordare cosa fosse successo la sera prima, poi ricordò suo padre. Era il suo ultimo ricordo, prima che quel sonno pesante lo travolgesse, non ricordava altro, era ignaro di quello che era accaduto. Si alzò barcollando, cercando di rimettersi in piedi e partire il prima possibile.

Rientrò a Los Angeles trovando una schiera di paparazzi a seguirlo.
- Michael è vero che ti sei sposato?
- dicci qualcosa Michael...è vero? o smentisci?
- Mike chi è lei?
Lo bombardarono di flash e di domande, lui si nascondeva dietro la sua mascherina di seta nera e gli occhiali scuri, le sue grandi mani davanti al volto in segno di protezione, non voleva essere scrutato, osservato, vivisezionato sotto gli occhi del mondo. Sentì l'ansia salire, voleva riuscire ad infilarsi nel suv il prima possibile e sparire.

Neverland

Ale era seduta ai bordi della piscina. Dal flash di quella sera più niente era emerso dalla sua mente. Chiara nuotava tranquilla, ma l'espressione assorta della sua amica attirarono la loro attenzione. Un piccolo schizzo d'acqua verso di lei, a distoglierla dai suoi pensieri. Il contatto con l'acqua fresca la fece trasalire, e di colpo un altro flash nella sua mente. Un cascata d'acqua su di lei, fresca, come a svegliarla dal sonno profondo in cui il suo cervello era caduto, la risata di Michael, l'immagine di lui che si affacciava da una finestra del cottege con un secchio d'acqua, poi niente. Un altro momento che era riaffiorato, sentì il cuore sobbalzargli nel petto, emozionata da quei pochi frammenti che tornavano, tasselli sparsi da ricomporre. A quando risaliva quest'ultimo ricordo? perchè Michael rideva? cosa c'entrava l'acqua? di nuovo un turbinio di domande a confonderle la mente. Chiara la guardava assorta, non disse ancora niente, voleva vederci chiaro in quelle schegge di passato che sembravano tornare a tratti ed in disordine.
In quell'istante Michael tornò a casa, corse da lei ad abbracciarla, ma il suo viso preoccupato spense il suo sorriso.
- Piccola...non sei felice di vedermi?
Gli occhi di lei si riempirono di pianto, accostò la mani al suo volto ad accarezzarlo, poi si strinse forte al suo collo lasciando andare il pianto- ma che succede amore?
- Ho paura Michael!!
- di cosa piccola?
- Se dovesse tornarmi la memoria e....dovessi accorgermi di non amarti come ti amo ora? non voglio che accada...non voglio riavere la memoria se rischio di perdere te! - tremava spaurita stretta nel suo abbraccio, Michael le accarezzava i lunghi capelli, cercando di tranquillizzarla.
- No...stai tranquilla...non accadrà mai!! tu mi amavi Ale....mi amavi tanto!!!
- Quante cose ho dimenticato di noi? quanti tuoi sorrisi ho perduto? com'eravamo? scherzavi con me? eri dolce? litigavamo? cosa dovrò di nuovo riscoprire quando conoscerò la verità? ho paura di trovare qualcosa che mi deluda, che mi faccia male e mi allontani da te!
- Non succederà vedrai...lascia che la tua mente si rilassi...i tuoi ricordi non devono farti paura...ce ne sono alcuni che sarai felicissima di riavere...credimi!!!
Quanto può far paura un passato che si è dimenticato? quanto sa essere faticoso il peso di un ricordo? Ale si sentiva più smarrita di prima, il terrore che il passato le offuscasse il presente la opprimeva.

Il mattino seguente Ale era in piedi davanti alla finestra, guardava il sole salire, lasciando ai suoi occhi l'immagine di una giornata splendida, ma il suo cuore era lontano, quei flash, quelle due uniche immagini riaffiorate non le davano pace, perchè non ce n'erano state altri? quando li avrebbe riavuti? cosa avrebbe dovuto fare per averne di nuovi? Si torturava la mente in attesa che qualcosa dal profondo riemergesse, ma una fitta netta e decisa le lacerò le tempie. Doveva dare tregua al suo cervello. Scese in giardino dove trovò Chiara e Michael intenti ad aiutare la servitù per il party, di li a poco i bambini della ludoteca sarebbero arrivati, seguiti da una schiera di assistenti sociali ed infermieri per i più bisognosi. Ale cercò di distrarsi, ma la sua mente tornava sempre li, ai quei due unici frammenti del suo passato che le facevano male all'anima per non riuscire a vedere oltre, come un film interrotto. Proprio mentre Susy e Ross e tutti i bambini giunsero a Neverland lei si allontanò da loro, senza farsi notare. In riva al lago, sotto il grosso albero di Michael, si immerse di nuovo nei suoi pensieri. Posò la mano sulla corteccia a sentirla ruvida sotto le dita ed un altra immagine squarciò il velo spesso sul suo cervello bloccato.

"Dammi la mano…senti? Scorre la vita qui, sotto la tua mano, sotto la corteccia….c’è la vita!...Non riesco a capire come si possano distruggere intere foreste senza pensare di far del male a qualcosa di vivo, è una cosa che mi turba molto.....Bisogna rispettare gli alberi....sono l’ossigeno del mondo..."

Allontanò rapida la mano dalla corteccia, spaventata da quel flash così lungo, intenso. Aveva visto chiaramente il volto di Michael nella penombra che parlava in modo così appassionato, commovente. Quando aveva vissuto un momento così bello con lui? Toccò di nuovo l'albero, come se quel contatto potesse riattivare il fluire dei suoi ricordi, niente, il buio ancora il buio. Era frustrante stare in attesa di qualche altra immagine, che si sarebbe di nuovo interrotto senza che le lasciasse capire molto. Ancora piccoli frammenti, tasselli sparsi nel vuoto della sua mente. Le voci squillanti dei bambini la distrassero, allentando la tensione sulla sua anima in pena. Si fece forza nel ricacciare via i turbamenti dell'animo, quelle sconvolgenti immagini che cominciavano ad arrivare sempre più intensi ad agitare i suoi pensieri, tornò tra gli altri.
- Piccola ma dov'eri?
- Avevo bisogno di un pò d'aria!!
- Va tutto bene?
- Si...tranquillo!! tutto ok!
- Aleeee sei in splendida forma...lasciati abbracciare!!- Susy si strinse forte a lei, tutti le si fecero intorno, Ale era sempre più smarrita, cercava di sorridere, ma quelle immagini tornavano a turbarla. Dopo aver salutato un pò tutti, si avvicinò al tavolo per prendere qualcosa da bere, si sentiva strana, frastornata, non riusciva a capire in quale stato d'animo fosse piombata. Si stava versando da bere quando la piccola voce di Paco squarcio di nuovo il velo della sua mente buia.
- Ciao calzini magici!

www.youtube.com/watch?v=mOnmljoC6PQ

L'immagine di due calzini di colore diverso si fece largo nel buio, il bicchiere le cadde dalle mani, rovesciando il succo d'arancia sul tavolo. Rimase impietrita, sotto il lento riaffiorare di quell'immagine, di quelle parole.

"Posso rubarti un calzino? sono troppo simpatici i tuoi calzini gialli!!! te ne do uno dei miei arancioni, dai Mike!! voglio che porti qualcosa di mio oggi!!
-Vuoi farmi andare in giro con i calzini di colore diverso? eeheheh ma ...Ale piccola...!
- Dai...sotto i pantaloni non li noterà nessuno!!
- Ma come speri che nessuno noti i calzini in me...-
-...dai dai... voglio indossare una cosa tua e tu una mia...è bello... giochiamo...non ti va di giocare?"


Il respiro le fece corto, sotto il susseguirsi di immagini, suoni, parole. Paco la guardò incuriosito.
- Ale??? tutto bene?- ma lei non rispose.
Lei si voltò a cercare Michael, lo vide giocare con dei bambini poco più in la, corse da lui con gli occhi pieni di lacrime. Si fermò davanti ai suoi occhi increduli. lasciò che gli argini della sua mente si rompessero ed i ricordi fluirono come un fiume in piena.

"credi nei sogni?"

"...piccola sei buffa...sembri un panda ehehhe"

"...mi dirai mai il segreto del colore dei tuoi occhi?"

"Voglio fare.... l'amore con te...ti prego...voglio fare l'amore con te! "


Come in un film le immagini più belle del loro amore scorrevano limpide davanti ai suoi occhi, avvicinò la mano al suo volto, a toccarne i lineamenti, a sfioragli le labbra appena socchiuse, a sentire sotto le dita i suoi riccioli morbidi, mentre nella mente rivedeva tutti i momenti in cui aveva accarezzato quel viso. Le lacrime scendevano dai suoi occhi senza che se ne accorgesse, abbagliata dallo scorrere delle immagini, da quei occhi che la guardavano pieni d'amore. Sentì il suono della sua risata nella battaglia con i cuscini mentre saltavano sul letto, le corse a cavallo ed i super soaker, sorrise per quei momenti di gioia che tornavano a scaldarle il cuore.
Risentì sulla pelle il sapore dei suoi baci passati, del suo corpo illuminato dalla luce tremula del caminetto, le sue parole dolci che la emozionavano fino alle lacrime. Le lacrime, le sue, rivide le sue mani asciugare gli occhi tristi di lui, tutto di nuovo davanti a se, il diario della sua vita era di nuovo aperto, a poter sfogliare quelle pagine ingiallite dal tempo che contenevano i suoi ricordi. Le immagini nella sua mente scorrevano rapide, come una cascata senza più ostacoli a fermarne la corsa.

"Pensa a quanto sarebbe diverso il mondo se ognuno credesse nelle favole, nei sogni. Tutto nel mondo è magia...basta lasciarsi prendere, coinvolgere dai sentimenti, ma l'uomo non vuole cogliere quel senso di magia che ogni piccola cosa racchiude in se. Non trovi sia magico un tramonto? o un chiaro di luna? Non è magico il sorriso di un bambino? C'è magia anche nella trasparenza di quest'acqua e nel bagliore tremolante di una candela che si spegne, c'è magia in una carezza. Ale...piccola..chiudi gli occhi! ....c'è magia anche in un soffio...cosa ti impedisce di pesare che quella brezza sul tuo viso non sia stato il passaggio di un angelo accanto a te?
- sei tu il mio angelo Michael "

"il battito del tuo cuore...è la mia musica preferita!"

"ti amo piccola...."

"ti amo Michael"

"...Ale ti prego...sposami"

"...sono così felice...ho sposato Peter Pan!!
- Ti sbagli Trilly...hai sposato capitan Uncino!!"
"..quanto vorrei averti dato un bambino..stanotte...Ale vuoi un figlio da me?"
"io e te come Yoko e John"


Il passato nella mente guardando il futuro negli occhi. Si perse nei suoi occhi grandi e scuri che le avevano impedito di scordare il loro amore, mentre le sue mani scorrevano lunghe le sue morbide basette ad accarezzargli il viso.
- Piccola che succede? perchè piangi?
A stento riuscì a rispondere, persa nel vortice di emozioni che riviveva insieme alle immagini perdute della sua vita.
- Io e te...come Yoko e Jhon"
A Michael si bloccò il respiro, gli occhi gli si riempirono di lacrime in un attimo.
- Ale...tu...tu ricordi?
Lei sorrise tra le lacrime facendo di si con il capo. Si strinsero in un forte abbraccio, lasciando andare le lacrime., Le sue forti mani le percorsero la schiena, come a voler assaporare di nuovo lei, se stessa, completa dei suoi pensieri, dei suoi ricordi.
- Il nostro amore ha vinto Ale...ce l'abbiamo fatta amore...
- ed io...lo devo solo ai tuoi occhi...che mi hanno tenuta ancora a te...impedendomi di finire alla deriva...saldamente legata al tuo amore...è magia Michael...il nostro amore è magia!
- Ti amo...ti amo come non ho mai amato!
Le loro labbra si unirono ad assaporare il gusto dell'essersi ritrovati pur non essendosi mai allontanati, di riavere il loro passato per continuare insieme verso il futuro.

"...i tuoi occhi hanno sete perchè esistono i miei occhi...le mie labbra hanno sete perchè esistono i tuoi baci..."

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....continua

It's all for love L.O.V.E
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19/02/2015 12:25

Capitolo 36

"Memories pressed between the page of my mind
Memories sweet ened through the age just like wine
Memories, memories, sweet memories...."
Memories - E. Presley


Ricordi, dolci ricordi.
Recuperarli dal nulla, riappropriarsi del calore della loro presenza, sfogliarli, scorrerli come una vecchio album di foto sbiadite ma che racchiudono l'essenza del proprio vissuto. Immagini impresse nella mente, ferme nello spazio senza tempo, che tornano a ricordare la forza di un emozione, per sentirne ancora il cuore battere come in quell'istante vissuto, fermato in un ricordo per sempre.
Le lacrime arrivarono a cancellare le paure e i dubbi accumulati nell'anima, un pianto giunto a liberarli entrambi dal tormento, da un momento difficile che li vedeva risorgere più forti di prima, più legati che mai dal loro amore. Quanto occorre un passato per proseguire sicuri verso il futuro? Può un ricordo dare la certezza dell'integrità del proprio animo?
L'esperienza accumulata è la giusta dose di sicurezza che l'uomo ha bisogno per non soccombere alle avversità?
Come un anfora antica, per secoli rimasta sepolta tra la polvere che ne offuscava lo splendore, smarrita in piccoli cocci, ma che si ricompone a rivelare i misteri di un tempo andato, così Ale aveva raccolto i frammenti dei suoi ricordi attraverso gli occhi di lui, che come un filtro tra il presente ed il passato, l'avevano sorretta nel dubbio e nello smarrimento, portandola a riscoprire la bellezza del loro amore, la magia che li aveva mantenuti legati.
Qual'è la vera magia della vita? E' quell'illusione che ci fa credere nell'amore? o è la forza di questo sentimento che ci fa credere nella magia?
La vera magia è quella scintilla che scatta all'improvviso a rendere degna la vita di essere vissuta, quella che Ale aveva sempre letto nei suoi occhi, quella che non le aveva permesso di affondare nei meandri bloccati dei suoi ricordi.

Lasciò che le immagini accumulati in una vita fluissero leggeri, scorressero rapidamente, come a ripercorrere un sentiero conosciuto, battuto da anni, li sentì susseguirsi dolcemente uno ad uno a far esultare il suo cuore sotto la potenza di quei preziosi ricordi. Lentamente si lasciarono cadere sul prato, Ale sentì i freschi fili d'erba sotto le dita, mentre si muoveva a cercare le sue grandi mani, ad intrecciarsi energicamente con le sue dita, insaziabile, a cercare un contatto deciso, intenso. Cercò un contatto fisico con lui, dopo che la forza dello spirito, la grandezza del suo amore l'avevano tenuta saldamene legata al suo cuore. Si sentì completa, di nuovo completa di ogni sua parte, anche se ancora un buco nero aleggiava nella sua mente, cos'era accaduto quella notte? Cosa l'aveva portata a scordare tutto quello che aveva vissuto? Se lo chiese per un istante Ale, ma poi decise di godersi ancora quel momento, prima di analizzare i dettagli mancanti. Ma era così necessario ricordare anche quello? Se la sua mente ora aveva messo un blocco su quella notte c'era un motivo. Tutti i ricordi tornavano a lei tranne quel momento, può la mente proteggere da un qualcosa di troppo violento? lo stato di shock è un processo necessario per proteggere la mente? come un filtro che lascia passare i ricordi solo quando si è in grado di sopportarli? aveva la possibilità di tenere lontana ancora gli eventi negativi, decise di tenere chiusa la porta a quei ricordi.
Aveva di nuovo il suo passato, aveva lui, per un attimo, un breve istante osò, si sentì felice come forse non era mai stata in vita sua. Osò l'essere felice, pura e semplice felicità. Seguì con le dita il corso delle lacrime sul suo viso, le seguì a risalire con lo sguardo, fino alla loro fonte, tornò a perdersi nei suoi grandi occhi scuri, naufragare nella dolce profondità del suo sguardo. Attraverso gli occhi di lui passò a rassegna tutto il suo passato, per verificare che non mancasse nulla all'appello, il suo book di ricordi era completo delle parti più importanti.
Dei baci dolci, lenti, a tratti appena sfiorati, per poi crescere e diventare più intensi e passionali, suggellavano il loro essersi ritrovati. Michael si allontanò piano dalle sue labbra, il suo volto si distese in un sorriso di gioia, con le dita le asciugò gli occhi umidi di pianto fermando i suoi occhi scuri nel verde dei suoi. Uno sguardo che diceva tutto, che parlava senza le parole, che urlava la gioia di ritrovare la complicità in lei, la forza di un legame consolidato nella certezza che solo l'esperienza vissuta fianco a fianco può dare.
- Dobbiamo dirlo agli altri...ne saranno felici! - Michael fu travolto dall'impazienza nel voler annunciare quella bella notizia a tutti, ma gli occhi di lei, il suo sguardo supplichevole, ne frenò l'entusiasmo.
- No Michael...aspetta! - le disse Ale trattenendolo per un braccio.
- Che succede piccola? c'è qualcosa che non va ancora? - tornò ad inginocchiarsi sull'erba accanto a lei, le sue grandi mani si posarono sulle sue, a stringerle con dolcezza, ad infonderle coraggio, a cercare di sciogliere la sua titubanza.
- No...va tutto bene..non preoccuparti! è che....- Ale esitò abbassando lo sguardo, per un attimo Michael ebbe paura che il ricordo di quella notte l'avesse turbata, ma poi incrociò di nuovo i suoi occhi a spazzare via ogni pensiero dalla sua mente, rimase a fissarli estasiato dal loro calore. Ale sfilò via la mano da quella di lui, posandola dolcemente sul suo viso.
- Ti ho appena ritrovato amore...voglio soltanto vivere quest'attimo sola con te!
Michael la prese per mano tirandola su, la strinse a se, si allontanarono dal baccano dei bambini, camminando lentamente, stretti in silenzio. Si fermarono sul pontile in legno, le acque del laghetto erano appena increspate in superficie dalla brezza che soffiava leggera, Ale scostò i riccioli che continuavano a scompigliarsi, si sedette accanto a Michael ad osservare il panorama.
- Mi sento in colpa...Michael!
- Per cosa Ale?
- Non mi perdonerò mai di aver dimenticato la prima volta che ho incrociato i tuoi occhi, di aver scordato il sapore di more assaggiato sulle tue labbra - accarezzò la sua bocca con le dita, amava sentirne il tepore sotto i polpastrelli, quella piacevole sensazione di accarezzare il velluto, Michael rimase immobile sotto i suoi tocchi appena accennati, in silenzio ascoltò il suo sfogo dopo essere uscita finalmente da quell'incubo- non posso perdonarmi di aver scordato il nostro amore...come ho potuto scordare della meraviglia che mi hai donato giorno dopo giorno!!
- No..no piccola...non devi sentirti in colpa...non sei tu ad aver dimenticato...quell'ematoma alla testa ti ha bloccato i ricordi...!
- Come può un funzionamento così meccanico come quello del cervello impedire il ricordo di un qualcosa fatto di sensazioni ed emozioni? I ricordi sono impalpabili, non sono oggetti che metti da parte, non sono fisici eppure sono stati interrotti da un ematoma...da una presenza materiale!!! è un qualcosa di così incredibile... il concreto contro l'inconcreto...la materia contro l'immateria...il tangibile che blocca l'intangibile!!!- il suo volto si fece triste sotto quel pensiero.
- Non pensarci più amore...guarda il lato positivo...siamo riusciti insieme a superare tutto!!!
- Lato positivo? come fai ad essere così ottimista?
- Qualsiasi cosa ha il suo opposto...ci dev'essere per forza un lato positivo!
Ale rimase a pensarci, fissando lo sguardo nelle acque ferme del lago, poi sorrise guardandolo negli occhi.
- Hai ragione...c'è un lato positivo! Ho capito che ti amerò per sempre!!
Michael sorrise appena sotto le sue parole, si mordicchio le labbra, poi tornò a guardarla.
- Cosa te lo ha fatto capire piccola?
- L'ho capito perchè non ho avuto bisogno della mente, ne dei ricordi per innamorarmi di nuovo di te, è bastato il cuore. Dovrebbero impedire al mio cuore di battere per farmi smettere di amarti! - i suoi occhi continuavano a riempirsi di lacrime mentre si avvicinava a lui desiderosa di un contatto con la sua bocca vellutata. Michael fece scorrere una mano sotto i suoi riccioli, ad afferrarle la nuca, la tirò a se deciso. Le distanze si azzerarono, le loro labbra si mossero spinte dal desiderio di possedersi, di donarsi l'uno all'altra. Si allontanò dolcemente dalle labbra di lei, arrossate ed umide dei suoi baci, restò abbastanza vicino da farle sentire il suo respiro sulla pelle.
- Ti amo!
- Io ti amo di più! - sorrise lei stringendosi al suo petto.
- Come hai fatto a ricordare piccola? quale ricordo ha sbloccato tutto?- gli chiese Michael affondando il viso tra i suoi riccioli mentre la stringeva tra le braccia.
- Sei stato tu...tu ed il tuo amore!! Ho avuto dei flash prima di ricordare tutto...ma non ti ho detto nulla non volevo illuderti...hai scelto la canzone di Elvis per farmi ballare perchè speravi mi aiutasse a ricordare vero? ed è li che ho avuto il primo ricordo....un immagine rapida di un uomo ed una donna che ballavano stretti sulle note di quella canzone...lei le appoggiava il viso sul petto...mentre lui la teneva in vita...un istantanea rapida che mi ha lasciato senza respiro per la quantità di dettagli che conteneva...sentivo che era una scena che avevo visto più volte in quella stanza...ma non riuscivo a capire chi fossero! è stato frustrante sentire che quella coppia che ballava era strettamente legata a me e non riuscire a ricordarli! Avevo dimenticato i miei genitori....-l'espressione sul suo viso si fece malinconica - avevo dimenticato quando eravamo una famiglia!
- So che non potrò mai sostituire l'affetto dei tuoi genitori...ma ora sono io la tua famiglia...e tu sei la mia! - Ale sorrise alle sue parole, si strinse ancor di più nel suo abbraccio poi continuò a raccontare.
-Poi ho avuto un altro flash vicino alla piscina...ho visto te che ridevi con un secchio in mano...affacciato alla finestra del cottege...mi sono torturata ore per cercare di ricordare perchè ridevi....era il mio arrivo a Neverland ora lo ricordo! A quel punto non mi importava più di recuperare la memoria! Mi ero innamorata di te di nuovo...e tutto con te era una nuova riscoperta...era bello pensare che tutto ciò che ricordassi dell'amore proveniva da te...che il mio primo bacio era tuo...la mia prima volta nel fare l'amore era assieme a te...avevo cancellato il passato e tutto era legato a te...ed era bellissimo! - negli occhi di lei Michael poteva leggere una sottile malinconia, capiva che avrebbe voluto che lui fosse stato l'unico amore della sua vita, che avrebbe voluto che nessun ricordo di altre labbra sulle sue potessero riemergere dai cassetti della memoria, sentiva che desiderava cancellare le altre mani che l'avevano accarezzata, altri sospiri uditi che non erano di Michael.
- Ma...piccola...non importa se hai amato prima di me...non è importante il passato in queste cose...
- Invece si!! avrei voluto fare l'amore solo con te!- si allontanò dal suo abbraccio per mostrargli il suo sguardo deciso su quella affermazione.
- No che non lo è! non importa se c'era qualcun altro nella tua vita prima di me...ora ci sono io...e desidero restarci per sempre!- Ale rimase in silenzio, lo sguardo di Michael era deciso quanto il suo - non importa se non sono il primo uomo nella tua vita...desidero essere l'ultimo...l'uomo che amerai per sempre!
- Vedi? è per questo che mi sono innamorata di te di nuovo...mi innamoro di te ogni giorno...ogni secondo che passo accanto a te...perchè sei unico...sai sempre come rendermi speciale...io...è così che mi sento quanto sono con te...mi sento speciale! Hai il mio cuore nelle mani...e non potevo donarlo a nessuno migliore di te...so che non gli farai mai del male!
- Stai tranquilla...piccola! non posso farti del male senza ferirmi...perchè io e te siamo una cosa sola! - avvicinò il suo viso a quello di lei, le posò un piccolo bacio a labbra socchiuse per poi tornare a stringerla a se.

Los Angeles

Ola picchiettava le dita laccate nervosamente sulle sue braccia conserte, mentre l'ascensore saliva al 46° piano di un lussuoso grattacielo di Los Angeles. Joe le aveva detto di raggiungerla nel suo ufficio e lei era impaziente di sapere il motivo, certa fosse per Michael.
Le porte dell'ascensore si aprirono e lei con passi a larghe e rapide falcate si diresse verso la porta in mogano scuro dello studio di Joe. La segretaria la fece accomodare nello studio senza esitare. Si trovò Joe seduto alla scrivania che sorseggiava del Jack Daniel's mentre osservava compiaciuto delle foto.
- Ola accomodati...ho delle novità per te! che ne dici? - allungò il braccio verso di lei porgendole le foto. Ola le prese senza esitare, i suoi occhi si sgranarono non appena mise a fuoco la prima immagine.
- Ma...cosa diavolo hai combinato? l'hai spedito a letto con un altra? ma...era con me che doveva finire!!! - l'espressione del suo viso era arrabbiata e sbalordita.
- Ma lo fai funzionare un attimo quel cervello? stupida gallina! se avessi fatto questi scatti con te e poi sarebbe scoppiato il caso con la moglie ...ti avrebbe odiata!! ora invece...ragionaci...la moglie lo molla e tu lo consoli da buona amica! chiaro?
Ola abbozzò un sorriso, tornando a guardare le foto.
- Sei certo che ci crederà? questa mi sembra troppo volgare per i gusti di Michael!!
- Ma che importa? è quello che ci serviva...ci sbarazzeremo di quella piccola insolente, poi questi scatti finiranno sui giornali ...così la smetteranno di dire che è gay...darò a mio figlio una nuova immagine! ed infine tu avrai campo libero su di lui...è un piano perfetto!!! - alzò il bicchiere di whisky verso Ola in segno di vittoria, poi lo buttò giù in un sorso.

Neverland

In quel momento sospeso tra realtà e sogno, inconsapevoli delle trame sottili del proprio destino, rimasero lunghi istanti in silenzio, un dolce silenzio nella quale Ale rimase a godersi il panorama stretta nel tepore del suo abbraccio, poi tornò a raccontare.
- Oggi invece...mi sono sentita strana da appena sveglia...avevo la sensazione di sentire ronzare nella testa! Ero sotto il tuo albero poco fa...quando ho avuto di nuovo un flash ed ho visto te...al nostro primo appuntamento...mi parlavi degli alberi... è stato pazzesco...come avere davanti la pellicola di un film che continuava a spezzarsi e poi ripartire...vedere la tua vita a frammenti sconnessi...desiderosa di assistere al film senza interruzioni.
- Magari la mente ed i ricordi fossero come la bobina di un film, si potrebbe scegliere cosa ricordare e cosa tagliare via per sempre! selezionare i ricordi...separarli per sempre tra quelli da tenere e quelli da eliminare!!!
- Getteresti via un sacco di cose...vero Michael?
- Gran parte della mia vita è da cestinare!
- Non è vero e lo sai! senza quelle esperienze...anche se dolorose e negative...non saresti la persona che sei...non avresti la sensibilità che hai....non saresti la star geniale che tutti acclamano!
- In parte hai ragione...ma avrei decisamente sofferto di meno!
- Ma non saresti tu...ed io non ti amerei così tanto come posso fare ora! Hai detto tu stesso che c'è sempre il lato positivo!
- Si...ma a quale prezzo? delle volte penso di stare pagando troppo caro il dono che Dio mi ha dato!
- Ti ho fatto soffrire in questo lungo mese, vero? adesso che ho tutti i miei ricordi e so cosa abbiamo condiviso...capisco che non deve essere stato facile per te trovarti di fronte la persona che ami come un estranea, difficile ricordare i nostri sentimenti più intimi e profondi e vedere in me il nulla!
- No...non è stato facile..ma credo non lo sia stato per entrambi...volevo che ricordassi al più presto....volevo che rivivessi con me i momenti più intensi che abbiamo vissuto! ti vedevo così smarrita certe volte...mi spezzava il cuore...avrei voluto essere io al tuo posto per evitarti quell'inutile sofferenza!
- No...e se poi non ti fossi innamorato ancora di me?
- Puoi starne certa che l'avrei fatto...ho voglia di innamorarmi di te un milione di volte!- Le diede un bacio sulla fronte per poi poggiare la guancia sul suo capo, Ale se ne stava rannicchiata tra le sue forti braccia, tornando a raccontare.
- Poi oggi ...dopo tutti quegli elaborati pensieri e affannosi tentativi nel cercare di ricordare...è bastata la semplicità e la freschezza di una frase di Paco. Mi ha chiamata "calzini magici"....e puf!...tutto di nuovo davanti a me...come la principessa liberata finalmente dall'incantesimo!!! Ho rivissuto quella mattina dove ti imploravo di darmi il tuo calzino...Comincio a credere che la combinazione di quei calzini sia magica sul serio!- Ale sorrise sotto quel ricordo.
- Preferisco credere nella magia che solo i bambini sanno fare..con la loro spontaneità, i loro modi ingenui...riescono a trovare soluzioni semplici alle cose...senza complicarsi in inutili e cervellotiche soluzioni...la chiave della porta dei tuoi ricordi era custodita in un bambino...questa è la vera magia!
- Credo tu abbia ragione...e sai?...adesso che ho tutti i miei ricordi...credo di aver scelto quello che voglio tenere stretto nel mio cuore per sempre!
- Ah si? e qual'è?
- Quella sera...quando abbiamo fatto l'amore in riva a questo laghetto...e mi hai detto che desideravi avermi donato un figlio!!! è il ricordo più grande e bello del nostro amore...sentirti desiderare un figlio in modo così dolce...mi sono sentita completa...parte di un qualcosa di grande!
- L'amore è grande Ale! Desidero ancora così tanto un figlio da te piccola...spero che questo miracolo avvenga...voglio vedere nascere il frutto del nostro amore e vederlo crescere...e ricordarmi di quanto ti amo ogni volta che guarderò i suoi occhi!
- Grazie per non avermi lasciata andare!
- Non ti lascerò mai andare piccola...mai! Niente e nessuno ti porterà via da me!
Un colpo di vento scosse i lunghi rami di un salice piangente che ombreggiava la riva, come morbidi capelli ondeggiarono sulle acque del lago, il fruscio delle sue foglie distolsero entrambi. Ale rimase ad osservarlo rapita dall'eleganza e la maestosità di quei rami ricurvi che si piegavano dolcemente verso l'acqua, che si muovevano come in una danza sospinte dal vento. la bellezza delle natura come sempre si rivelava sotto gli occhi affascinati di Michael, ma un brivido lo pervase, si sentì invaso da un senso di inquietudine inaspettata, rimase ad osservare quei rami che si piegavano sotto la brezza, che si dimenavano lente come a rispondere ad un richiamo doloroso, come se si scuotessero spinte da un silenzioso pianto. Cercò di non far entrare quella strana sensazione nel suo cuore, sentiva che la natura gli parlava ancora una volta, con voce amorevole rivolta verso colui che la amava tanto, che cercava in lei conforto ed ispirazione. Un anima sensibile avverte mutamenti impercettibili a chiunque, legge i segnali, sente l'aria cambiare, caricarsi di elettricità e resta in attesa che gli avvenimenti accadano davanti ai suoi occhi. Michael sentì nuovamente quell'elettricità posarsi sulla pelle, svegliarne i sensi, soffocargli il petto.
"Cosa mi turba ora? lei sta bene...è il momento di godersi la pace...perchè la mia anima scalpita nel mio petto? Leggo tristezza nei movimenti di quei rami...è palpabile...forte! Cosa dovrò aspettarmi ancora? avrò la forza di restare in piedi all'ennesimo intoppo nella mia vita? Temo che mi lasci...temo che si stanchi di vivere in una vita senza quiete!"
Le parole di Ale lo distrassero dai suoi pensieri, cercò di scacciarli, non voleva ascoltare i suoi sensi messi di nuovo in allerta da una sensazione inspiegabile.
- Perchè le cose romantiche racchiudono sempre qualcosa di malinconico? te lo sei mai chiesto Michael? Non è dolcemente malinconico questo salice in riva al lago? un amore malinconico e struggente sembra essere più intenso di un amore felice e gioioso! non trovi? Perchè per vivere un amore totalmente coinvolgente ci si deve struggere?
- Non lo so piccola...ma le più grandi storie d'amore sono struggenti e malinconiche... Romeo e Giulietta, Tristano e Isotta...forse perchè un cuore che palpita malinconico, lo si sente di più di un cuore felice! Non so risponderti amore mio...so solo che la malinconia è parte di me...e mi permette di assaporare sfumature della vita che mi perderei se non l'avessi...mi perderei delle emozioni così forti ed intense che mi permettono di creare...! - i suoi occhi si fecero dolci mentre si avvicinava alle labbra di lei, che coprì con un bacio.
In lontananza la voce squillante di Chiara spezzò il tempo del loro ritrovarsi!

-Ehi voi due? la finite di tubare maremma ladra!!! qui vi cercano tutti!!
Ale sorrise, sentendola sbraitare in toscano, uscì energica dalle braccia di Michael, voltandosi a guardarlo negli occhi.
- Le dico che mi è tornata la memoria?
- Si dai... ne sarà felice!
Attese che Chiara si avvicinasse.
- Oh "bella Chianti"!!! - l'aveva chiamata con un soprannome che le era stato affibbiato qualche anno addietro, dopo un weekend nel vecchio casolare del nonno, sulle colline toscane, immerso nei vigneti di chianti. Chiara aveva cercato di far colpo su un ragazzo della comitiva, ma aveva finito per ritrovarsi brilla, dando vita ad una serie di infinita di pessime figure, culminata con il rovesciarsi all'indietro con la sedia, restando a gambe all'aria con il piatto di torta incollato al viso. Avevano riso da starci male quella volta. E da allora per tutti Chiara era diventata Bella Chianti.
- Oh maremma maiala ancora con il chianti? ma la devi smettere di tirare fuori sta storia...io non bevo più da quella sera...io- aveva iniziato a blaterare come suo solito, senza rendersi conto di quel particolare, Ale ricordava di quella sera d'estate, ricordava, si bloccò di colpo, quando finalmente quel pensiero aveva azzeccato l'unico neurone funzionante in quella sua testolina.- oh...santa maremma...co..come mi hai chiamata?
- Bella chianti!
- Ale....Ale...tu..tu ricordi? maremma maiala...ricordi!!!! - iniziò a urlare e ad abbracciarla forte, mentre tra il riso ed il pianto continuava a blaterare frasi in toscano. Michael non riusciva a capire nulla di quello che diceva, ma l'espressione di Chiara era così divertente che non potè fare a meno di ridere. Il sorriso gli distesi i pensieri, come una ventata fresca ad allontanare le nubi del suo animo, almeno per un pò, almeno fino al prossimo segnale.

Los Angeles (redazione di Star Magazine)

Ginger, fasciata in una tuta in lattice rosso fuoco, si apprestava a terminare gli scatti che avrebbero accompagnato l'uscita della sua intervista. Si muoveva sicura e provocante sul set, ammiccava all'obiettivo sensuale e spudorata, il suo seno prosperoso riusciva a stento a restare chiuso nella tuta aderente, mentre maliziosa si portava un dito in bocca, mentre l'altra mano affondava nei suoi voluminosi capelli color platino. Il suo momento di celebrità era arrivato, stava per raccontare alla stampa della sua notte con Michael Jackson.

Neverland
I giorni a seguire il ritrovamento della memoria furono intensi per Ale, passò ore a chiacchierare con Chiara di tutto ciò riuscisse a ricordare della sua vita in Italia. Delle volte le fitte alle tempie si facevano ancora sentire, ma i dottori la rassicuravano, era tutto normale e lei recuperava in fretta. La presenza di Michael era la cura migliore, se ne stavano distesi sotto il grande albero, in penombra. Ale, seduta tra le gambe di lui, appoggiava la schiena sul suo petto, era silenziosa, assaporava i suoi movimenti lenti delle dita, che le scorrevano lungo le braccia, ad accarezzarla piano. Era deliziata da quei pomeriggi di quiete, da passare con lui, anche se, il pensiero della sua vita stravolta di nuovo la turbavano.
- Ti sento pensierosa piccola...che succede?
- Niente...è tutto ok! pensavo alla mia vita...sono di nuovo senza una meta! Il corso è saltato per via di quello che mi è successo, gli esami sono vicini ed è praticamente impossibile recuperare le lezioni perse!
- Non hai bisogno di quel corso!
- Ma io voglio una strada mia..che mi faccia sentire realizzata!
- La troverai...ne sono certo...ed io ti appoggerò qualunque scelta farai! Ho visto i tuoi scatti...qualche giorno fa!! Nessun obiettivo fotografico aveva colto dei particolari di Neverland così emozionanti...sei brava! Mi piacciono anche le foto che hai fatto a me...quel particolare delle mie mani sui tasti del piano è stupenda...sembra quasi di sentire la musica uscire dalla foto. Credo che...dovresti pensarci, potresti coltivare questa tua dote...è una cosa che ti piace fare, esprimi emozioni attraverso le foto e potresti seguirmi nei miei viaggi, senza essere legati ad un lavoro fisso! Possiamo stare a New York per un pò...seguiresti dei corsi di fotografia...ho diversi amici che farebbero al caso tuo! Cosa ne pensi Ale? era un idea che mi frullava in testa da giorni ormai!
Ale si voltò a guardarlo, il suo sorriso fece subito capire a Michael che l'idea le piaceva, sapeva quanto potesse essere ostinata e testarda quando si trattava dell'orgoglio di farcela da sola.
- Davvero Michael si può?
- Ma certo!! se è una cosa che ti piace...se senti che potrebbe essere la tua strada...
- Oh si! ti prego!
- Il tuo sorriso a quest'ora del tramonto è bellissimo...il tuo viso si tinge d'arancio, ed i tuoi occhi sembrano più verdi che mai! voglio vedere sempre questo sorriso sulle tue labbra...che si spegne solo per lasciar posto ai miei baci! - le prese il viso con entrambe le mani e l'avvicinò al suo per poterla baciare. - sei felice con me Ale?- il timore di non riuscire a donarle la serenità lo divorava, era sempre più timoroso del momento in cui avrebbe smesso di nascondere sua moglie agli occhi del mondo.
- Si che lo sono! Non vorrei essere in nessun altro posto se non qui tra le tue braccia!

Los Angeles (studio di Joe)

Joe se ne stava seduto sulla sua poltrona in pelle, di spalle alla scrivania, rivolto a guardare il sole calare su Los Angeles, un sigaro penzolava tra le sue labbra, che si aprirono in un ghigno compiaciuto, mentre continuava ad ascoltare una telefonata, tenendo saldamente la cornetta all'orecchio.
- Perfetto Travis...fai in modo che quel plico con le foto arrivi nelle mani della bambolina italiana...ma non stasera...regalo a mio figlio la sua ultima notte d'amore...domani inneschiamo la bomba! - fece un grosso tiro dal sigaro, trattenne il fumo per un attimo, poi lo lasciò uscire rapidamente dalla bocca, avvolgendolo in una nube spessa ad annebbiargli la visuale davanti a se. Torbida e densa come la sua anima avida di successo, che sacrificava suo figlio, come un agnello innocente, sull'altare del Dio potere. Come può un padre rimanere impassibile quando è l'artefice dell'inferno che si sta per abbattere sul cuore di suo figlio? Come si può gioire ed essere orgogliosi del proprio operato?

Neverland

Ale si svegliò abbracciata a lui che era mattina inoltrata, si sentiva riposata ed appagata dopo un lunga notte di passione, avevano fatto l'amore fino alle prime luci dell'alba. Era di nuovo felice e serena accanto a Michael, di nuovo padrona della sua vita. Sorrise nel guardarlo dormire profondamente, ripensò alla notte appena trascorsa, a quei momenti così intensi che li univano sempre più. Accarezzò piano il suo petto nudo, si avvicinò a dargli un bacio senza svegliarlo, poi scivolò via dal letto, indossò la vestaglia e scese in soggiorno.
Dalle scale vide un impaziente Travis che teneva un plico tra le mani, girava per la stanza come un leone in gabbia.
- Buongiorno Travis!
- Oh Signora Jackson! la cercavo! è arrivato con il corriere questo plico per lei!
Ale lo prese titubante tra le mani. Travis si congedò rapidamente, prima ancora che lei lo aprisse. Sulla busta campeggiava la scritta "Mrs. Alessandra Jackson"
- Chi sa di me? cosa contiene questa busta?
La sua vita stava andare di nuovo in frantumi, dove avrebbe trovato la forza di ricomporla ora che gli occhi di lui non sarebbero più stati un porto sicuro ma l'ingresso dell'inferno?

...continua

It's all for love L.O.V.E
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Città: LANCIANO
Età: 48
Sesso: Femminile
26/02/2015 11:31

Capitolo 37

La quiete prima della tempesta.
Gli ostacoli nella vita compaiono sempre quando tutto appare tranquillo. Come vortici imprevedibili nel mare calmo, pronti a risucchiare tutto lungo il proprio cammino.
Perchè sembra giungere sempre qualcosa a scuotere di nuovo gli equilibri sottili del vivere sereni? La tempesta improvvisa si abbatte senza preavviso, senza un segnale che permetta di trovare riparo, si rimane inermi battuti delle correnti violenti, cercando di salvare il salvabile, richiamando tutte le forze per limitare i danni, per restare in piedi nonostante la violenza dei colpi, attendere caparbi che tutto passi per riscostruire.

Ricostruirsi.

Sempre se, alla fine di tutto, ci sia ancora qualcosa da cui ricominciare. I cocci rotti e poi riassemblati, per poi essere distrutti ancora, difficilmente riusciranno a combaciare ancora.
Può essere questo il fascino della vita? l'imprevisto, il non sapere cosa e quando accadranno determinati eventi che segnano irrimediabilmente l'anima di ogni individuo, passaggi indelebili nel proprio cammino. Se si fosse consapevoli del pericolo imminente, il futuro potrebbe fare meno paura, ma è proprio l'incertezza il vero sapore della vita.

L'aria stava cambiando, ed un ignara Ale stringeva il suo destino tra le mani.

Sollevò piano il lembo della busta, decisa a staccarlo per vederne il contenuto. La sua mente si affollò rapidamente di domande, una raffica di interrogativi alla quale avrebbe trovato risposta in quella busta.
Era concentrata sul quel misterioso plico indirizzato a lei, tanto da non sentire dei passi leggeri farsi vicini. Un dolce respiro ad accarezzarle il collo la fece trasalire, voltandosi di scatto lasciò scivolare via dalle mani il plico, cadde a terra sul parquet scuro, accanto ai suoi piedi nudi fermi davanti a quelli di lui. Si mise sulle punte lentamente, avvicinandosi al viso del suo uomo. Lui era li, desideroso di unire le sue labbra alle sue, la strinse in vita tirandola a se, lasciando che le sue labbra di seta mordicchiassero sensuali le sue, lasciò che quel brivido che solo lei sapeva procuragli gli percorresse il corpo, scuotendo i suoi sensi, attraversando impetuoso ogni sua fibra. Si allontanò dalla sua bocca dolcemente, rimanendo a fissare le sue labbra turgide, umide ed arrossate dai baci, era così bella quando si abbandonava a lui, quando riusciva a leggere i segni della passione su di lei, ne rimaneva rapito, rapito dalla sua semplice bellezza, delicata come una fata. Sorrise al pensiero che fosse la sua Trilly.
- Ti amo così tanto che desidero solo baciarti all'infinto!- le disse mentre pian piano la distanza tra le loro bocche andava ad annullarsi ancora. Il pensiero di quella busta si allontanava dalla mente di Ale, completamente rapita dalla passione dei suoi baci, completamente desiderosa di sottomettersi alla potenza dei sentimenti, lasciare che fosse l'amore a guidarla, che ne occupasse la mente concentrandosi sulle sensazioni uniche che le sue labbra le provocavano ogni volta, sentirle tiepide e morbide sulle sue, assaggiarne il sapore dolce, sentirne i movimenti lenti e poi decisi sulla sua bocca, sentirsi mordicchiare le labbra dai suoi denti famelici di desiderio, per poi tornare dolcemente a perdersi tra i suoi tocchi vellutati. Avvertì una strana sensazione, misto tra malinconia e desiderio, avrebbe voluto che quel bacio, quel lungo contatto con le sue labbra non si fosse spezzato mai.

- Amore sei già sveglio?
- Mi sono svegliato quando non ho sentito più il tuo tepore accanto a me!
- Ma se dormivi come un ghiro! come hai fatto ad accorgertene?
- Non so! ma mi capita spesso, anche nel sonno più profondo sento la tua presenza accanto a me, sento il tuo respiro tra i miei capelli, sento quando ti muovi in cerca di un mio abbraccio, che ti accoccoli stretta a me, a scaldarti con il calore del mio corpo...adoro quelle sensazioni.. li ho sentiti tutti i baci che mi dai prima di sgattaiolare fuori dal letto ogni mattina, riesco a percepire i tuoi movimenti pur restando dolcemente addormentato...è così bello sentirti muovere accanto a me...riesco a dormire bene...perchè mi sento protetto! Perchè so che ci sei... so che mi basta aprire gli occhi per continuare a sognare!
Ale sorrise stringendosi a lui, affondò le mani tra i suoi capelli, stringendo il viso sul suo collo, a sfiorarlo appena con le labbra, a respirarne il caldo profumo della sua pelle.
- Sei di una dolcezza disarmante...ma quanto mi ami Michael?
- Tantissimo...quanto le stelle nel cielo...possono bastare? - chinò il capo da un lato per meglio guardarla in viso, le sorrise nascosto dietro i suoi riccioli scompigliati che gli ricadevano davanti agli occhi vispi. - Mi sento così felice oggi!
Ale rise divertita nel vederlo così rilassato, mentre usciva dal suo abbraccio. I suoi occhi caddero sul plico a terra, in un lampo tutte la curiosità sul suo contenuto tornarono ad affollarle la mente. Si chinò rapida a raccoglierlo.
- Cos'è quello Ale?
- Non lo so, Travis mi ha detto che è arrivato questo per me tramite corriere! è indirizzato alla "signora Alessandra Jackson", non ti sembra strano? chi sa di me?
- Non saprei che dire...è strano! forse viene dall'ospedale dove sei stata ricoverata! Aprilo no? così ti togli ogni dubbio!
- Ho uno strano presentimento...è così anonimo che mi fa quasi paura!
Michael si avvicinò a lei posandole un bacio tra i capelli.
- Tranquilla amore...non può esserci nulla di così grave!

Ale si allontanò da lui sedendosi a gambe incrociate sulla panca rivestita di cuscini davanti alla finestra in stile inglese. Le mani di Ale si mossero rapide questa volta, era decisa a porre fine alla sua curiosità, strappò via un lembo della busta e le sue dita si introdussero nel suo interno. Sentì qualcosa di lucido e freddo sotto i polpastrelli, lo afferrò risalendo velocemente verso l'uscita.
Foto.

Possono delle immagini impresse sulla carta ferire più di una lama affilata?
Ale si sentì trafiggere il cuore da ognuno di quegli scatti, uno ad uno scorrevano rapidi sotto i suoi occhi. Rimase a guardarli esterrefatta, basita da quello che vedeva, le ci volle un lungo istante per realizzare cosa stesse guardando. Un lungo attimo silenzioso, in cui il suo volto cambiò espressione e si sentì lontana dal suo corpo fermo, pietrificato, con lo sguardo fisso su quelle foto, sull'immagine di lui a letto con una donna nuda. Si sentì come se la sua anima l'avesse abbandonata per sempre ed il suo corpo fosse rimasto come un freddo involucro senza vita. Un lungo istante senza reazione alcuna, statica come la più dura e sconcertante delle verità, un momento di assoluta assenza, l'attimo prima di essere travolti dal dolore più acuto e sordo. Sentì quelle immagini penetrargli negli occhi come spilli acuminati, a lacerare le sue carni come artigli taglienti, sfilettare la sua anima come rasoi affilati e sentirne il freddo metallo affondare tra le sue fibre sanguinanti. Ma il colpo mortale inflitto al suo cuore arrivarono dai suoi occhi, da quell'espressione innocente e malinconica, innamorata. Alzare lo sguardo da quelle foto ed incrociare i suoi occhi fu doloroso, terribilmente lacerante, avvertì una fitta netta al centro del petto a bloccarle il respiro per un attimo, sentì il suo cuore agonizzante implorare pietà, incapace di sopportare ancora tale pena. Lo sentì spegnersi lentamente, come se non avesse più le forze per un altro battito, mentre i suoi occhi feriti iniziarono a riempirsi di pianto.
Il salto nel vuoto intrapreso con lui aveva iniziato la sua fase discendente, ma a precipitare nel baratro era solo lei.

- Ale piccola....che succede?- Michael si fece vicino a lei, preoccupato per quella reazione.
La sua voce dolce, le sue parole arrivarono a scuoterla decisamente, a farla uscire da quello stato catatonico ed incredulo in cui era caduta, facendo esplodere la sua rabbia. Si alzò in piedi di scatto.
- Che succede? dimmelo tu cosa succede....io mi fidavo di te!- le sue urla sferzarono la quiete di Neverland.

Travis rimasto in attesa nei pressi del cottage, li sentì nettamente. Sfilò il pacchetto di sigarette dalla tasca e ne prese una, portandola alla bocca, l'accese aspirando con profondità. Lasciò uscire il fumo tra le labbra appena socchiuse e si avviò in silenzio lungo il viale. Non un espressione pentita sul suo volto, nessun sentimento di rammarico scalfirono la sua anima, si allontanò sul viale con la consapevolezza del dramma che Ale si trovava di nuovo a vivere, non curante di esserne ancora una volta l'artefice.
Ale stringeva tra le mani il pacco di foto, mentre le sua guance erano ormai solcate dalle lacrime, i muscoli del viso contratti e tesi in un espressione mista tra rabbia e dolore. L'aria si fece irreale, l'idillio si era spezzato in una manciata di secondi, come ad aver scoperchiato il vaso di Pandora e ad aver dato un nuovo inizio al dolore delle loro anime tormentate.

- Ale per favore...spiegati...non capisco!!!- Michael fissava a distanza le foto che teneva tra le mani, si avvicinò a lei deciso a capirci qualcosa.
- Non capisci? e queste le capisci...bastardooo!- gli lanciò in faccia il pacchetto di foto, Michael fece in tempo a ripararsi con il braccio, mentre le foto lo colpirono per poi svolazzare spargendosi per il pavimento. Rimase scosso dalla reazione di lei. Cosa aveva potuto sconvolgerla così, si chiese. Si chinò a raccogliere alcune foto. I suoi occhi si sgranarono nel guardare quelle immagini. Non riusciva a crederci. Guardò Ale alzandosi da terra e avvicinandosi rapidamente a lei, il suo primo pensiero era quello di tranquillizzarla, prima ancora di capire chi diavolo fosse quella nella foto accanto a lui.
- Ale..Ale..amore... non crederai a quelle foto spero?
- Non dovrei?
- Certo che no...potrebbero essere dei fake...non sono vere...te lo assicuro che non conosco quella donna!!- si fece vicino a lei, sfiorandole il braccio.
- Non toccarmi...sento ancora il tuo odore sulla pelle...solo stanotte ero tua..tuaaaa ..ad amarti con tutta me stessa e tu ...eri stato con lei!- le parole urlate erano spezzate dal pianto, sentiva le vene pulsargli alle tempie, il cuore batteva all'impazzata, il suo sogno era finito, il suo matrimonio era finito- sento il tuo odore addosso....e mi fa ribrezzo - provò repulsione al pensiero dall'ultima notte d'amore passata con lui, al pensiero del contatto con la sua pelle, al pensiero che un altra era stata stretta al suo corpo nudo, strinse gli occhi Ale, lasciando che le lacrime scorressero via. - sei un bastardo...uno lurido bastardo! - gli disse a labbra strette fissandolo negli occhi con odio, sapeva di ferirlo, ne era consapevole, ma desiderava infliggergli lo stesso dolore che quelle foto avevano inflitto a lei. Quelle parole per Michael furono la fine, si sentì morire sotto la crudezza della sua espressione, sotto quelle parole di disprezzo, per un attimo pensò alla notte trascorsa, ai suoi sorrisi delicati nella penombra quando la baciava sul collo solleticandola, pensò alla sua pelle percorsa dai brividi mentre faceva l'amore con lui, erano così dolci e strazianti quelle immagini ora da fargli male. Si sentì devastare dalla pena di leggere la fine del loro amore nei suoi occhi. Si chiese come avrebbe potuto rimediare, cosa avrebbe potuto dirle per convincerla a credergli. Quelle immagini erano chiare, c'era ben poco da giustificarsi, ma allora perchè non ricordava di averle scattate?
- Ale calmati...ti prego! Lo so che tutto qui ti dice il contrario ma...io non ricordo di queste foto, non so chi sia lei!!
- Non ricordi? evidentemente lei è una tra tante...fra un pò non ricorderai nemmeno di me!
- Lo sai che non è vero! c'è qualcosa sotto..dammi qualche minuto e cercheremo una spiegazione! Ma non perdere la fiducia in me ti prego!- si trovava di nuovo a giustificarsi per un qualcosa che non aveva commesso, frustrante come tutte le volte, umiliante per non essere creduto, avvilito da una continua lotta a difendersi senza un reale motivo.
- Non devo perdere la fiducia? io ti ho credutoooo... come un idiota ho creduto ad ogni tua singola parola...ho creduto a te e non a tutte le chiacchiere sul tuo conto, ho creduto ai tuoi modi delicati, alla tua sensibilità e adesso?...eccomi qua con queste foto tra le mani!!! Ammettilo...è una trovata di immagine? vero? mi hai usata per alimentare il gossip su di te...attirare l'attenzione dei media e dare una risposta alle insinuazioni sulla tua vita sessuale! Sei stato tu che hai messo in giro prima la vicenda di un flirt con l'italiana e poi la tresca con la donna misteriosa a Las Vegas! che idiota...avrei dovuto pensarci prima...sono caduta nella tua trappola...nella trappola dello show business!! sei stato tu a creare questo gossip...ma perchè mi hai sposata? bastava far uscire due foto...mi avrebbe fatto meno male!- Sentì le forze venirle meno, stanca di lottare ogni volta per essere rispettata, stanca di affrontare situazioni al limite. Quanto dolore è capace di sopportare un uomo? c'è un limite al dolore dell'anima? Rimase a chiederselo in silenzio, con gli occhi inondati di lacrime, con lo sguardo fisso sulle foto sul pavimento.
- No no Ale...non devi pensarlo...io ti amo! - Michael si avvicinò a lei a stringerla tra le braccia, lei per un istante lo lasciò fare, incapace di proseguire la lotta, sfinita dal dolore che la consumava, rimase immobile senza volontà, stretta nel suo abbraccio. Strinse gli occhi sentendo le calde lacrime scorrere sulla sua pelle, respirò il suo profumo che mille volte l'aveva inebriata, possibile essersi sbagliati così tanto? possibile aver avuto il cervello annebbiato per tutti quei mesi e non aver capito nulla di lui? Continuava a chiederselo, mentre assaporava il dolce e doloroso tepore del suo corpo stretto al suo. Nonostante tutto lo amava e dirgli addio in quel modo era devastante.
- Ti ho dato tutto!- riuscì a pronunciare con un fil di voce, ormai provata dalla situazione. - ti ho dato tutto quello che c'era nel mio cuore...ti ho amato senza riserve...con tutta me stessa, ci ho messo l'anima ed il cuore...ho cercato di capire ed accettare le regole del tuo mondo...non mi meritavo questo...non lo meritavo...perchè? mi dici almeno perchè? di tutte le starlette che pur di emergere farebbero di tutto...perchè hai voluto rovinare la vita a me? percheeeè?- lo spinse via da se urlando.- Io ero qui per ricostruirmi una vita...e tu hai distrutto tutto!
Michael per un attimo si era illuso di poterla calmare, di riuscire a ragionare con lei su quelle foto che erano un mistero per lui ed invece leggeva ancora quell'espressione di dolorosa delusione nei suoi occhi.
- Ale ...per favore...credimi non ne so niente...non so spiegarmi queste foto...è la mia suite a Las Vegas questo lo riconosco...ma lei ti assicuro che non c'era e non c'è mai stata!
- Cos'è...eri talmente fatto dei tuoi farmaci da non ricordare le tue bravate? Vorrei perdere di nuovo la memoria in questo istante...scordarmi di tutto...scordarmi di te! - rimase a fissarlo con disprezzo mentre Michael si rese conto che non aveva speranze di convincerla, si sentì perso nel buio, senza una luce da seguire, era finita, la sua storia, la più bella della sua vita, era finita.

In quel frangente Chiara entrò nella stanza timorosa, guardandoli in preda all'ansia.
- Chiedo scusa....ma...io...vi ho sentito urlare...diamine ragazzi...ma che succede ancora?
Ale si voltò a guardarla mostrandole il volto gonfio dal pianto.
- Cosa succede? raccogliamo i frutti della sua ultima stronzata! - le disse secca, indicandole le foto sparse per terra. Chiara si chinò a dare un occhiata, d'istinto di portò le mani sulla bocca a sottolineare la sua espressione esterrefatta.
- Oh mio Dio! - spostò il suo sguardo verso quello di Michael, mentre Ale uscì di corsa dalla stanza. Michael fece per correrle dietro, ma Chiara lo bloccò.
- Come hai potuto farle questo? Ti ho amato da quando avevo 6 anni...ho creduto in te e alla tua anima candida...ti ho difeso a spada tratta come tutti i tuoi fans...ma adesso...per me sei finito! Stai lontano da lei...non ti permetterò di ferirla ancora!-Lo lasciò solo nella stanza, raggiungendo Ale.
Michael rimase assorto nei suoi pensieri, si sentiva di nuovo un mostro agli occhi di tutti, come avrebbe potuto dimostrare la sua innocenza? e poi, perchè doveva passare una vita a giustificarsi, a cercare di discolparsi da una qualcosa che non aveva commesso? perchè doveva sempre tornare al punto di partenza? dichiararsi costantemente innocente e difendersi da accuse infamanti? Era intenzionato a chiarire con Ale, si avviò verso il corridoio quando Louise lo fermò per avvisarlo di una chiamata urgente da parte di John il suo assistente. Michael rispose alla telefonata dal suo studio.
-Ma che succede John? come dovrei essere io a dirtelo! ti giuro che non ne so niente...dev'essere senz'altro frutto di un fotomontaggio...io non so chi sia questa Ginger! Lo so che si aspettano una mia reazione...ma non ho la minima intenzione di indurre un comunicato stampa per negare questa stupidaggine..- si sentì braccato di nuovo, il mondo del gossip era a caccia di scoop sulla vicenda, sapeva che se avesse lasciato Neverland non gli avrebbero dato tregua. Chi era questa Ginger che in televisione si dichiarava amante di Michael Jackson? Era lei ad aver mandato quelle foto ad Ale? o c'era lo zampino di qualcun altro? cercò di ricollegare tutti fatti, il suo sospetto era Janet, era a Las Vegas anche lei quando Michael era li per incontrare Santana, poteva aver organizzato tutto lei? e come era riuscita ad introdurre Ginger in camera sua?

Ale era seduta sul letto di Chiara, con le mani strette in grembo, lo sguardo perso nel vuoto.
- Ale...mi dispiace io...da lui non me lo sarei aspettato...ero convinta ti amasse!!
- Lo ero anch'io! come vedi nella vita non si può essere certi di niente!
- Cosa vuoi fare adesso Ale?
- Andare via di qua!!
- Andare via? e dove?
- A casa..Chiara...torno in Italia! chiama un taxi e...prenota il primo volo per l'Italia...qualsiasi aeroporto va bene...l'importante è andare via subito!- Si alzò avviandosi in bagno, mentre Chiara iniziò il suo giro di telefonate.

Si lasciò scorrere l'acqua calda sul viso, cercando di cancellare i segni di un pianto che non accennava a finire, le sue lacrime salate si mischiavano all'acqua dolce e scorrevano via. Si sfregò la pelle con decisione, facendola arrossare, voleva cancellare il suo profumo su di lei, togliere l'impronta della sue grandi mani sul suo corpo, annullare i segni del loro amore che era ormai finito. I suoi gesti erano sempre più decisi, frenetici, ma avvertì l'impressione che più sfregava la sua pelle, più sentiva il profumo di lui su di essa, si lasciò scivolare nel piatto doccia abbandonandosi ad un pianto convulso ed irrefrenabile.

Michael ancora chiuso nel suo studio, preso da telefonate urgenti ai suoi addetti stampa, dovevano fare in modo di arginare la marea di gossip che quella tizia aveva scatenato. Poi fu il momento di fare quella telefonata che aveva aspettato troppo a fare.
Rimase in attesa che qualcuno rispondesse, gli squilli uno dietro l'altro gli sembrarono interminabili, ma alla fine Janet rispose.
-Fratelloneee!! che gioia sentirti! Ale come sta?
-Che ipocrita! fai anche finta di interessarti?
- Ma che ti è preso Michael?
- Fai finta di non sapere vero? ma ti ho scoperta finalmente! sei uguale agli altri Janet...sei peggio di loro...io mi fidavo di te..ti avevo raccontato di Ale e mi hai tradito, pugnalato alle spalle.. - la voce concitata di Michael ne tradiva l'emozione e la delusione.
- Ma che stai insinuando Michael?
- Sei più falsa di Jermaine... almeno lui gioca a carte scoperte...tu hai finto da sempre di essere dalla mia parte!
- Adesso basta!! io non ti ho mai tradito!!! mi vuoi dire a cosa ti riferisci?
- Sono saltate fuori notizie sulla mia storia con lei, eri tu a saperle assieme a Liz e mamma! e non credo che mamma e Liz abbiano spifferato la cosa alla stampa...non mi resti che tu! che mi ero sposato con lei lo sapeva solo la mia famiglia...tutti i dettagli trapelati alla stampa potevano essere rivelati solo da qualcuno della mia maledetta famiglia!
- Smettila...potrebbe essere stato chiunque!
- A che gioco giochiamo Janet? vuoi campo libero? mi vuoi mettere fuori uso dalla stampa e scalare la classifica? Ti ho sempre dato una mano...dato consigli per migliorare..e tu mi ripaghi infilandomi un donna nel letto? spedendo le foto ad Ale?
-Non ti seguo...continui a blaterare cose senza senso!
- Vediamo se Ginger Smith ti rinfresca la memoria?
- E chi diavolo sarebbe?
- Quella che tu hai pagato per rovinarmi la vita!
- io non ho pagato nessuno...sei ingiusto...smettila con questo vittimismo...non hai tutto il mondo contro...te le vai a cercare ...hai voluto giocare a stuzzicare la stampa anni fa? crearti il personaggio fuori dalle righe? li hai provocati per conquistarti le copertine? bene adesso ne paghi le conseguenze ma ti proibisco ti tirarmi in ballo!
- Brava..il piano ti è riuscito alla perfezione!
- Ma quale piano? io non ho introdotto nessuno in camera tua per poi mandare le foto a tua moglie!! ti dimostrerò che non sono io ad averti tirato questo tranello! vedrai! Preparati le scuse...ti porto le prove in un piatto d'argento!- Janet riattaccò stizzita.

Il rumore di una macchina sul selciato davanti al cottage lo distrassero dai suoi pensieri, diede un occhiata e l'immagine di un taxi sulla quella venivano caricati dei bagagli gli fecero saltare il cuore nel petto. "Ale va via!"
Corse fuori dallo studio ed incrociò gli occhi di lei.
- Ale dove vai?
- Non lo so! sicuramente dove potrò ricostruire la mia vita!
- Non puoi andare!
- Ed invece si! non puoi trattenermi!
- Piccola ti prego...non andare!! dammi del tempo...ti dimostro che è tutto finto! che è stata montata ad arte...è una storia falsa!
- Si certo! nella tua vita è tutto finto! le accuse di molestia erano un complotto, la camera iperbarica era una notizia inventata, la vitiligine una bugia e questa qui della bionda finta nel tuo letto è falsa! tutto falso quello che esce sui giornali su di te! tutto finto! cosa c'è di vero nella tua vita me lo spieghi? - Ale continuò a fissarlo duramente in attesa di una sua risposta. Michael se ne stette in silenzio chinando il capo, il suo sguardo si fece malinconico più che mai, chiuse gli occhi ed una lacrima scivolò lungo il solito percorso doloroso della sua guancia.
- Cosa c'è di vero nella mia vita? niente....se vai via tu! - quelle parole spezzate dal pianto fecero sussultare il cuore di Ale, provò pena per lui, fu tentata di tornare a stringerlo a se, di continuare a dimostrargli che qualcuno al mondo l'amava e quel qualcuno era lei, ma quelle immagini, quelle foto tornarono ad indurire il suo animo, scacciò via le lacrime, scacciò via l'amore per lui. Non rispose, gli passò accanto in silenzio, cercando di non incrociare i suoi occhi. Michael le afferrò la mano, la strinse forte nella sua, ma Ale non si voltò a guardarlo, il cuore le palpitava dolorosamente nel petto sotto il calore di un ultimo contatto con lui. Anche se il suo cuore continuava a palpitare, anche se sentiva l'emozione salire nel toccare la sua mano, un tradimento non poteva accettarlo, fece un lungo sospiro e sfilò via la mano dalla sua continuando il suo cammino verso l'uscita.
- Ale...- lei si fermò un attimo senza voltarsi, non gli avrebbe mai mostrato le sue lacrime in quel momento, rimase immobile in attesa delle sue parole- ...io ti amo...volevo che tu lo sapessi!

Salì sul taxi voltandosi a guardarlo un ultima volta, lo vide alla finestra del suo studio, con lo sguardo triste e nascosto dietro i suoi riccioli. Pianse Ale dietro i suoi occhiali scuri. Perchè mai Michael aveva rovinato tutto? Lo amava ed erano felici? perchè? Non riusciva a darsi una risposta. Il taxi si allontanò rapidamente dal cottage e lei sprofondò in un pianto irrefrenabile.

Michael rimase alla finestra per lunghi istanti, sperava di veder tornare indietro quel taxi, che la sua piccola tornasse tra le sue braccia, ma non fu così. Tirò le tende a nascondere una meravigliosa giornata, lasciò che l'oscurità piombasse sulla sua anima.
"Sono di nuovo solo! in qualsiasi modo faccia...è sempre la solitudine la costante della mia vita...l'ho amata con tutte le mie forze..e non è bastato a tenerla con me...sono ancora solo...e questa volta per sempre!"
Si voltò a guardare il maglioncino di Ale posato sul divano, lo prese tra le mani ricordando la sera in cui l'aveva lasciato li.
" - Posso farti compagnia mentre sbrighi i tuoi affari?
- Certo che puoi..sicura di non annoiarti?
- Oh no! a me basta stare con te! qui fa caldo...sicuro che non ti distraggo se tolgo il maglioncino?"
Sorrise tra le lacrime nel ricordare il tono malizioso della sua voce ed il suo sguardo inrtigante mentre si toglieva quel maglioncino. L'accostò al viso, respirandone il suo profumo, pianse stretto nella morsa della solitudine.
"Solo...ancora una volta solo...non voglio...non voglio stare da solo... voglio che lei sia qui con me! ma perchè mi fanno questo? perchè? Non faccio del male a nessuno e allora perchè il mondo continua a farmene? Ho bisogno del suo amore...mi sento morire senza di lei...mi sento soffocare da questa solitudine che non ha mai fine! dove andrai amore mio? rivedrò mai il tuo sorriso? Mi dispiace averti ferito...piccola...ma giuro che non ti ho tradito...torna da me!"
La disperazione si impadronì di lui, lasciò che il pianto consolasse il suo cuore spezzato, ma non fu così, l'angoscia lo teneva stretto in pugno e non gli avrebbe dato tregua fino a quando non avesse ceduto a loro, c'erano solo i farmaci a consolarlo, nessun amico, nessun fratello, solo loro ad alleviare la sua solitudine infinita.

American Airlines Volo AX3486

Ale era ormai in volo da diverse ore, i passeggeri dormivano tutti, il silenzio regnava assoluto, non una parola a distrarla dal suo dolore.
"Eccomi qui! su questo stesso volo, arrivata piena di speranze e con la voglia di cambiare la mia vita, mi ritrovo a fuggire via delusa ed amareggiata, con i sogni infranti...proprio da lui che mi ha insegnato più di tutti a credere nei sogni! A cosa serve mettere un oceano di mezzo tra noi? Potrei fuggire su un altro pianeta e sentirlo più vicino che mai! io lo sento dentro me...lui scorre nelle mie vene, lui vive nel mio cuore! Si può amare così tanto una persona che ci ha feriti in modo così profondo? Non riesco a capire come possa essersi sbagliato il mio cuore con lui! Ale lo sapevi....come ci speravi che una star mondiale si accontentasse di vivere con te! Non sei mai stata alla sua altezza e prima o poi tutto questo sarebbe successo! Dimenticare...ora devo solo dimenticare! ricominciare per l'ennesima volta! Ripartire..si ma da dove?"

Neverland

I giorni si susseguirono identici, chiuso nelle quattro mura di una stanza, le tende chiuse ad impedirgli di vedere che fuori la vita scorreva come sempre, mentre la sua si era fermata nell'attimo in cui la mano di lei era scivolata via dalla sua. Loiuse alla solita ora portava il vassoio del pranzo, e tornava a portarlo via intatto. Una nebbia fitta occupava la sua mente, ma il ricordo di lei riusciva ad oltrepassare quella spessa coltre e dal profondo dei suoi ricordi si delineava il suo viso. Una lacrima sfuggiva dagli occhi di Michael, fissi a guardare il soffitto, prima di ricadere nell'oscurità di un sonno pesante, nell'oblio continuo alla quale non si decideva a porre fine. Scendere agli inferi per poi risalire, un continuo altalenare tra i mali, la dolce morte dell'anima lo accompagnava da giorni, per non sentire il dolore costante, per non pensare a lei, per non avvertire il senso di solitudine. Dosi massicce di sonnifero, sempre maggiori, una "non vita" nell'attesa forse di non svegliarsi più. Continuava a credere che quello fosse il rimedio ai suoi mali, intontirsi tanto da non sentire e prima o poi il dolore sarebbe sparito da solo. Ma il dolore non passa se non compie il suo percorso, il dolore vive, cresce, pulsa, raggiunge l'apice per poi trovare la forza di sconfiggerlo e tornare a vivere. Non si era nemmeno reso conto di quanti giorni fossero trascorsi. Quella notte uscì dal suo stato vegetativo ed uscì sotto il chiaro di luna. Si sentì per la prima volta un estraneo sotto i suoi raggi un tempo accoglienti, fuori luogo, fuori tempo, come se di colpo il suo mondo lo rifiutasse, come se con lei fosse sparita una parte del suo cuore, tanto da sentirsi incompleto.
"Amica luna, così pallida e luminosa...mia fonte inesauribile di ispirazione, mi hai attratto a te anche stanotte, così forte il tuo richiamo da udirlo anche nel sonno più profondo, sei sempre giunta a confortare la mia anima inquieta...ma stanotte è tutto diverso...non trovo conforto immergendomi nella tua luce. Lei non è qui...non so dove sia...non so se ti vede dallo stesso mio cielo...se anche lei in questo momento è sotto questa stessa luce argentata!"
Prese il cellulare tra le mani e provò ancora a chiamarla, ma i numeri si perdevano nella voce registrata che gli annunciava che l'utente non era raggiungibile.
"Irraggiungibile...come il suo cuore spezzato...dove sei Ale? a Los Angeles nessuno ti ha vista..nessuno sa di te...sei sparita nel nulla...sembri quasi frutto di un sogno...mi sembri irreale...frutto del mio estremo bisogno d'amore! Raggio di luna...corri da lei...chiedile di tornare da me...muoio senza il suo sorriso!"
I suoi pensieri furono interrotti dai passi pesanti di George.
- Mr. Jackson la prego...non può continuare così, sono preoccupato, non mangia da giorni ed ha un aspetto orribile!
- E se non volessi più vivere George?
- Non dica sciocchezze!
- Lei non c'è e non tornerà...sento che per me non ha più senso continuare...mi affanno, do tutto me stesso in ogni cosa...ma poi arrivano a manipolare le mie intenzioni, a stravolgere le mie parole, ad inventarsi cose assurde ed il mio fragile equilibrio si sgretola come un castello di sabbia sotto la furia delle onde...e non ho più la forza di ricostruire...sono destinato alla solitudine...e con il passare del tempo sta diventando pensante da sopportare!
- Perchè non lotta per riaverla? la cerchi! Giochi il tutto per tutto...ma non sprechi i suoi giorni così inutilmente, la vita è preziosa...non la sprechi...lotti per lei!
-Lottare? non ne ho più le forza da un pezzo!
Firenze

Lontani. Separati da un oceano, ma il senso di abbandono li legava come non mai. Anche lei si sentiva prigioniera in una "non vita", fatta di assenze, di lacrime e dolore, chiusa nel suo silenzio a guardare da una finestra il susseguirsi del giorno e della notte sui rossi tetti fiorentini.
- Ale! basta! non puoi continuare così! avanti! è ora di uscire..non risolvi niente se te ne stai come un eremita continuando a pensarci su! Hai detto che vuoi dimenticare? e allora iniziamo a distrarci...via...passeggiata in centro!
- No Chiara...ti prego! non ne ho voglia di stare tra la gente...rischio di incontrare qualcuno e non voglio mi chiedano del mio soggiorno in America!
- Ma prima o poi questa cosa la dovrai affrontare, meglio farlo subito non credi?
Alla fine Chiara riuscì a convincerla.
Come se il tempo non fosse passato, si ritrovò a Piazza della Signoria, quanto le era mancata in quei mesi e adesso che era di nuovo li, non se ne sentiva più parte, come se non avesse più lo stesso sapore. Era tornata al punto di partenza, ma per strada aveva smarrito l'entusiasmo per la vita. Si sentì quasi infastidita dal via vai di turisti chiassosi, del loro vociare, dai tamburelli degli artisti di strada, voleva soltanto tornarsene a casa e buttarsi sul letto in attesa che quei giorni di dolore cessassero, che la ferita smettesse di bruciare, che qualcosa la scuotesse da quell'apatia e farla tornare in vita.
Ma Chiara continuava ad insistere, le ripeteva continuamente che l'aria fresca le avrebbe schiarito le idee e così continuarono a passeggiare tra gli artisti che facevano i ritratti ai turisti. Ale fu attratta da un artista che stava ritraendo il viso paffuto di una bambina. Il suo carboncino si muoveva deciso e dolce sulla carta ruvida, i tratti erano precisi e sicuri, come se i lineamenti di quella bimba fossero stati sotto i suoi occhi da sempre, si muoveva istintivo e rapido, come se fosse capace di ritrarla ad occhi chiusi. Pochi tratti ed i suoi occhi vispi presero vita su quel foglio. Per un attimo Ale smise di pensare a lui, ma fu un attimo troppo breve per sentire la mente finalmente libera. D'istinto si voltò a guardare un ritratto esposto di quello stesso artista e quegli occhi la trafissero come frecce appuntite diritte al cuore. Si sentì i piedi cementarsi al pavimento, incapace di spostarsi, di sottrarsi a quella visione, il dolore si riacutizzò in un attimo. Quanto le faceva male quel sorriso, quei riccioli con la quale giocherellava intrecciandoli alle sue dita, quelle labbra fatte sue centinaia di volte, di colpo davanti ai suoi occhi rivide tutte le volte che aveva accarezzato quel viso, le sembrò quasi di sentire la sua pelle vellutata sotto le dita, a scendere sulla sua lunga basetta per poi proseguire sulla mascella fino alle sue labbra, ripercorse il suo volto in ogni minima parte lasciando che le emozioni di quei ricordi le annebbiassero la vista dalle lacrime. Vide quel ritratto perfetto appannarsi davanti ai suoi occhi, fino a sentire quelle gocce calde uscire dai suoi occhi.
- Signorina tutto bene? Non pensavo che un mio ritratto potesse emozionare tanto! - le parole di quell'artista la distolsero, Ale si asciugò rapidamente gli occhi.
- Oh...complimenti...lui..è veramente così! - balbettò vergognandosi per essersi fatta vedere in lacrime.
- Eh si lo so ...è Michael Jackson!
- Già...è Michael Jackson!
Si allontanò da quel ritratto non fissando ancora una volta quegli occhi profondi, malinconici, quegli occhi che non l'avevano fatta naufragare nei giorni senza memoria, quegli occhi che erano stati per lei il suo rifugio sicuro, e che ora sentiva lontani.
- Nooo! non ci posso credere Alessandraaa!!!- la voce squillante di Lucrezia la riportarono alla realtà. Ed era giunto il momento di mentire sull'America.
- Lucrezia che piacere! come stai?
- Oh io sto benissimo...tu piuttosto che mi racconti? sei pallida che succede?
- Beh!!! siamo arrivate ieri e..sai...il fuso orario e...le turbolenze..Ale non si sente ancora in forma!- intervenne Chiara in suo soccorso.
- Oh! beh! ci vorrà qualche giorno!! ma dobbiamo assolutamente uscire stasera...gli altri saranno felici di rivederti!
- Non so Lucrezia...forse meglio rimandare a quando mi sentirò meglio!
- No no no...insisto...poi parto per uno stage a Londra e non so se ci rivedremo prima che tu riparta per l' America!!! ci conto...stasera alla " Taverna degli artisti"...prenoto io!
Ale non era riuscita a sottrarsi a quella rimpatriata tra amici, avrebbe fatto volentieri a meno di sorridere per forza, fingere che negli Stati Uniti era stato tutto perfetto e che non vedeva l'ora di tornarci.

La "taverna degli artisti" dove si esibivano tutte le sere gruppi emergenti, si trovava nel cuore del centro storico, in un vicolo nei pressi del Bargello, Ale lo frequentava da anni e l'atmosfera era da sempre soft e piacevole. Si ritrovarono tutti seduti ad un tavolo pronti a soddisfare le loro curiosità in merito all'avventura americana di Ale. Cercò di sottrarsi a quella tortura il più in fretta possibile, raccontò vagamente della sua vita a Los Angeles, del suo lavoro, del suo appartamento e dei corsi, naturalmente spese molto tempo a raccontare dei bambini della ludoteca. Tutto sommato il suo racconto non faceva una grinza, omettere Michael le sembrò un gioco da ragazzi, un elemento semplice da eliminare in un discorso, impossibile da eliminare dal cuore.
- Ma Ale...tutto studio e lavoro? ma i vip di Hollywood? non mi dire che non ne hai beccato nemmeno uno? - insistette Lucrezia, cercando di deviare il discorso sulla vita mondana di Los Angeles. Ale rimase un attimo in silenzio, il gruppo che si esibiva intonava una canzone dei Guns and Roses, ascoltò un paio di strofe, poi si rivolse a Lucrezia.
- Ora che ci penso...ho visto Liz Taylor! una donna straordinaria!
- Uhm! peccato non aver beccato Jhonny Depp!!!
La musica si interruppe un attimo, poi quel ritmo incalzante fece impallidire Ale.
Billie Jean
Una fitta al cuore le tolse il respiro.
- Uuuuuh Billie Jean!! dai ragazzi in pistaaa! - Lucrezia scese in pista assieme al resto del gruppo, mentre Ale e Chiara rimasero al tavolo. Gli occhi di lei si persero nella fiammella della candela al centro del tavolo, mentre le strofe di quella canzone penetravano ogni fibra del suo corpo, le lacrime si affacciarono ai suoi occhi.
- Ehi Ale! non puoi fare così! Sarà inevitabile ...è talmente famoso che lo vedrai ovunque!! Ma se lo ami ancora così tanto...perchè sei fuggita via?
- Chiara smettila..lo sai il motivo!
- Lo so..ma potevi restare e chiarire...magari è vero che non ne sa niente! Comunque..scappare non serva a molto...lui è ancora legato a te...è tuo marito e prima o poi dovrai tornare a fare i conti con questo!
- Si... per il divorzio!
- Tu lo ami...non puoi negarlo!
- Si lo amo..è in me...mi chiedo ogni minuto cosa stia facendo in questo momento... ovunque vada cerco il suo sorriso.. i suoi occhi...cerco la sua musica...cerco la sua voce...lui è in me...e ci resterà per sempre!
- E allora accendi il telefono...chiamalo Ale! non lasciarlo andare!
- Non posso...smettila!! mi ha tradita lo capisci? Lui non mi ama!
- Di questo non ne sarei sicurissima...a me lui è sempre sembrato innamorato di te!
- Oddio Chiara chiudi il becco!! non posso permettermi di pensare ancora a lui...non posso tornare indietro!
- Cosa te lo impedisce?
- Basta...mi manca l'aria...mi sento soffocare! questa canzone mi sta uccidendo, devo uscire di qui!
Si fece largo tra la folla, mentre la voce insistente del cantante continuava a ripetere "...is not my lover..."
" E se fosse un segno questa frase?...se fosse vero? Michael...perchè?"

Encino

Janet era da poco rientrata da una serie di spettacoli e New York, la telefonata avuta con il fratello giorni prima l'aveva turbata non poco, essere sospettata da Michael di un azione così bassa nei suoi confronti non le andava giù. Aveva sempre adorato Michael e si erano sempre spalleggiati, non poteva lasciargli credere una cosa simile. Era decisa a vederci chiaro, chi era Ginger Smith? e da dove era saltata fuori? Un breve giro di telefonate a Las Vegas le avevano confermato che avevano visto suo padre con quella, pensò che frugare nello studio di Joe poteva rivelarsi un idea sensata.
Si introdusse furtiva nel suo studio, sua madre era intenta in giardino, suo padre era fuori per affari e la servitù era impegnata per il pranzo, era il momento perfetto. Cercò tra le carte sulla scrivania, nulla di interessante saltò ai suoi occhi. Poi fu la volta dei cassetti. Passò a rassegna ogni singolo straccio di carta, ma nulla. Ci aveva rinunciato quando inciampò ai piedi della poltroncina finendo a terra.
"Bingo!"
Uno scomparto segreto sotto lo scrittoio attirò la sua attenzione, era certa che li si nascondesse qualcosa. Fece scorrere piano il coperchio frugando all'interno, tirò fuori degli assegni, dei contratti ed una busta con delle foto.
- Oh mio Dio!!! Michael deve saperlo assolutamente!

Firenze

Ale si sentiva senza fiato, la morsa la petto non dava cenno di placarsi, aveva bisogno di respirare. Cercò di raggiungere la porta il più in fretta possibile.
- Ale....Ale aspettami!! ti senti poco bene?- Chiara cercò di raggiungerla, ma restava imprigionata tra la folla che continuava a ballare sulle note di Billie Jean.
Ale raggiunse l'uscita, aprì la porta di scatto pronta a respirare profondamente quando si scontrò con un uomo. Rimase sbalordita di trovarselo di fronte, letteralmente a bocca aperta.
- Ale...sei tu?
- Roberto!
Era provata, stanca di cercare di non affondare, si lasciò cadere tra le sue braccia, alla ricerca di conforto.
Il suo passato tornava di nuovo ad essere presente, mentre il suo presente si avviava inesorabilmente a diventare passato.


...continua

It's all for love L.O.V.E
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Sesso: Femminile
23/03/2015 23:54

Capitolo 38

L'animo umano e le sue turbolenti tempeste, non conoscono ragione. L'istinto li domina.
La ricerca spasmodica di fermare il dolore, cercando di sopravvivere e qualsiasi cosa giunga, nell'attimo prima di affondare nelle acque torbide della vita, diventa un ancora di salvezza. Cosa scegliere tra il soccombere alla sofferenza eterna anche solo per un attimo di puro amore ed il restare nella zona grigia per sempre, senza mai assaporare il brivido dell'amore intenso? Anche se non era quello che ci si attendeva dalla vita, mantenersi a galla è l'unica scelta da fare. Si può scegliere di rinunciare alla felicità, alla passione, all'amore per allontanare la paura di restare soli? Fino a quando una vita senza il brivido dell'amore può appagare l'anima? Il fuoco della passione continua a covare sotto la cenere e prima o poi torna con forza ad bruciare l'anima.
Continuava a chiederselo Ale, mentre si lasciava andare tra le braccia di Roberto. Aggrapparsi a lui come all'unico scoglio davanti a se nel mare in tempesta del suo animo.
Rassegnarsi inconsciamente a quello che il destino continua a riproporre davanti, mentre una nuova ondata di domande invadevano la sua mente.
Quando si è amato qualcuno, lo si ama per sempre? Resta nel cuore la traccia di quell'emozione? Può bastare una scintilla a far riesplodere la fiamma? Il destino sa essere strano, mentre ci si affanna per cambiare le cose ed essere felici, ci si ritrova di colpo di nuovo nel punto da cui si è partiti. Si fugge da un qualcosa che diventa poi confortante, il minore dei mali, quando la vita non prende la piega desiderata? Tornare indietro, come se tutto quello che c'era stato nel mezzo non contasse. Era questo sulla quale cercava di convincersi Ale, dimenticare, scordarsi della passione e delle pulsanti emozioni dell'amore, allontanare dalla mente il ricordo di quel sentimento che le aveva spezzato il cuore, ferito nell'orgoglio, macchiato la dignità. Dimenticarsi di un tradimento sperando che non lasci segni, era impossibile per lei.

Bastò che le mani di Roberto si muovessero a stringerla, a toccarla, per far crollare tutte le teorie e certezze che cercava di imporsi. Quelle mani non erano quelle di lui, non erano i tuoi tocchi, non erano le sue braccia, ne le sue lunghe dita affusolate. Pianse Ale, disperata nell'avere la certezza che nessun uomo sarebbe stato lui. Una lacrima scivolò via dai suoi occhi per scorrere sul suo braccio, sul suo tatuaggio, su quelle note impresse per sempre sulla pelle, quelle note scritte per lei, quella melodia uscita dal cuore di Michael.
Ale rimase a guardare quella goccia calda attraversare lenta lo spartito, scorrere sulle note, sulla sua pelle dove lui aveva posato mille volte le sue labbra.
"Piccola...ogni nota di questa canzone è un bacio per te"
Ripensò a quelle parole, in quella notte a Neverland, mentre le sue labbra scorrevano sensuali sul suo braccio a coprirla di baci, nota dopo nota. Per un attimo risentì la sua bocca vellutata sulla pelle, un brivido la percorse.
"Perchè hai dovuto rovinare tutto...ti amavo Michael...ti amavo con tutta me stessa...era bello ed eravamo felici...ti amavo e...ti amo ancora!"
Ormai era certa, la sua anima sarebbe rimasta bruciata per sempre dal calore di quell'amore che le aveva spezzato il cuore tradendola.

- Ale...tutto bene? - Chiara arrivò a distoglierla da quel labirinto intricato di domande che avevano una sola risposta: Michael.
Ma sopratutto era arrivata a toglierla da quell'abbraccio. Chiara rimase sorpresa nel vederla stretta a Roberto.
- Ciao Chiara!
- Roberto! - Chiara rispose con fare gelido, con lui non si erano mai trovati e rivedere la sua amica tra le sue braccia, la turbava molto. - Ale...dai rientriamo...preferisci tornare a casa?
- Ale tutto ok? mi sembri turbata.. vuoi fare due passi così mi racconti di te?- la voce di Roberto era molto affettuosa, Ale aveva dimenticato che sapesse anche essere affettuoso quando la sua carriera non era al primo posto. Si asciugò gli occhi rapidamente ed annuì con il capo. Quel gesto gettò Chiara nello sconforto.
" Che diavolo combini Ale? Non puoi tornare da lui, no! devo fare qualcosa! Lei non ragiona...non è in se!"
- Ale..veramente vorrei tornare a casa se non ti dispiace!
- Chiara hai insistito tanto perchè uscissi...faccio solo due passi con Roberto! - la vide allontanarsi nella notte con lui e la cosa non le piaceva affatto.

Los Angeles

Ola era nel suo appartamento, in attesa di una chiamata. Passeggiava nervosamente davanti al cellulare posato sul tavolino di cristallo, accanto alle riviste di gossip, sulle quali campeggiavano a caratteri cubitali i dettagli della liason tra Michael Jackson e l'aspirante coniglietta di Play Boy, Ginger Smith. Ormai le interviste di quella cominciavano a darle fastidio, era ovunque, in Tv e sui giornali, aveva raggiunto la notorietà, tutti cercavano di averla ospite per carpirle qualche dettaglio piccante sul re del pop. Altri giornali invece, insinuavano che era una trovata dello stesso Michael Jackson, tanto per smentire le dicerie sulla sua sessualità. Un gran polverone si era sollevato intorno alla vicenda ma tutti lontanissimi dalla verità e a farne le spese era sempre e solo un ignaro Michael. A poco erano servite le smentite rilasciate dall'ufficio stampa di Michael, la verità non paga ed il gossip si alimenta di fandonie creata a tavolino.
Finalmente il cellulare prese a suonare, Ola lo afferrò con veemenza pigiando decisa il tasto verde.
- Era ora che ti facessi vivo Joe!! Ne ho fin sopra i capelli della tua bambolina ossigenata, me la trovo ovunque con la sua storia su Michael, è ora il mio turno di raccogliere i frutt!!
- Calmati Ola! ho ricevuto la chiamata di Travis...come pensavo mio figlio si è tuffato nei farmaci...Travis dice che ne è talmente imbottito da giorni che non sarebbe capace di distinguere la destra dalla sinistra! è il tuo momento! Parti per Neverland adesso...Travis ti introdurrà nella sua stanza senza che gli altri della security ti vedano. Lavoratelo bene Ola...adesso dipende da te...e se ci è riuscito quell'insipida italiana a conquistarlo..credo che non avrai difficoltà con la tua carrozzeria! Una volta che tu sarai al suo fianco non sarà difficile convincerlo a riprendermi come suo manager!
- Il tuo piano è perfetto!! parto immediatamente!- riattaccò la chiamata muovendosi rapida nella stanza, afferrò la borsetta sul divano ed uscì.

Firenze

Chiara non si dava pace, Ale si era allontanata dal locale già da un pò, era certa che stesse facendo un errore pazzesco, si arrovellava il cervello alla ricerca di una soluzione.
" Non deve rimettersi con lui...la farà soffrire di nuovo!! Non che Michael ci sia andato leggero ma...a mente fredda...dopo il primo attimo di smarrimento io...voglio credergli! Non può averla tradita...si vede che è cotto di lei..non posso sbagliarmi su certe cose...tanto meno sbagliarmi sul mio idolo..no!! devo fare qualcosa...ma cosa?"
I suoi occhi si posarono involontariamente sulla borsa di Ale, dimenticata sulla sedia. Lo sguardo di Chiara si accese.
"Devono parlassi questi due...però pure Michael...non sta facendo molto per riconquistarla, per farle capire che non è vera questa storia!!! Assurdo...se non ci fossi io qui!!
I suoi pensieri confusi si impadronirono di ogni angolo della mente, mentre frugava nella borsetta di Ale sperando di trovarvi il cellulare. Lo tirò fuori dalla borsa soddisfatta.
Fece scorrere la rubrica fino a trovare il numero di Michael e senza indugiare ulteriormente fece quella chiamata che Ale avrebbe dovuto fare già da molto.

Neverland
Il suo immergersi nell'acque stagnanti dell'oblio continuava imperterrito, perduto in un mondo parallelo in cui si annullano i pensieri, offuscandoli con il fumo dei farmaci. La sua mente vagava in un viaggio senza fine, interrotto a tratti quando la dose andava a scemare, per riprendere immediatamente dopo e continuare a navigare in acque lontane da se stesso, lontane da lei. I suoi occhi fissi sul soffitto, intenti a guardare il nulla, persi nel vuoto della sua esistenza.
Il suo cellulare prese a suonare, ma gli squilli si perdevano nel buio della sua mente.
Firenze
"Dai Mike....rispondi!!! ma dove diavolo sei finito?"
Chiara doveva agire in fretta, prima che Ale tornasse e le facesse una scenata trovandola con il suo cellulare in mano. Riprovò più volte, ma gli squilli andavano a vuoto, nessuna risposta.
"Pensa Chiara...pensa! chi puoi chiamare? Hai bisogno di qualcuno che ti aiuti a fare chiarezza...ma chi?"
Fece scorrere di nuovo la rubrica di Ale, nome dopo nome.
"Janet... potrebbe essere la persona giusta...ma non so la reazione di Mike a riguardo l'intromissione da parte della sua famiglia....mmmh vediamo Lisa Marie...nooo! Ale dice che è ok ma io non mi fido.....Liz....si Liz! come ho fatto a non pensarci prima?"
Non esitò ulteriormente, sarebbe stata la buona e saggia amica di sempre ad aiutare Michael.

Firenze (Lungarno)

Ale passeggiava in silenzio accanto a Roberto, lui l'aveva riportata nei luoghi del loro amore, era da sempre quello il percorso delle loro passeggiate, raggiungevano il Lungarno passando dal Piazzale degli Uffizi, un sentiero che seguiva di pari passo il Corridoio Vasariano sopra di loro, di edificio in edificio, per poi proseguire su Ponte Vecchio. Le luci della città si riflettevano sulle acque calme dell'Arno ed Ale si appoggiò all'alto muro che ne delimitava gli argini per perdere lo sguardo in quei bagliori dorati sulla superficie del fiume. Poi tornò a guardare il Ponte Vecchio, con le piccole finestrelle delle botteghe orafe illuminate. I suoi occhi si coprirono di malinconia, quanto aveva sognato di essere di nuovo a casa, di immergersi nella bellezza e la storia della sua città, di perdere lo sguardo sui tetti fiorentini dal Piazzale Michelangelo o restare incantata dal dolce e silenzioso scorrere dell'Arno sotto le luci di Ponte Vecchio, ma adesso che era li, tutto le sembrava così lontano da lei. Era li con gli occhi, ma il cuore e la mente erano altrove. Erano ad interrogarsi sul perchè un sogno così bello si fosse interrotto così bruscamente.
- Sei silenziosa...Ale! mi dici cosa ti succede? sei diversa!
Le parole di Roberto spezzarono il silenzio, Ale con la mente lasciò Neverland e tornò alla realtà.
- No.. è che...sono stanca! I mesi a Los Angeles sono stati duri!
- Ma tu prima piangevi...Ale! cosa ti è successo? i tuoi occhi sono tristi! Sai che li conosco perfettamente! E' dal liceo che non perdo una sfumatura dell'espressione dei tuoi occhi!
Ale abbozzò un sorriso malinconico, era vero, Roberto era nella sua vita da sempre, dalla morte dei suoi genitori era la persona a lei più vicina oltre alla zia che l'aveva cresciuta, che ora non c'era più, e a Chiara.
- No sul serio...niente di grave...un pò di malinconia nel ritrovarsi qui con tutti gli amici!!! ecco tutto!!
- Come va in America Ale?
- Benissimo!!! è una vita molto intensa...anche se...solitaria!!
- Non hai conosciuto nessuno?
- oh si...i compagni di corso...ma tra le lezioni ed il lavoretto part-time...rimane poco tempo per socializzare!!! - Naturalmente non gli avrebbe mai detto di Michael, ne che si fosse sposata. Nonostante non ne parlasse, questo era il suo chiodo fisso, lui ed il loro matrimonio che naufragava miseramente.
- Se non sei felice Ale....perchè non torni? Sai...io...non faccio che pensarti...mi dispiace essere stato così testardo ed egoista! - avvicinò le sue mani al volto di Ale, ad accarezzarle dolcemente la guancia per poi fermare il suo mento tra le dita, si avvicinò con il viso a lei, in cerca di un bacio, fissando i suoi grandi occhi azzurri in quelli di lei. Si fermò vicinissimo alla sua bocca, Ale sentiva il suo respiro sulla pelle. Per un attimo pensò di lasciarlo fare, ma poi il pensiero del suo ultimo bacio con Michael, ebbe la meglio, avrebbe voluto conservare sulle labbra il sapore ed il ricordo di quell'ultimo bacio. Le sue labbra erano sue anche se lui non le meritava, Ale decise che era l'unica cosa che le restasse di lui, quell'ultimo lunghissimo e dolce bacio e non avrebbe permesso a nessuno di cancellarlo. Voltò rapidamente il capo, uscendo dalla sua traiettoria.
- Sarà meglio tornare al locale! - disse imbarazzata allontanandosi da lui.
- Ale...Ale...aspetta ma..che ti prende!!
- Che mi prende? mi prende che non puoi più fare con me queste cose...non stiamo più insieme..tu hai scelto la carriera ed io ho scelto....- si bloccò di colpo, stava per urlare che aveva scelto Michael e se avesse avuto la possibilità di tornare indietro l'avrebbe scelto ancora e ancora.- ...io ho scelto.... di andare incontro la mio destino e sto ancora scoprendo dove mi porterà!
- Ah! il destino? - si passò una mano tra i suoi capelli biondi tirandoli indietro, scompigliando il suo ciuffo perfetto, con aria sarcastica proseguì - ...e vuoi che il tuo destino sia sulla collina di Hollywood? pensaci Ale...io non sarei dovuto essere qui stasera, dovevo partire per lavoro e non ti avrei rivista se non fosse saltato tutto!!! questo non è destino? il destino ti sta riportando da me!
Ale rimase pensierosa.
"E se le parole di Roberto fossero vere? è lui il mio destino e Michael solo una parentesi della mia vita? e allora perchè non provo la benchè minima emozione a stare accanto a Roberto questa sera? Non può essere questo il mio destino...non può essere che per me ci sia una vita senza emozioni accanto a lui!"

Encino

Janet teneva saldamente tra le mani le prove della sua innocenza, ma sopratutto le prove che avrebbero riportato Ale da Michael. Era suo padre l'artefice di tutto, li c'erano assegni intestati a Ginger Smith, con un contratto firmato dove si dichiarava che per ogni tappa di quel complotto lei avrebbe percepito un lucroso assegno. Gliene erano stati elargiti già tre, per il "servizio fotografico" compromettente a Las Vegas, per le prime dichiarazioni alla stampa e per aver rilasciato brevi interviste in tv. Gli altri assegni erano per la imminente intervista con Diane Sawyer, da sempre ostile a Michael e per quella con Oprah Winfrey. Se avesse retto il gioco e convinto la stampa, la signorina avrebbe guadagnato un sacco di soldi più la fama che cominciava a riscuotere per quella squallida storia. Inoltre Janet trovò in una busta sigillata copie di quelle foto fatte a Las Vegas ed un foglio misterioso che si apprestò a leggere incuriosita.
"Oh mio Dio...non riesco a crederci!!! è la ricetta di un medico per dei sonniferi, qui viene prescritta una dose che avrebbe steso un cavallo! L'ha sedato...non può essere! ...nostro padre è arrivato a tanto...l'ha sedato e fatto entrare la bionda in camera sua!!! ma come ci è riuscito? La security di Michael dov'era? non passa uno scarafaggio senza che la security venga informata...manca ancora un tassello a questa storia!! Devo avvisare Michael!!"
Rimise a posto il fondo dello scrittoio ed uscì senza farsi vedere dall'ufficio di suo padre, sgattaiolando rapidamente su per le scale fino a rifugiarsi al sicuro in camera sua. Aveva tra le mani materiale scottante e se suo padre l'avesse vista sarebbe arrivato alle mani come quando era piccola. Nonostante gli anni quell'uomo le incuteva ancora paura e adesso aveva le prove che confermavano che fosse capace di tutto pur di ottenere ciò che voleva.
Afferrò ansiosa la cornetta del telefono.
"Dai Mike...rispondimi!!!"

Neverland

Michael cercò di mettere a fuoco il cellulare che si illuminava e vibrava sul comodino, cercò di allungare un braccio ed arrivare a prenderlo, ma nello stato in cui era non ci riuscì, lo lasciò cadere a terra, ripiombando nel suo stato di semi incoscienza.

Los Angeles

Liz Taylor era pensierosa, seduta nel suo salotto. Erano giorni che cercava di mettersi in contatto con Michael, da quando erano iniziate a trapelare quelle notizie sulla sua notte con la bionda siliconata. Liz non aveva creduto a quella faccenda nemmeno per un istante, conosceva troppo bene Michael per credere alle parole di quella volgare signorina. Ma il suo pensiero era da subito volato ad Ale, lei non poteva immaginare di cosa fosse capace di inventarsi la stampa per vendere qualche giornale in più, erano giorni che si chiedeva come avrebbe reagito e la telefonata di Chiara aveva confermato ciò che temeva. Aveva provato più volte a chiamare Michael sulla sua linea privata ma nessuna risposta, al cellulare la stessa cosa. Era preoccupata, conosceva il suo problema meglio di chiunque altro e senza Alessandra vicino era certa che quella fosse la strada da lui imboccato nuovamente.
- Sebastian...Sebastian...- si avviò velocemente nel corridoio alla ricerca del suo autista, mossa da quel terribile presentimento.
- Mrs. Taylor sono a sua disposizione.
- Presto dobbiamo partire!
- Per dove Mrs. Taylor?
- Neverland! Michael ha bisogno di me!

Encino

Janet infilò rapidamente alcuni abiti in un borsone, nascondendo tra di essi il materiale scottante che aveva con se. Prima di uscire dalla sua stanza provò di nuovo a chiamare Michael, nessuna risposta. Provò a cercarlo a Neverland. Restò in attesa di una risposta e fu Louise a prendere la telefonata.
- Mi spiace signorina Jackson ma... suo fratello ha dato disposizione di non passare telefonate in questo momento...lascerò detto che ha chiamato!
- Ma...Louise deve passarmelo...è importantissimo!
- Mi dispiace ma questi sono le disposizioni lasciate dal signor Jackson!
Janet riattaccò andando su tutte le furie. Scese di corsa in giardino, un rapido bacio a Katherine e saltò in macchina partendo rapidamente alla volta di Neverland. Lasciando sua madre sbalordita per quella fuga così rapida.

Firenze

Ale e Roberto raggiunsero gli altri al locale. Chiara scrutò l'amica con uno sguardo di disappunto ed Ale cercò accuratamente di evitare di incrociare i suoi occhi. Non le andava di essere giudicata, tanto meno da lei che era la sua amica del cuore, quella che avrebbe dovuto capire in che stato era e quanto avesse bisogno di ritrovare la sua strada. Ma Chiara era certa che se fosse tornata con Roberto avrebbe commesso l'errore più grande della sua vita. Ormai c'era qualcosa in lei che le diceva che Michael non poteva averle fatto del male così di proposito, era certa che con l'aiuto di Liz sarebbe riuscita a vederci chiaro.
- Uh guarda guarda!! Non mi dire che si ricompone una coppia storica!! sarebbe divino!!- la voce squillante di Lucrezia infastidì Ale, ancor di più per quelle stupide supposizioni.
- Roberto...la nostra Ale non ha ancora avvistato nessun vip a Hollywood...forse qualche speranza ce l'hai ancora!- rise divertita sotto quella pessima battuta. Ale avrebbe voluto tapparle la bocca gridandole in faccia che conosceva perfettamente il più famoso dei vip, che ne conosceva il corpo come il palmo della sua mano, che conosceva le sue espressioni più intime quando faceva l'amore, che Michael Jackson era il suo uomo. Che era stato il suo uomo, corresse il suo pensiero, rimandando tutto ad un passato troppo vicino per considerarlo tale. Chiara capì al volo il suo disagio e da buona spalla cercò di porre fine a quella tortura.
- Ok ragazzi....serata magnifica ma..qui noi siamo sotto l'effetto del fuso orario e...per metterci al pari ieri non abbiamo chiuso occhio...per cui..ora siamo fritte!!! si va a casa Ale?
Ad Ale si illuminarono gli occhi, non vedeva l'ora rimanere sola con il suo dolore. Annuì con il capo mentre si alzava dal tavolo.
- Vuoi che ti accompagni Ale?- Roberto fece cenno di alzarsi per andare via con lei, ma Chiara fu tempestiva.
- Non serve tranquillo!!! resta pure sei appena arrivato!
- Infatti Roby...sei sempre impegnato per una sera che riesci a stare con noi! - intervenne Lucrezia. Ale ne fu sollevata, temeva il discorso sul destino che le aveva profilato poco prima, temeva la sua debolezza in quel momento.
- Ale...promettimi che ci penserai su?
Ale abbozzò un sorriso annuendo con il capo. Si affrettò a salutare tutti e finalmente fu libera di andare, di sottrarsi a quei discorsi futili ed indagatori sulla sua vita in America, cosa pretendevano di sapere loro di come si sentisse? Si chiuse la porta del locale alle spalle e continuò a passeggiare accanto a Chiara, l'unica che sapeva, l'unica che la capiva.
- Chiara...domani devo andare via di qua! non è stata una buona idea tornare!
- Ma che dici? e dove vorresti andare?
- Ho bisogno di stare da sola...devo stare da sola!! Ho bisogno di un posto dove nessuno mi faccia domande...tranne me stessa! Devo trovare le risposte... la mia vita è andata di nuovo in frantumi! Ho perso la memoria e a causa di questo ho perso il corso..non ho dato gli esami finali...ho un matrimonio che va a rotoli...e Roberto che mi dice che lui è il mio destino!! ho bisogno di riflettere e capire in che direzione sta andando la mia vita e se sono in grado di cambiare il suo corso...o sono destinata a seguirne la corrente!
- Ok Ok!!! tutto quello che vuoi...basta che non rifletti su Roberto...su di lui non c'è nulla da riflettere...su Michael si!!!! ci siamo intesi?
- Non riesci proprio a digerirlo, vero?
- No e lo sai!!! è uno snob egoista! nulla a che vedere con Michael!
- Si ma Roberto non mi ha mai tradita!
- mmmmhhh!!! non gli dai nemmeno il beneficio del dubbio?
- Come potrei? quelle foto parlano chiaro! non voglio ricordarle...mi hanno spezzato il cuore per sempre!
- Non dire così Ale...vedrai che andrà tutto bene! Vuoi un posto dove riflettere? Domani ti porto fuori città, sulle colline nel casolare del nonno!!! Ami quel posto e credo sia il luogo ideale per riflettere...immersa nei vigneti, tra i campi di grano e di girasole!!! Solo tu!!! che ne dici? Basta che non ti allontani troppo da me!
- Tu sei magica!!! come farei se non avessi te? L'unica sempre fedele nella mia vita!!
- Sono il tuo angelo custode!! - rise Chiara allargando le bracci come le ali di un angelo.
Si strinsero in un abbraccio, avere Chiara era vitale per lei. Proseguirono verso casa, in silenzio fino a sparire nel buio dei vicoli rinascimentali.

Neverland

Ola era giunta a Neverland, fatta entrare in gran segreto da Travis. Si tolse le scarpe per non far rumore con i tacchi e attraversò i corridoi del cottege furtiva fino ad introdursi nella stanza di Michael. Lo trovò a letto in un dormi veglia innaturale, per un attimo ebbe paura nel vederlo in quello stato. Si distese accanto a lui, stringendosi al suo corpo freddo.
- Michael...amore sono qui!
Al suono dolce e soffuso della sua voce lui aprì gli occhi, ma il suo sguardo rimaneva assente, soggiogato dal potere dei farmaci. A stento riuscì a girarsi verso di lei, a guardarla in viso. Ola temette una sua reazione nel vederla li, ma capì subito che in quel mondo parallelo lui vedeva quello che desiderava vedere.
- Ale...sei qui? - riuscì a rispondere appena.
- Si...amore..sono la tua Ale!
Era disposta a mentire, ad ingannarlo nel momento in cui era più fragile e vulnerabile, fingersi lei per arrivare al suo cuore. Per amore è giusto non avere regole? Ci si abbassa a tutto pur di vincere? Ed un amore attirato con l'inganno può appagare le esigenze del cuore?
In quel corpo di donna che gli si stringeva accanto sinuosa, in quelle labbra sensuali che si muovevano sulle sue, Michael vide Ale, nel disperato bisogno di riaverla con se.

Neverland (Ingresso secondario)

La macchina di Janet si era fermata davanti ai grossi cancelli scuri di Neverland, attese che la security la riconoscessero e che la lasciassero entrare. Picchiettava con le dita sul volante della sua cabrio rossa, attendeva nervosa, impaziente di parlare con il fratello, ma sfortunatamente fu Travis a pararsi dietro i cancelli chiusi.
- Mi dispiace signorina Jackson...ho il divieto assoluto di far accedere chiunque alla tenuta!
- Ma stai scherzando spero? devo vedere Michael subito e lui sta aspettando di vedermi da giorni!
- Mi dispiace ma non c'è stato nessun ordine a riguardo!!!
- Apri questo maledetto cancello!
- La prego vada via...sto facendo solo il mio lavoro!
In quel frangente l'auto di Liz si fermò accanto a quella di Janet.
- Janet che succede? - Liz scese dalla sua auto di fretta, vedere Janet li in collera con il bodyguard l'avevano messa ancor più in apprensione sulla salute di Michael.
- Oh! Liz anche tu qui? Quest'idiota non vuole farmi entrare! Sono preoccupata per Michael!
- Lo sono anch'io! - poi si rivolse a Travis - Avanti scimmione...spostati di li e apri questi cancelli!
- Mi spiace...ma gli ordini devono essere rispettati...niente visite!
Travis era irremovibile, non poteva farle entrare, avrebbero scoperto di Ola.

Neverland (uffici Security)

Geroge si trovò a passare davanti ai monitor di sorveglianza proprio in quel momento e le immagini di due auto ferme all'ingresso secondario attirarono immediatamente la sua attenzione. Vide una concitata Liz Taylor alle prese con Travis, afferrò immediatamente la ricetrasmittente mettendosi in contatto con Travis.
- Qui base rispondi Eagle one!
Travis esitò, ormai non poteva fare altro che rispondere agli ordini di George e già sapeva come sarebbe andata.
- Qui Eagle one, passo!
- Che succede li, passo?
- Abbiamo delle visite e non abbiamo un ordine di farle entrare! passo!
- Lasciale entrare! passo!
- Ma...George! sai benissimo che Mr. Jackson non vuole visite attualmente! ed io rispetto i suoi ordini! passo!
- Ti ho detto di farle entrare, in quieto momento il signor Jackson non è in grado di decidere e sta a me tutelare la sua incolumità...per cui falle entrare! passo!
- Se Mr. Jackson va su tutte le furie, io non ne so niente...la responsabilità è tua!passo!
- Fa come ti ho detto...immediatamente. aspetto le signore al cottage! passo e chiudo!

I cancelli di Neverland si aprirono lentamente, troppo lentamente per l'impazienza di Liz e Janet. Il viso di Travis si fece scuro, doveva avvisare Ola di andare via da quella stanza prima che fosse scoperta. Non appena le due auto si allontanarono alla volta del cottage, Travis fece quella chiamata.

Neverland (stanza di Michael)

Ola continuava a baciarlo dolcemente, mentre lui, inerme nel suo stato confusionale, non opponeva resistenza. Il suono del suo cellulare la interruppe bruscamente, si allontanò dalla bocca di Michael, per rispondere alla chiamata.
"Travis..che vuole ora quest'idiota?"
- Pronto...cosa devo scappare via? accidenti...accidenti!!! ok ti aspetto oltre la piscina verso il laghetto.
In preda all'ansia raccattò le scarpe e la borsetta sparse per la stanza, filò via in fretta passando per la grande finestra che dava sul giardino. Il loro piano era fallito.

In quell'istante la porta della stanza di Michael si aprì, Ola era riuscita a svignarsela giusto in tempo.

- Oh nooo Michael!! Michael rispondi...per favore!! - Janet si avvicinò a lui preoccupata, gli occhi le si inondarono di lacrime mentre cercava di scuotere il fratello per farlo rinvenire. Toccare il suo corpo così freddo le fece pensare il peggio per un attimo, fu colta dal panico, incapace di pensare razionalmente cosa fare.
- Chiamate il 911!! lui sta male....Presto George!!!
Liz preoccupata in viso, riuscì a mantenere il self-control, anche perchè la sua dolorosa esperienza nel campo dell'abuso di farmaci le avevano insegnato come fronteggiare certe situazioni. Intervenne tempestiva a bloccare Janet.
- Su forza...Janet...lascialo a me! calmati...andrà tutto bene!!!
Prese le boccette sul comodino di Michael per leggere cosa avesse preso. I soliti tranquillanti e sonniferi a dosi massicce. Scosse la testa in senso di disappunto mentre lo osservava , temeva quella visione, l'aveva sempre temuta, Michael non era forte abbastanza per uscirne da solo.
- Geroge aiutami...portiamolo in bagno...devi vomitare le schifezze ancora nel suo stomaco...per il resto che ha in circolo dobbiamo farglielo smaltire il prima possibile! Aventi..rimettiamolo al mondo! Janet..prepara del latte caldo...sentirà molto freddo dopo e del caffè...non deve riaddormentarsi...credo abbia dormito fin troppo in questi giorni!

Ci vollero diverse ore prima che Michael cominciasse a dare segni di lucidità, ma ormai quel cocktail di farmaci era fuori dal suo corpo. Si sentiva intontito ed indolenzito, seduto sul letto mentre si massaggiava le tempie. Janet gli era seduto accanto e gli accarezzava la schiena, mentre Liz era in piedi davanti a lui, con lo sguardo furioso.
- Ti rendi conto che avresti potuto morire?
- E a chi sarebbe importato?
- Avrei voglia di prenderti a sberle! Devi fare qualcosa per questo problema Michael...non puoi far finta di non averlo!
- Liz per favore...mi scoppia la testa! io non ho un problema con i farmaci! E' Ale il mio problema...non le prendo...l'ho fatto solo per non pensare a lei....l'averla persa per sempre è un dolore troppo cupo e denso da sopportare! - fissò Liz intensamente negli occhi cercando di convincerla che non soffrisse di dipendenza, ma in fondo cercava solo di convincere se stesso.
- Ma tu non l'hai persa!
- Invece si...non so nemmeno dov'è ora!- abbassò tristemente lo sguardo verso il pavimento.
- Io lo so tesoro mio!! E' a Firenze! ma tu devi lottare per riaverla! - Liz si inginocchiò davanti a lui, prendendo il suo viso tra le mani, in modo da poter meglio guardare i suoi occhi spenti e malinconici.
- Firenze? è così lontana da me!! lottare? e a che serve? Lei non vuole più saperne di me...crede che io l'abbia tradita! Non c'è modo di farle cambiare idea!
- No, Michael..il modo c'è..ed io l'ho scoperto per te! per dimostrarti che non sono io che tramo alle tue spalle!- Janet si alzò dal bordo del letto sotto lo sguardo incuriosito di Michael, aprì il suo borsone, frugò tra i vestiti messi li dentro in modo disordinato e tirò fuori un plico che porse al fratello.
Michael stentava a crederci, ma all'improvviso gli fu tutto chiaro, si sentì un idiota per non esserci arrivato prima, quella sera a Las Vegas suo padre era stato così strano, quel brindisi forzato con il succo d'arancia, quel sonno improvviso e pesante alla quale non era riuscito a sottrarsi, tutto era chiaro davanti ai suoi occhi.
- E' stato capace di farmi questo? cos'altro mi riserva quest'uomo? posso aspettarmi di tutto...tranne l'abbraccio sincero di un padre! E' così triste vederlo agire così...che più che odio provo pena per lui!!! Ma come ha fatto ad entrare in camera mia? dov'era la mia security? ci sono cose che non quadrano in questa storia!
- Avrà corrotto qualcuno dell'hotel per un passpartout!!
- Si...può essere...ma George e Travis? come avrà fatto a passare anche loro?
- Non so! magari con qualche scusa...sai che papà sa essere molto convincente se vuole!
- Ma adesso non voglio pensarci...la prima cosa da fare è ritrovare la mia Ale!! Parto per Firenze il prima possibile!
- Non sei in condizioni di viaggiare Michael..aspetta qualche giorno!
- Non posso Liz...non ho qualche giorno...Ale deve tornare da me il prima possibile, il mio cuore sta morendo senza di lei...non ho qualche giorno..deve essere ora!
I suoi occhi erano di nuovo vivi, spinti dal desiderio di riavere ciò che gli era stato tolto bruscamente. Liz, benchè fosse ancora preoccupata per il suo stato di salute, era fiduciosa nel vederlo di nuovo vivo, desideroso di riprendersi la vita, spinto dall'impulso irrefrenabile di riavere la sua donna. La linfa vitale, l'energia dell'amore era di nuovo in circolo nel suo corpo. L'oblio nei meandri del suo animo perduto erano un lontano ricordo.

Firenze

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La macchina di Chiara quella mattina sfrecciava veloce sui sentieri della campagna toscana, il vecchio casolare in pietra del nonno si trovava a metà strada tra Firenze e le crete senesi, nel bel mezzo dei vigneti di chianti di famiglia. Da sempre quel posto era meta dei loro week-end fuori porta, di lunghe passeggiate a cavallo tra i girasoli. Il rifugio dell'anima, era così che Ale lo considerava, un contatto solitario con la natura per capire la propria anima. Era certa che immergersi con lo sguardo su quelle morbide colline l'avrebbe aiutata a guardarsi dentro, a ritrovare il bandolo della matassa aggrovigliata della sua vita. Imboccarono un viale costeggiato da alti cipressi mediterranei che salivano fin sulla collina, per una attimo ad Ale sembrò di entrare in uno dei quadri di Van Gogh, sorrise nell'osservare i colori intensi di quella giornata di primavera, dove i campi di grano ancora verde ondeggiavano sotto la brezza di primavera. In lontananza scorse il casolare in pietra grigia chiara, con il suo tetto con le tegole di cotto color mattone, il vecchio portico in legno con l'edera che si arrampicava su di essa. ed il pozzo di pietra bianca ad un lato dell'aia. Una cartolina immutata nel tempo. Si rivide ragazzina a correre con Chiara dietro le anatre. Sorrise divertita sotto quei ricordi, sentiva che quel posto le faceva già bene.
Scaricarono dalla macchina le provviste ed i bagagli di Ale ed entrarono in casa.
-Brrrr!! ma com'è che in questi casolari fa sempre così freddo!!
- eh eh sei la solita freddolosa Chiara! è per via della pietra spessa dei muri...ce ne vuole per riscaldarla!
- Sarà...ma io qui gelo!!! avvia il pranzo mentre io penso al fuoco!

Un ora dopo pranzavano sedute sotto il portico. Ale era silenziosa, con lo sguardo perso sulle colline di fronte, sorseggiava un buon bicchiere di chianti che finì senza nemmeno rendersene conto. Prese la bottiglia per versarsene dell'altro.
- Ehi!!! ma che fai? vuoi rubarmi il titolo? Io sono "Bella chianti" ricordi? se continui a darci dentro in quel modo dovrò trovare un nomignolo anche per te...mmmmhhh vediamo...oh si... "Miss chianti"...cioè per la serie che "mi schianti" a terra dal ridere se dovessi vederti ubriaca!!
- Ma smettila scemaaa!!!- rise di gusto Ale, posando il bicchiere sul tavolo.
- Aspetta aspetta...Miss chianti era una fragorosa risata quella?
- Direi di si!!
- Uf che sollievo...vederti ridere di nuovo è una gioia!!!
- Ed è solo merito di questo posto!!- distolse lo sguardo da Chiara e tornò a perdersi nella bellezza tondeggiante dei colli.
Dopo pranzo Chiara era in procinto di ripartire per Firenze.
- Sei sicura di voler restare da sola qua su? Non hai paura?
- No...l'ho già fatto altre volte...tranquilla starò bene...ne ho bisogno!!! grazie di esserci Chiara...sei la persona più speciale della mia vita!
- E tu della mia!!! chiamami per qualsiasi cosa!!

Ale rimase sola con i suoi pensieri. Passeggiò in silenzio tra le filari del vigneto, si sedette su di un tronco rimanendo a pensare. Dove aveva sbagliato? quale tassello non era stato messo al posto giusto per far si che tutto andasse a rotoli di nuovo? Analizzò nei minimi dettagli il suo ultimo anno, non c'erano errori, chi non avrebbe scelto l'opportunità americana? chi non si sarebbe innamorata di Michael Jackson? non aveva sbagliato, eppure il destino l'aveva fatta cadere nel baratro di nuovo.
Rientrò al casolare nel tardo pomeriggio, si sedette sulla sedia a dondolo sotto il portico con la radio accesa. Sfilò dalla tasca la sua fede nuziale e rimase a fissarla girandola tra le dita, guardando il suo riflesso su quell'oro ancora lucido, senza nessun segno lasciato dal tempo,perchè di tempo per scalfire una fede non c'era stato. Tutto era stato così veloce nel nascere e veloce nel precipitare, senza nemmeno il tempo di godere di un attimo di pace, senza nemmeno avere la possibilità di provare ad essere una vera moglie.
La canzone della Pausini la lasciò scivolare nella tristezza.
"tu mi manchi amore mio, tu mi manchi come un lungo addio ed in assenza di te...il vuoto è dentro me!"
Non riuscì a trattenere il pianto, che giunse doloroso come sempre, strinse la fede tra le mani e corse via attraversando l'aia. Si fermò accanto al pozzo, lo vide profondo, con le sue acque scure immobili, buio ed impenetrabile come il dolore che l'accompagnava da giorni, come se la sua luce si fosse spenta per sempre. Prese la sua fede nuziale e la lasciò penzolare da un dito, sospesa su quel vuoto. Un piccolo gesto ed avrebbe visto il suo luccichio attraversare quel buio e finire in fondo alle sue acque scure. Ci pensò a lungo, pensò al suono che avrebbe fatto il suo anello nell'impatto con l'acqua. Ma il pensiero di quell'anello in fondo ad un pozzo oscuro per sempre le diede un brivido freddo, lo strinse con forza nel suo pugno ritirando la mano. Era il ricordo del suo più grande amore, mai ne avrebbe vissuto uno così intenso, non poteva lasciarlo affondare per sempre. Lo rimise in tasca, lasciando che le lacrime continuassero a solcare le sue guance.

Si voltò per tornare sotto il portico quando la figura di un uomo la fece trasalire.
- Roberto? che ci fai qui?
- Sono stata da Chiara che...non mi ha voluto dire dov'eri...ma io ti conosco troppo bene..sapevo che eri qui! Ami questo posto! Chiara è stata insolente come al solito...che le avrò mai fatto? Mi ha sbattuto in faccia che in America hai qualcuno, che è inutile che continui a provarci! Perchè non me ne hai parlato?
- Perchè Chiara dice un sacco di bugie...non ho nessuno!- uscì da sotto il suo sguardo rientrando in casa, Roberto la seguì.
- Ale...aspetta! perchè mi sfuggi? Non ho mai smesso di amarti e lo sai!
- Non me lo hai mai dimostrato...nemmeno quando stavamo insieme!
- E allora dammi la possibilità di amarti ora!!! il destino ti ha riportata a me...lo capisci? è il segno che le nostre vite non si separeranno mai!
Ale non rispose, lasciò che Roberto la stringesse tra le braccia, incapace di opporsi. Era questo quello che la vita le riservava? era Roberto, ormai se ne stava convincendo sempre più, dolorosamente accettava che quello era il suo destino. Fissò il tramonto infuocato dalla finestra, come a trovare un punto di fuga da quella prigione alla quale stava tornando, ad osservare il fuco ardente del sole tingere il cielo un rosso intenso, nei tramonti avrebbe ricordato la passione che spariva per sempre dalla sua vita. In cuor suo dolorosamente aveva accettato, si era rassegnata a tornare con Roberto, era quello che la vita le riservava.

Sentì bussare alla porta. Uscì dai suoi pensieri malinconici e senza brivido, si allontanò dalle braccia di Roberto per andare ad aprire, chiedendosi incuriosita chi potesse essere.
Quella visione le spezzò il respiro, il brivido intenso si impadronì di lei, il fuoco di un tramonto ardeva di nuovo nel suo cuore, in un solo istante tutta l'emozione di un amore le attraversò l'anima. I suoi grandi occhi scuri erano di nuovo davanti ai suoi.

...continua
[Modificato da DangerousLucy 24/03/2015 00:03]

It's all for love L.O.V.E
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29/04/2015 11:31

Capitolo 39

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In un istante tutto cambia e tutto resta immutato. C'è sempre una seconda scelta nella vita? Il destino ci riporta inevitabilmente ad un bivio? Quando tutto sembra ormai scritto sulle pagine bianche della vita di ognuno, gli eventi arrivano a cambiarne il naturale decorso, a rimescolare le carte in tavola proprio nell'attimo in cui il gioco sembrava fatto. Fino a che punto si è artefici del proprio destino? E quanto, invece, è esso a giocare con la vita di ogni singolo individuo? E' realmente tutto già scritto e ne seguiamo semplicemente le trame già tessute per noi? E se fosse realmente così, perchè affannarci a cercare una soluzione?
Basterebbe restare inermi e seguire la corrente, il defluire degli eventi ci conduce verso il lato giusto del bivio. Giusto. Ma poi, che sia quello giusto chi è a stabilirlo? E se entrambe le scelte fossero sbagliate? Se restare soli fosse l'unico modo per non soffrire?

Il bivio si apriva ancora una volta davanti ad Ale, il destino si era di nuovo divertito a rimescolare le carte in tavola, e lei spaesata e combattuta davanti ai suoi occhi, fu di nuovo ingoiata in un giro di domande alla quale non era ancora riuscita a trovare risposta.
Avrebbe voluto fermare il tempo, fermarlo per riuscire a riflettere, per fuggire da quel bivio che le si apriva davanti, domare l'ansia che l'attanagliava per scegliere il più razionalmente possibile.
Quella volta Ale si era imposta che non sarebbe stato il suo cuore a decidere, ormai lo riteneva letteralmente impazzito, incapace di una scelta sensata. Lo sentiva esultare nel petto mentre quegli occhi scuri continuavano a scrutarla intensamente. Mentre nella sua mente si delineavano ancora una volta quelle immagini, quelle foto che avevano mandato in frantumi il suo fragile equilibrio accanto ad una pop star.
Quanto può essere giusta una scelta fatta sotto la pressante presenza di un orgoglio ferito? Può il rancore precludere le porte alla felicità? Ale sapeva benissimo che la risposta era un "si", ma non sarebbe mai riuscita a perdonargli un tradimento, la sua felicità con lui, orgoglio a parte, era irrimediabilmente compromessa, la fiducia era scomparsa, morta per sempre davanti a quelle immagini ed era un elemento troppo importante per poterne fare a meno ed andare avanti accanto a lui. E allora, se le era ben chiaro il non potergli più stare vicino, perchè tremava davanti ai suoi occhi? perchè sperava che un colpo di spugna cancellasse tutto per tornare a perdersi sulle sue labbra? Come sarebbe riuscita a domare il suo cuore palpitante di emozione? Il suo cuore continuava a non sentir ragioni, continuava a portarla su una strada tortuosa ma emotivamente intesa. Il cuore e le sue ragioni la riconducevano inevitabilmente a Michael.

Il suo sguardo si posò un istante sulla bocca di lui che si schiuse piano, si sentì mancare sotto il ricordo di quelle labbra sulle sue, del loro caldo sapore. Dolci e dolorosi i ricordi di quei baci. Bastarono le immagini di quella bionda nuda accanto a lui ad uccidere quei pensieri che la facevano vibrare come la corda di un violino. Distolse lo sguardo dalla sua bocca e tornò a fissarlo negli occhi, indurì lo sguardo abbastanza per non permettere alle lacrime di saltare fuori, indurì il suo sguardo ma non il suo cuore.

Era sorpresa di vederlo li, con il volto segnato dalla stanchezza, lo trovava cambiato, i suoi occhi erano spenti. Si chiese se fosse veramente in pena per il loro amore che naufragava. Poi le sue parole arrivarono a regalargli l'ennesimo tuffo al cuore.
- Ciao piccola!
E fu una dolorosa morte per lei sentirsi chiamare in quel modo. Le lacrime spingevano per uscire, le sentiva pungere negli occhi come spilli, ma questa volta no, non li avrebbe lasciati andare. Li ricacciò con forza nel profondo della sua anima, aiutata da quelle immagini che non avrebbe mai voluto vedere, che le si erano stampate in mente per sempre.
Il cielo quella sera, ardeva di un rosso fuoco, sembrava volesse bruciare come le anime inquiete di due amanti lontani. Sempre più lontani, persi nell'orizzonte, con il loro amore che tramontava come il sole dietro le colline.
Ale strinse i muscoli del viso, deciso a tenergli testa, non curante di un Roberto incuriosito dietro di lei da quel lungo silenzio. Chi si celava dietro quella porta? Perchè Ale esitava tanto a rispondere?
- Che ci fai qui?- fu la sua secca risposta.
- Lo sai! sono qui per te! posso entrare?- fece un passo verso di lei, Ale indietreggiò lentamente, non lasciò andare l'anta, non voleva rivelare a lui chi c'era con lei, si chiese come l'avrebbe presa, sentì l'ansia salire. Come poteva togliersi da quella situazione? In fondo lei desiderava soltanto stare sola, fare chiarezza nella sua mente. Si sentì furiosa con entrambi per aver violato il suo rifugio, per aver turbato la sua quiete. Non ebbe ulteriore modo di riflettere, quando la mano di Roberto afferrò l'anta per tirarla rapidamente, svelando così chi fosse il misterioso visitatore.
In un istante gli occhi di tutti furono trapassati da uno sguardo interrogativo.

Che ci faceva quell'uomo con Ale in un casolare solitario in collina?
Come avrebbe spiegato la presenza di Roberto a Michael?
Perchè Michael Jackson era li?

Il silenzio in quell'istate fu pesante, palpabile, ingombrante. Attanagliava tutti nella sua morsa stretta, mentre le menti si arrovellavano in un giro di interrogativi senza risposte. Un susseguirsi di sguardi indagatori confluirono tutti su di Ale. Lei era la chiave di tutto, lei sapeva le risposte. Lei... che avrebbe solo voluto trovarsi altrove in quell'istante.
Roberto era incredulo, incapace di realizzare di avere di fronte la pop star, i suoi occhi continuavano a tornare su di lui per poi guardare ancora Ale. Perchè lui era li? in cerca di quella che Roberto considerava ancora la sua donna? Scrollò la testa come a destarsi da quello shock, guardò ancora una volta Ale, cercando in lei una risposta ad una domanda che non riusciva a porle. Fissò i suoi occhi azzurri in quelli verdi di lei, poi con una mano indicò verso Michael.
- E'...è un sosia...vero Ale?
Ale non rispose, si limitò a fare cenno di no con la testa. Roberto era sempre più sconcertato.
- Che succede Ale....devo saperlo? che ci fa Michael Jackson qui?
Gli occhi di Michael cambiarono espressione, il suo sguardo dolce in un attimo si era fatto duro, indispettito. Perchè quel tizio era li? la sua presenza gli dava fastidio, si sentiva come se qualcuno stesse violando qualcosa di suo. Ale era sua e quel tizio non pareva saperlo.
- Ale...ho bisogno di parlarti?- Michael cercò di non curarsi di lui, era l'ultimo dei suoi problemi, ora l'importante era riavere lei.
- Non ho nulla da dire....credo di averti già detto tutto!!!
- Non credo! Devi ascoltarmi!- il tono della voce di Michael si fece più incisivo, furioso per aver trovo un uomo accanto a lei. - Vedo che ti consoli in fretta! Non hai perso tempo...nemmeno il tempo di fare chiarezza...
- Smettila!! non in fretta quanto te! direi!
Michael trattenne la rabbia, capì che non era il caso di attaccarla ora, doveva arrivare al suo cuore e non irritarla ulteriormente, fece fatica, ma ingoiò il boccone amaro.
Roberto assisteva incredulo a quello strano scambio di risposte secche e decise, vedeva Ale sempre più alterata, tanto turbata da vederne i segni, i muscoli del viso erano contratti e i suoi occhi verdi man mano cominciavano ad essere lucidi.
- Ale vuoi che lo mandi via? cosa vuole da te?- Roberto si avvicinò a lei prendendole la mano per sostenerla. Quei gesti per Michael erano inequivocabili, quell'uomo era legato a lei, era certo fosse il suo ex, si sentì bruciare dalla gelosia, i suoi occhi si fissarono sulle dita di quell'uomo che accarezzavano la mano di lei, un gesto che a lui ora era negato, avrebbe voluto allontanarlo da lei con la forza, riprendersi quello che era suo, che gli spettava di diritto, in quanto era innocente e non avrebbe mai dovuto perdere l'amore di Ale. Quell'uomo ora sentiva il calore della sua mano nella sua, lui ne sentiva il profumo dei capelli, le era così vicino da poter sentire la fragranza della sua pelle tiepida. Michael si sentì escluso dalla sua vita, Ale non era più sua, era lontana, fredda. Il pensiero di averla persa per sempre si delineava chiaro nella sua mente, fissando i gesti amorevoli di quell'uomo, del fare protettivo che aveva verso di lei. Il suo sguardo si fissò negli occhi di Roberto, li sfidava, mostrò tutta la sua rabbia in quello sguardo. Doloroso vederla finire tra le braccia di un altro, incapace di porre rimedio a quella che era un terribile trappola in cui erano caduti entrambi. La speranza di riavvicinarsi a lei, di essere lui quello a tenerle la mano, moriva lentamente, secondo dopo secondo, attimo dopo attimo in cui Roberto continuava a stringere la mano di Ale. Ma la speranza non muore se di colpo un gesto le ridona la linfa vitale. Ale sfilò via la mano da quella di lui, incrociando lo sguardo con quello di Michael. Per lui era il segno che non era finita, la partita era ancora aperta. Rispose intensamente al suo sguardo da dietro i suoi riccioli neri.
-Ale piccola...lascia che ti spieghi...- le sue parole furono interrotte da lei, lo zittì con un gesto, i suoi occhi verdi si fecero lucidi, non riusciva più a trattenere quello che aveva dentro, non riusciva più a fingere che le fosse indifferente ed il dolore accumulato da giorni, uscì tutto attraverso le lacrime, attraverso le parole che tagliarono l'aria nettamente.
- Taaaaciii!!! non aggiungere altro...non devi spiegare...non c'è nulla da spiegare!!! Non voglio sentire una parola di più da te...vai via...lontano dai miei occhi!! ti odio per quello che mi hai fatto!!
- E invece devi...Ale!!! io ne sono vittima quanto te!
Piombò di nuovo il silenzio tra loro, interrotto dai singhiozzi di lei, era agitata, affranta e le lacrime erano la via di fuga di tutto quello che covava dentro. Roberto osservava incredulo, perchè Michael Jackson era piombato li per parlare con lei? cosa aveva a che spartire Ale con una star planetaria?
- Ale...ascoltami!!
- Bastaaaa!!! non devo ascoltare nulla...quelle foto parlano chiaro...più delle tue torbide parole...sei falso...falso come il tuo mondo!!
- Non è così lascia che ti spieghi...ho qui le prove!
-Vai viaaaa!!! lasciami in pace!!!
Ale si portò le mani alle orecchie, non voleva ascoltarlo, non voleva nessuno, voleva stare sola. Scosse il capo in segno di disappunto, una fitta alla testa come un lampo, arrivò a spezzare i singhiozzi del suo pianto, quell'ematoma non del tutto riassorbito le dava ancora qualche problema e Michael lo capì immediatamente.
- Ale piccola...calmati...non devi...- fece un passo verso di lei, per accertarsi che stesse bene, ma fu bloccato da Roberto che gli si parò dinanzi afferrandolo per il colletto della giacca.
Michael non accennò nessuna reazione, lo fissò intensamente negli occhi, mantenendo inalterata la sua naturale eleganza nonostante il fermento dell'anima.

Il bianco e il nero, il giorno e la notte, l'azzurro immacolato degli occhi di Roberto contro il nero profondo di quelli di Michael. Ale rimase a guardarli, loro e ed il loro orgoglio maschile, pronti a difendere il territorio. Lei in ballo tra loro due, due vite diverse, due mondi distinti, la luce contro il buio, una vita anonima contro il divampare della passione, la noiosa tranquillità contro l'eterno vibrante imprevisto. A cosa cedere?
In quel frangente Ale aveva scelto, aveva scelto se stessa, salvarsi da una vita turbolenta ed incerta accanto a Michael, salvarsi da una vita senza amore accanto a Roberto, salvare la propria anima, scegliere la solitudine come il minore dei mali.
Roberto stringeva tra le mani il tessuto della giacca di Michael, guardandolo sprezzante in faccia. Michael non si scompose, si limitò ad afferrargli il polso con forza per bloccarlo.
- Basta! lei non vuole vederti, ne parlare con te! Credo sia stata chiara no? La stai facendo agitare!
- Non si intrometta! questa faccenda è tra me e Ale!
- Lei non vuole vederti..chiaro? ma chi diavolo ti credi di essere superstar?
Quella frase gelò Ale e Michael, entrambi sapevano che la risposta era una sola. Michael allontanò bruscamente Roberto da se che lasciò andare i lembi del colletto dalle sue dita serrate, si passò lentamente la mano sulla bocca continuando a fissarlo con fare sicuro, abbozzò un ironico sorriso sulle labbra, esitò un attimo, ma a quella domanda c'era una sola risposta da dare.
"chi diavolo credi di essere?", un silenzio di sospensione che facevano apparire le parole di Roberto solenni, pesanti, pareva a tutti di sentirla ancora riecheggiare nell'aria quella domanda alla quale Ale temeva la risposta.

"chi diavolo credi di essere?"
- Suo marito!

Quelle due semplici parole travolsero Roberto come un uragano, rimanendo sconcertato ed impietrito, si voltò di colpo a cercare gli occhi di lei, per ritrovarne lo sguardo di un tempo, per capire cos'era cambiato in pochi mesi di lontananza. Ale si portò la mani alla bocca, non riusciva a crederci che Michael avesse dato quella risposta, ma pian piano lo stupore lasciò il posto alla rabbia.
- Perchè glielo hai dettooo!!!! - gli urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
- Perchè non dirlo? Temi che non ti voglia più adesso che sa che sei sposata? - Michael continuava a guardarla con fermezza, deciso a far valere i suoi diritti, era li per parlare con sua moglie.
Roberto faceva fatica ad incassare il colpo, era basito da quello che aveva appena sentito.
- Ale....Ale guardami...- cercò il suo sguardo, cercò in esso la rassicurazione che non trovava nelle parole- ...che sta dicendo? mi spieghi cosa sta dicendo? tuo marito?
- Si...è mio marito...non sta mentendo...ed è tutto vero!
Per Roberto fu il colpo decisivo.
- Ma cosa sei diventata Ale? Chi sei? non ti riconosco più!!! Come hai potuto sposarti? Con lui poi?
- Non hai nessun diritto di chiedermelo! ci siamo lasciati...non facevi più parte della mia vita!
- Sei un altra Ale...in soli cinque fottuti mesi sei...diventata un altra!!
- Cosa?....cosaaaa? cosa sono diventataaaa?
- Hai sposato lui nel giro di 5 mesi?
- Tre per l'esattezza!- Michael intervenne per precisare, soddisfatto per aver neutralizzato il nemico.
- Ah perfetto!!! Non ti riconosco più....sei cambiata Ale...lui ti ha cambiata... e non mi piace quella che ho di fronte ora...dov'è finita la ragazza sensata e razionale che eri?
Ale rimase a fissarlo un attimo prima di lasciare uscire il suo rancore covato in un lungo rapporto logorante con lui.
- Chi ti credi di essere per venire qui a giudicarmi? Mi accorgo solo ora che tu di me non hai mai saputo niente! NIENTE!!! io razionale? ecco perchè il nostro rapporto si è consumato come una candela...fino a spegnere l'amore!!! tu non sai nulla di me!!!
- E a quanto ho capito...non ne sa niente nemmeno lui...visto che sei fuggita anche dalla villa della star!!!
- Sei uno stupido...stupido...per te esisti solo tu...tu e la tua maledetta carrieraaa!!! Sei tu che mi hai cambiata...tu hai rovinato quella che ero!
Roberto fu colto dall'ira, voleva solo che la smettesse di urlarle contro quanto la sua vita era stata un fallimento nei rapporti umani, quanto era stato un errore per entrambi trascinarsi in un rapporto ormai logoro e stanco per anni. Istintivamente alzò un braccio per colpirla, un sonoro ceffone per farla smettere, per interrompere quelle parole che lo ferivano nell'orgoglio. Ma Michael bloccò il suo braccio, lo afferrò parandosi davanti ad Ale.
I suoi occhi scuri si infiammarono come non mai, non sopportava la violenza, d'un tratto si rivide sotto i colpi di suo padre, li risentì sulla pelle, uno ad uno, i suoi schiaffi, i calci, le cinghiate, fu invaso da quel senso di ribellione che aveva sempre represso dentro se. Non avrebbe mai permesso a quell'individuo di colpire la sua Ale, il suo piccolo e fragile amore.
I suoi occhi furiosi si fissarono in quelli azzurri di lui, seri, minacciosi.
- Non ti azzardare a toccarla!!!
Ale sfinita dall'ansia e dal pianto, si lasciò scivolare a terra, su quelle fredde ed irregolari mattonelle rustiche in cotto toscano, le sentì gelide sotto il palmo della sua mano, quel freddo le penetrò nel cuore. Sentì il peso di quella situazione sulle sue spalle, a schiacciarla a terra, bloccandole i movimenti. Si chiese quanto dolore riesce a sopportare un anima? esiste un limite oltre la quale si è immuni alla sofferenza? Oppure la crescita è esponenziale, senza fine, fino allo sfinimento fisico? Si chiese quanto era ancora capace di sopportare gli urti violenti che la vita continuava a riservarle?

Roberto uscì sbattendo la porta e Michael cercò di avvicinarsi a lei. Avrebbe solo voluto stringerla tra le braccia, consolarla, farla uscire da quello sconforto inutile nella quale era caduta, voleva che sapesse la verità, che stava soffrendo inutilmente, che lui la amava come sempre. Si chiese se lei provasse ancora del sentimento per lui, se lo chiese nell'istante esatto in cui gli occhi inondati di pianto di lei si staccarono dal pavimento per posare lo sguardo nei suoi.
- Dai piccola...ti aiuto a rialzarti!- si chinò accanto a lei e per un breve istante lei si lasciò toccare, la sua grande mano scivolò dolcemente sui suoi riccioli, Ale sentì quel tocco scaldarle il cuore come aveva sempre fatto, si voltò a guardare i suoi occhi tremanti e per lui provò un misto di amore e rabbia.
- Io voglio soltanto l'amore...Michael...perchè mi fate questo?
- Piccola l'amore ce l'hai e da me lo avrai sempre..devi credermi!- gli si strinse il cuore nel vederla così affranta, nel suo immenso bisogno d'amore. Fece scorrere la mano sulla sua guancia umida di pianto, esitò per paura di un suo rifiuto, ma lei era docile sotto il suo tocco, proseguì verso le labbra, con un dito seguì il perimetro delle labbra, si avvicinò con il viso a lei, che schiuse piano la bocca, era certo che volesse essere baciata in quell'istante, si sentì emozionato come la prima volta che l'aveva baciata, sentì il suo respiro affannato dal pianto sulla sua pelle, ma lei si ritrasse di colpo, indurendo il suo sguardo.
Per un attimo Michael aveva creduto di essere riuscito a riavvicinarsi a lei, a malincuore tirò indietro la mano dal suo viso.
- Non ti fa bene stare così in ansia!! sei ancora convalescente!
- Dovevi pensarci prima di finire tra le braccia della bionda!
- Ale per favore...non puoi continuare così..ti stai sbagliando e qui ne ho le prove! - attraversò la stanza, fino al grosso tavolo in legno chiaro, poggiò una valigetta scura su di esso e rapidamente fece saltare le chiusure. Tirò fuori dei plichi che porse a lei.
-Ecco...guarda...questa è la prova della mia innocenza... è Janet che li ha scovati, nello studio di mio padre...è lui che ha organizzato tutto...Ale...Ale...per favore credimi!
Ale esitò nel prendere quelle carte tra le mani, poi diede un occhiata distratta.
Un contratto, un certificato medico, degli assegni. Distolse lo sguardo da quei fogli e li fissò in quelli di lui. Rimase in attesa di una spiegazione.
- Mio padre era a Las Vegas quella sera...te lo ricordi? te l'avevo detto, mi ha dato da bere qualcosa ...c'era del sonnifero dentro...poi non ricordo altro...mi ha sedato...capisci? Non riesco ancora a capire come abbia fatto ad eludere la mia security, ma su questo farò luce al più presto...sono corso da te...eri la cosa più importante...dovevo dimostrarti che non ti ho mai tradita!
Lo sguardo di Ale non fece una piega, le sue parole non aveva scalfito minimamente il suo rancore accumulato da giorni. Rimase in silenzio un attimo, abbozzando un sorriso ironico. Di colpo lanciò in aria i fogli che teneva tra le mani. Michael li vide svolazzare in aria per poi sparpagliarsi sul pavimento, a terra come il suo cuore che non trovava giustizia.
- Ed io dovrei credere a quattro fogli? mi fai così stupida? che ci vuole a falsificare un certificato medico ed un contratto?

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Uscì di casa, fermandosi sotto il portico. Quel tramonto che sembrava non finire mai, così violento, così struggente, si sentì avvolta dal calore di quegli ultimi raggi di sole che accendevano d'arancio il cielo, si sentì stanca, logorata da una estenuante lotta alla ricerca della strada giusta da seguire, avrebbe voluto lasciarsi rapire dagli ultimi raggi si sole e sparire nella notte assieme ad essi. Nella sua mente un unico pensiero.
" E se fosse questa la verità? ti precludi all'amore Ale...sola per sempre per non aver voluto credere?? zitto zitto....maledetto cuore innamorato!! non ti ascolto...porti solo dolore..."
Sentì i suoi passi sul legno scricchiolante del portico avvicinarsi a lei, silenzioso. Ale trovò stranamente la sua presenza quasi rassicurante, mentre teneva gli occhi fissi sulle loro lunghe ombre nere sul selciato. L'uno accanto all'altro, le loro ombre parevano fondersi tra loro, unite in un unica forma, fuse l'uno con l'altra. Com'era assurdo quel momento pensò Ale, un tramonto perfetto li vedeva uniti nelle ombre, eppure nella realtà un baratro incolmabile sembrava dividerli.
Rimasero in silenzio a guardare le colline, come morbidi corpi di donna, si adagiavano dolcemente davanti a loro, lasciarono che la luce arancio rosato di quella sera baciasse la loro pelle. Gli occhi di Ale gli sembrarono di un verde intenso sotto quella luce che smussava i contorni netti del suo viso, tanto da fargli sembrare un sogno, bella e sfuggente, con gli occhi tremanti e lucidi. Michael fissò quell'immagine di lei negli occhi e nel cuore, con l'anima affranta di un ultima volta e lasciò andare via le lacrime, prima di dirle addio per sempre. Il suo sogno era finito.

"Non andare via
Vedi, non so cosa dire
Ci ho provato ma il dolore torna ogni volta
Dimmi cosa devo fare per farti rimanere

e come faccio a smettere di perderti
come posso iniziare a dire
quando non rimane altro che andar via
chiudo gli occhi
ci provo e vedo il tuo sorriso ancora una volta
ma è passato tanto tempo, ora posso solo piangere
non possiamo trovare un po’ d’amore per smetterla
perché diventa ogni giorno più difficile

come faccio a ricominciare
come faccio a capire
quando non rimane altro che andar via
ora, vedi perché
tutti i miei sogni sono stati infranti
non so dove stiamo andando
tutto ciò che abbiamo detto e fatto
non lasciar perdere, non voglio andare via
ora, perché
tutti i miei sogni sono stati infranti
tutto ci lascia liberi
non riesco a vederti, non voglio andare via
se vai via, non ti dimenticherò mai
non vedi che ci sarai sempre?
Anche se ti ho dovuto lasciare andare
Non ci rimane altro
Non andare via
don't walk away...."


La voce stridente della radio accesa accanto alla sedia a dondolo era l'unico barlume di contatto con la realtà, il resto era un sentirsi sospesi, come a voler perdere il contatto con il concreto, estraniarsi per trattenere all'infinito quell'ultimo istante insieme, allontanarsi da quel mondo reale che continuava ad essere ostile.

"Miei cari ascoltatori alzate il volume, stringete la vostra donna tra le braccia e...lasciatevi trasportare dalla calda voce del Re...in chiusura di programma...questa perla romantica è per voi! un inno all'amore.."


La voce del Dj annunciava un inno all'amore proprio mentre un amore finiva, quelle parole avevano un sapore amaro più che mai, l'ironia della sorte, quel gusto sadico che aveva la vita in quell'istante lo assaporarono entrambi.

www.youtube.com/watch?v=Za8cpM6cGYk&feature=fvsr

Ale non voleva ascoltare, non voleva udire la calda voce di Elvis in quell'attimo, non voleva ricordare i suoi sorrisi a Graceland con lui, non voleva immergersi in un amore che non poteva avere più, e mentre la voce di Elvis intonava "always on my mind" lei si voltò asciugandosi gli occhi umidi di pianto cercando di non incrociare quelli di lui, muovendosi rapida verso la radio, intenta a porre fine a quello strazio.

Aveva le mani sul tasto OFF
Off sulla musica
Off sul suo cuore
Off sull'amore
...Off su di lui

Michael si avvicinò alle sue spalle, restando fermo dietro di lei. Ale teneva la mano tremante ferma su quel tasto che non ebbe il coraggio di schiacciare. Lasciò che quella melodia parlasse al suo cuore, lasciò che il suo corpo avvertisse la sua presenza alle sue spalle. Sentiva il suo calore sulla sua pelle, sentì le sue mani affusolate scivolare sulle sue braccia nude, si sentì pervasa dai brividi, strinse gli occhi nell'attimo stesso in cui sentì il suo viso affondare tra i suoi riccioli, la dolce voce di Michael si fuse con quella di Elvis imprimendo quelle parole per sempre nella sua mente.

"...Eri sempre nella mia mente
Eri sempre nella mia mente

Forse non ti ho stretta tutte le volte che ti sentivi sola,
E credo di non averti mai detto: sono così felice che tu sia mia
E se ti ho fatto sentire al secondo posto, mi spiace così tanto, ero cieco
Eri sempre nella mia mente
Eri sempre nella mia mente

Dimmi dimmi che il tuo dolce amore non è morto
Dammi un’altra opportunità di soddisfarti

Piccole cose che avrei dovuto dire e fare, non ho mai colto il momento
Eri sempre nella mia mente
you were always on my mind..."


Ale si voltò lentamente, rimase un istante immobile davanti ai suoi dolci occhi scuri. D'istinto si lasciò cadere tra le sue braccia, un istinto che solo l'amore poteva dettare. Lasciò che il profumo della sua pelle tornasse ad inebriare ogni fibra del suo corpo. Aveva scelto con il cuore ancora e lo avrebbe fatto per sempre. Michael la strinse forte al suo petto, chiuse gli occhi alzando per un attimo il viso al cielo, a ringraziare Dio per avergliela ridata ancora una volta. Poi tornò in lacrime a guardare lei, il suo viso, la sua bocca che si tendeva verso la sua, assetata dei suoi baci, assenti ormai da troppo tempo, posò dolcemente le sue labbra sulle sue e a quel caldo contatto di seta sentì l'emozione fargli vibrare l'anima come non mai. Era come risorgere dalle tenebre, perdersi sulle sue calde labbra, sentì la sua bocca inumidire la sua, i loro sapori mescolarsi a formarne uno nuovo, le loro lingue a cercarsi dolcemente, assaporarsi, possedersi, muoversi fameliche, bisognose di riappropriarsi di quei gesti, di annullare il tempo passato dal loro ultimo bacio. Ale si allontanò un istante dalle sue labbra, il petto ansimava dall'emozione, Michael temette l'ennesimo ripensamento, fissò lo sguardo sulle sue piccole labbra carnose arrossate dai baci, si schiusero piano ed il cuore di lui cessò di battere.
- Io....- fece una pausa interminabile per il cuore in pena di Michael - ...io ti amo Michael! - le disse tra le lacrime e lui tornò a respirare. La tirò a se a stringerla forte, a baciare frenetico il suo viso umido di lacrime, a baciare la sua bocca, desideroso di cancellare i giorni bui senza i suoi baci.
- Anch'io piccola...ti amo....ti amo tanto... non ti farò mai del male!!! te lo prometto, dammi un altra possibilità...ti renderò felice!
La strinse forte a se sollevandola da terra, Ale strinse le sue braccia intorno al suo collo tornando finalmente a giocherellare con le dita tra i suoi riccioli scuri e a perdersi sulle sue labbra. Sorrise tra le lacrime, mordicchiandosi il labbro inferiore mentre lo guardava negli occhi.
- Ti amo così tanto piccola...che credevo di morire senza te! Avevo un dolore immenso proprio qui..in mezzo al petto!! Ho avuto paura di averti persa per sempre! Non lasciarmi mai più!!
- Sssshh!!! non dire altro...ora sono qui! baciami!
Tornò a baciarla con trasporto senza posarla a terra, come a volerle impedire di allontanarsi ancora, dolcemente imprigionata tra le sue forti braccia.
Il sole era ormai quasi del tutto tramontato dietro le verdi colline dando tregua ad un cielo che andava via via a farsi scuro, lasciando intravedere le prime stelle della sera.
Ale stretta nel suo abbraccio respirò intensamente il suo profumo, fissando il cielo.
- Guarda!!! la prima stella della sera!!! esprimi un desiderio...dicono che se lo esprimi davanti alla prima stella della sera si avvera prima che questa sparisca sotto le luci dell'alba!
- Sei sicura sia vera questa cosa piccola? - gli rispose stringendo la sua guancia alla sua e guardando la stessa stella riluccicante nel cielo sempre più buio.
- Non lo so!!! ma cosa ti costa provare?
Michael sorrise divertito, la tensione era solo un lontano ricordo ora che teneva il suo dolce peso tra le braccia.
- Desidero toccare la tue pelle....accarezzarti...sentirti mia....desidero fare l'amore con te!- gli sussurrò appena all'orecchio, mentre lentamente la posava a terra.
Ale non disse nulla, gli prese la mano, la strinse forte nella sua, tirandolo dentro il casolare.
Salirono le scale in legno di quercia fino alla camera da letto, senza mai lasciargli la mano Ale lo accompagnò fino al bordo del grande letto in ferro battuto. Si sfilò piano la maglietta, lasciando agli occhi di lui la visione dei suoi capezzoli rosei celati dal pizzo del reggiseno, si sedette in ginocchio sul letto, afferrando la grande mani di lui tirandolo a se. Scivolando sinuoso, lui gli fu sopra, si fermò un attimo a guardarla, allontanando dal suo viso i suoi riccioli ramati.
- La prima stella della sera funziona! ti desidero da morire Michael, voglio fare l'amore con te tutta la notte!
Lui prese a baciarla ancora una volta, lasciando che i suoi baci divenissero sempre più bollenti, intensi, passionali, un misto di dolcezza e violenza, piccoli morsi sensuali scivolarono sull'esile collo di lei ricoprendo la sua pelle di piccoli brividi. Le dita di Michael fecero scivolare via dalla sua spalla la bretella del reggiseno, lasciando che la sua bocca potesse scorrere sulla sua pelle libera dagli ostacoli.
Il suono del cellulare che Michael teneva in tasca interruppe quel momento, Ale cercò di staccarsi dalle sue labbra.
- Rispondi!
- No...dai...non pensarci!- riprese a baciarla, ma Ale insistette.
- Continua a suonare...Mike...
Michael si sdraiò accanto a lei sfilando il cellulare dalla tasca. Ale riuscì a leggere il nome lampeggiante sul display: "Debbie Rowe"
Chi era questa Debbie? e cosa voleva da Michael?
Fu trapassata da una strana sensazione, la sua mente rimase offuscata da quel nome. Michael spense il cellulare senza rispondere alla chiamata.
- Senza interruzioni adesso...piccola sei tutta per me!! Tutto ok amore? - lo sguardo incupito di Ale lo preoccupò, ma lei non aveva intenzione di farsi offuscare di nuovo il cielo da un nome su un display. Tornò a sorridergli maliziosa.
- Si tutto Ok!
Le sue piccole dita iniziarono a sbottonargli la camicia, impazienti di poter scorrere sul suo petto nudo, mentre lui armeggiava abile con i gancetti del reggiseno che in un istante volò via dal corpo di lei. Fece scorrere le lunghe dita affusolate nel solco dei suoi seni, sentì la pelle di lei rabbrividire sotto i polpastrelli, vide i suoi capezzoli sbocciare come piccole rose, desiderose di essere colte, non esitò ad accarezzarli, lasciò che le sue dita ci giocassero prima di lascia spazio alla sua bocca. Il respiro di Ale si fece corto, ansimante, mentre affondava le mani tra i suoi capelli e stringergli il viso sul suo petto florido. Le sue labbra si muovevano sensuali sul suo seno, ad inumidirle a tratti la pelle calda, Ale sentì il respiro di lui sui suoi seni umidi dei suoi baci, un soffio freddo che fece indurire ancor più i suoi capezzoli. Le mani di lei scivolarono sul suo torace, ad accarezzare i suoi muscoli tonici, a stringerlo sul fianco, prima di proseguire provocanti verso la cerniera dei pantaloni. Si introdusse sensuale sotto di essi, fino a sentire tra le mani, la tensione pulsante del corpo di lui. Michael si scostò dai suoi seni per lasciar uscire dalla sua bocca gemiti liberatori, a lasciarsi andare al piacere intenso che la piccola mano di lei riusciva a donargli in quell'istante, si sentì stringere e accarezzare, lasciando il suo corpo in preda ad un fremito di intensa passione. Ale continuava a provocarlo, cercando maliziosamente le sue labbra, soffocò i suoi sospiri con i baci, introducendo la sua lingua sinuosamente nella sua bocca calda, ad esplorarla lentamente, a cercare e sfiorare la lingua di lui. La sua mano continuava a regalargli piacere, un leggero tocco che toccava i punti giusti, muovendosi sicura, abile, esperta, sulla parte più calda ed in tensione del corpo di lui. Lo sentì totalmente in preda al desiderio, quasi sul punto di cedervi, quando ritrasse la mano a dargli tregua. Gli occhi di Michael erano accesi, divampavano dal desiderio di averla.
- Voglio perdermi dentro te!- le sussurrò appena spegnendo le sue parole sul suo esile collo, baciandolo appena, mordicchiandolo, lasciando dei piccoli rossori sulla sua pelle candida. Sentirsi desiderata in quel modo, con quelle parole passionali, sentirsi sottomessa alla sua forza maschile, era il modo più appagante di essere amata, avrebbe affrontato il destino ostile ed avverso, affrontato la sofferenza estrema anche solo per abbandonarsi ancora una volta a quella dolce morte. Ale lasciò che le sue grandi mani sfilassero via i suoi indumenti e senti ancora una volta il tepore delle sue dita sul suo corpo nudo, a stringerle con vigore i seni ansimanti, spezzandole il fiato, percorsero il suo corpo rapide, sicure, con un unica destinazione, donarle piacere. Era ormai certa che non avrebbe più provato un piacere simile in vita sua, era sicura che non avrebbe mai più fatto l'amore con lui, era convinta che avrebbe vissuto di ricordi per il resto della vita, ed invece era li, ad abbandonare il suo corpo a lui, a lasciarsi possedere dalle sue mani che si mossero sicure sulla sua parte proibita, portando la sua eccitazione verso l'estasi estrema. Ale gemette intensamente di desiderio, rivolgendo gli occhi al soffitto mordendosi le labbra nel vano tentativo di controllare i suoi sensi. Vide le pesanti travi in legno del soffitto sfocarsi nel suo perdere il contatto con la realtà e abbandonarsi al piacere. Non c'era più un controllo razionale del suo corpo, che rispondeva solamente alle carezze intime di lui. Senza accorgersene Michael le fu sopra, si sentì di nuovo sotto il suo peso, incapace di opporre resistenza, sentì il suo bacino spingere contro il suo, mentre le sue carni tremule cedevano a lui, aprendosi alla sua virile passione. Le sue profondità più intime venivano possedute nel profondo, in maniera intesa, decisa, lasciandola senza respiro. Strinse il ferro battuto della testata del letto forte tra la mani, mentre lui continuava ad assaporare i suoi seni tremanti. I ritmi si fecero più intensi ed incisivi, il silenzio del casolare era spezzato dai loro sospiri, gemiti, dal fruscio delle lenzuola che si aggrovigliavano sotto i loro corpi sudati, stretti a mischiarsi gli odori, i sapori, mani che si cercavano nel buio, i loro corpi si muovevano frenetici nel buio, in cerca del piacere assoluto. Amarsi nel modo più intenso e travolgente, tenerezza e violenza mischiati per arrivare ad appagare il bisogno impellente di sentire di appartenersi fisicamente l'uno all'altro. Le prime luci dell'alba scorse le loro mani strette sul petto nudo di lui, lei abbandonata tra le sue braccia, scaldati dal calore tiepido dei loro corpi sotto le coperte.
- In questi giorni senza te...è come se non avessi vissuto! Sei di nuovo mia!!
- Lo sarò per sempre!
Uno sguardo complice nella penombra, Ale accennò un sorriso che nasceva dai grandi occhi scuri di lui fino a spegnersi sulla sua bocca per lasciar posto ai baci. Si strinsero ancor di più, mentre le loro mani iniziavano di nuovo a cercarsi, insaziabili di godere del sollievo estremo dell'essersi ritrovati.

....continua

It's all for love L.O.V.E
15/06/2015 16:21

Quando ci sarà la continua? [SM=g27992]
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17/06/2015 11:21

CAPITOLO 40

Se l'incertezza è l'unica costante della vita, se ne è totalmente dominata, come fa l'amore a vivere di certezze? Dove trova l'appiglio per attecchire e fiorire nel nome di una certezza che l'uomo non ha?
E se questa forza nascesse da qualcosa di concreto? reale? materialmente presente? Può non bastare la presenza di un sentimento nel cuore per avere la certezza di un amore? Bisogna avere le prove per amare ed essere amati? Lo spirito contro la materia. Il sentimento contro la concretezza della realtà. Di nuovo una contrapposizione diametralmente opposta.

I pensieri volteggiavano nella mente di Ale come foglie d'autunno danzanti nell'aria, nel loro lento volteggiare verso terra, se ne susseguivano l'uno dopo l'altro, trascinandola inevitabilmente in un vortice discendente fin nelle profondità del suo cuore. Aveva quasi perduto Michael, per non aver creduto alle parole, per non aver creduto al suo cuore, per non aver creduto agli occhi innocenti di lui. Si rese conto che, se quelle maledette prove non fossero mai apparse, lei avrebbe detto addio all'unico vero amore della sua vita.
Perchè, se la vita di un essere umano è basata sui sentimenti, questi non bastano per credere ciecamente? perchè si ha bisogno che tutto sia tangibile sotto i nostri occhi per avere la certezza della verità? Si sentì in colpa per non aver creduto, per aver regalato ad entrambi dei giorni d'angoscia, per non aver avuto la forza di credere nell'unica certezza che il suo cuore sentiva, l'amore. La paura di essere stata così vicina dal perderlo le diede un brivido, come un soffio sinistro che spirava sull'anima, scuotendola come le fronde degli alberi sotto la furia di una tempesta. Si può sempre dare una prova reale ad un sentimento?
Cosa spinge l'uomo a fidarsi di qualcuno quando questi non ha prove da fornirci?
Si rese conto di quanto fosse immaturo il suo amore, acerbo e verde come un frutto fuori stagione. Può il tempo rafforzare la fiducia? o e l'esperienza a darci la certezza che tanto cerchiamo?
Doveva imparare a credergli, a credere ai suoi gesti, ai suoi occhi, credere alle sue lacrime, avrebbe mai potuto mentire sotto uno sguardo inondato di lacrime? Si chiese, mentre nuda, stretta a lui, continuava dolcemente ad accarezzargli il petto. Sentì le forti braccia di lui allentare la presa su di lei, mentre scivolava nel sonno profondo. Per un attimo Ale alzò lo sguardo, a guardare il suo viso dai lineamenti delicati dormire sereno. Sorrise appena, tornando ad appoggiare completamente la sua guancia al petto nudo di lui, cullata dal quel contatto vellutato con la sua pelle calda e dal suo respiro profondo, tornò a perdersi nuovamente nei suoi pensieri.
Si rese conto della lotta interna che il suo animo continuava a subire, tra un cuore che non conosceva paure e continuava a sfidare le tempeste per amore di lui ed una mente che rimaneva soggiogata dalla crudeltà del mondo alla quale Michael apparteneva.
Come avrebbe fatto a districarsi in un labirinto pieno di trappole se non era certa di fidarsi di lui?
Si sentì frustrata ed amareggiata per non avergli creduto da subito, si sentì in colpa per essere riuscita ad arrivare ad odiarlo per quello che credeva le avesse fatto. Assorta nei suoi pensieri, continuava a scavare nelle profondità della sua mente, perdendosi nel circolo vizioso di domande senza un apparente risposta. Sentì il suo cuore morire di una morte lenta, sotto il pensiero di una mancata fiducia nei confronti di lui. Sotto il ricordo di quelle cose orribile che gli aveva urlato in faccia, mentre lui, forte della sua innocenza, continuava a risponderle che l'amava. Ancora una volta Michael aveva risposto con l'amore alle accuse ingiuste, aveva risposto con l'amore all'odio, aveva risposto con l'amore e non era stato creduto ancora una volta. Quel pensiero fu doloroso, era stata anche lei come gli altri, si meritava di perderlo, ed invece lui era li a rispondere ancora con l'amore.
Ma chi non avrebbe creduto a quelle foto? cercò di giustificarsi, di zittire il senso di colpa che sentiva salire a soffocarle il petto. Michael aveva bisogno di una persona forte al suo fianco, capace di resistere agli scossoni che una vita nello show business riceveva e lei non si sentiva forte abbastanza per farsi scivolare addosso tutto quello che quel mondo era pronto a presentarle di fronte, in un mondo in cui la realtà veniva rimpastata e farcita di insinuazioni dubbiose. Non era forte abbastanza per credere solo a lui? forse lo era fin troppo, ma ne era spaventata. Ripensò alle parole di Roberto. Era tutto cambiato in soli cinque mesi, e le sembrò passata un eternità dal quel primo incontro che aveva sconvolto la sua vita. Potevano bastare pochi mesi per conoscere una persona, tanto da affidare completamente la sua vita nelle mani di lui? Non si diede una risposta, le bastò sentire la pace che provava in quel momento, quel senso di completezza e di totale abbandono nel sentirsi appagata, serena, le bastò sentire le sua pelle di seta sotto le sue dita, le bastò la sua presenza per sentirsi di nuovo felice. E la risposta che cercava arrivò da sola.

Si rese conto in quel frangente, che lei era la forza di cui Michael aveva bisogno per non sprofondare nella solitudine che quel mondo spietato ed avido gli stava imponendo. Era lei la forza che gli occorreva per non chiudere definitivamente il suo cuore ai sentimenti, convincendosi di essere incapace di amare. E Michael era la forza che le occorreva per credere ancora nell'amore. Complici perfetti in un legame di cuori. La parte mancate l'uno dell'altra. In un attimo lei fu consapevole di avere la forza necessaria per far si che quell'amore fosse una certezza dentro se, di essere pronta a stargli accanto nel bene e nel male. Non era più in balia di un sentimento, ma era lei a portare quel sentimento nella vita di Michael. In un attimo le paure ed i dubbi si dissiparono, le parole di Liz risuonarono come una verità assoluta, la forza del suo amore era la chiave per salvare Michael dal suo mondo. Lui aveva già scelto l'amore, lo aveva fatto in ogni istante del loro rapporto, si era rivelato a lei senza riserve, lasciandosi amare, fidandosi di lei, consegnandole le chiavi del suo cuore. Si sentì investita di una nuova energia, era pronta, pronta per non piegarsi al potere di quel mondo così ostile. Pronta a tirarlo fuori dalle sue insicurezze e paure, liberarlo dalla solitudine che lo imprigionava da sempre. Pronta a fidarsi solo di lui. Pronta ad amarlo.

Sotto quella nuova spinta emotiva, fece scorrere le sue calde labbra sul suo petto a coprirlo dolcemente di languidi baci, fino a sentire il suo piccolo capezzolo maschile sotto le labbra, ci scivolò su sensualmente con piccoli baci, che lo accesero inconsapevolmente stuzzicato dalla bocca di lei. Le sue mani affusolate si mossero nel sonno, a stringerla a se, ad affondare le dite tra i morbidi riccioli di lei. Una piccola cicatrice sul braccio attirò la sua attenzione. Rimase a pensare che nessuna al mondo sapesse dell'esistenza di quel piccolo segno sulla sua pelle. Le parve una conquista immensa. Al mondo, tutti sapevano tutto su Michael Jackson, le fans più esperte si vantavano di conoscerlo come il fondo delle loro tasche. Ma non era così e Ale lo sapeva. Quei piccoli particolari del suo corpo erano solo per lei, quel suo modo di sorridere in certe situazioni, di accarezzarla, quelle espressioni al risveglio o quelle assonnate prima di dormire, erano solo per lei. Sorrise all'idea che milioni di ragazze sognanti al mondo non immaginavano nemmeno lontanamente che i sospiri graffiati, gutturali e profondi nelle sue canzoni erano gli stessi che lei udiva mentre faceva l'amore con lui. Quelli erano solo per lei. Per il mondo lui era Michael Jackson, la star più spiata al mondo, dove la sua privacy era alla mercè di tutti, per Ale era semplicemente il suo uomo, desiderava che gli appartenesse totalmente e quelle piccole cose che avrebbe potuto nascondere agli occhi del mondo, erano solo per lei e non le avrebbe rivelate mai, li chiuse nel suo cuore in quell'istante buttando via la chiave. Il tesoro più intimo custodito per sempre, la sua privacy. Iniziò ad essere consapevole che avrebbe dovuto fare attenzione alle cose che avrebbe detto o a chi, tutto avrebbe potuto nuocere a Michael, cominciava a prendere lentamente coscienza di quanto fosse difficile entrare in quell'ambiente, avrebbe dovuto guardarsi le spalle ed aprire gli occhi, essere scaltra e abile nel driblare le questioni pericolose. Avvertì un senso di inquietudine, ma ormai era inevitabile, era la moglie di Michael Jackson ed il segreto prima o poi sarebbe stato svelato.

Gli occhi di lui si destarono da quel torpore fissandosi in quelli di lei. Ale allontanò quel fare pensieroso dal suo viso, per tornare a perdersi in quei grandi occhi scuri, che erano lo specchio dell'anima più pura che avesse mai guardato. Nei suoi occhi traeva coraggio, la voglia ed il desiderio di farcela per lui.
- Piccola..scusami!! mi sono addormentato! Siamo ancora in tempo per vedere la nostra stella sparire sotto i raggi del sole?
Ale diede un occhiata alla finestra, fuori il buio iniziava ad allentarsi, lasciando intravedere un chiarore all'orizzonte.
- Credo di si!!

Si alzarono di fretta, avvolgendosi nella piumone. Ale sentì il pavimento freddo sotto i piedi, mentre si stringeva a lui avviandosi verso la finestra.
- Senti freddo piccola?
- Forse sarebbe meglio rivestirsi...non credi?
- Perchè? è così dolce il contatto con la tua pelle nuda, così intimo, complice! - sorrise malizioso nella penombra, mentre lasciò scivolare la mano lungo la sua schiena nuda.

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- Ehi non distrarti!! guarda la stella è ancora li! dovresti ringraziarla...credo abbia esaudito ampiamente il tuo desiderio!
- Sai..quella con cui tu parli tutte le sere non è una stella...ma è Venere! è lei che appare per prima la sera, sembra la stella più luminosa ma in realtà è un pianeta!
- Sul serio?- Ale era sempre affascinata quando lui si lasciava andare alle descrizioni della natura, lo trovava appassionato, intelligente, curioso di sapere, di imparare, desideroso di trasmettere agli altri il suo "sentire", Ale come sempre si trovava a perdersi tra le sue parole che erano pura poesia, avida di conoscere il suo animo.
- E' Venere ..la dea dell'amore, ad aver realizzato i miei sogni stanotte!! Non trovi confortante il luccichio tremolante delle stelle nel buio della notte? Spezzano le tenebre con il loro dolce bagliore, allentano la morsa stretta nella quale cade l'anima nell'oscurità della notte, è come se fossero la luce della speranza! Il disegno di Dio è un disegno perfetto e nella natura si manifesta in tutta la sua magnificenza! Nulla ci è stato dato per caso, nemmeno le stelle! Dio ce le ha date per questo, perchè siano di conforto nell'inquietudine del buio, l'oscurità non è impenetrabile e non dura per sempre, c'è in fondo la luce ovunque, anche in una notte oscura. Ah...le mie amiche stelle... quante volte hanno confortato il mio cuore... compagne silenziose, assieme alla luna, della mia anima solitaria!
Ale si voltò di scatto a guardare i suoi occhi tremanti, carichi di lacrime sotto il ricordo dei lunghi anni solitari della sua vita. Il tempo di poggiare dolcemente una mano su quel volto malinconico, ed una lacrima lasciò rapida i suoi grandi occhi scuri, sorrise appena Michael mentre la fissava negli occhi, come a volerla ringraziare per aver messo fine a quella solitudine infinita che aveva da sempre sentito nel suo cuore, lei era la sua stella, la sua luce nel buio. Lei lasciò che quella lacrima inumidisse la sua mano, prima di avvicinarsi alla sua bocca per baciarla lentamente. La mente di Michael si liberò da quei ricordi malinconici, lei era li ed era certo del suo amore. Lasciò scivolare via il piumone per avere le mani libere per stringerla a se, per sentirne il suo morbido corpo stretto al suo, per meglio sentirne la sua pelle nuda sotto le sue dita.
- Piccola...prima che l'alba si porti via il bagliore delle stelle...esprimi un desiderio!!
- Desidero stare con te...soli..io e te...lontano da tutto...voglio poterti amare!!
Michael le prese il visto tra le mani, sorrise nascondendo lo sguardo dietro i riccioli.
- Il tuo desiderio si avvererà presto...- rimase in silenzio un attimo a guardare gli occhi di lei accendersi di curiosità, mentre continuava a mordicchiarsi il labbro divertito dalla sua espressione.
- Che hai in mente??? il tuo sguardo mi lascia capire che c'è qualcosa nell'aria!!
- E' ora del viaggio di nozze..non credi? Soli io e te...sei felice Ale? voglio vederti felice!!
- Oh Michael...e me lo chiedi? - si strinse di nuovo a lui, lasciando che le labbra si muovessero a baciare sensuali il suo collo. Michael chiuse gli occhi lentamente, a godere di quella beatitudine che provava in quel frangente, a gustarsi i caldi baci di lei e la dolce pressione dei suoi seni nudi che si schiacciavano sul suo torace, a sentirsi felice e leggero nell'anima, completamente invaso dall'amore che lei riusciva a trasmetterle.
- Dove sarà il nostro rifugio?
- Sei curiosa mia piccola monella? sarà una sorpresa...- fece una pausa, mentre con la mano scostava delicatamente i capelli del viso di lei.-...sei così bella...che mi togli il fiato!!! Voglio tu sia sempre così felice vicino a me!!!
- Io sono felice solo se sto con te!! non importa dove...ma insieme!!! Me lo prometti Michael? che non ci separeremo mai???
Michael sorrise annuendo con il capo.
- Guarda Ale....i primi raggi di sole! é l'alba di un nuovo giorno....- Fissò lo sguardo verso la collina, verso quella luce che annullava il buio della notte, verso quel simbolo di rinascita e di speranza per un futuro nuovo accanto a lei.

Rimasero in silenzio a guardare il cielo tingersi di rosa, mentre pian piano il buio sfumava via per lasciare spazio ad un blu sempre più chiaro. Le colline avvolte da una leggera foschia, immerse in una luce rosata, apparivano eteree e lontane, come un paesaggio onirico, senza la precisione dei dettagli, senza la nitidezza della realtà. Un sogno, una fiaba, avvolte nella coltre ovattata della bruma del mattino.
- Torniamo a letto Michael....ho freddo!!- disse Ale, prendendogli la mano e tirandolo dolcemente verso il letto.
- Lascia che ti scaldi io....- rispose lui prendendola in braccio, attraversò la stanza fino ad adagiarla piano sulle lenzuola. Si distese su di lei, sentendo i brividi febbrili sulla sua pelle candida, i suoi occhi si accesero, il desiderio di averla, di farla sua, si impossessò di lui. Un bacio, dolce, sensuale, poi un altro ed un altro ancora, sempre più intensi, passionali, accompagnati da gesti sempre più audaci, da carezze così intime da spezzare il fiato di entrambi, le loro mani percorrevano esperte i punti segreti del loro corpo, lasciando che l'eccitazione s'impadronisse di ogni fibra del proprio essere, gesti istintivi e caldi, dettati dall'ardente passione che li bruciava ancora una volta, fino a perdersi dolcemente nel piacere della fusione dei corpi e dei sensi.

East Los Angeles (quartiere latino)

Erano da poco passate le ventuno. Guadalupe si ritirava stanca dal lavoro, dopo che nel pomeriggio era stata in visita a Paco. Il suo bimbo sembrava reagire meglio alle cure, dopo che, grazie a quella donazione anonima, aveva potuto intensificare il numero delle terapie. Aveva cambiato casa, tolte le spese per le cure di Paco, si era potuta permettere un monolocale meno fatiscente ed umido di quello in cui viveva prima. Ma nonostante le cose sembrassero volgere al meglio, la vita era ancora dura per lei. Si lasciò cadere stanca sulla sedia davanti allo specchio, il suo riflesso di donna ferita dalla vita le metteva malinconia, eppure non riusciva a sottrarsi a quel rituale ogni sera, si osservava attenta, per vedere quale altro segno doloroso si leggeva nei suoi occhi, mentre con la spazzola continuava lentamente a pettinare i suoi lunghi e setosi capelli neri, nella fievole luce di una lampadina. Cento colpi di spazzola, come diceva la nonna, che si susseguivano lenti uno dopo l'altro, come a voler scrollare via assieme ad essi la fatica di un giorno, la fatica di una vita. Spazzolata dopo spazzolata, a togliersi di dosso il peso di una vita fatta di stenti, di violenze, di dolore. Rimase a guardare la bellezza dei suoi lunghi capelli neri, lucidi, lisci come fili di seta, erano l'ultimo barlume di una femminilità violata dalla crudeltà di una vita nel ghetto, ed era stata sul punto di venderli per farne una parrucca, per racimolare qualche soldo che le avrebbe permesso di tirare avanti. Era sul punto di sentire su di se quelle fredde forbici che avrebbero reciso la sua femminilità, avrebbe rinunciato anche ai suoi capelli, dopo che nell'arco di una vita aveva rinunciato a tutto, sentiva nella sua mente quel rumore secco delle lame delle forbici a chiudersi sui suoi meravigliosi capelli. Zac! E sarebbero caduti a terra, e con essi la sua femminilità. Ma proprio quella mattina in ospedale Ale le aveva dato quella notizia. Non occorreva vendere i capelli, qualcuno avrebbe pagato per Paco.
Un colpo secco al porta la fecero trasalire, distogliendola dai suoi pensieri. Si strinse la spazzola al petto, alzandosi di fretta in piedi facendo cadere la sedia. L'ennesimo colpo secco e la serratura si scardinò lasciando che la porta si spalancasse rumorosamente. Guadalupe sentì il sangue raggelarsi nelle vene, il suo sguardo terrorizzato andava riempiendosi di pianto. Degli stivali in coccodrillo si avvicinarono lenti verso di lei, che indietreggiava terrorizzata, mentre le lacrime le rigavano copiosamente il viso. Il ghigno di quell'uomo non le era mai piaciuto, era da sempre sinonimo di violenza, pronto ad abbattersi su di lei, il suo corpo tremante era in attesa dei suoi colpi, da un momento all'altro li avrebbe sentiti, i colpi sordi della sua forza bruta. Lui si avvicinò a lei violentemente, Guadalupe si trovò con le spalle al muro, braccata senza più via di scampo, lasciò cadere la spazzola portandosi le mani alla testa a proteggersi dai colpi. Quella mano tatuata le tappò la bocca, soffocando i suoi singhiozzi di paura, "la mano de Dios" la teneva ferma inchiodata al muro, mentre la "mano del diablo" sfilava lentamente un coltello dalla cinta.
- Pensavi di scapparmi bambolina? lo sai che ti ritrovo sempre!! Non puoi sfuggirmi...non puoi!!! - Carlos Arvizo l'aveva ritrovata, aveva cambiato casa e lavoro, trasferendosi in una zona dove non la conosceva nessuno, avrebbe voluto cambiare città, ma con Paco in in terapia come avrebbe potuto sparire nel nulla? E suo marito era di nuovo li, a terrorizzarla e a prendersi con violenza quelle che una volta era amore.
- Come puoi permetterti questo monolocale? eh? so dove lavori e con il moccioso in terapia non puoi pagarti quest'affitto? cosa c'è sotto bambolina? - Le avvicinò la punta del coltello agli occhi sempre più terrorizzati di Guadalupe, mentre la sua mano lasciava libera la sua bocca per permetterle di rispondere.
- io...io....- il suo respiro affannato dalla paura le impediva di parlare.- io ce la faccio...al lavoro mi pagano bene!!!
- SMETTILAA!!! - gli urlò contro, sapendo che stava mentendo. - io so tutto Guadalupe...so che c'è qualcuno che paga per il moccioso in ospedale! Voglio sapere chi è! Se può permettersi di fare beneficenza...vuol dire che è un uomo facoltoso!!! devi dirmi chi è!!!
- Non lo so...io ti giuro che non lo so!!- pianse in preda alla paura, supplichevole verso quell'uomo che non conosceva pietà, temeva che non le avesse creduto.
- Non lo sai? non lo saiiii?- volò via un ceffone, che la colpì in pieno viso, un rigolo di sangue scivolò dall'angolo della bocca, non un lamento uscì dalla bocca di lei, sapeva che avrebbe infierito ancor di più se si fosse lamentata, rimase in silenzio, a sopportare il dolore, mentre con il dorso della mano asciugava il sangue dalle sue labbra.
- Vedi di scoprire chi è!
- Ma ..io...non so come fare...io...
Lui la zittì schiacciandola contro il muro, respirandole sul viso. Guadalupe sentiva sul suo odore di tabacco addosso, le si attaccava alla pelle, dandole la nausea. D'un tratto sentì il freddo della lama del coltello salire su per le sue gambe, a fermarsi nel basso ventre, trattenne il respiro dalla paura, sentiva le vene pulsarle alle tempie.
- Vedi di scoprire chi è...altrimenti torno...e ti apro da qui fin sotto la gola!!! Chiaro bambolina? - infilò la lama sotto l'elastico degli slip e con gesto secco lo recise di netto. La prese per un polso scaraventandola sul letto, le fu sopra come un belva sulla preda esanime, a spolparla con violenza. L'amore che non è amore, Guadalupe lasciò che la sua anima non sentisse il dolore, che non avvertisse il bruciante fastidio tra le sue gambe, mentre Carlos la possedeva brutalmente, con una violenza inaudita, annullando qualsiasi parvenza di umanità in lui, trasformando il gesto più tenero ed intimo tra due persone, nella violenza più infame, viscida e brutale. Gli occhi di Guadalupe erano aperti ma non vedeva, annebbiati dal pianto, dal forte dolore che saliva dal suo basso ventre, mentre inerme giaceva in attesa che lui finisse, che andasse via. Estraniarsi totalmente, per restare vivi, per sopportare l'insopportabile. La voce della nonna riemergeva dalla sua memoria, quella nenia che le cantava ogni sera, mentre le spazzolava i capelli.
"Ogni sera...rendili belli...spazzolando i tuoi capelli, decisa e delicata...cento colpi a fine giornata, i pensieri brutti scaccia via e nei sogni solo magia...."

Era sopravvissuta anche quella volta, lui era andato via, con la promessa di tornare. Si alzò dal letto come un automa, raccogliendo la spazzola da terra. Si sedette di nuovo allo specchio, a guardare i segni di un nuovo dolore sul suo volto, il labbro gonfio e sanguinante non era nulla al confronto della ferita dell'anima che leggeva nei suoi occhi. Non una lacrima uscì dai suoi occhi, le aveva già versate tutte. Riprese a spazzolarsi i capelli, lasciando che le nenia si ripetesse all'infinito spezzando il silenzio di quella stanza.

Firenze

Notte insonne, nell'attico in pieno centro storico. Roberto se ne stava sprofondato nella poltrona del suo studio, con lo sguardo perso su Piazza Croce. Il fumo di una sigaretta saliva lenta dal posacenere sulla scrivania. Rimase fermo, assorto nei suoi pensieri per ore, a fissare lo sguardo oltre quella grande finestra che gli permetteva di godere di uno dei panorami più belli al mondo. Ma la sua mente era in quel casolare, dove aveva scoperto la verità sulla sua Ale. Lui che per mesi l'aveva pensata ancora legata a lui, che per mesi aveva covato il desiderio di riaverla, aveva scoperto la dura verità dei fatti. Era sposata ad una pop star mondiale, cancellando il loro amore, cresciuto sui banchi di scuola, in pochi mesi. Si sentì tradito, nell'orgoglio, nell'animo, tradito da quella che credeva l'amore della sua vita. Rabbiosamente tirò con forza il cassetto dello scrittoio, la macchina fotografica era li. La prese tra le mani, giocherellò con il grosso obiettivo mettendo a fuoco una vecchia foto di Ale ancora sulla sua scrivania. Click!

Firenze (casolare in collina)

Il sole avevo diradato la nebbie del primo mattino, lasciando che il cielo si tingesse di un azzurro intenso dando vita ad un limpido mattino di primavera. Ale aprì a stento gli occhi, ancora incredula che le sue giornate di tormento fossero finite, si accertò di non aver sognato, voltandosi a guardarlo dormire. Lui era li, al suo fianco, nella posa che assumeva sempre quando era nel sonno profondo. Ne seguì il profilo con lo sguardo, fermandosi sulle sue labbra, le trovava così attraenti che a fatica riuscì a resistere alla tentazione di baciarle ancora. Sentì lo stomaco brontolare, non sapeva che ore fossero, ma dagli infissi filtrava una luce intensa e dalla fame che aveva capì che doveva essere passata l'ora di pranzo. Decise di alzarsi ma non senza un contatto con lui, era più forte di lei, non riuscì a resistere al desiderio di toccarlo. Avvicinò piano il viso alla sua mano distesa sul cuscino poggiando piano le labbra sulle sue dita, un bacio appena sfiorato per non svegliarlo. Scivolò via del letto, raccattando i suoi indumenti sparsi tra le coperte e per la stanza, li indossò in fretta e scese al piano di sotto per preparare qualcosa da mangiare.
Nella stanza era tornato il silenzio, Michael si mosse nel sonno in cerca di lei, sentì il suo lato del letto freddo e spalancò di colpo gli occhi, per un attimo fu trapassato dal terrore di essere ancora a Neverland, solo, con la disperazione di averla persa per sempre. Mise a fuoco la stanza in cui si trovava. Sospirò sollevato. Era nel casolare in Toscana e quelle lenzuola avevano il suo profumo, strinse il cuscino di lei tra le braccia a respirarne la dolce fragranza impressa su di esso. In un attimo si sentì di nuovo felice.
Prese il cellulare sul comodino, lo aveva tenuto spento dalla sera prima, lo accese per vederne le chiamate ricevute. Fu impressionato dal numero di messaggi in segreteria lasciati da Debbie Rowe. Il suo voltò si incupì. Non poteva permettersi che una nuova tempesta si abbattesse su di lui ed Ale, doveva risolvere quella questione in sospeso prima che Ale ne venisse a conoscenza. Non ebbe il tempo di pensarci su che il cellulare gli vibrò tra le mani. Era di nuovo lei, nonostante in America fosse notte fonda. Buttò fuori un sospiro e rispose alla chiamata.
- Michael tesoro...ti cerco da ore?
- Ciao Debbie...c'è qualche problema? - la sua voce era tesa, sapeva il perchè lei lo cercasse. Tirò su il cuscino alle sue spalle, mettendosi a sedere nel letto, in attesa di una sua risposta.
- Qualche problema? Michael sono mesi che non ti fai più sentire...sei stato in studio da Klein quando io non c'ero...mi stai evitando?
- Debbie ma che dici? perchè dovrei farlo?
- La clinica ha già chiamato diverse volte, mi sottopongo alle visite e aspetto che tu ti faccia vivo, Michael...un figlio si fa in due!
A quelle parole Michael strinse gli occhi, sapeva benissimo che un figlio si faceva in due, ma non nel modo in cui si erano accordati. A sentirla parlare ora le sembrava una cosa squallida, troppo freddo e lontano dall'avere un figlio con l'amore, lontano dal periodo in cui quella cosa gli sembrava una cosa sensata, l'unica via per essere padre. Rimase in silenzio, cercando di trovare le parole giuste per spiegarle che l'accordo saltava.
- Michael....Michael ci sei?
- Si Debbie ...sono qui!
- La clinica vuole sapere se siamo pronti...inizierebbero a monitorarmi e...
- Debbie..Debbie...aspetta!!
- Cosa? ci hai ripensato? non vuoi più essere padre? - Michael sentì la sua voce cambiare tono, la sentì quasi sul punto di scoppiare a piangere. Lei si era offerta di darle un figlio, diceva per amicizia, per fare una favore ad un amico, ma Michael sapeva benissimo che non era così, lei era innamorata di lui da sempre e le andava bene anche dargli un figlio senza essere ricambiata nell'amore, forse inconsciamente sperava che con un figlio di mezzo lui si sarebbe innamorato prima o poi, o che comunque sarebbe rimasto legata a lei per sempre. Michael aveva accettato la sua proposta dopo che Lisa le aveva detto di non volere figli, ora si chiedeva cosa diavolo gli fosse saltato in mente, ma in quel momento era disperato, sentiva che quello era l'unico modo per avere dei figli, si sentiva deluso dall'amore ed era certo che non si sarebbe mai più innamorato, invece era arrivata Ale, si amavano e desideravano un figlio, che sarebbe nato come un atto d'amore.
- Veramente io...non sono in America Debbie..sono in Europa...e ...vedi!
- Stai divagando Michael...tu non vuoi un figlio da me!!- scoppiò in un pianto irrefrenabile.
- Debbie ti prego...non fare così!!!
- Cerca di essere sincero...hai cambiato idea??
- Credo non sia giusto!!! un figlio non dovrebbe nascere come avevamo pensato di fare...non è un contratto, un accordo...credo debba esserci l'amore tra due persone!!
- Milioni di bambini nascono senza l'amore...hai qualcuna Michael? le chiacchiere sui giornali sono vere?
- Ma che dici?...non c'è nessuno!!! Ho semplicemente riflettuto...era una decisione troppo avventata...non volermene Debbie...ero emotivamente provato quando mi hai proposto di darmi un figlio!
- Tu hai una relazione...lo sento...e Debbie non serve più!!
- Non dire così...ti sarò sempre grato per quanto saresti stata disposta a fare per me!
- No..no Michael...non mi rassegno..mi avevi promesso un figlio...avevamo un accordo!!!
- Debbie...ne riparliamo quando torno a Los Angeles!
Mise giù, rimanendo pensieroso, avrebbe dovuto dirlo a lei? come l'avrebbe presa Ale? Pensava che ne sarebbe rimasta delusa al pensiero che lui fosse stato così cinico ed egoista nel pensare di mettere al mondo un figlio con un accordo simile, senza avere legami con la donna che lo avrebbe reso padre, crescere un figlio senza madre. Non avrebbe capito la sua solitudine e la fragilità in quel momento in cui Debbie si era offerta, decise di tacere, seppellire nel suo cuore quel doloroso periodo della sua vita, decise di far finta che quell'accordo non fosse mai entrato nei suoi pensieri. Ora c'era Ale al suo fianco e suo figlio sarebbe nato come frutto dell'immenso amore che sentiva di provare per lei.

Ale entrò in camera con il vassoio con il pranzo, con un sorriso stampato sul volto, impaziente di svegliarlo, impaziente di attingere l'amore dalle sue labbra. Ma rimase delusa, lui in stanza non c'era. Si guardò intorno, i suoi vestiti era ancora sparsi per la stanza, si sentì sollevata, non era sparito nel nulla. Poggiò il vassoio su di un piccolo tavolino in ferro battuto in un lato della stanza e aprì le finestre per lasciar entrare l'aria di primavera. Una leggera brezza mosse le tende, mentre lei si voltò a fissare lo sguardo su quel letto disfatto. Si morse le labbra sorridendo compiaciuta, chiuse gli occhi al pensiero di quella notte. Le lenzuola aggrovigliate, i cuscini stropicciati, tutto le ricordava i dolci movimenti di quella notte, dei loro corpi che si stringevano alla ricerca del contatto più intimo, che si muovevano frenetici sotto le coperte, ripensò alla delicata carezza del cotone delle lenzuola sul suo corpo nudo, mentre il peso di lui la imprigionava, bloccandola su quel letto. Ripensò a questi gesti che affioravano dal buio, al fruscio sensuale delle lenzuola sotto i loro movimenti, coperti a tratti dai loro sospiri.
Si lasciò cadere su quel letto disfatto, sprofondando con il viso su quei tessuti intrisi della loro passione, a respirare il profumo del loro amore. Mosse le mani ad accarezzare le lenzuola, ricordando quando nel buio si muoveva alla ricerca delle mani di lui, per intrecciarsi alle sue dita. Era felice. Felice di quei ricordi. Si chiese se fosse quella la felicità, quello di ritrovarsi beatamente soddisfatta davanti ad un letto scompigliato, quello di ritrovarsi a sorridere stringendo un cuscino tra le braccia. Si rispose che quello era l'amore, amare smisuratamente ogni oggetto complice della loro passione. Si rotolò nel letto sorridente quando incrociò lo sguardo di lui, saltò in piedi in un istante, vergognandosi di essere stata sorpresa. Michael sorrise, aveva capito perfettamente i suoi pensieri.
- E' da molto che mi spii?
- Da un pò piccola!! è così divertente vederti immersa nella tua felicità!!
- Si vede che sono felice stamattina? - si avvicinò a lui per porre fine a quel desiderio che la torturava da quando si era svegliata, perdersi sulla sua bocca. Michael si distaccò dalle sue labbra quel poco che gli bastava per permettere di darle una risposta.
- Si...ed è bellissimo vederti felice..vedere quel leggero sorriso sulla tua bocca...vedere i tuoi occhi illuminarsi sotto il ricordo di qualche dolce pensiero!! mi rendi felice Ale..lo sai? sarei rimasto ore a guardarti mentre di rotolavi serena tra le lenzuola!
- Pensavo a te...
- Lo so...era così intenso il tuo pensiero..che riuscivo a leggerlo nei tuoi gesti!
- Ti amo!! come non ho mai amato...e non amerò mai più! Ti amo...da sentirmi scoppiare il petto!!! Ti amo e vorrei dirtelo ogni secondo! - i suoi occhi verdi si fecero lucidi, mentre si lasciava accarezzare il viso dalle lunghe dita affusolate di lui.
- I love you more.....
Le parole sussurrate si spensero sotto i loro baci, affamati l'uno delle labbra dell'altro.
Ale si alzò sulle punte, per meglio arrivare alla sua bocca, sentì i riccioli di lui accarezzarle il viso, adorava quel contatto, adorava sentirsi solleticare la pelle dai suoi lunghi capelli, adorava staccarsi dalle sue labbra e rimanere sotto i suoi grandi occhi scuri, così vicini da perdercisi dentro, belli, malinconici, le porte d'ingresso all'anima di un uomo meraviglioso, la sua dolce anima, alla quale Ale aveva libero accesso.

Firenze

Era pomeriggio inoltrato quando Roberto saltò in macchina, uscendo dalla città rapidamente. La notte insonne gli aveva dilaniato l'anima. Su internet aveva letto un infinità di gossip su Michael Jackson, alla ricerca di qualche cosa che gli facesse capire la presenza di Ale accanto alla star. Niente. Se non poche frammentarie notizie su di una relazione con un italiana. Per il resto la faceva da padrona Ginger e la sua notte a Las Vegas. Roberto ne era disgustato, come poteva la sua Ale essere finita in quel giro, in quell'ambiente fatto di accordi, sotterfugi, finzione. Cosa c'entrava lei con quel mondo? Michael Jackson la stava usando per pubblicità, ne era certo. Sapeva come funzionavano quelle cose, il suo vecchio amico che era nell'ambiente gli aveva spiegato bene come si muoveva lo show business. Far uscire la notizia sul loro matrimonio avrebbe venduto e Michael Jackson sarebbe stato sotto l'attenzione di tutti, con tanto di interviste rilasciate e servizi fotografici. Ale, era sicuro, non avrebbe retto a tutto quel clamore, non era il suo mondo. Prese il cellulare e fece scorrere la rubrica, il vecchio amico di famiglia tornava utile. Si fermò su un nome.
Alfonso Signorini
Sorrise tra se mentre schiacciava il tasto verde.

Firenze (casolare in collina)

Michael uscì sotto il portico, lasciandosi rapide dalla bellezza del panorama. Il sole faceva risplendere di un verde brillante le colline di fronte, mentre un leggera brezza lasciava ondeggiare i vasti campi di grano ancora verde. Rimase estasiato dalla semplice bellezza e perfezione del creato, dell'operosità dell'uomo nel curarla con rispetto, perso lo sguardo lungo le file dei vigneti, perfettamente allineati, a scorrere sinuosi, seguendone la forma della collina.
- Ale...Ale... presto vieni!!! Ho voglia di correre...voglio sentire il vento di primavera sul mio viso... aaaahhh senti..che aria pura...qui è bellissimo! - La prese per mano trascinandola attraverso il selciato dell'aia, per poi proseguire per i campi.
Corsero giù per la collina, rincorrendosi tra i vigneti, la risata di Michael era contagiosa ed Ale rideva assieme a lui mentre cercava in vano di sfuggire al suo inseguimento.
I capelli ramati splendevano sotto il sole, mentre la brezza primaverile li attraversava scompigliandoli. I suoi occhi brillavano come smeraldi, mentre rideva divertita. Michael ne era estasiato, si fermò a guardarla correre, rapito dalla potenza del sentimento che provava per lei. Poteva quella fragile creatura dalla figura morbida avergli stravolto l'esistenza in quel modo? Poteva concedersi il lusso di essere finalmente felice in vita sua?
- Ehi...sei già stanco pigrone? facciamo a gare a chi torna per primo su per la collina?
- Aspetta che ti prendo monella...
Tornarono a correre, sorridenti. Ale deviò il percorso, lasciando che Michael lo seguisse, si ritrovarono fermi su una radura, sotto la quale si apriva una distesa di grano verde, fresco, brillante. Michael non resistette.
- Ho voglia di correrci in mezzo!!
- Ma rovineremo il raccolto!
- Farò in modo che il contadino venga risarcito ampiamente! - Ale non ebbe modo di ribattere, lui le afferrò la mano correndo giù per il pendio tra i fili di grano verde. Michael allargò le braccia, a sentire quei teneri germogli sfiorargli le mani al suo rapido passaggio, si sentì libero, quasi come se stesse per spiccare il volo e librarsi nell'aria come un aquila. Chiuse gli occhi immaginando che l'aria sul suo viso, fosse quella di un cielo aperto.
Finirono la loro corsa, distesi sull'erba, ansimanti di fatica.
- Aaaahh!!! che pace provo in questo momento!- fissò per un attimo lo sguardo al cielo, poi si calò il cappello nero sul viso a proteggersi dal sole. Ale gli teneva la mano, restando distesa accanto a lui a fissare il cielo, cercando di riprendere fiato.
- Ale ..qui è bellissimo...resterei qui per sempre!!! Deve essere stupendo in estate, quando il grano è biondo e i girasole sono fioriti. Amo i girasole...sono dei fiori...felici..sembrano sorridere al sole!!! Vorrei poter correre libero come oggi, attraversare i campi di lavanda ed inebriarmi con il loro profumo. Mi ritiro dal mondo dello spettacolo e...compro un casolare in Toscana, che ne dici?
Ale scoppiò a ridere. Si avvicinò a lui a sollevargli il cappello dal viso per meglio vedere i suoi occhi.
- Ti ci vedo sai? a fare il contadino...mentre concimi i tuoi campi a passo di moonwalk e con il guantino di strass!!!
Risero di gusto.
- Smettila di prendermi in giro...piccola peste! - in un attimo le fu sopra, bloccando i suoi polsi sull'erba - Hai mai fatto l'amore in un campo di grano?
Ale fece cenno di no maliziosamente.
- mmmh!!! dobbiamo rimediare a questa mancanza!! - prese a baciarla dolcemente, a piccoli tocchi, a scendere sul suo collo, per poi aprirle piano qualche bottone della camicetta e scorrere con le labbra tra i suoi seni. Ale si lasciò trapassare dai brividi di piacere, mentre fissava delle soffici nuvole bianche su di un cielo azzurro, prima di chiudere gli occhi e cedere al piacere. Le sembrò di essere su una nuvola e non aveva nessuna intenzione di scendere. Fece cadere il cappello scuro di Michael e lasciò che le dita affondassero tra i suoi folti capelli, a giocherellare con i suoi riccioli, mentre le sue labbra si muovevano bramose dei suoi baci, ad assaporare il sapore dolce della sua bocca, a lasciare che la lingua di lui giocasse con la sua. Sentì la tensione del corpo di lui salire, mentre si stringeva intensamente al suo corpo, sorrise nel sentire quanto la desiderava, quanto fosse intensa la passione che provava per lei. Si abbandonò a lui con trasporto, lasciandosi amare, lasciando che il suono della natura fosse complice dei loro sospiri, lasciando che tra loro ci fosse una sola frase.
- Ti amo tanto Michael!! - riuscì a dirgli sfumando le parole in un sospiro, lui tornò ad occuparle le labbra con i suoi baci, lasciando lo spazio alla passione.

La macchina di Roberto, si fermò nei pressi del casolare, restando nascosto. Prese la macchina fotografica dal sedile di fianco, fissò l'obiettivo sul casolare, ruotando lo zoom per la messa a fuoco. L'immagine che ne vedeva era ora nitida, rimanendo in attesa.

Rimasero distesi al sole stretti in un abbraccio, a recuperare i sensi dove averli travolti dalla passione. Ale gli accarezzava il petto, amava restare in silenzio stretta a lui dopo aver fatto l'amore, a restare in ascolto dei battiti del suo cuore che tornavano regolari.
- Sono felice Ale...- Le sue parole ruppero il silenzio - ...non mi sono mai sentito così in vita mia...vorrei fermare il tempo e restare così per sempre, con te, la natura, la pace dell'anima che non ho mai provato!
- Mi dici come ci riesci Michael?
- A fare cosa?
- Ad essere così dolce, nonostante con te non siano mai stati buoni! come si fa a non indurire il proprio cuore...come si sopravvive all'ingiustizia? Quello che ha fatto tuo padre è orribile...perchè mi odia tanto?
- Non è te che odia... ma me! Ma non voglio pensarci..ora sei qui e voglio pensare solo all'amore! - quelle parole le fecero male, si strinse ancor di più a lui, sentiva il suo dolore attraversare il suo corpo e arrivare al cuore.
- Dove riesci a trovare la forza per restare in piedi? Come ci riesci a credere ancora nell'amore...quando per te non ce n'è stato??? Voglio amarti io con tutto l'amore che ti è stato negato!
- Io sono un bambino cresciuto...ma non ho smesso di guardare il mondo attraverso gli occhi dei più piccoli, è questo che mi da la forza di andare avanti...il loro sorriso, faccio tutto per loro, per vederli sorridere... ti sei mai persa nell'innocenza del sorriso dei bambini? loro sono puri..non conoscono il male...ed io voglio che i bambini del mondo siano felici e crescano puri! Questo farebbe del mondo un posto migliore ed è questo che mi da la forza di ignorare quello che di orribile scrivono su di me!!
- Sono certa che un giorno sarai un papà meraviglioso...ogni giorno ne sono più convinta...tu mi lasci senza fiato!!!
- Non vedo l'ora che quel giorno arrivi..piccola.. non vedo l'ora di essere genitore assieme a te!!! - Si tirò su, sistemandosi i vestiti. Si avviarono verso casa, mentre il sole cominciava piano ad scendere verso le colline.

Roberto li vide arrivare dal sentiero di fianco al casolare, la lunga attesa era finita, puntò l'obiettivo verso Michael e Ale, zoommando il più possibile ed il suo dito schiacciò un piccolo pulsante e...click...click...click.
[img]http://i54.tinypic.com/2h3v6dc.jpg[/img]



...continua

It's all for love L.O.V.E
OFFLINE
Post: 1
Città: LUCO DEI MARSI
Età: 30
Sesso: Maschile
23/03/2020 01:05

Dopo 5 anni
Ciao Lu, non so come rintracciarti e quindi ti scrivo qui, sono Lulù(94), ho cambiato nick perché non riesco ad accedere. Sono qui, dopo 5 anni a leggere la tua ff per la 4 volta.
IT'S ALL FOR LOVE!
Spero ti arrivi questo messaggio,
Tua Lu.💕
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